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martedì 28 settembre 2021

Review Party: "Il filo avvelenato" di Laura Purcell (a cura di Melz)

Buongiorno, lettor*!
Oggi Coffee&Books partecipa al Review Party de "Il filo avvelenato", una storia gotica e inquietante dalla stessa autrice de Gli amici silenziosi, Laura Purcell. Il romanzo è uscito il 21 settembre per la nuova colla Oscar Fabula della Mondadori. Per noi l'ha letto Melz, ma se volete conoscere anche tutte le altre opinioni, non perdete nessuna tappa di questo fantastico Review Party (alla fine del post, il calendario). E adesso, vi lascio alle parole di Melz. Buona lettura! ;)

Il filo avvelenato 
di Laura Purcell

Prezzo: 9,99 € (eBook) 20,00 € (cop. rigida)
Pagine: 420
Genere: narrativa, horror, gothic, historical
Editore: Mondadori (collana Oscar Fabula)
Data di pubblicazione: 21 settembre 2021

Gran Bretagna, prima metà dell'Ottocento. Dorothea Truelove è giovane, bella e ricca. Ruth Butterham è giovane, ma povera e consumata da un segreto oscuro e terribile. Un segreto che rischia di condurla alla forca. I loro destini si incrociano alla Oakgate Prison, dove Ruth è rinchiusa in attesa di processo per omicidio e dove Dorothea si dedica ad attività caritatevoli; soprattutto, qui la ragazza trova il luogo ideale per mettere alla prova le neonate teorie della frenologia – secondo cui la forma del cranio di una persona spiega i suoi peggiori crimini – che tanto la appassionano. L'incontro con Ruth fa però sorgere in lei nuovi dubbi, che nessuna scienza è in grado di risolvere: è davvero possibile uccidere una persona usando solo ago e filo? La storia che la prigioniera ha da raccontare – una storia di amarezze e tradimenti, di abiti belli da morire – scuoterà la fede di Dorothea nella razionalità e nel potere della redenzione. Per tutti gli amanti della letteratura gotica, un racconto da brivido dedicato al male celato dietro il volto dell'innocenza.

Prima di iniziare con la recensione vera e propria, volevo ringraziare la casa editrice per avermi permesso di leggere in anteprima questo splendido romanzo.

Il filo avvelenato è un mix di tante cose perciò mi sono ritrovata leggermente spaesata a inizio lettura. Ha la suspense di un thriller, atmosfere antiche, un filo di scienza che non guasta affatto e del macabro che, nel mio caso, è stato apprezzato. È il mio primo libro di Laura Purcell e quello che mi sento di dire è che, di suoi, ne leggerei altri mille.

Quello che si legge tra le righe di queste pagine sono le storie di due donne che si intrecciano in un racconto che per tutto il tempo è un ponte tra realtà e sovrannaturale. Dorothea è convinta che sia tutto nella conformazione del cranio, che la frenologia sia la risposta alla mentalità criminale così come a tutte le altre attitudini della persona. È così che si ritrova a conoscere la seconda protagonista e a studiare il suo "teschio". Attraverso le parole di Ruth, detenuta sedicenne, in prigione dopo aver confessato l'omicidio della sua padrona, percorriamo la sua vita avvolta da un'aura grigia di mistero. Allo stesso tempo, viviamo i pensieri di Dorothea e le sue vicende diventeranno pian piano importanti, quasi al pari di quelle di Ruth.

Ho avuto per tutto il tempo la sensazione di guardare la TV. L'immagine di Ruth era vivida nella mia mente. Sono riuscita a visualizzare la sua infanzia e la sua adolescenza; sono riuscita quasi a percepire gli odori che la Purcell descriveva, a vedere lo schifo che lei ha dovuto visionare. Nel racconto di Ruth, la parte al passato di questa storia, ho avuto per tutto il tempo una corda immaginaria attorno alle viscere. L'autrice mi ha portata a immedesimarmi così tanto in lei da aver voglia di piangere ogni tre pagine. Perché la storia è così: la vita della sedicenne ti coinvolge così tanto che, colpevole o innocente (domanda che si trascina fino alla fine), non puoi non empatizzare con lei. Sebbene all'inizio la trovassi un personaggio dai mille lamenti e a tratti egoista, verso la fine ho avuto addosso solo tanta tristezza. Dorothea, invece, è un bel ritratto del femminismo: ancora nubile a venticinque anni in un'epoca a volerla sposata da un pezzo, concentrata sui suoi studi e non curante di ciò che gli uomini (e le altre donne, ahimé) potessero pensare. Un carattere forte e indipendente.

La storia è scritta in prima persona presente per quanto riguarda Dorothea e in prima persona al passato per quanto riguarda Ruth. Una scelta coraggiosa e geniale perché è come essere lì anche noi, su una sedia in quella cella, ad ascoltare le sue parole. Come una brutta fiaba, di quelle che non insegnano nulla, perché le fiabe non hanno la morale, e parlano di sofferenza. Con "Il filo avvelenato" è stato come addormentarmi: piano e poi profondamente. Come si dice in "Colpa delle Stelle" è così che ci si innamora! E io mi sono innamorata lentamente. Se i primi giorni leggevo giusto dieci pagine, arrivata a circa metà non sono più riuscita ad abbandonarlo. Ti tiene sempre sulle spine, non si riesce mai a capire quale sia la verità, fin proprio alla fine. E CHE FINE! c'è proprio da dirlo. Ecco, il finale mi ha ricordato un po' quello di Inception, va a interpretazione, ma per me va bene così perché, nonostante vada compreso, nessun mistero è lasciato lì in bilico. Almeno per quanto riguarda Ruth...
Insomma, non posso proprio dire altro senza fare spoiler purtroppo, ma parlerei ore di questo libro. Nel caso, scrivetemi in privato e scleriamo insieme!

Qui posso solo dire che 4.5 tazzine se le merita tutte!
* CALENDARIO REVIEW PARTY *

Fateci sapere cosa ne pensate, mi raccomando!
Un bacio,

Melz


Fonte immagini: Pinterest
Banner/grafica: @paranormalbookslover

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