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giovedì 15 maggio 2025

Recensione: "Il Golem di Brooklyn" di Adam Mansbach (a cura di Ms Rosewater)

Buon pomeriggio, lettor*! ^^
Oggi arriva una nuova recensione dalla nostra Ms Rosewater, la quale ha letto e apprezzato Il Golem di Brooklyn di Adam Mansbach, un libro uscito non molto tempo fa, che con umorismo tratta temi parecchio attuali. Scoprite tutto qui sotto e lasciateci un commentino per farci sapere cosa ne pensate ;)

Il Golem di Brooklyn
di Adam Mansbach

Prezzo: 9,99 € (eBook) 18,00 € (cop. flessibile)
Pagine: 250
Genere: narrativa contemporanea
Editore: Sur Edizioni
Data di pubblicazione: 25 settembre 2024

Complice una dose eccessiva di cannabis e qualche chilo di creta rubata nel laboratorio di educazione artistica, Len Bronstein, un giovane insegnante ebreo di Brooklyn, ridà inavvertitamente vita al Golem, il leggendario gigante della tradizione ebraica che i rabbini possono evocare, nei momenti di peggiore pericolo, a difesa del Popolo Eletto. Nel giro di poche ore il Golem assume per la prima volta l’lsd, impara l’inglese da una sit-com e scopre l’esistenza del neonazismo; starà a Len e alla sua nuova amica Miri, lesbica ripudiata da una famiglia di ebrei ultraortodossi, capire come (e se) impedire che il Golem piombi nel bel mezzo di una manifestazione di estremisti di destra nel Kentucky e faccia vendetta. Il folklore ebraico, la comicità fulminea da sit-com, la commedia on the road e la satira sociale (ma anche la storia americana e la poesia di Iosif Brodskij) sono gli ingredienti di un romanzo esuberante che affronta con l’umorismo i temi attualissimi della violenza politica, dell’intolleranza, del tribalismo identitario, e delle armi con cui combatterli.

Calare i miti nel presente è uno degli sport letterari più divertenti e appaganti, per chi scrive e per chi legge. I miti sono un terreno comune a tutti (anche quelli che non lo sanno) ed elementi di raccordo col passato, archetipi attraverso i quali interpretare la società contemporanea. Nella letteratura per i giovani un esempio è Percy Jackson e gli dèi dell'Olimpo, mentre qualche anno fa uscì Il Minotauro esce a fumarsi una sigaretta di Steven Sherrill, nel quale erano raccontate le avventure dell'uomo-toro cretese che conduceva una vita comune negli Stati Uniti dei primi anni duemila.

Anche la cultura Yiddish trabocca di personaggi mitologici tanto mistici quanto magici, e Adam Mansbach ha deciso di risvegliare (letteralmente) forse il più noto di tutti, il Golem, già raccontato in letteratura da Gustav Meyrink e Isaac Bashievich Singer e al cinema da Carl Boese e Paul Wegener.
Leo Bronstein, insegnante di arte, si trova con un bel po' di argilla sottratta alla scuola privata in cui lavora: animato dalla noia e da certi biscotti cucinati dall'amico Waleed, modella un Golem alto più di due metri e gli dà vita. Incapace però di gestire l'omone di creta, il secolarizzato Leo esce di casa e chiede aiuto a Miri, una giovane reietta della comunità Hassidica gestita dalla famiglia Sassov che sta ancora imparando a vivere fuori dal quartiere in cui è cresciuta, ma che sa tutto quello che c'è da sapere sull'uomo d'argilla e - soprattutto - su come comunicare con lui, in Yiddish. Da qui si srotola una sequela di avventure paradossali ed esilaranti che coinvolge i tre protagonisti e mette il dito nella piaga di diverse questioni scottanti dentro e fuori la comunità ebraica.
Secondo la leggenda il Golem compare nei momenti di crisi per proteggere il popolo ebraico, ma quale può essere il suo lavoro nell'America contemporanea? C'è ancora bisogno di una creatura del genere, di magia e violenza per difendere il Popolo del Libro? La violenza va combattuta con la violenza?
I personaggi di Mansbach interpretano diverse anime ebraiche, ognuna con le sue risposte: Leo è contemporaneo, disincantato ma non rassegnato a dover usare la forza per difendersi; il Golem viene da un passato lontano e porta in sé, per il solo fatto di esistere, la rabbia e l'esasperazione per secoli di persecuzioni; è pura forza, un'arma invincibile e implacabile. Miri rappresenta il collegamento tra questi due estremi, ciò che li unisce, vivendo contemporaneamente nei due mondi e non potendo non tenere conto di entrambi. Secondo i testi sacri compito degli ebrei è riparare il mondo, ma la questione è quale sia il modo giusto, col dialogo o con la forza. E se la comunità dei riparatori è essa stessa bisognosa di riparazione, la faccenda si complica.

In appena 250 pagine sono concentrate una quantità di eventi e di considerazioni che non si crederebbe possibile: neonazisti del Kentucky, truffe ai turisti che visitano Brooklyn, la storia del Golem nelle sue molteplici apparizioni fino al massacro di Babi Jaar, la ribellione alle regole della tradizione Hassidica. Lo stile è brillante e velocissimo, con grande abilità Mansbach riesce a esprimersi su temi contemporanei difficilissimi senza praticamente nominarli evitando possibili censure da qualsiasi parte, rispondendo contemporaneamente alle domande sopra con un fulmineo, significativo finale.
Con questa scrittura, questa comicità così vicina all'umorismo Yiddish ma decisamente contemporanea nei tempi e nell'apparente leggerezza, non sarei sorpresa se Il Golem di Brooklyn diventasse una commedia di successo, sul genere di Little Miss Sunshine o del più demenziale Zohan, chissà se succederà.
L'unico difetto di questo romanzo, se vogliamo trovarne uno, è la copertina piuttosto banale dell'edizione italiana, che non faceva certo sperare in una storia tanto pirotecnica. Ma voi, non fatevi scoraggiare da così poco.
Ms Rosewater


Photo credit: @lisapavesi

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