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venerdì 19 luglio 2024

Recensione: "Come un incantesimo" di Elle McNicoll (a cura di Ms Rosewater)

Buongiorno, lettor! ^^
Scusate la lunga assenza dal blog, ma sono stati dei mesi un po' duri per me. Se avete letto qualcosa nelle mie storie Instagram, saprete che ho perso mio padre il mese scorso, e purtroppo qualche giorno fa anche mia nonna. Il ritardo perciò nella pubblicazione delle recensioni è dovuto al fatto che ho avuto bisogno di prendermi del tempo per rimettermi in sesto. Ho continuato a leggere, perché sono sempre convinta che la lettura sia la miglior àncora di salvezza nei momenti più bui, e perché avevo davvero bisogno di distrazione, di staccare la mente dalla tristezza. La mia recensione di Saltblood arriverà la settimana prossima (a causa dei motivi sopracitati), ma oggi non vi lasceremo all'asciutto. La nostra Ms Rosewater ha scritto una bellissima recensione su Come un incantesimo, l'ultimo romanzo di Elle McNicoll pubblicato da Uovonero, una storia magica e sorprendente che vi farà innamorare. Ve la proponiamo nella rubrica di nuova adozione Inclusion Books, inaugurata proprio da Ms Rosewater con un altro titolo di Elle McNicoll (QUI). Fateci sapere che ne pensate e se avete intenzione di leggere questo libro ;)
Un grazie infinito alla casa editrice Uovonero per la copia inviata in cambio di un'onesta opinione e grazie anche a La Chicca Ufficio Stampa.

Come un incantesimo
di Elle McNicoll

Prezzo: 16,00 € (cop. rigida)
Pagine: 180
Genere: ragazzi, fantasy
Editore: Uovonero
Data di pubblicazione: 29 marzo 2024

Edimburgo è una città piena di creature magiche. Nessuno le può vedere per come sono realmente, tranne la dodicenne Ramya Knox. Quando viene coinvolta nel mondo di segreti e incantesimi della sua famiglia, Ramya si mette al lavoro per scoprire la verità sul Popolo Nascosto, con tre sole parole di avvertimento da parte di suo nonno: Attenzione alle sirene. Lo scopo della sua missione è quello di andare oltre gli stereotipi e i falsi miti, e di scoprire quali sono le reali caratteristiche delle creature magiche, che a volte sono anche molto diverse da quelle che la letteratura e il cinema vogliono farci credere. Ramya è disprassica, e la disprassia non è esattamente la caratteristica migliore per una strega. Ma, immersa in un'avventura che cambierà tutto per lei e per gli altri, tra vampiri gentili e fate inquietanti, Ramya scoprirà presto che i suoi poteri sono molto più forti di quanto avesse mai immaginato.

Una delle cose più belle per un lettore è seguire la crescita di uno scrittore in itinere, scoprendo le ricorrenze e i nuovi temi della sua produzione nel momento in cui emergono. La maggior parte degli autori a me cari purtroppo è defunta da tempo e questo particolare aumenta la sorpresa e il piacere con cui affronto i libri di Elle McNicoll, scrittrice scozzese che rappresenta la neurodivergenza tessendola nell'ordito delle sue storie. Gli elementi che tornano spesso nelle sue storie sono la famiglia, la perdita, il fantastico e la magia. Quest'ultima, dopo essere stata ricordo in Una specie di scintilla e infida tecnologia futuribile in Mostraci chi sei, si materializza finalmente nel qui e ora nelle pagine di Come in un incantesimo.

La protagonista è ancora una volta una ragazzina quasi adolescente, Ramya, che vive a Edimburgo con i genitori. E' disprassica, i suoi movimenti sono talvolta goffi, ha difficoltà a scrivere e né i genitori, che appaiono giudicanti, né la scuola, che la costringe a faticose e inutili classi di recupero, hanno mai saputo leggere le sue potenzialità e valorizzare la sua intelligenza, facendola crescere incattivita e disillusa.

Il nonno materno è l'unico a vedere il suo talento e quando muore, Ramya riceve in eredità un libro che solo lei può leggere e che sarà suo compito completare, raccogliendo informazioni sulle creature magiche che popolano la città. E' così che comincia a scoprire i propri poteri, il mondo che si cela dietro a quello visibile a tutti e a ricucire i rapporti sfibrati nella sua famiglia.

Ramya è una protagonista diversa rispetto alle precedenti, più decisa, rifiuta di obbedire a comandi che non condivide e conserva la tenacia e l'idealismo di Addie (Una specie di Scintilla) e il coraggio di Cora (Mostraci chi sei): come loro non si vergogna di sé stessa, anche se le circostanze la fanno sentire emarginata e non compresa, non desidera mai essere diversa. Addie e Cora erano supportate dalla famiglia mentre lei non si sente appoggiata dai propri genitori e si trova ostacolata da segreti che hanno provocato la dissoluzione dei legami con le zie sorelle di sua madre e i nonni, ancora una volta marginalizzata dal gruppo che più di tutti dovrebbe includerla, e non per colpa sua. Tuttavia, va avanti, anche da sola, per portare a termine la sua missione e riappropriarsi della sua storia.

Conoscerà così un popolo costretto all'invisibilità, che conserva l'anima magica e profonda di Edimburgo, nascosto dietro un incantesimo che gli permette di mescolarsi agli umani.

La neurodivergenza è un carattere fondante dei personaggi di McNicoll e la scintilla da cui scaturiscono le sue storie, ma per quanto sia importante nella sua narrazione e le protagoniste affrontino tutte le difficoltà che un giovane neurodivergente incontra, non è mai l'unico centro d'interesse della trama, allargando l'orizzonte dei lettori alle relazioni, all'amicizia, e affermando di fatto la normalità dell'eccezione, a maggior ragione in questo nuovo romanzo ricco di metafore, in cui l'Edimburgo magica è resa con una facilità e una naturalezza che rendono una vicenda fantastica del tutto plausibile anche per il lettore scettico che - come la sottoscritta - non si trova a suo agio col fantasy.

Come un incantesimo è un'ulteriore evoluzione della scrittrice verso una narrativa sempre più raffinata, un libro appassionante che dà veramente piacere leggere, entusiasmerà i ragazzi e sono certa troverà molti estimatori tra gli adulti. La buona notizia è che a ottobre è prevista addirittura l'uscita di un seguito, Come una Maledizione.

Ms Rosewater


Fonte immagini: Google immagini, Pinterest

venerdì 7 giugno 2024

Recensione: "Il Cigno" di Elsa Lohengrin

Buongiorno, lettor*! ^^
Oggi vi porto la recensione di un contemporary romance con tematiche lgbt+, che ho avuto modo di leggere grazie all’Ufficio Stampa Ultime dai libri. Si tratta di Il Cigno, di Elsa Lohengrin. Ho letto il romanzo in anteprima e ne ho apprezzato vari aspetti. Un ringraziamento sincero anche all’autrice per la copia digitale in cambio di una recensione onesta.

Il Cigno
di Elsa Lohengrin

Prezzo: 4,99 € (eBook) 14,99 € (cop. flessibile)
Pagine: 480
Genere: romance contemporaneo, m/m, lgbt+
Editore: self-publishing
Data di pubblicazione: 14 febbraio 2024

Il dottor Killian Altavilla è senza parole. Dopo aver rinunciato al sogno di diventare medico legale per accontentare la sua ragazza, Mélanie, scopre di essere stato scelto come assistente di uno dei migliori medici legali in circolazione ed è costretto a rivalutare la sua decisione. Ma non appena Killian incontra il suo nuovo capo, il Professor Lachlan MacLeod, il mondo perfetto che si è creato intorno comincia a sgretolarsi. Il rapporto con Mélanie diventa sempre più conflittuale e la sua vita quotidiana si trasforma in una gabbia dorata. Perché Killian non è quello che tutti pensano. Killian si porta dentro il peso di una scelta fatta quando era troppo giovane e ne paga le conseguenze ogni giorno, anche se non lo vuole ammettere. Ma adesso è arrivato il momento di fare i conti una volta per tutte con il passato che sta disperatamente cercando di ignorare. Riuscirà a salvare la relazione con Mélanie e a diventare medico legale o crollerà sotto la pressione dei ricordi risvegliati dall’imponente figura di MacLeod? Il Cigno è il primo romanzo di una trilogia dedicata a Killian Altavilla all'interno della Saga degli Altavilla, una serie dedicata alle vicissitudini sentimentali dei membri di questa numerosa ed eclettica famiglia contemporanea. Se ti piacciono le storie ricche di conflitti interiori e interpersonali, in cui i personaggi devono fare i conti con il lato più oscuro di sé per scoprire la loro vera essenza, allora amerai questo romanzo psicologico intriso d’amore e di amicizia.

"Volevo nascondermi tra le sue braccia, ma volevo anche fuggire, perché sapevo che da quel momento sarebbe cambiato tutto tra noi e non sapevo come."

Il Cigno
è il primo romanzo di una trilogia dedicata alla famiglia degli Altavilla. Questo volume è incentrato principalmente su Killian Altavilla, ma l’autrice non manca, sin da subito, di farci conoscere anche gli altri membri di questa numerosa ed eterogenea famiglia, sebbene bisognerà aspettare gli altri libri per approfondirli meglio. Killian, il nostro primo protagonista, è un personaggio molto complesso. Si può dire che non gli manchi nulla, è circondato da persone che tengono a lui, ha un buon lavoro e sta per salire di grado e ha al fianco una donna stupenda che vuole un figlio da lui. Eppure, nonostante ciò, non si sente completamente appagato. È come se gli mancasse qualcosa, anche se non sa ancora bene cosa. Killian è un ragazzo che si è sempre prodigato per gli altri e continua a farlo. Quello in cui riesce meno è pensare un po’ a se stesso, a cosa vuole veramente per sé. È convinto di avere tutto ciò che si possa desiderare, ma in realtà non è così, perché il suo sogno è sempre stato un altro tipo di lavoro. La sorella Nora, che lo conosce fin troppo bene, lo costringe così a fare domanda per un colloquio con il famoso Lachlan MacLeod, anatomopatologo di fama mondiale di cui si conoscono i successi, soprattutto con la nuova tecnica all’avanguardia della virtopsia, e il nulla più totale riguardo la sua persona, il suo aspetto o la sua vita privata. 

MacLeod è un mistero, eppure Killian vede in questo lavoro la possibilità che non ha mai sperato di avere, la possibilità di affermarsi in un ambito che ama e al fianco di una persona dall’indiscutibile genio. Il colloquio non va come lui si aspettava ma pare comunque che Killian sia il più qualificato per fare da assistente a MacLeod. Questo imprevedibile colpo di scena cambia ogni prospettiva per Killian, che dovrà decidere di mettere da parte tutte le sue sicurezze, quelle fondamenta a cui per anni si è tenuto aggrappato, per esplorare qualcosa di nuovo, una strada del tutto diversa che non ha mai avuto il coraggio di intraprendere. Sarà un’esperienza del tutto diversa per lui, soprattutto perché MacLeod non si dimostra la persona che immaginava e all’inizio farà molta fatica a cercare di comprenderlo, di stare al suo passo. Ma piano piano si renderà conto che dietro quell’aura misteriosa c’è una persona che vuole davvero conoscere meglio, e questo lo porterà ad avvicinarsi pericolosamente a lui, facendo traballare il suo già precario rapporto con Mélanie.

Il Cigno è una storia di rinascita, un percorso che il protagonista fa per ritrovare se stesso, per affermarsi, per imparare a conoscersi a fondo e amarsi. Si è sempre negato la felicità pur di assecondare gli altri, pur di far contente le persone che lo amano, ma solo quando riuscirà finalmente ad amare se stesso potrà provare la felicità che non ha mai assaporato davvero. Ho apprezzato il modo in cui l’autrice lo ha costruito, l’ho trovato un personaggio molto credibile, in cui è facile rispecchiarsi. E anche se ci vuole un bel po’ prima di riuscire ad abbandonare tutte le paure e credere in se stesso, è stato interessante anche assistere alla nascita dell’affiatamento con MacLeod. I due hanno caratteri molto diversi, ma riusciranno a trovare una loro sintonia, nonostante le varie differenze. 

Il romanzo è scritto molto bene, la penna di Lohengrin è sicura, attenta e professionale. Non ci sono sbavature nel suo stile, solo un po’ di lentezza qua e là ma probabilmente dovuta al lavoro di introspezione sul protagonista. Oltre all’attenzione verso la conoscenza profonda interiore di Killian, che ci porta anche a esplorare tematiche lgbt+ molto ben trattate, l’autrice ispeziona una coralità di personaggi e una varietà di altre tematiche molto interessanti. Lascio che le scopriate da voi e che abbiate modo di apprezzarle quanto me. Mi ha colpito tra le tante, anche il ruolo significativo della musica all'interno del romanzo, musica classica di cui Killian è amante e che lo accompagna come un'amica fedele durante il suo lungo percorso. Sicuramente di grande fascino è anche l’ambientazione, che si sposta tra Zurigo e Berna, così come il richiamo a varie culture (italiana, tedesca, scozzese, svizzera). C'è molto dell'autrice stessa in questo libro. Lohengrin ha riversato molto della sua esperienza personale nel romanzo e nei suoi protagonisti, vivendo quasi in una famiglia come quella degli Altavilla. Se avete seguito i suoi contenuti, o state seguendo l’evento organizzato da Ultime dai libri, avrete di certo avuto modo di approfondire molti dettagli tramite le interviste o i post dedicati al romanzo. Io non posso far altro che consigliarvi Il Cigno e dirvi che sarà per voi una lettura molto piacevole. Il romanzo è autoconclusivo, ma vi lascerà con la voglia di conoscere meglio anche gli altri membri della famiglia... una famiglia che a fine romanzo sentirete un po’ di amare come fosse la vostra.

Fonte immagini: Pinterest

martedì 14 maggio 2024

Recensione: "Anima nera" di Ska W. Barnes

Buongiorno, lettor*! ^^
Oggi per voi la recensione di un romanzo breve di genere horror. Si tratta di Anima nera, di Ska W. Barnes. Avendo apprezzato il primo volume, non vedevo l’ora di buttarmi anche sul secondo, che stavolta approfondisce il personaggio di James. Se non avete ancora letto questa serie ma siete amanti dell’horror, vi consiglio di recuperarla. QUI trovate la mia recensione a Luce nera, mentre adesso scoprirete se questo nuovo volume si è rivelato all’altezza del primo.
Ringrazio immensamente l’autrice per avermi dato l’opportunità di leggerlo in anteprima, inviandomi copia arc digitale in cambio di una recensione onesta.

Anima nera
di Ska W. Barnes

Prezzo: 1,99 € (eBook) 9,50 € (cop. flessibile)
Pagine: 124
Genere: horror, lgbt+, soprannaturale
Editore: self-publishing
Data di pubblicazione: 1 maggio 2024

Ossa, anime, legami, famiglie. Tutto si può spezzare. James sta vivendo una tranquilla quotidianità con Noah, combattendo di giorno in giorno le difficoltà causate dalla possessione che continuano a emergere. Ma James è la persona giusta, l'unica che può capire Noah fino in fondo, perché condividono un dolore simile e cicatrici che non smettono di bruciare. C’è complicità nel loro dolore, un affetto profondo disegnato nei loro frammenti spezzati che sono stati in grado di far combaciare. Eppure alcune ferite, anche se da tempo rimarginate, possono riaprirsi. Perché il passato vive a lungo, anche dopo essere stato seppellito. Riesumarlo e affrontarlo, a volte, non è così facile.

Inizio con il dire che, per quanto potessi essere pronta a questa lettura, non lo ero abbastanza. Probabilmente nessuno lo è, se non siete almeno un minimo avvezzi a letture molto forti in cui la violenza non manca. Ska W. Barnes ci riporta nel mondo cupo e oscuro della Fornah, un’agenzia che si occupa di “ripulire” dall’energia negativa luoghi infestati in cui si sono verificati crimini efferati. Nel primo libro, Luce Nera, abbiamo fatto la conoscenza di Noah e Melrose, ma anche di James, che entrerà in scena dopo un po’ e cercherà di portare equilibrio e conforto nella vita di Noah. Se volete scoprire cosa gli è successo, potete passare a leggere la recensione che vi ho linkato sopra, perché in questa ci soffermeremo invece su James. È lui il protagonista indiscusso di questo secondo volume, il ragazzo vestito di nero e dall’aria imbronciata che porta impressi sulla pelle tatuaggi e cicatrici come segno distintivo. James è stato fondamentale per Noah e tra loro si è creato un rapporto speciale e unico. I due continuano a vivere insieme, ma James ha ancora tanto dentro di sé che non è riuscito a condividere con Noah. Quando un giorno si ritrova con in mano una lettera da parte della propria famiglia, James comprende che è arrivato il momento che tanto temeva. Con fatica aveva messo da parte ricordi e dolore, aveva serbato una parte di sé che non voleva più tirar fuori, ma Noah è suo compagno di vita e merita di conoscerlo fino in fondo, di conoscere tutto di lui, ed è così che il racconto si apre a un flashback intenso che ci riporta indietro di circa otto anni, a quando la vita di James è cambiata per sempre.

Ska W. Barnes è stata davvero una maestra nel tratteggiare una situazione al limite dell’assurdo e della follia, ha ricreato un ambiente talmente formicolante di malvagità da farmi faticare a portare avanti la lettura. Ho avuto bisogno di leggere a piccole dosi, per quanto alcune cose erano  difficili da mandare giù. Qui i trigger warning abbondano, preparatevi a tutto perché penso che l’autrice ci abbia dato dentro come non mai, al fine di far percepire tutto il marcio, il terrore, l’ansia, l’orrore e tutto ciò che di peggio si possa immaginare, pur di farci comprendere quanto si ritrova davanti James quando riceve una chiamata dalla Fornah e arriva in una catapecchia immersa in un umido, stagnante bayou. In questo luogo soffocante e poco accogliente si è consumato un terribile delitto, anzi più di uno. Qualunque cosa James e i suoi compagni pensassero di trovarsi davanti non è minimamente paragonabile a ciò a cui davvero assistono. Un posto talmente impregnato di morte e agonia e atroci sofferenze che riuscire a percorrerlo senza dare di stomaco è quasi un’impresa. Ancora una volta un inconveniente metterà a repentaglio quella che è un’operazione di routine per la Fornah. Lì dove si è consumata una vera follia si muove ancora una forma di male, ha il viso di un ragazzino con gli occhi vacui, mille voci in corpo e una maledetta accetta in mano. L’operazione della Fornah si trasforma improvvisamente in una missione per la sopravvivenza, e James e i suoi compagni assisteranno con occhi increduli a quanto il male possa essere terrificante e quanto possa essere difficile sfuggirgli. Se avete letto il primo volume conoscerete già la peculiarità di James. Beh, questa è la storia di come ha perso qualcosa e di come è riuscito ad andare avanti, nonostante tutto.

  È una storia che parla di dolore, un dolore che acceca e che consuma, è una storia di perdita, ma anche di sopravvivenza. È la storia di un ragazzo “fortunato” che ha trovato la forza di reagire a ciò che gli è capitato e di tornare a vivere. Ve l’ho già detto e ve lo ripeto, non sarete pronti a tutto quello che l’autrice ha riservato in questo volumetto che supera di poco il centinaio di pagine, ma ho trovato particolarmente toccante la seconda parte: James che si aggrappa alle proprie ombre e alle proprie imperfezioni, a quelle di Noah, perché, nonostante i risentimenti, la rabbia, gli incubi e il passato doloroso, entrambi sono riusciti ad andare avanti, un’anima nera e un’anima spezzata, due pezzi rotti che combaciano.

“Non facciamo più parte del mondo, non siamo più persone normali, ma non abbiamo bisogno di nessun altro se non noi stessi”.

La vita ha riservato a James e Noah il peggio possibile, e loro non ne sono ancora del tutto usciti. Non c'è molto spazio per luce e speranza in questo racconto, ci sono solo due ragazzi pronti a sostenersi a vicenda e ad affrontare tutto ciò che ancora verrà insieme. Non so se ci saranno altri volumi legati a questa serie, ma sicuramente, come ho già detto nella recensione del primo, meriterebbe più ampio respiro, ha tutte le basi per essere ben approfondita e ampliata e dei protagonisti interessanti, spezzati, con tante ombrosità da esplorare. Ve la consiglio? Decisamente sì, ma solo se siete lettor* dallo stomaco forte. Per quanto riguarda la storia tra Noah e James, non è al centro del racconto, non aspettatevi chissà quali dettagli piccanti, perché rimarrete delusi. L'autrice si concentra principalmente sulle loro anime infrante, su ciò che si portano dentro, sul dolore che li accomuna e che li fa restare uniti a discapito di tutto. Una storia non facile da raccontare, in cui emergono aspetti crudi e violenti di una realtà marcescente e malata. Da leggere con cautela e consapevolezza.
Fonte immagini: Pinterest

sabato 11 maggio 2024

Recensione: "Kulti. Fidati di me" di Mariana Zapata (a cura di Giulia)

Buongiorno, lettor*! ^^
Oggi la nostra Giulia ci parla di un'altra delle sue ultime letture, ovvero Kulti. Fidati di me, di Mariana Zapata. L'autrice è amatissima e conosciutissima e non dubitiamo che anche questo nuovo romanzo farà scalpore. Ha già conquistato il cuore di Giulia, fateci sapere se farà breccia anche nel vostro ;)

Kulti. Fidati di me
di Mariana Zapata

Prezzo: 5,99 € (eBook) 12,90 € (cop. flessibile)
Pagine: 480
Genere: contemporary romance, sport romance
Editore: Newton Compton Editori
Data di pubblicazione: 23 aprile 2024
Acquista su: IBS, laFeltrinelli (link aff.)

Da piccola, Sal Casillas sapeva chi sarebbe stato l'uomo della sua vita: Reiner Kulti, l'icona del calcio, di cui aveva il poster appeso al muro. A ventisette anni, però, Sal ha accettato che la realtà prendesse il sopravvento sulle improbabili fantasticherie di un tempo, ormai relegate in un passato lontano. O almeno così credeva, perché Reiner Kulti è appena piombato nella sua vita, e questa volta in carne e ossa o, meglio, in scarpini e fischietto: sarà il nuovo allenatore della sua squadra. Sembra un sogno che si realizza. Eh, già, sembra, perché la tensione tra i due non tarda ad arrivare... ed è tanto travolgente quanto proibita. Giorno dopo giorno, il rapporto tra il mister e la sua giocatrice si trasforma in un estenuante pressing, in cui si alternano rivalità, odio, risate, tregue. Così, tra un battibecco e l'altro, Sal e Reiner vedono nascere tra loro un'amicizia speciale, che si fa via via più appassionata. Entrambi hanno paura di subire un gol, entrambi temono quel che potrebbe succedere se infrangessero le regole... Chi vincerà la partita?

Buongiorno a tutti e a tutte! Eccomi tornata con una nuova recensione, un romance slow burn che mi ha fatta disperare per la maggior parte del tempo ma che alla fine mi ha riempito il cuore di dolcezza e tenerezza. Mariana Zapata è conosciuta come la regina degli slow burn, e in questo libro non si smentisce sicuramente, anzi potrei certamente dire che quando si parla della Zapata lo slow burn assume tutto un altro significato, più profondo, ti lascia cuocere non a fiamma bassa ma a fiamma bassissima, per poi farti emozionare con la dolcezza dei personaggi.

Qual è il significato del titolo? Prima di essere incuriosita della trama, sono stata curiosa del titolo, non riuscivo a capire il suo significato, poi ho letto la trama e un po' di tasselli sono andati al loro posto. Kulti non è una cosa, Kulti è una persona, un uomo, un mito, il primo amore, una delusione e ora un allenatore, Kulti è tutte queste cose per la nostra protagonista. Sal Casillas è una giocatrice di calcio a livello professionistico, la punta migliore delle Houston Pipers, una ragazza equilibrata, educata, con un carattere forte, pronta a tutto pur di vincere insieme alla sua squadra, un’amica leale e altruista. All’età di sette anni vide Reiner Kulti, un diciannovenne tedesco, segnare un gol in una partita impossibile da salvare, e proprio in quel momento quella bambina si sentì talmente tanto ispirata da quel giovane ragazzo da diventare proprio come lui. Vent’anni dopo quella partita, Sal si trova proprio dove vorrebbe essere, ha abbandonato il sogno di diventare una calciatrice come il suo ex mito, ma quando se lo ritrova come vice allenatore per una stagione, tutto il mondo intorno a lei si ferma, e si ritrova a essere quella bambina che si era ripromessa di sposare la stella del calcio tedesco.

“Con mio assoluto orrore, la mia tredicenne interiore, quella che un tempo aveva progettato di sposare quell’uomo e farci insieme dei bambini super-calciatori, riemerse per ricordarmi della sua esistenza”

Reiner Kulti è per questo libro ciò che Maradona è per il Napoli, ovvero la storia del calcio. Ormai trentenne, ritirato da più di due anni, continua a far parlare di sé, per la sua carriera e per ciò che il futuro potrebbe riservargli. Diventare vice allenatore di una squadra di calcio femminile non è sicuramente ciò a cui Reiner Kulti aspirava, ma è ciò che gli tocca dopo due anni di assenza da qualsiasi partita. Durante le prime settimane nel suo nuovo ruolo, ogni giocatrice presente in campo si accorge della sua scontrosità, del suo disinteresse verso questo nuovo ambito, tutto ciò che fa è osservare le giocatrici senza degnarle di una sola parola. Devo dire che per i primi capitoli avrei voluto che qualcuno gli tirasse una bella pallonata in testa, magari per farlo riprendere da quello stato di smarrimento e svogliatezza che lo circondava. Fino a quando una giocatrice un po' fuori dalle righe non gli spiattella la verità dritta in faccia, urlandogli tutto ciò che pensa di lui in un momento di rabbia cieca.

Piano piano vediamo che l’odio che sembrano lanciarsi durante gli allenamenti, si trasforma in sfida e quella sfida si trasforma in rispetto verso l’altro. Vediamo nascere un’amicizia improbabile tra un allenatore e una giocatrice, un sentimento che cresce sempre più grazie all’amore che entrambi hanno per il calcio e grazie anche alla determinazione a dare sempre il meglio di loro stessi, però nonostante questa strana amicizia che li lega, durante il corso della storia, vediamo tantissimi elementi che potrebbero farli allontanare, non ultima la loro sostanziale differenza d’età.

Li vediamo ogni giorno sempre più vicini. Durante il corso delle pagine li osserviamo mentre si scambiano piccoli gesti di affetto e altruismo, e secondo me è proprio questa la parte bella dei libri della Zapata, vedere come la scrittrice costruisce le basi per un rapporto solido e duraturo nel tempo. I piccoli gesti che i protagonisti compiono l’uno verso l’altro mi hanno fatto scaldare e battere il cuore, come se fossi una ragazzina. L’amore tra i protagonisti nasce molto lentamente e da un sentimento genuino di rispetto e amicizia tra loro, e più andiamo avanti con la storia più ci rendiamo conto dei sentimenti teneri che nascono tra loro.

“Avevo un uomo che rispettavo e che rispettava me, e a cui non importava se il mondo intero sapeva che eravamo speciali l’uno per l’altra. La nostra amicizia non ci era stata regalata: avevamo lavorato per costruirla.”

Nonostante questo sia il secondo libro che leggo di quest’autrice, posso ben dire che ci sono degli elementi che contraddistinguono le storie che scrive, il primo fra tutti è sicuramente la protagonista femminile forte che esprime senza nessun timore ciò che pensa, i protagonisti maschili sono spesso molto ombrosi e scontrosi, ma nascondono dentro di loro tante emozioni profonde che rimangono nascoste a tutti gli altri e solo pochi eletti riescono a coglierne tutte le sfumature. Una cosa che davvero mi piace tanto è la caratterizzazione dei personaggi secondari, in questo libro in particolare la famiglia di Sal l’ho amata dall’inizio alla fine, pieni d’amore e umorismo fino alla fine. Come vi avevo già detto, la narrazione della Zapata è molto molto lenta, si prende molto tempo per costruire tutta la storia dei personaggi, fa evolvere i loro sentimenti molto lentamente, ma forse è proprio per questo che alla fine me ne sono innamorata alla follia.

È riuscita davvero a creare una storia d’amore con i fiocchi, che ti tiene incollata alle pagine dall’inizio alla fine, ho amato ogni singolo battibecco e ogni istante di complicità, 480 pagine sono davvero volate via in un istante. Consiglio questo libro davvero con tutto il cuore a chi cerca una protagonista che non smette mai di credere in se stessa e che ti da la forza di andare avanti, che rimane gentile, coraggiosa e con i piedi per terra nonostante tutto quello che accade.

“Sei il mio dono, la mia seconda possibilità, e io adorerò te e il tuo sogno. Aspetto da un po' e continuerò ad aspettare finché non sarà il momento giusto. Ho fatto così tante cose stupide di cui tu mi hai fatto pentire, ma questa cosa, aspettare ancora un po' l’amore della mia vita, posso farla.”

Giulia


Photo credit: _gbooklover_

giovedì 9 maggio 2024

Recensione: "The Gilded Cage. La gabbia dorata" di Lynette Noni

Buongiorno, lettor*! ^^
Oggi vi porto la recensione di un altro libro terminato da non molto, The Gilded Cage. La gabbia dorata, secondo volume della serie fantasy di Lynette Noni, pubblicata da Sperling&Kupfer. Il primo volume, The Prison Healer, di cui vi ho parlato QUI, mi era piaciuto abbastanza da spingermi a recuperare subito il secondo una volta uscito, anche perché non si poteva fare altrimenti dopo QUEL finale da paura. Devo dire che anche questo secondo volume mi ha conquistata, ma vi spiego meglio nella recensione. Attenzione a eventuali SPOILER del primo volume!
Buona lettura e non dimenticate di lasciare un commentino ^^

The Gilded Cage
di Lynette Noni

Prezzo: 9,99 € (eBook) 17,90 € (cop. rigida)
Pagine: 416
Genere: fantasy, romantasy
Editore: Sperling&Kupfer
Data di pubblicazione: 5 marzo 2024
Acquista su: IBS, laFeltrinelli (link aff.)

Dopo essere scampata alla prigione di Zalindov e al mortale Giudizio degli Elementi, Kiva Meridan è una sopravvissuta. Negli ultimi dieci anni, il suo unico obiettivo è stato quello di riunirsi alla famiglia e distruggere le persone che hanno rovinato le loro vite, ma questa missione sta diventando più complicata che mai. Ora che si sta ambientando nella capitale, scopre di non essere stata l'unica a soffrire mentre era a Zalindov: i suoi fratelli e i loro ideali sono cambiati, e ben presto la ragazza si ritroverà a nascondere segreti non solo ai propri nemici ma anche a chi ha di più caro al mondo. Fuori dalle mura della città, nel frattempo, serpeggia la tensione fra i ribelli, insieme alle voci di una crescente minaccia da parte dei regni del Nord. Questa volta, per sopravvivere, Kiva dovrà destreggiarsi in una complicata rete di bugie, in cui un passo falso potrebbe costarle tutto.

Se c’è una serie che mi sta sorprendendo davvero, di libro in libro, è proprio questa di Lynette Noni. Non pensavo potesse prendermi tanto e invece mi sono dovuta ricredere, perché riesce a distinguersi in mezzo a tanti romantasy che sembrano fatti con lo stampino. Oltre l’ambientazione originale (il primo volume è interamente ambientato in una prigione!), abbiamo anche un intreccio ben costruito. L’autrice riesce a tenere sempre viva l’attenzione, inserendo qua e là pezzi che vanno a creare un puzzle sempre più grande e articolato. In questo secondo volume devo dire che ha dato il meglio di sé, perché i colpi di scena non mancano e il finale complica talmente le cose che pensare a cosa si inventerà adesso per dipanare la matassa non è tanto semplice. Ma Lynette Noni non ci ha abituat* a cose scontate e quindi immagino che anche il terzo volume sarà bello tosto. 

In The Gilded Cage ritroviamo la nostra protagonista, Kiva, fuggita ormai da Zalindov e approdata nella capitale con Jaren. Di lui avevamo avuto modo di conoscere il segreto più grande, un segreto che continuerà ad avere un certo peso anche in questo libro, ma il fulcro del romanzo, in realtà, sarà il desiderio di Kiva di riunirsi alla sua famiglia e vendicarsi di coloro che le hanno fatto del male, rovinandole la vita, ovvero la famiglia Vallentis. Ma ciò che lei desidera non va a braccetto con ciò che prova il suo cuore, sempre più legato a Jaren. Riappropriarsi di ciò che le appartiene di diritto vorrebbe dire toglierlo a lui e se c’è qualcuno al mondo che merita di essere un sovrano è proprio Jaren. Inoltre, entrando a far parte del suo mondo, impara anche a conoscere tutti i retroscena della guerra che si è perpetrata durante gli anni della sua prigionia, e comprende che a soffrire, in realtà, non è stata solo la sua famiglia. Kiva è così combattuta. In questo libro vediamo come la sua anima sia letteralmente spezzata in due: da un lato vorrebbe riuscire a compiere il suo dovere, a essere un buon “soldato”, leale alla famiglia, e procurare loro le informazioni più utili per battere i Vallentis, dall’altro non riesce a farlo, perché si rende conto che anche la sua famiglia ha sbagliato, ha fatto del male, e non sa bene come uscirne. Si mantiene in bilico intessendo bugie, provando a fidarsi dei ritrovati fratelli, e cercando nel frattempo una soluzione che possa farla uscire da questa situazione, un modo pacifico per riavere il trono, senza che si debba ricorrere a sangue e rivolte. Ma in questa guerra non gioca soltanto lei, perché un ruolo fondamentale lo hanno anche altri personaggi. Non bisogna sottovalutare nessuno, perché se Kiva riesce a farsi degli scrupoli, c’è chi non se ne fa alcuno quando c’è di mezzo il potere…

Lynette Noni ci regala una storia molto avvincente, con protagonisti che si fanno davvero apprezzare. Kiva, con il suo divario interiore, è perfettamente caratterizzata, si riescono facilmente a comprendere tutti i suoi dubbi e le sue incertezze e spesso vorresti poterle dare un abbraccio e un po’ di conforto perché sembra che nessuno si accorga di quanto dentro di sé stia soffrendo. Il suo potere, un potere che le è molto affine ma che ancora non sa gestire bene, non fa che rendere tutto più complicato, talvolta intralciandola, ma in realtà possederlo la fa sentire davvero se stessa. Nel corso dei due volumi Kiva è sempre stata coerente, sempre disposta ad aiutare il prossimo ma anche a fare del suo meglio per sopravvivere. Riuscirà per una volta a mettere al primo posto la sua felicità? 

Jaren, che in questo libro, purtroppo, vediamo poco, è un personaggio integro, che ha valori ben saldi e che non si lascia corrompere dal potere. Potrebbe essere davvero spietato, considerando il suo vissuto e la magia che ha tra le mani, ma si limita a essere ponderato e giusto (e ci piace così). Ha un profondo rispetto per Kiva e per quello che ha passato e vorrebbe non vederla più soffrire; si fida ciecamente di lei, si apre con lei su tutto (anche troppo, povero ingenuo!), ma ancora non sa che c'è un grosso segreto a dividerli. Finalmente, approfondiamo la conoscenza di Caldon, una presenza appena accennata nel primo volume, ma qui molto più presente - e per fortuna, aggiungerei! Carismatico, sferzante, si potrebbe pensare che sia un po’ un buffone, ma non lo è affatto. È un personaggio molto intelligente, che riesce a cogliere dettagli che altri non colgono, che riesce a essere leale anche quando non ne avrebbe motivo. L’ho apprezzato tantissimo e probabilmente la storia sarebbe stata molto più noiosa senza di lui, quindi chapeau all’autrice per aver confezionato un personaggio tanto affascinante. 

Di questa serie ho gradito soprattutto che qualunque personaggio, anche i secondari, sono costruiti molto bene - e non è cosa da poco, credetemi. Non sono personaggi che restano sullo sfondo e piatti come una tavola da surf, ma ognuno, nel suo piccolo, ha un ruolo fondamentale ai fini della storia, e l’autrice è attenta a non farli assomigliare mai a delle macchiette, ma conferisce loro il giusto spessore. Questa premessa è rivolta in particolare ai fratelli di Kiva, Torell e Zuleeka, una presenza nebulosa nel primo volume, ma qui determinante. Riusciamo a scoprire come anche loro hanno trascorso i dieci anni lontani, gli anni che Kiva ha passato a Zalindov. Suo fratello ha sofferto tanto e avrebbe voluto fare qualcosa per aiutarla, mentre Zuleeka ha sempre voluto rispettare le volontà della madre. Ha poi preso in mano la situazione, si è messa a capo dei ribelli e ha portato avanti una guerra con l’astuzia di una vipera, la stessa vipera che porta in forma di maschera sul volto quando attacca i suoi nemici. Zuleeka è un personaggio molto complesso e anche ambiguo, il più delle volte non sai a cosa credere, appare sincera e pentita ma subito dopo tira fuori le zanne ed è pronta a mordere e sputare veleno. Non dico altro per non rischiare di fare spoiler, ma sappiate che per la sua personalità e per le sorprese che riserva, è un personaggio davvero ben costruito (ma l'ho anche odiato un bel po'). 

Ci sarebbe molto altro di cui parlare, ma voglio solo dirvi che, se cercate una storia che non sia per nulla banale e abbia dei risvolti inattesi, questa è sicuramente la lettura ideale. Per gran parte del romanzo pensi che non stia succedendo chissà cosa e che probabilmente ti annoierai, poi non si sa come ti ritrovi a finire il libro perché prendono il sopravvento situazioni inaspettate che ti lasciano senza fiato. È tutto ben ponderato, un'alternanza di momenti tranquilli ad altri più movimentati, verso la fine diventa tutto più spasmodico e la tensione altissima vi porterà a urlare davanti al cliffhanger. Lynette Noni sa decisamente il fatto suo. Sa come avvinghiare l* lettor*, sa come farl* affezionare ai personaggi e sa come darti la batosta finale e farti desiderare ardentemente il volume successivo. Vi consiglio assolutamente questa serie che, rispetto ad altre dello stesso genere, merita più considerazione. Adesso resto in attesa del terzo volume, che dovrebbe essere il conclusivo, ma non oso immaginare cosa succederà, che ansia! :P

Fonte immagini: Pinterest

mercoledì 8 maggio 2024

Review Party: "Amore... un gioco pericoloso" di Carmen Weiz (a cura di Giulia)

Buongiorno, lettor*! ^^
La nostra Giulia è stata coinvolta in un nuovo evento dedicato all'ultimo romanzo di Carmen Weiz, autrice che ha sempre letto e adorato. Trovate le recensioni dei precedenti volumi alla pagina delle Reviews, ma intanto scopriamo insieme cosa ne pensa di Amore... un gioco pericoloso e della nuova storia legata ai fratelli Engel. Vi aspettiamo nei commenti! ;)

Amore... un gioco pericoloso
di Carmen Weiz

Prezzo: 2,69 € (eBook) 11,90 € (cop. flessibile)
Pagine: 420
Genere: contemporary romance
Editore: BookFrame
Data di pubblicazione: 6 marzo 2024

Tutto ebbe inizio un pomeriggio, quando avevo tredici anni, nell’istante in cui intravidi Joyce von Flicken nella sua camera da letto… L’unico problema: era la sorella del mio migliore amico, cinque anni più grande di me e, come se le cose non fossero già abbastanza complicate, era appena diventata il mio capo.

Buongiorno a tutti e a tutte! Dopo tanto tempo rieccomi con una delle mie autrici preferite. È tornata da poco con il suo sedicesimo libro, il quinto della serie Swiss Angels, una serie che mi è entrata nel cuore. Finalmente la Weiz è qui, dopo la difficile e straziante storia di Noah, eccoci tornati di nuovo tra le braccia accoglienti della famiglia Engels. Questa volta la storia sarà incentrata su Yke, il veterinario della famiglia, e su Joyce, un personaggio che ancora non ci era stato presentato. Come al solito sono davvero molto contenta che la Weiz mi abbia inclusa all’interno del suo evento e quindi la ringrazio sempre infinitamente e mi scuso per il ritardo della recensione, seppur all’interno dei tempi standard, sono arrivata proprio al limite, ma ho attraversato un brutto mese, tra la non voglia di leggere e altre cose. Non voglio perdere ulteriormente tempo, quindi vi racconterò in breve la trama della storia, come sempre con le mie parole e le mie sensazioni.

Come penso abbiate capito, questa è la storia di un altro dei fratelli Engel, ovvero Yke, che abbiamo già incontrato nei primi libri, ma non abbiamo mai avuto modo di conoscerlo profondamente, grazie al racconto dei suoi fratelli sappiamo soltanto che è un veterinario. In questo libro incentrato su di lui invece cominceremo a conoscerlo meglio e a capire che nonostante nessuno di loro abbia un legame di sangue, i fratelli Engel si somigliano molto nel loro carattere, grazie anche all’educazione e al modo in cui sono stati cresciuti dai loro genitori adottivi, Andrew e Marion.

La storia dei nostri due protagonisti nasce da uno scandalo in casa Von Flicken, Joyce dopo un fidanzamento lungo ben tredici anni, scopre vari tradimenti da parte del fidanzato e lo lascia definitivamente, nonostante sia consapevole di tutte le ripercussioni che questo può avere nella sua vita, come prima cosa la reazione di sua madre, che nonostante i ripetuti tradimenti del padre non lo ha mai lasciato per mantenere le apparenze, e poi per il fatto che si ritroverà da sola, dopo aver incentrato la sua vita sul matrimonio con questa persona.

Yke è solito trovarsi il venerdì sera con la sua comitiva di amici, in cui vi è compreso il suo migliore amico, Pat Von Flicken, per la precisione il fratello di Joyce. Quella sera Yke sente che c’è qualcosa che non va, e lo comprende subito quando trova Pat e suo fratello seduti al bancone con la faccia molto abbattuta. Quello che non sa è che Pat sta per chiedergli un favore grandissimo, che cambierà i mesi a venire. Yke si ritrova a fare in un certo senso da balia a Joyce, la sorella più grande del suo migliore amico, nonché sua cotta fin da quando è ragazzino, nonché suo capo nella clinica dove lavora.

“La verità era che Joyce meritava di sorridere e per qualche stupido motivo, il mio cervello aveva deciso che dovevo essere io a regalarle quei momenti”

Ho subito amato il personaggio di Joyce, una ragazza che per tutta la vita si è sentita costretta a fare ciò che era meglio per la sua famiglia e ora vuole finalmente fare qualcosa per se stessa, e lasciare quello stupido del suo fidanzato è il punto di partenza. Dopo aver scoperto che l’ha tradita ripetutamente, non ci vede più dalla rabbia e lo lascia, senza dargli la possibilità di spiegarsi, ma questo non vuol dire che soffra, Joyce si sente sola, si sente tradita e non sa come andare avanti con la sua vita. In un certo senso mi ha fatto anche un po' tenerezza, ho subito pensato che questa povera ragazza dovesse avere una distrazione che non le facesse pensare al periodo orribile che stava attraversando, un’anima davvero pura che non si meritava tutto ciò che ha patito.

Come sempre la scrittura di Carmen non delude mai, con semplicità riesce a scrivere delle storie che ti fanno battere il cuore. La storia di Joyce e Yke nasce da cose molto semplici, ma che secondo me poi alla fine sono le cose che davvero contano, ovvero la fiducia e l’esserci sempre l’uno per l’altra. Ho amato come piano piano i due protagonisti hanno svelato i propri sentimenti, di certo non è mancata la sofferenza ma come sapete che gusto c’è a leggere una storia dove tutto va sempre liscio come l’olio?

Ci sono state un po' di cose che mi hanno infastidito, ad esempio il comportamento di alcuni personaggi secondari come i genitori di Joyce, ho davvero odiato il modo in cui hanno trattato la protagonista, credo sia stato proprio da egoisti sottoporla a tutto quello che è successo nel libro.

Però che dire, come sempre ho amato fino all’ultima pagina questo libro, la storia d’amore è così tenera e dolce, in ogni sua storia Carmen riesce a mettere sempre quel qualcosa in più che la rende unica al mondo. Grazie, cara Carmen, per darmi sempre la possibilità di leggere i tuoi romanzi e grazie per riuscire sempre a crearti uno spazietto nel mio cuore con le tue bellissime storie.

Giulia


Photo credit: @_gbooklover_

domenica 5 maggio 2024

Recensione: "Cour des Revenants" di Amanda Fall (a cura di Eleonora)

Buongiorno, lettor*, e buona domenica!^^
Oggi la nostra Eleonora ci parla di una delle ultime uscite di Words Edizioni, Cour des Revenants, tra i libri più attesi della casa editrice. Si tratta di un fantasy ricco di suspense, con trope enemies to lovers e vibes dark academia. Scoprite tutti i dettagli nella recensione e fateci sapere se lo avete letto o lo leggerete presto! ;) 
Un immenso ringraziamento alla casa editrice per la copia digitale fornita in cambio di una recensione onesta.

Cour des Revenants
di Amanda Fall

Prezzo: 2,69 € (eBook) 
Pagine: 430
Genere: fantasy, paranormal romance, romantasy
Editore: Words Edizioni
Data di pubblicazione: 1 aprile 2024

Lena Blake è una Hunter, sicario arruolato tra le fila della Holland Academy. La secolare accademia ha il compito di epurare l’umanità da tutto ciò che di demoniaco esista in natura. Il suo compito è stroncare un’antica dinastia di vampiri, protetta dalla leggendaria Cour des Revenants: è l’occasione che attendeva da tempo per poter finalmente vendicare la morte della madre. Nicholas Artois, vampiro e principe della Cour des Revenants, ha ricevuto dal padre un incarico: uccidere il sicario della Holland Academy, dopo che gli Hunter hanno scoperto dell’esistenza della Corte. È la sua unica opportunità per fare breccia nell’animo del genitore e dimostrarsi suo degno erede. Il cuore pulsante di una Londra oscura come non mai si prepara ad accogliere una guerra senza pari, anche se la speranza di un mondo di pace esiste ed è racchiusa in un siero che Lena stessa beve e che è in grado di trasformarla nell'aspetto e nello spirito. E quando nel cuore di Hyde Park Lena salva il giovane Elios Turner, innamorandosene, non sa che, in realtà, lui nasconde un segreto che cambierà tutto.

Cour des Revenants
è il primo capitolo di una saga che fin da ora si rivela come complessa ed estremamente articolata
, sia per quanto riguarda i personaggi nella loro caratterizzazione, sia per quanto riguarda le interazioni e i legami che intercorrono tra di essi, ma comunque intrigante e diverso dal solito. Ammetto che è stato un libro non semplice da leggere proprio per questa quantità di collegamenti che attualmente vengono per lo più solo presentati e nemmeno nella loro interezza, però la scrittura dell'autrice ha comunque semplificato le cose e nella sua semplicità non ha complicato ulteriormente la situazione.

A portare avanti la storia troviamo Lena Blake, una ragazza Echo, ossia un essere per metà umano e metà demoniaco, che fa parte della più importante istituzione londinese di caccia e controllo della criminalità demoniaca, la Holland Academy. Lena oltre che con i demoni in carne e ossa deve fare i conti con i suoi personali, che affondano le loro radici in un lontano passato che non ha mai smesso di perseguitarla con il suo fardello di dolore e sete di vendetta. Ad alleviare le sue giornate e la nuvola nera che sembra sempre accompagnarla ci sono Spyro e Violet, rispettivamente un Delta, figlio di Echo ma del tutto umano, e una umana che però cincischia con alchimia, armi perfezionate e tutto lo scibile su cui riesce a mettere le mani; i tre da quando si sono conosciuti si sono riconosciuti come anime in qualche modo affini e sono divenuti gli uni la famiglia degli altri, si sostengono e si coprono le spalle a vicenda in qualsiasi situazione ad alto tasso di rischio si presenti nella loro quotidianità fatta di violenza e aggressività. 

Una quotidianità in cui ad un certo punto si inserisce per Lena anche un giovane ragazzo, Elios, che inizialmente la attrae per il colore strabiliante dei suoi occhi, che le ricorda tremendamente una infanzia passata ma estremamente cara, diventando poi una parte importante del suo cuore, ma comunque una parte che mantiene nascosta a tutti. Un giorno alla spietata Echo, rinomata per essere la punta di diamante tra i cacciatori dell'accademia, viene affidato un incarico che stravolgerà le sue giornate: deve trovare e distruggere totalmente la Cour des Revenants, una sorta di Londra specchio sotterranea che è patria dei demoni ma sopratutto dei vampiri ed è governata dagli Artois padre e figlio. È proprio a quest'ultimo, il principe della corte, Nicholas, che viene affidato l'incarico specchio di eliminare la minaccia, ossia uccidere Lena. Per tutta una serie di motivi articolati, e anche qui legati al suo passato, il principe prende questo incarico molto sul personale, in una maniera tale che lo porta a provare un odio a dir poco smisurato per Lena e un impellente desiderio di eliminarla anche in modi creativamente brutali. Gli scontri tra i due sono sempre cruenti e sanguinosi ma più si va avanti nella storia più si capisce che questi duelli all'ultimo sangue sono solo la punta dell'iceberg che si nasconde tra segreti e macchinazioni portati avanti tra spie e doppigiochi, di cui i veri obiettivi sono ancora ignoti sia ai protagonisti che a noi lettori.

Entrare nelle vicende dei protagonisti non è immediato e nemmeno semplice, inizialmente pare tutto molto complicato e di difficile intuizione, specialmente per quanto riguarda la società degli Echo e anche proprio le loro caratteristiche intrinseche. Personalmente non sono riuscita nemmeno ad avere ben chiara un'idea di Lena per almeno la prima parte del libro, appena superato lo scoglio iniziale però tutto comincia a essere più scorrevole, anche se la presenza di alcuni personaggi continua a sembrare come se non c'entri nulla. È solo dopo la metà del libro che le pagine iniziano a essere mangiate alla velocità della luce e quando vengono svelati alcuni arcani che veramente si illuminano le lampadine e, bam!, è come una rivelazione, fantastico, per come ci si avvicina al finale. Si sa cosa aspettarsi ma non del tutto. 

La storia si prospetta come un enemies to (penso) lovers che per la sua aderenza perfetta al trope è uno dei migliori letti ultimamente. Nel complesso Cour des Revenants è stata una lettura molto piacevole, che mi ha lasciata con la voglia di sapere come continuerà e come si risolverà la situazione al limite della tensione di odio/qualcosa a cui ancora non si vuole o non si può dare nome e definizione (ma vi prego ditemelo). Lo stile dell'autrice mi è piaciuto molto, mi ha dato l'impressione di correttezza e linearità, che rispetto alla storia a dir poco arzigogolata, si distingue per essere fresco e non difficoltoso.

Ringrazio la casa editrice per la copia fornita in anticipo. 

Eleonora


Photo credit: Materiale grafico fornito dalla casa editrice.

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