Pagine

sabato 25 settembre 2021

Recensione: "Quattro libri d'indaco. Primo e secondo libro" di Sinenomine Silens (a cura di Ms Rosewater)

Buongiorno e buon sabato, lettor*!
Oggi la nostra Ms Rosewater ci parla dei primi due libri di una serie fantasy autopubblicata, è voluta uscire per una volta dalla sua comfort-zone per parlarci dei Libri d'Indaco di Sinenomine Silens. Se non li conoscete, leggete la recensione e scoprite di cosa si tratta ;)

Quattro Libri d'Indaco. Primo e secondo libro
di Sinenomine Silens


Prezzo eBook: 2,49 € (eBook, 1° libro) 1,99 € (eBook, 2° libro)
Prezzo cartacei: 14,00 € (1° libro) 12,00 € (2° libro)
Pagine: 122 (1° libro) 99 (2° libro)
Genere: fantasy
Editore: Youcanprint
Data di pubblicazione: 11 marzo 2021 (1° libro) 30 aprile 2021 (2° libro)

Il "Primo libro d'indaco" apre una quadrilogia di genere fantasy classico. In un mondo immaginario e al tempo stesso arcaico, si svolge una lotta epica con eroi piccoli e grandi, tra creature fantastiche, maghi, animali e semplici uomini. Nella città di Meffe ogni anno viene commemorata un'antica guerra tra dei e demoni. Da quel passato però giungono frammenti di verità che raccontano un'altra storia, che affiora tra scritture dimenticate e oggetti ritrovati, profezie custodite per secoli e fiabe che resistono al tempo più delle tombe. I protagonisti ne verranno travolti. Naarua, una giovane amanuense, perde la sua amica più cara e si trova lei stessa braccata, senza sapere da chi o perché. Il danzatore Lucojyann deve scappare per sfuggire ad un assassino. Incontrerà leggende i cui nomi vengono usati per far paura ai bambini, banditi e cacciatori d'uomini. Piano piano ciò che è celato affiora, ma sta al lettore scoprire dove conduce, addentrandosi tra i pensieri e i dubbi dei personaggi. Alla trama del racconto si aggiunge il suo ordito, che fonde una pluralità di generi letterari: fiabe, canti e saghe epiche.

Non sono una lettrice di fantasy, ho approcciato il genere da giovanissima con “La grotta di cristallo” di Mary Stewart e “Le nebbie di Avalon” di Marion Z. Bradley - in definitiva delle riscritture della tradizione di Re Artù - ma devo ammettere di non essere arrivata alla fine di nessuno dei due. Peggio è andata con “Lo Hobbit” di Tolkien, non ho resistito nemmeno 10 pagine.

Grazie all'amicizia con Sinenomine Silens ho deciso di dare un'altra possibilità al genere e così eccomi a leggere i “Quattro libri d'indaco”, dei quali ho per ora completato i primi due. Data la mia poca conoscenza del genere sono consapevole di non poter dare giudizi particolarmente articolati, fare paragoni e raffronti o risalire a influenze stilistiche, perciò mi limiterò a parlare del racconto come macchina letteraria e come esperienza personale della sottoscritta.

Il progetto dei Libri d'Indaco si compone di quattro volumi, la vicenda si svolge in una terra immaginaria divisa in diversi regni accomunati da un passato in cui fu dominata da un personaggio oscuro detto Becco Nero, liberata da un'invasione di demoni e ora tiranneggiata dalle azioni clandestine dei Cercatori, una setta che s'ispira alla predicazione dell'Illuminato, figura religiosa vissuta molto tempo prima, che ha cancellato gli antichi culti e perseguitato la cultura come eresia. Costoro passano di villaggio in villaggio, catturano e giustiziano persone a loro non gradite, terrorizzando la popolazione.
In questa cornice che ricorda l'Inquisizione, iniziano le avventure di tre gruppi di personaggi variamente assortiti, tutti in fuga dalla persecuzione dei Cercatori. La loro vicenda è il primo livello del libro, la trama, mentre l'ordito è costituito da favole, poesie, canzoni che raccontano il passato come realmente accaduto, i culti cancellati dall'Illuminato e le leggende che fanno da indispensabile struttura alla storia.
I personaggi sono molti e le categorie tipiche del genere (mi sono documentata) sono un po' stravolte (ad esempio, è destabilizzante non trovarsi inizialmente di fronte alla contrapposizione classica di bene e male ma piuttosto di due mali che si sono succeduti): le figure femminili emergono come centrali per il fine ultimo del racconto, tuttavia non si può parlare di protagonisti nel senso di individui indagati approfonditamente nella loro psicologia, che spiccano per importanza e permettono al lettore d'identificarsi. Questo potrebbe deludere qualcuno, ma aiuta a evitare di cadere nelle trappole del sentimentalismo che rischiano di svalutare tutta la costruzione narrativa. Non si tratta di caratteri anonimi, sono tessere di un mosaico il cui motivo va chiarendosi e acquistando senso man mano che si procede nella lettura. Due personaggi vale comunque la pena di segnalarli: la vivace Saranna, una veggente un po' ciarlatana, sul modello di Mentalist calata in un universo fantasy e Prisco, guaritore dichiaratamente gay (sinceramente non so con quale frequenza siano trattati i temi LGBT nel fantasy, non credo siano nuovi, ma nel poco che ho letto non se ne faceva menzione, quindi la trovo una bella novità).
Accanto agli esseri umani si raccoglie un folto gruppo di animali, reali e immaginari: mentre i primi (cani, gatti, pappagallini) hanno il ruolo di compagni di strada, guide e guardiani un po' magici degli uomini, i secondi (grifoni e draghi) sembrano esprimere un livello più alto di lotta tra il bene e il male. Sono abbastanza sorpresa di aver assimilato la presenza delle creature fantastiche e di essermi abituata a questa visione, probabilmente grazie alla scrittura, le descrizioni limitate al necessario, senza eccessive pretese di realismo che dovrebbero convincere il lettore della possibile esistenza dei rettili volanti.
C'è molto controllo, un lavoro corposo nella creazione di questo universo (di cui sono fornite anche anche le mappe), che lascia comunque spazio all'immaginazione del lettore, soprattutto di quello portato per il genere.
Sinenomine Silens ha anche predisposto delle appendici con l'elenco dei personaggi e dei loro ruoli, nonché la misurazione del tempo (utilissimi per il lettore) e il funzionamento della “Ruota a nove”, gioco divinatorio al quale si fa ricorso in vari momenti della storia.
Dal punto di vista della lettura, forse il “Primo Libro” è il più complesso, perché si pongono le basi del racconto e si danno tutte le informazioni su quanto accaduto nei tempi passati, mentre nel “Secondo Libro”, sulla scorta di queste conoscenze, possiamo seguire agilmente le avventure dei vari personaggi. Al termine di questo volume si rafforza l'impressione di un disegno complesso non ancora svelato e denso di significati, che può essere interpretato a vari livelli, come una fiaba, una raccolta di leggende o addirittura come una costruzione filosofica.

Vista la dimensione contenuta in termini di pagine, i “Quattro libri d'Indaco” sarebbero stati bene raggruppati almeno in due volumi, ma si comprende la scelta di farli uscire separatamente, permettendo al pubblico di valutare l'acquisto parcellizzato con una spesa dilazionata nel tempo.
Sinenomine Silens ha fatto da sé tutto il lavoro di editing e correzione di bozze, compito abbastanza titanico, e nonostante questo i refusi (ne troviamo soprattutto all'inizio del primo libro) sono pochi e non disturbano la lettura. Inoltre, ha cercato di dare completezza al lavoro pur coi limiti imposti dall'auto pubblicazione (le cartine ad esempio necessiterebbero di maggiore spazio, tra le prime pagine del libro, per rendere più facile la consultazione).

Quindi, mi sono convertita al fantasy? Non direi, però continuerò la lettura, perché trovo che la scrittura sia piacevole e nel complesso si tratta di un progetto curato. E poi voglio vedere come va a finire.

To be continued...

Ms Rosewater

Nessun commento:

Posta un commento

Commentare non costa nulla!:) Lascia pure il tuo commento, sarò felice di risponderti;)