Buongiorno, lettor*! ^^
Oggi per voi la recensione di un romanzo breve di genere horror. Si tratta di Anima nera, di Ska W. Barnes. Avendo apprezzato il primo volume, non vedevo l’ora di buttarmi anche sul secondo, che stavolta approfondisce il personaggio di James. Se non avete ancora letto questa serie ma siete amanti dell’horror, vi consiglio di recuperarla. QUI trovate la mia recensione a Luce nera, mentre adesso scoprirete se questo nuovo volume si è rivelato all’altezza del primo.
Ringrazio immensamente l’autrice per avermi dato l’opportunità di leggerlo in anteprima, inviandomi copia arc digitale in cambio di una recensione onesta.
Anima nera
di Ska W. Barnes
Prezzo: 1,99 € (eBook) 9,50 € (cop. flessibile)
Pagine: 124
Genere: horror, lgbt+, soprannaturale
Editore: self-publishing
Data di pubblicazione: 1 maggio 2024
Ossa, anime, legami, famiglie.
Tutto si può spezzare.
James sta vivendo una tranquilla quotidianità con Noah, combattendo di giorno in giorno le difficoltà causate dalla possessione che continuano a emergere. Ma James è la persona giusta, l'unica che può capire Noah fino in fondo, perché condividono un dolore simile e cicatrici che non smettono di bruciare. C’è complicità nel loro dolore, un affetto profondo disegnato nei loro frammenti spezzati che sono stati in grado di far combaciare.
Eppure alcune ferite, anche se da tempo rimarginate, possono riaprirsi. Perché il passato vive a lungo, anche dopo essere stato seppellito. Riesumarlo e affrontarlo, a volte, non è così facile.
Inizio con il dire che, per quanto potessi essere pronta a questa lettura, non lo ero abbastanza. Probabilmente nessuno lo è, se non siete almeno un minimo avvezzi a letture molto forti in cui la violenza non manca. Ska W. Barnes ci riporta nel mondo cupo e oscuro della Fornah, un’agenzia che si occupa di “ripulire” dall’energia negativa luoghi infestati in cui si sono verificati crimini efferati. Nel primo libro, Luce Nera, abbiamo fatto la conoscenza di Noah e Melrose, ma anche di James, che entrerà in scena dopo un po’ e cercherà di portare equilibrio e conforto nella vita di Noah. Se volete scoprire cosa gli è successo, potete passare a leggere la recensione che vi ho linkato sopra, perché in questa ci soffermeremo invece su James. È lui il protagonista indiscusso di questo secondo volume, il ragazzo vestito di nero e dall’aria imbronciata che porta impressi sulla pelle tatuaggi e cicatrici come segno distintivo. James è stato fondamentale per Noah e tra loro si è creato un rapporto speciale e unico. I due continuano a vivere insieme, ma James ha ancora tanto dentro di sé che non è riuscito a condividere con Noah. Quando un giorno si ritrova con in mano una lettera da parte della propria famiglia, James comprende che è arrivato il momento che tanto temeva. Con fatica aveva messo da parte ricordi e dolore, aveva serbato una parte di sé che non voleva più tirar fuori, ma Noah è suo compagno di vita e merita di conoscerlo fino in fondo, di conoscere tutto di lui, ed è così che il racconto si apre a un flashback intenso che ci riporta indietro di circa otto anni, a quando la vita di James è cambiata per sempre.
Ska W. Barnes è stata davvero una maestra nel tratteggiare una situazione al limite dell’assurdo e della follia, ha ricreato un ambiente talmente formicolante di malvagità da farmi faticare a portare avanti la lettura. Ho avuto bisogno di leggere a piccole dosi, per quanto alcune cose erano difficili da mandare giù. Qui i trigger warning abbondano, preparatevi a tutto perché penso che l’autrice ci abbia dato dentro come non mai, al fine di far percepire tutto il marcio, il terrore, l’ansia, l’orrore e tutto ciò che di peggio si possa immaginare, pur di farci comprendere quanto si ritrova davanti James quando riceve una chiamata dalla Fornah e arriva in una catapecchia immersa in un umido, stagnante bayou. In questo luogo soffocante e poco accogliente si è consumato un terribile delitto, anzi più di uno. Qualunque cosa James e i suoi compagni pensassero di trovarsi davanti non è minimamente paragonabile a ciò a cui davvero assistono. Un posto talmente impregnato di morte e agonia e atroci sofferenze che riuscire a percorrerlo senza dare di stomaco è quasi un’impresa. Ancora una volta un inconveniente metterà a repentaglio quella che è un’operazione di routine per la Fornah. Lì dove si è consumata una vera follia si muove ancora una forma di male, ha il viso di un ragazzino con gli occhi vacui, mille voci in corpo e una maledetta accetta in mano. L’operazione della Fornah si trasforma improvvisamente in una missione per la sopravvivenza, e James e i suoi compagni assisteranno con occhi increduli a quanto il male possa essere terrificante e quanto possa essere difficile sfuggirgli. Se avete letto il primo volume conoscerete già la peculiarità di James. Beh, questa è la storia di come ha perso qualcosa e di come è riuscito ad andare avanti, nonostante tutto.
È una storia che parla di dolore, un dolore che acceca e che consuma, è una storia di perdita, ma anche di sopravvivenza. È la storia di un ragazzo “fortunato” che ha trovato la forza di reagire a ciò che gli è capitato e di tornare a vivere. Ve l’ho già detto e ve lo ripeto, non sarete pronti a tutto quello che l’autrice ha riservato in questo volumetto che supera di poco il centinaio di pagine, ma ho trovato particolarmente toccante la seconda parte: James che si aggrappa alle proprie ombre e alle proprie imperfezioni, a quelle di Noah, perché, nonostante i risentimenti, la rabbia, gli incubi e il passato doloroso, entrambi sono riusciti ad andare avanti, un’anima nera e un’anima spezzata, due pezzi rotti che combaciano.
“Non facciamo più parte del mondo, non siamo più persone normali, ma non abbiamo bisogno di nessun altro se non noi stessi”.
La vita ha riservato a James e Noah il peggio possibile, e loro non ne sono ancora del tutto usciti. Non c'è molto spazio per luce e speranza in questo racconto, ci sono solo due ragazzi pronti a sostenersi a vicenda e ad affrontare tutto ciò che ancora verrà insieme. Non so se ci saranno altri volumi legati a questa serie, ma sicuramente, come ho già detto nella recensione del primo, meriterebbe più ampio respiro, ha tutte le basi per essere ben approfondita e ampliata e dei protagonisti interessanti, spezzati, con tante ombrosità da esplorare. Ve la consiglio? Decisamente sì, ma solo se siete lettor* dallo stomaco forte. Per quanto riguarda la storia tra Noah e James, non è al centro del racconto, non aspettatevi chissà quali dettagli piccanti, perché rimarrete delusi. L'autrice si concentra principalmente sulle loro anime infrante, su ciò che si portano dentro, sul dolore che li accomuna e che li fa restare uniti a discapito di tutto. Una storia non facile da raccontare, in cui emergono aspetti crudi e violenti di una realtà marcescente e malata. Da leggere con cautela e consapevolezza.
Fonte immagini: Pinterest
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