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lunedì 22 giugno 2020

FVDRI2020: Intervista a Diego Galdino, autore di "Una storia straordinaria"

Buongiorno, cari lettori caffeinomani! ^^
Oggi è, finalmente iniziato l'evento che tutti voi stavate aspettando, la Fiera Virtuale del Romanzo Italiano, un'occasione a cui abbiamo pensato per restare in contatto con gli autori, nonostante la lontananza dovuta all'emergenza sanitaria del nostro Paese e al conseguente annullamento di tante fiere ed eventi sociali. Della Fiera Virtuale vi parlo meglio in QUESTO articolo e vi ricordo che potete seguirci sul gruppo facebook dedicato, che trovate QUI.
Il programma prevede, adesso, una bella intervista all'autore Diego Galdino, che sicuramente in tanti già conoscerete per aver scritto Il primo caffè del mattino, romanzo che gli ha dato un grande successo e che diventerà presto un film. Ma Galdino ha all'attivo molti altri romanzi, storie romantiche e intense che gli appassionati del genere potranno apprezzare. Ha pubblicato ben 5 romanzi per Sperling&Kupfer, poi un romanzo in self, "Bosco Bianco", mentre a Febbraio è uscita per Leggereditore la sua ultima fatica, "Una storia straordinaria", che parla di due giovani che si ritrovano ad affrontare le conseguenze di tristi destini, ma che quando si incontreranno la vita per loro prenderà una piega decisamente migliore. Una storia che parla d'amore, di rinascita, di speranza, una storia che dà un messaggio positivo e che è anche una dichiarazione d'amore alla città eterna e al mondo del cinema. Se volete saperne di più, continuate a leggere perché nell'intervista si parlerà proprio di Una storia straordinaria, ma anche dell'autore e di molte altre cose ;) Buona lettura!

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INTERVISTA A DIEGO GALDINO, AUTORE DI "UNA STORIA STRAORDINARIA" 

- Buongiorno Diego! Benvenuto su Coffee&Books, è un piacere averti qui. 
Sei un autore conosciutissimo in Italia e all’estero e, probabilmente, trovare delle domande da farti che già non ti abbiano fatto sarà impossibile, ma mettiamo caso che qualcuno che segue l’evento della Fiera Virtuale del Romanzo Italiano non abbia ancora sentito parlare di te, come ti presenteresti? Raccontaci un po’ come è diventato scrittore Diego Galdino. Scrivere romanzi d’amore è qualcosa che hai sempre voluto fare?

Ho iniziato a scrivere molto tardi, ma poi non ho più smesso. Per me la prima storia che ho scritto resta indimenticabile perché è nata in un modo particolare e per merito di una ragazza a cui sono stato molto legato...Un bel giorno mi mise in mano un libro e mi disse: «Tieni, questo è il mio romanzo preferito, lo so, forse è un genere che piace più alle donne, ma sono certa che lo apprezzerai, conoscendo il tuo animo sensibile». Il titolo del romanzo era Ritorno a casa di Rosamunde Pilcher, e la ragazza aveva pienamente ragione: quel libro mi conquistò a tal punto che nelle settimane a seguire lessi l’opera omnia dell’autrice. Il mio preferito era I cercatori di conchiglie. Scoprii che il sogno più grande di questa ragazza di cui ero perdutamente innamorato era quello di vedere di persona i posti meravigliosi in cui la Pilcher ambientava le sue storie, ma questo non era possibile perché un grave problema fisico le impediva gli spostamenti lunghi. Così, senza pensarci due volte, le proposi: «Andrò io per te, e i miei occhi saranno i tuoi. Farò un sacco di foto e poi te le farò vedere». Qualche giorno più tardi partii alla volta di Londra, con la benedizione della famiglia e la promessa di una camicia di forza al mio ritorno. Fu il viaggio più folle della mia vita e ancora oggi, quando ci ripenso, stento a credere di averlo fatto davvero. Due ore di aereo, sei ore di treno attraverso la Cornovaglia, un’ora di corriera per raggiungere Penzance, una delle ultime cittadine d’Inghilterra, e le mitiche scogliere di Land’s End. Decine di foto al mare, al cielo, alle verdi scogliere, al muschio sulle rocce, al vento, al tramonto, per poi all’alba del giorno dopo riprendere il treno e fare il viaggio a ritroso insieme ai pendolari di tutti i santi d’Inghilterra che andavano a lavorare a Londra. Un giorno soltanto, ma uno di quei giorni che ti cambiano la vita. Tornato a Roma, lasciai come promesso i miei occhi, i miei ricordi, le mie emozioni a quella ragazza e forse le avrei lasciato anche il mio cuore, se lei non si fosse trasferita con la famiglia in un’altra città a causa dei suoi problemi di salute. Non c’incontrammo mai più, ma era lei che mi aveva ispirato quel viaggio e in fin dei conti tutto ciò che letterariamente mi è successo in seguito si può ricondurre alla scintilla che lei aveva acceso in me, la voglia di scrivere una storia d’amore che a differenza della nostra finisse bene e poi non ho più smesso fino ad arrivare a Il primo caffè del mattino... 

- Hai all’attivo già parecchi romanzi, diversi pubblicati con Sperling&Kupfer, un self (Bosco Bianco) e adesso Una storia straordinaria con Leggereditore. Qual è la cosa che più ti fa piacere quando stai per donare una nuova storia ai lettori? 

Sicuramente il fatto di essere riuscito a tramutare in parole scritte la storia che nella mia mente mi hanno raccontato i personaggi che l'hanno vissuta. E la consapevolezza di dare alle persone che vorranno dare fiducia al mio libro dei momenti di serenità ed evasione attraverso una favola per adulti.

Ami molto il cinema e le commedie d’amore e dal tuo romanzo, ricco di citazioni, si evince chiaramente. Con quale film è nata questa tua passione? 

Il mio film preferito è Notting Hill che considero la commedia romantica più bella di sempre. Ma il cinema in generale accompagna la mia vita fin da bambino. Questo grazie a mio padre che mi portava spesso al cinema a vedere ogni genere di film. Da Rocky a 007, da Sandokan a Star Wars.

C’è una curiosità che devi togliermi: sei proprietario di un bar e chissà quanti clienti si siedono ogni giorno al tuo bancone, persone con tante storie da raccontare, persone con vissuti diversi, persone che magari si sono proprio innamorate prendendo un caffè da te. Hai mai preso spunto da qualcuna di queste storie per i tuoi romanzi? 

Credo che il bar si presti bene, perché racchiude al suo interno una galassia di persone diverse che girano intorno al bancone come i pianeti intorno al Sole, prendendo dal caffè quel calore, quell’energia che ti accompagnerà, anzi che ti farà compagnia per il resto della tua giornata. In cambio queste persone permettono, con le loro storie di vita vissuta, le loro manie, i loro caratteri simili o sempre diversi, al Sole/bancone di adempiere al suo dovere a ciò che ne rende indispensabile per se stesso e per gli altri la sua stessa esistenza.

Parlando dei cinque sensi, di cui si parla parecchio in Una storia straordinaria, qual è quello senza il quale non potresti mai vivere e perché? 

Ho sempre pensato che il senso più importante fosse la vista, perché non posso immaginare di vivere la mia vita senza poter guardare le persone che amo, Roma e i film.

È stato difficile raccontare di Luca non vedente e Silvia che ha subito un’aggressione? Qual è stata la parte più dura nel rappresentare due personaggi così speciali, ma feriti dalla vita? 

Non è stato difficile, ma difficilissimo. Io cerco sempre di creare con la fantasia degli intrecci narrativi che possano sembrare tratti da una storia vera. Quindi affrontare due tematiche così serie come la cecità e un'aggressione fisica subita da una donna si è rivelato un compito arduo e allo stesso tempo stimolante. Per quanto riguarda Luca ho affrontato il suo percorso dalla luce al buio perenne in prima persona proiettando su di me i suoi stati d'animo, la sua voglia di non arrendersi ad un destino infame. Per Silvia ho ragionato da padre di due figlie a cui non posso stare sempre vicino per proteggerle. Ho unito i loro caratteri completamente diversi rendendola una donna che avrei tanto voluto aiutare. Nel mio piccolo l'ho fatto come autore mettendo sulla sua strada un uomo come Luca capace di farle capire che bisogna sempre continuare ad avere fede nell'amore. Perché l'amore rende qualsiasi vita meravigliosa.

Il tuo romanzo è anche un’esplicita dichiarazione d’amore alla città di Roma. C’è qualche altra città italiana a cui sei particolarmente legato e di cui ti piacerebbe scrivere? 

Essere romano è una fortuna e allo stesso tempo una sfortuna. Perché una città come Roma non ti permette di amare nessun altro posto nella stessa maniera in cui ami Roma. I latini avevano ragione...Ubi major minor cessat. Ci sono tante città e tanti luoghi in Italia a cui sono molto legato per tanti motivi. Ma come disse la principessa Anna nel film Vacanze romane..."Roma è Roma."

Qual è la più bella storia d’amore che hai letto e la coppia più ben scritta in cui ti sei imbattuto? 

Persuasione di Jane Austen come storia d'amore, ma la coppia più bella senza dubbio è quella del romanzo Proibito di Tabitha Suzuma, Lochan e Maya sono la prova che l'amore è l'amore punto.

Il fatto di essere uno dei pochi autori uomini in Italia che scrive romanzi d’amore, ti ha più favorito o creato disagio? 

Diciamo che ci sono stati momenti in cui mi sono sentito un po' come la particella di sodio nell'acqua minerale. Di sicuro nel mondo editoriale italiano di questo genere letterario c'è un maggior cameratismo tra donne, sono amiche, sorelle, si aiutano e si supportano l'un l'altra, senza invidie o gelosie e sono bellissime da vedere da fuori. Io cerco di essere per tutte loro tipo il Rupert Everett del film Il matrimonio del mio migliore amico.

Com’è cambiata la tua vita da quando sei diventato scrittore, per di più di fama internazionale? 

È diventato sicuramente tutto più complicato e difficile da conciliare con il mio lavoro di barista. Però anche molto gratificante. Mi sento un po' come Clark Kent e Superman. Considero la scrittura la mia tutina blu con la S davanti. Essa mi aiuta a volare via con la fantasia dal mio contesto quotidiano. E qualche volta, grazie alle presentazioni all'estero dei miei libri, mi fa volare anche fisicamente.

Quanto tempo dedichi alla scrittura? E qual è la parte che ti affascina di più quando crei una storia nuova?

Di solito dedico alla scrittura un paio d'ore al giorno. Mi sveglio alle quattro di mattina per scrivere un'oretta, poi mi travesto da barista e vado a preparare il caffè ai personaggi dei miei libri Il primo caffè del mattino e L'ultimo caffè della sera.
La parte che mi affascina di più dello scrivere è riuscire a creare dal nulla la vita di tante persone che esistono solo nella mia fantasia.

Hai in cantiere qualche nuovo romanzo? Puoi accennarci qualcosa? 

In questi mesi di quarantena ho ripreso una vecchia storia scritta tanti anni fa e l'ho riscritta completamente, con una maturità diversa, frutto dell'esperienza di questi anni vissuti a contatto con professionisti eccelsi da cui ho imparato molto e continuo ancora oggi ad imparare. Una storia diversa da quelle scritte fin'ora, ambientata completamente all'estero e con tematiche stranamente gotiche per me. Mi piacerebbe che fosse il mio prossimo romanzo. Staremo a vedere se ci sarà la possibilità di pubblicarlo. Ho imparato a mie spese, che nel mondo editoriale italiano non si può mai dare nulla per scontato. E che ciò che hai fatto finora può non poter bastare.

Cosa consigli agli autori che sognano di arrivare lontano come hai fatto tu e soprattutto fantasticano su una trasposizione cinematografica del proprio libro? (Ricordiamo che, prossimamente, Il primo caffè del mattino diventerà un film) 

Agli autori consiglio di non perdere mai la fiducia nella propria scrittura e nei propri sogni, perché quelli non te li può togliere nessuno. Per quanto riguarda il film ci vuole tanta fortuna e un pizzico di serendipità.

Lasciamoci con un bell’auspicio: cosa ti auguri per il futuro? 

Per il futuro mi auguro di poter andare presto a Piazza Santa Maria in Trastevere ad assistere alle riprese del film tratto dal mio romanzo.

Grazie mille, Diego, per aver risposto alle mie domande ed essere stato ospite di Coffee&Books e della Fiera Virtuale del Romanzo Italiano. Alla prossima!

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1 commento:

  1. Mi sono emozionata ( e non mi capita spesso, leggendo interviste!).complimenti per le domande, per nulla banali, e per le risposte, da cui traspare un uomo intelligente, sensibile, con un'umiltà che non mi sarei aspettata da un autore del suo calibro. Sono colpita. Complimenti ad entrambi di cuore

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