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venerdì 18 marzo 2022

Milk, Cookies&Books: libri a merenda - "Winnie Puh" di A.A. Milne (a cura di Anna)

Buon pomeriggio! ^^
Oggi Anna ci parla di un grande classico per bambini, Winnie Puh, di A.A. Milne. È da poco uscita un'edizione nuova, un prequel dedicato al simpatico orsetto, di cui leggerete presto su questi schermi, ma prima Anna ha voluto riprendere in mano il tanto amato primo libro di Winnie, in modo tale da darvi un'opinione più vasta e completa. Scopritelo nella sua recensione e stay tuned per C'era una volta un orsetto...

Winnie Puh
di Alan Alexander Milne

Prezzo: 9,00 € (cop. flessibile)
Pagine: 164
Genere: classici per bambini
Illustrazioni: E.H. Shepard
Editore: Salani
Data du pubblicazione: 14 settembre 2017

L'Orso Puh e i suoi amici non hanno Cervello nella testa, ma solo peluria grigia, il che farebbe pensare che siano soltanto dei giocattoli. Eppure sono capaci di vivere memorabili avventure, come catturare quasi un Guzzo, incontrare un Effalumpo, perdere la coda e ritrovarla, compiere gli anni e ricevere due regali, scoprire il 'Palo Nord', restare contemporaneamente circondati dalle acque e infine andare tutti alla Festa in Onore di Puh. Il guaio è che Christopher Robin, quando cerca di ricordare tutto questo, a volte se ne dimentica. Ma forse, invece, basta chiederlo ai milioni di bambini che hanno letto questo Classico in tutto il mondo. Winnie Puh è un libro di culto tra gli adulti e i bambini, senza limiti di età anche grazie alla diffusione del personaggio della Disney. Età di lettura: da 6 anni.

Il più dolce ricordo della mia infanzia da piccola lettrice è sicuramente Winnie The Pooh, il tenero orsetto-pupazzo che prende vita, insieme ai suoi dolcissimi amici, nell'incantato Bosco dei Cento Acri, opera del genio narrativo di Alan Alexander Milne, illustrato dal grande artista britannico Ernest Howard Sheperd e uno dei più grandi capolavori della narrativa per l'infanzia. Winnie The Pooh era l'orsetto di pezza di Christopher Robin, il bimbo protagonista delle avventure e figlio stesso dello scrittore. Il suo nome ha una storia affascinante: Winnie era un'orsetta acquistata per pochi dollari da un ufficiale del Corpo Veterinario dell’Esercito Canadese di stanza in Ontario a Winnipeg, città dalla quale il cucciolo Winnie prese il nome. L’orsetta fu in seguito donata allo zoo di Londra, meta preferita delle gite con il padre di Christopher Robin, innamorato proprio della piccola Winnie. E Pooh? Bene, in una delle sue poesie per bambini, Milne aveva già introdotto un personaggio di nome Pooh: un cigno. Christopher Robin stesso lo aveva chiamato Pooh sostenendo: “È un ottimo nome per un cigno, perché se lo chiami e lui non viene, che è una cosa che i cigni sanno fare molto bene, puoi far finta di aver soltanto detto Pooh! per fare vedere quanto poco lo volessi”. Nella poesia Pooh faceva rima con delle mucche che qualche riga prima dicevano Moo, ma in italiano le mucche fanno Muu... ecco perché fu tradotto in Puh. Quando al cigno quel nome non servì più, il bambino lo diede al suo nuovo orsacchiotto reputandolo perfetto per un orso, soprattutto dopo che, in una divertente disavventura a caccia di miele, Winnie rimase così a lungo appeso alla corda di un palloncino da restare con le braccia talmente rigide che gli restarono “in aria per più di una settimana e ogni volta che una mosca gli si posava sul naso doveva cacciarla via soffiando Puh!” Ok, ora la domanda sorge spontanea: ma Puh non è un maschio? E il nome Winnie non è da femmina? Anche allo scrittore sorse questo dubbio ma fu subitamente fugato dal figlio Christopher Robin che alla domanda rispose con sciolta naturalezza: “Lui si chiama Winnie IL Puh. Non sai cosa significa IL? Ah sì certo lo so benissimo, mi affrettai a rispondere; e spero che lo sappiate anche voi, perché è l’unica spiegazione che avrete.

Winnie The Pooh è un pupazzo di pezza e come tale non ha un cervello. Ma non è assolutamente uno sciocco, anzi, è dolcissimo quando si interroga sul perché delle cose prendendosi il capo tra le mani per pensare meglio e spesso trovando le risposte più azzeccate, ma semplicemente nessun pupazzo di pezza possiede un cervello! Ecco spiegato quindi anche il motivo della ingenuità e delle frasi spesso buffe e senza senso di Winnie e dei suoi amici. Frasi buffe e senza senso forse sì, ma ricche di una logica disarmante e che racchiudono in sé le verità più profonde sull'amicizia e sulla vita.

Bene, ora che queste importanti questioni basilari sono chiarite possiamo dedicarci alla trama. Dopo essere stato trascinato giù dalle scale con la brusca delicatezza di Christopher Robin, a suon di BUM BUM BUM (il rumore della testa di Winnie Puh che picchia su ogni singolo gradino), il bambino e l’orsetto chiedono al padre di raccontare loro qualche avventura che abbia come protagonista l’orsacchiotto. Ed è proprio qui che si apre alla nostra immaginazione quel meraviglioso, dolcissimo e incantevole mondo del Bosco dei Cento Acri, la cui mappa originale, disegnata in prima pagina dall’illustratore Shepard, è stata battuta all’asta, molti anni dopo, alla cifra di 500 mila euro. Una foresta descritta con parole che risuonano come musica e che sono tra le più indimenticabili note poetiche che io abbia mai letto: “Era una bella mattina di primavera, nella Foresta. Piccole nuvole soffici giocavano allegramente di fronte al sole come se fossero venute apposta per nasconderlo e poi scivolando via d'improvviso per lasciare il cambio a un’altra [...] Il sole era ancora a letto, ma una luce nel cielo sopra al Bosco dei Cento Acri sembrava voler dire che da un momento all’altro si sarebbe svegliato e avrebbe buttato via le coperte [...] Un giorno in cui il sole era tornato a splendere sulla Foresta portando con sé il profumo di maggio, e tutti i ruscelli della foresta tintinnavano per la contentezza di aver ritrovato la loro bella linea, e le piccole pozzanghere sognavano la vita che avevano vissuto e le grandi cose che avevano fatto...

Il Bosco dei 100 Acri, con la casa di Puh , la grande Quercia delle api, l’albero in cui vive Robin, il tetro- umido-triste posto di Isaia, il luogo in cui è stata posizionata l’improbabile trappola per Effalumpi, Ia organizzatissima dimora di Gufo e il posto non meglio definito in cui viene trovato il famoso Palo Nord... è stato ispirato dalla bellissima foresta di Ashdown, nel Sussex, un bosco ricco di pini, betulle e querce in cui si trovava la amata casa di campagna dell’autore. In questo bosco in cui tutti noi, forza dite la verità, tutti quanti noi vorremmo abitare, Puh vive le sue straordinarie avventure. Decide di volare aggrappato a un palloncino per raggiungere un alveare sui rami più alti di una Quercia e sbafarsi tutto il miele, per poi scoprire che le api sospettano qualcosa e sarà meglio lasciare perdere. Va a trovare Coniglio accettando il suo molto spontaneo invito per colazione e rimane incastrato nell’uscita della tana per una settimana, finché finalmente riesce a perdere qualche grammo di peso ed essere liberato dal buco con un bel “pop!”. Aiuta l’amico Isaia, l’asino dall’Umore Estremamente Sconsolato, a ritrovare la sua coda che verrà prontamente riposizionata sul suo lato sud con chiodi e martello da Christopher Robin, e prepara una tragicomica trappola per gli Effalumpi... qualsiasi cosa siano gli Effalumpi. E, ancora, Puh partecipa a una spedizione avventurosa alla scoperta di Palo Nord e salva l’amico Porcelletto dalla Terribile Alluvione, grazie alla intelligentissima idea di trasformare un ombrello in una barchetta, per poi salutarci, al termine di una festa in suo onore, con la famosa citazione: “quando ti svegli la mattina, Puh, chiese infine Porcelletto, quale è la prima cosa che pensi? Che cosa c’è per colazione! rispose Puh. E tu Porcelletto? Io penso: chissà che cosa succederà oggi di emozionante?

E tante sono le emozioni che ci ha regalato Winnie Puh perché questo è soltanto il primo dei quattro meravigliosi romanzi di A.A. Milne dedicati all’orsetto più famoso di tutti i tempi: La strada di Winnie Puh del 1928, Winnie The Pooh Ora abbiamo sei anni del 1927, Winnie the Pooh Quando eravamo davvero giovani del 1924.

Che dire poi della fortunatissima trasposizione cinematografica della Disney? Milne vendette i diritti sui personaggi nel 1961 alla Walt Disney che diede vita agli indimenticabili cartoni animati adattando le storie originali e creandone di nuove. Da allora la fortuna di Winnie Puh non ha mai trovato battute d’arresto: l’orsetto è uno dei personaggi più disegnati di tutti i tempi, alla Disney furono necessarie circa 1,2 milioni di matite per realizzare in tutto quasi centomila disegni e nel 2006 è stata addirittura assegnata a Puh una stella nella celebre Walk Of Fame a Hollywood, un grande onore per un personaggio della finzione.

Il 3 marzo di quest’anno, edito dalla casa editrice Nord Sud, è uscito: Winnie Puh. C'era una volta un orsetto... , il prequel ufficiale, un romanzo inedito di Jane Riordan e illustrato da Mark Burgess ispirato da A.A. Milne e E.H. Shepard.

Già è sul mio comodino e sono curiosissima di leggerlo per ritornare finalmente nel Bosco dei Cento Acri. Vi aspetto tra qualche giorno con la recensione!


Anna


Photo credit: @anna_bookfantasy

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