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domenica 23 gennaio 2022

Recensione: "The Witcher. Il guardiano degli innocenti" di Andrzej Sapkowski

Buongiorno, lettor*!
Oggi vi parlo di “The Witcher. Il guardiano degli innocenti”, di Andrzej Sapkowski, un libro che volevo leggere da un po’ di tempo e che mi ha piacevolmente intrattenuta. Questo è stato uno dei rari casi in cui ho guardato prima la serie tv e poi mi sono approcciata al libro, perché solitamente preferisco fare il contrario. Ad ogni modo, ho molto apprezzato entrambi, la figura di Geralt di Rivia la trovo di grande fascino e non vedo l’ora di leggere i prossimi romanzi su di lui e proseguire con la serie tv. Fatemi sapere se conoscete i romanzi di Sapkowki e quale preferite ;) A presto!

The Witcher. Il guardiano degli innocenti
di Andrzej Sapkowski

Prezzo: 3,99 € (eBook) 14,90 € (cop. flessibile)
Pagine: 372
Genere: dark fantasy, fantasy
Editore: Nord
Data di pubblicazione: 24 ottobre 2019

Geralt è uno 'strigo', un individuo più forte e resistente di qualsiasi essere umano, che si guadagna da vivere uccidendo quelle creature che sgomentano anche i più audaci: demoni, orchi, elfi malvagi... Strappato alla sua famiglia quand'era soltanto un bambino, Geralt è stato sottoposto a un durissimo addestramento, durante il quale gli sono state somministrate erbe e pozioni che lo hanno mutato profondamente. Non esiste guerriero capace di batterlo e le stesse persone che lo assoldano hanno paura di lui. Lo considerano un male necessario, un mercenario da pagare per i suoi servigi e di cui sbarazzarsi il più in fretta possibile. Anche Geralt, però, ha imparato a non fidarsi degli uomini: molti di loro nascondono decisioni spietate sotto la menzogna del bene comune o diffondono ignobili superstizioni per giustificare i loro misfatti. Spesso si rivelano peggiori dei mostri ai quali lui dà la caccia. Proprio come i cavalieri che adesso sono sulle sue tracce: hanno scoperto che Geralt è gravemente ferito e non vogliono perdere l'occasione di eliminarlo una volta per tutte. Per questo lui ha chiesto asilo a Nenneke, sacerdotessa del tempio della dea Melitele e guaritrice eccezionale, nonché l'unica persona che può aiutarlo a ritrovare Yennefer, la bellissima e misteriosa maga che gli ha rubato il cuore...

Il guardiano degli innocenti è l’ultimo libro che ho letto nel 2021, grazie anche alla compagnia della mia fantastica amica di letture Francesca de La biblioteca di Zosma. Era da un po’ di tempo che stazionava in libreria e, finalmente, mi sono decisa a iniziarlo e, che dire? Avrei voluto farlo prima! Il guardiano degli innocenti, come già saprete, è una raccolta di racconti, non un romanzo vero e proprio, con capo e coda, ma una serie di avventure, narrate dal protagonista, che si trova ferito presso il tempio di un’amica sacerdotessa e rievoca alcune delle vicende del suo passato. Allo stesso tempo, però, vediamo svilupparsi questi intermezzi al presente e, dunque le due linee temporali si alternano. Potrebbe creare un po’ di confusione, in un primo momento, ma io confesso di non averne avuta alcuna, anzi, ho trovato più confusionaria la serie tv che il libro. La prima edizione del romanzo uscì nel 1993 in Polonia, qui in Italia arrivò soltanto nel 2010, tradotto direttamente dalla lingua madre così come l’autore ha sempre preteso, senza l’intermediazione di altre lingue, per non perdere particolarità del suo stile. Parlando proprio del suo stile, devo dire che mi ha sorpreso. Mi aspettavo fosse più complesso e articolato, invece l’ho trovato gradevolmente scorrevole e per nulla complicato. Questo ha reso la mia lettura più fluente, sebbene l’abbia anche alternata all’ascolto dell’audiolibro. In generale, tutti i racconti mi sono piaciuti. Un elemento che ho apprezzato molto e che ho notato accomuna gran parte dei racconti di questo primo volume è l’elemento fiabesco. Troviamo infatti personaggi che richiamano quelli di fiabe molto conosciute, tipiche della cultura popolare, ma rivisitati in chiave decisamente più dark. Una Biancaneve costretta a uccidere per non essere uccisa, una Bella Addormentata con sembianze mostruose che uccide chiunque le si avvicini, La Bella e La Bestia in un’inversione di ruoli, con una Bella decisamente più paurosa della Bestia. E poi creature di ogni genere: elfi, troll, jinn, bruxe, kikimore e molti altri che si rifanno al folklore europeo e non solo. Non mancano maghe e stregoni, incantesimi di ogni tipo, tutto a creare un mondo davvero variopinto e interessante.
 L’ambientazione è medievaleggiante, anche se vi è una scarsità di descrizioni sul worldbuilding, su tutto ciò che rappresenta la cornice del libro. Probabilmente perché questo è soltanto il primo della saga e per di più si tratta di racconti, però ammetto che non mi sarebbe dispiaciuto un contesto più approfondito e presente. Mi auguro di trovarlo nei prossimi volumi. Per quanto riguarda i personaggi, molti sono soltanto di passaggio, qualcuno lo ritroviamo più volte, però nessuno sembra avere abbastanza spessore, non quanto Geralt, ecco. Giusto qualcuno come Yennefer, la regina Calanthe o il menestrello Ranuncolo si distinguono e restano impressi, ma la maggior parte funge più che altro da comparsa, considerando il poco spazio che gli è stato concesso. Il pov è concentrato su Geralt e ne esploriamo le sue vicende, impariamo a conoscerlo, poco a poco, a capire chi è e perché si comporta in un certo modo, sebbene il suo passato resti un mistero. Come è diventato uno Strigo? Chi era la sua famiglia? Perché si ha l’impressione che qualcosa del suo passato lo tormenti? In cosa consiste quel poco di magia che esercita attraverso i Segni? Abbiamo qualche indicazione sommaria, ma non dubito che questo aspetto verrà ripreso più avanti. Ad ogni modo, come vi dicevo nell’introduzione, Geralt di Rivia mi ha davvero affascinata. È un personaggio che definirei grigio, non un buono, sicuramente, ma nemmeno cattivo. È stato addestrato a uccidere i mostri ed è quello che sa fare meglio, è uno dei migliori in questo. Dicono che non abbia sentimenti, ma delle emozioni talvolta le vediamo trapelare. Non si fa scrupoli a uccidere mostri feroci, ma ha delle remore a uccidere quelli che per lui non sono offensivi, questo lo rende un personaggio con una coscienza e non un semplice sterminatore di mostri senz'anima. Ecco perché, alla fine, ci si affeziona anche un po’ a lui. È meticoloso, molto furbo e intelligente, sa quando dar retta alla voce della ragione, sebbene talvolta sia più complicato del previsto.
  Spesso si ritrova vittima di pregiudizi per via del suo aspetto, della sua natura non del tutto umana e questo lo avvicina ancora di più al lettore, che si immedesima nella sua solitudine e nella diversità che sfoggia con placida disinvoltura. La completa focalizzazione su di lui può essere un vantaggio ma anche uno svantaggio; per chi è abituato a fantasy di più ampio respiro, il primo libro dedicato allo Strigo potrebbe risultare noioso. Per me non lo è stato, non l’ho trovato monotematico, mi ha fatta divertire e trascorrere delle ore piacevoli, ma non posso negare che dei difetti siano evidenti. È comunque una saga che ha visto la luce quasi trent’anni fa e, sebbene i suoi anni non pesino così tanto, in alcuni dettagli si fanno sentire. In definitiva, posso dire che il primo volume della saga The Witcher mi ha appassionata a dovere, mi ha talvolta sorpresa, anche incantata, senza ombra di dubbio. Geralt si è rivelato un protagonista interessante e che merita di essere scoperto ancora di più. Spero i prossimi volumi facciano emergere altri lati della sua personalità, ma facciano più luce su quello che è il mondo in cui si muove, approfondendo anche altri personaggi che sicuramente meritano più spazio (non vedo l’ora di leggere di più di Yennefer, per esempio). Un volume introduttivo, antologico, con piacevoli e oscuri richiami alle fiabe e al folklore popolare, non indimenticabile ma nemmeno deludente. Alcuni passaggi sono molto belli e degni di nota, così come la preminenza della tematica sulla diversità, incarnata non solo dal protagonista ma anche da alcuni personaggi da lui incontrati nei suoi viaggi. Il guardiano degli innocenti ha i suoi punti forza, ha anche i suoi difetti, ma uno stile scorrevole, qualche nota ironica a stemperare, di tanto in tanto, i tratti più cupi e una serie di vicende molto coinvolgenti riescono a far guadagnare punti al libro e all’autore e a lasciare con la voglia di proseguire la serie.
A presto!
xoxo

Fonte immagini: Pinterest

2 commenti:

  1. Mi ispira moltissimo questa saga, magari appena avrò terminato GOT potrei dargli una possibilità :)

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    1. Secondo me è molto più godibile di GOT. Spero gli altri volumi confermino l'opinione positiva che mi sono fatta ;)

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