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mercoledì 16 febbraio 2022

Review Party: "Un'alleanza pericolosa" di Jennieke Cohen (a cura di Eleonora)

Buongiorno, lettor*!
Oggi il blog partecipa al Review Party dedicato a "Un'alleanza pericolosa" di Jennieke Cohen, uscito per Oscar Mondadori. Lo ha letto Eleonora, scoprite la sua opinione e fateci sapere se il romanzo vi ispira ;) Ringraziamo Maria Cristina di Chronicles of a Bookaholic per aver organizzato l'evento e averci incluse e la casa editrice per la copia digitale in cambio di un'onesta opinione.

Un'alleanza pericolosa
di Jennieke Cohen

Prezzo: 20,00 € (cop. rigida)
Pagine: 456
Genere: romance storico, mystery
Editore: Mondadori (collana Oscar Fabula)
Data di pubblicazione: 15 febbraio 2022

Lady Victoria Aston ha tutto ciò che potrebbe desiderare: una sorella maggiore felicemente sposata, il futuro della proprietà di famiglia assicurato, e la possibilità di perdere tempo gironzolando nei campi attorno a casa. Ma basta una notte per sconvolgere definitivamente la sua vita comoda e idilliaca. Suo cognato si rivela infatti un terribile mascalzone e adesso tocca a lei trovare un marito, o la sua famiglia perderà tutto. Armata solo di quello che ha imparato dai romanzi di Jane Austen, Vicky fa il suo debutto in società: ma nemmeno le parole della scrittrice sono in grado di aiutarla a capire se il meraviglioso e astuto signor Carmichael sia in realtà una canaglia; se il suo ex migliore amico, il bellissimo Tom Sherborne, sia più interessato alla sua dote o al suo cuore; né sono in grado di aiutarla a liberarsi delle attenzioni del lezioso signor Silby. Soprattutto, nei libri di Vicky non c'è nulla riguardo gli strani incidenti che iniziano a capitare attorno a lei. E che potrebbero non farla arrivare viva al giorno delle nozze.

Oggi faremo una breve escursione nel magico mondo dei romance storici, di magico c’è ben poco o niente, ma si fa per dire! Sotto la lente d’ingrandimento c’è Un’Alleanza Pericolosa, primo romanzo tradotto in italiano di Jennieke Cohen. Dalle premesse sembrava dovesse trarre ampiamente spunto dai romanzi di Jane Austen ma se devo essere totalmente e brutalmente sincera, la missione non è riuscita, sulla parte storica di questo romanzo infatti ho più di qualche perplessità; ne riparleremo più avanti però.

La protagonista di questo romanzo è Lady Victoria Aston, conosciuta alla sua famiglia e ai più come Vicky, che con piglio deciso, indipendente e oserei dire un filino anticonformista, aiuta il padre nella direzione e nella gestione della tenuta di famiglia nell’Hampshire, in Inghilterra. Tutto sembra essere tranquillo come al solito quando la riapparizione di un amico, una volta molto caro ma ormai ridotto a poco più che uno sconosciuto, ed un misterioso assalto nella tenuta danno il via ad una serie di svolte nella quotidianità di Vicky che metteranno a dura prova la sua vita, i suoi nervi e la vita tranquilla della sua famiglia. Con la scoperta che il marito della sorella maggiore è un individuo spregevole come pochi, tutto il peso del futuro della tenuta e dei possedimenti degli Aston va a pesare infatti sulle spalle di Victoria che si ritrova obbligata a doversi sposare prima della fine della stagione mondana londinese (quindi entro due tre mesi dall’inizio del romanzo), possibilmente con un uomo che non si riveli un mascalzone sotto mentite spoglie, in modo tale che la proposta di indicare lei, al posto della sorella, come erede degli Aston al sovrano d’Inghilterra venga accolta favorevolmente. Malgrado la sua non poca ritrosia all’idea del matrimonio, per aiutare la sorella e la famiglia, la protagonista accetta l’incarico ma, se già non era un’impresa semplice, con la ricomparsa in scena del suo amico d’infanzia Tom Sherborne che, carico di segreti e traumi dal passato, sembra volerle stare lontano non riuscendoci però molto bene, le cose si fanno ancora più complicate e la povera ragazza non sa più a cosa e chi dare retta, al cuore o alla mente, a quello che le viene mostrato o a quello che le viene raccontato, al suo più caro amico d’infanzia o ai suoi genitori che la spingono tra le braccia di quello che parrebbe essere un ottimo partito ma non sembra raccontarla proprio tutta giusta; insomma la situazione tra attacchi, schermaglie, incomprensioni e segreti si presenta proprio come un gigantesco e difficilmente risolvibile groviglio.

Si potrebbe definire questo romanzo come “potenziale latente”, per essere un romance storico infatti mi è mancata proprio tutta quella caratterizzazione e quel contesto adatti e necessari per l’epoca che l’autrice ha scelto per ambientare il suo romanzo, cioè il 1817, tra l’altro è quella in cui sono ambientati i romanzi di Jane Austen anche se non è molto giusto usare lei come pietra di paragone; infatti per equilibrare le cose si può paragonare il lavoro della Cohen a quello di alcune scrittrici più moderne, come ad esempio Lisa Kleypas e, volendo esagerare, Georgette Heyer, che hanno scelto come ambientazione per qualche loro romanzo i primi due decenni dell’ottocento; tra le due la Cohen è probabilmente più vicina alla Kleypas, autrice contemporanea “specializzata” nel romance storico, che non alla Heyer, autrice del ‘900 nota per la sua precisione e accuratezza storica fin nei minimi dettagli, anche se per sviluppo della trama ricorda più i romanzi di quest’ultima. Ho trovato in questo romanzo una resa abbastanza superficiale dell’epoca, per il mio gusto, capisco che magari l’autrice abbia voluto concentrarsi più sulla trama e i personaggi ma, a mio parere, in un romanzo storico bisogna prestare attenzione anche alla forma e al contesto. In particolare i rapporti tra i vari personaggi mi sono sembrati decisamente troppo informali e con un linguaggio moderno e contemporaneo, mi sta bene all’interno della famiglia Aston, ma in tutte le altre situazioni risultano un po’ fuori periodo, se il romanzo fosse stato ambientato qualche decennio più tardi per me questo particolare non si sarebbe notato.

I personaggi invece presentano più varietà a livello di costruzione e di impostazione, Tom e Vicky sono abbastanza dei cliché e ho preferito il primo quando ha tirato fuori gli attributi verso i tre quarti del libro mentre la seconda, paradossalmente, nei momenti in cui è emersa la sua fragilità piuttosto che quando fa la dura donna d’acciaio. I personaggi più interessanti sono stati sicuramente Carmichael, il partito per cui fanno il tifo i coniugi Aston, e Charles, il fratello minore di Tom; il perfido cognato si capisce fin da subito che così è e che di sicuro non migliorerà nel corso della storia.

Per la stragrande maggioranza del romanzo, l’autrice ci fa credere che Carmichael abbia una determinata personalità ma forse no o forse sì e il povero lettore si ritrova confuso come non mai per poi finalmente vedere la luce del chiarimento a dieci pagine dall’epilogo; al contrario invece con il fratello di Tom sembra di aver capito tutto dall’inizio, ormai già lo classifichi come personaggio di sfondo, adatto solo a riempire i buchi e a far sembrare tutti gli altri personaggi migliori e più importanti di lui, anche qui però a quindici pagine dalla fine del libro le carte in tavola vengono rovesciate, abbastanza inaspettatamente tra l’altro, e Charles sembra degno della migliore agenzia di spionaggio in circolazione.

Ho apprezzato i continui riferimenti/omaggi a Jane Austen appunto, anche se non li ho trovati particolarmente azzeccati, quelli ad Anne Radcliffe, che invece ho trovato più calzanti per la situazione, e anche l’attenzione che è stata messa nel riportare la “legislazione” in tema di matrimoni e separazioni nell’epoca, la parte storica probabilmente più riuscita. Così come ho apprezzato anche che, nonostante la vicenda si svolga abbastanza linearmente, senza grandi colpi di scena, l’autrice sia stata in grado di rendere piuttosto bene un senso di ansia e di aspettativa per il peggio che man mano che si avanza nella lettura si fa sentire e che abbia strutturato le storie di Tom, Vicky e degli altri personaggi in modo quasi parallelo le une alle altre per farle confluire poi in un unico filone senza che questo sia risultato confusionario o poco interessante.

Alla fine Un’Alleanza Pericolosa si rivela un libro semplice, leggero, avvincente e facilmente godibile nella lettura se non si ricerca la precisione e un contesto storico marcato, in quel caso meglio Georgette Heyer a tutto spiano.

Ringrazio OscarVault per la copia digitale in anteprima, come al solito è stato fatto uno splendido lavoro grafico nell’impaginazione del romanzo.


Eleonora


Photo credit: @eleonoranicoletto
Fonte immagini: Pinterest

2 commenti:

  1. All'inizio questo romanzo mi incuriosiva molto, ma ma mano che passa il tempo sono sempre più titubante 😅

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  2. A me invece è piaciuto proprio per la sua leggerezza, in questo periodo è stato il romanzo perfetto per me. e appena mi sarà possibile prenderò anche il cartaceo

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