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sabato 3 giugno 2023

Review Party: “La Figlia della Dea della Luna" di Sue Lynn Tan (a cura di Marika)

Ben ritrovati su questi schermi carissimi Coffeeaholics adorati! 
Come state trascorrendo queste ultime giornate primaverili? Qui, tra tempo ballerino e poco spazio da dedicare alle cose piacevoli, si cerca di sopravvivere ai primi cenni di caldo e alle corse quotidiane. E proprio in questo clima frenetico, e dopo alcune letture poco interessanti, finalmente è arrivato un libro che oserei definire completo in ogni sua sfumatura. Sto parlando di La figlia della dea della luna, di Sue Lynn Tan, edito Oscar Mondadori, un romanzo che racchiude adrenalina, folklore, passione e mitologia. E noi di Coffee and Books potevamo esimerci dal leggerlo? Ovviamente no, e grazie al Review Party organizzato dalla nostra Franci, abbiamo ricevuto una copia digitale del libro per parlarvene.

La Figlia della Dea della Luna
di Sue Lynn Tan

Prezzo: 12,99 € (eBook) 26,00 € (cop. rigida)
Pagine: 576
Genere: fantasy, fantasy orientale
Editore: Mondadori (collana Oscar Fantastica)
Data di pubblicazione: 30 maggio 2023
Acquista su: IBS, laFeltrinelli

Cresciuta sulla Luna, Xingyin non sa che la stanno nascondendo dal temibile imperatore del Regno Celeste, che ha esiliato sua madre per aver rubato l'Elisir di Lunga Vita. Quando però, utilizzando inconsapevolmente la magia di cui è dotata, rivela la propria esistenza, è costretta a fuggire abbandonando la sua casa. Sola, incapace di controllare i propri poteri e piena di paura, si dirige verso il Regno Celeste, terra di meraviglie e di segreti. Qui, sotto mentite spoglie, impara l'arte dell'arco e della magia insieme al figlio dell'imperatore, cercando di ignorare la passione che presto inizia a divampare tra di loro. Per salvare la madre, Xingyin sarà costretta a intraprendere un viaggio avventuroso e ad affrontare creature leggendarie e pericolosi nemici. Ma quando la magia proibita minaccia il regno e Xingyin si ritrova a sfidare nientemeno che il feroce imperatore, dovrà scegliere se rischiare di perdere tutto ciò che ama o lasciare che il reame sprofondi nel caos…

Tutto ha origine da Xingyin, la figlia della dea della Luna Chang'e, una donna che dopo aver rubato l'Elisir di Lunga vita all'imperatore del Regno Celeste, viene imprigionata sulla Luna dove cresce la figlia lontana da ogni possibile pericolo e distrazione. Xingyin, dal canto suo, è una ragazza tranquilla che può godere soltanto della compagnia della sua ancella mentre vive sul suo pianeta natale ignorando il resto del Regno. Un giorno però utilizzando i suoi poteri fa sì che l'imperatore venga a conoscenza della sua esistenza e, perseguitata dalle Guardie dello stesso, è costretta a fuggire dalla Luna per rifugiarsi nel Regno Celeste grazie a Ping’er, domestica della madre. Qui, nascondendo la propria identità, diventa una dama al servizio di una nobildonna austera, con il solo pensiero di liberare l'amata genitrice e di trovare una via di fuga alle continue persecuzioni. Ma il destino ha modi strani di agire e spinge la cara Xingyin a stretto contatto con il principe Liwei, figlio del temuto imperatore, con cui imparerà le arti magiche e il tiro con l'arco che le permetterà di divenire un'abile arciere d'élite. A questa strada già impervia, si aggiunge poi il fatto che la protagonista insieme a Liwei, e al capitano Wenzhi dovrà affrontare creature fantastiche e luoghi difficili non senza quella passione che la porterà a dividere il cuore tra i due uomini che la accompagnano. Riuscirà Xingyin a compiere il suo destino in un'ultima missione che vede draghi, perle e lealtà?

 La figlia della dea della luna è una piccola opera d'arte impressa su carta. Partendo dalle ambientazioni fantastiche, brillanti e magnifiche appartenenti alla Luna e al Regno Celeste, fatte di nuvole, palazzi reali, mercati locali di colori intensi e posti ricchi di segreti; passando poi per quei costumi intessuti di oro, argento, metalli preziosi e sete pregiate; fino a dei protagonisti che con grazia, beltà ed eroismo rappresentano il mondo divino in modo tangibile e umano, si conferma un romanzo interessantissimo e rifinito nei dettagli. Personalmente credo che Sue Lynn Tan con uno stile diretto, ma sfumato di liricismo e minuziosità, ci racconta con il suo linguaggio vibrante di mondi lontani, di eroismo al femminile, di sacrifici fatti per amore e di sentimenti che con eleganza e impeto saranno bilancia perfetta tra dovere e sogni.

 Un'altra cosa su cui vorrei porre l'accento, e che mi ha colpita piacevolmente, è la psicologia dei personaggi in continua evoluzione: Xingyin, dapprima timida e quasi disorientata da un mondo diverso dal suo, si trasforma in una donna determinata e forte, pronta ad abbracciare il destino e a decidere per il suo futuro; Liwei, un giovane uomo valoroso, diviso tra i doveri di principe ereditario e i sentimenti che prova per una ragazza fatta di coraggio e lealtà; e Wenzhi, capitano apparentemente integerrimo dell'armata celeste che permette alla nostra protagonista di sopravvivere in un regno arduo grazie ai suoi insegnamenti e all'amore che prova per la stessa, tenendo ben nascosto un segreto enorme. 

A conti fatti dunque, è un volume che narra di una storia che per circa 400 pagine tiene il lettore incollato senza mai annoiarlo, grazie ai numerosi richiami alla cultura pop asiatica. Difatti, leggendo il romanzo non si può fare a meno di notare da un lato la mitologia cinese legata alla figura della dea della Luna Chang'e e delle creature mitologiche composte da diverse specie di draghi, richiamo perfetto anche alle tradizioni coreane; dall'altro chiare rievocazioni al folklore e all'immaginario letterario e cinematografico nipponico attraverso scenari lunari che citano indirettamente Serenity di Sailor Moon, o la lore del mondo divino di manga come Kamisama Hajimemashita e The Demon Prince of Momochi House. Ma non sono da meno abiti, usi e costumi facilmente riconoscibili anche grazie a reminiscenze dal mondo letterario e d'animazione cinese con Heaven Official's blessing e Mo Dao Zu Shi; o scenografie e velleità sovrumane ricalcabili negli odierni drama coreani come Tale of the nine tailed, Korean Odyssey e Bride of Habek.

 In conclusione è un romanzo davvero ben fatto che già con un primo volume d'esordio si piazza direttamente nel cuore dei lettori.
Voto: 5 tazzine di caffè Yuanyang per un romanzo che unisce l'adrenalina del caffè alla calma e alla forza tipica del tè.

Fonte immagini: Pinterest

giovedì 1 giugno 2023

Review Party+Blog Tour: "La Sirenetta" di Carolyn Turgeon

Buongiorno, lettor*! ^^
Oggi sono qui a parlarvi di un libro che mi ha sorpresa non poco. Si tratta di La Sirenetta, di Carolyn Turgeon, uscito per Dark Abyss il 28 aprile, un retelling dark della famosa fiaba di Andersen. Qualche giorno fa vi ho parlato di una versione della Sirenetta, illustrata da Lacombe, mentre oggi scopriremo meglio questo romanzo, giunto dopo anni in Italia, e che ho trovato bellissimo.
Ringrazio la casa editrice per la copia digitale in cambio di un’onesta opinione e Emy Rose per avermi coinvolta nell'evento.


La Sirenetta
di Carolyn Turgeon

Prezzo: 5,99 € (eBook) 18,00 € (cop. flessibile)
Pagine: 355
Genere: fantasy, dark-fantasy, retelling, young adult
Editore: Dark Abyss
Data di pubblicazione: 28 aprile 2023
Acquista su: IBS, laFeltrinelli

“Quando accadrà, no, non lo so, ma del tuo mondo parte farò!” Sono proprio le parole di Ariel, protagonista della storia classica Disney La Sirenetta. Anche alla Dark Abyss Edizioni la nostra Sirenetta emerge dagli Abissi del mare, con un uomo quasi annegato tra le braccia: un principe. La nostra sirena è disposta a barattare tutto pur di avere le gambe e conquistare il cuore del suo amato, ma lei non sarà l’unica pronta a sacrificarsi in nome dell’amore. Chi è Margrethe? E perché corre sulla riva lasciando alle spalle quel convento che si affaccia sul mare ghiacciato?

In questo periodo sembra che non si parli d’altro che della Sirenetta, dopo l’uscita del film nelle sale cinematografiche, e anche tra i libri troviamo una vasta scelta di romanzi dedicati a questa incantevole creatura. Carolyn Turgeon ne ha dato una sua versione con il romanzo Mermaid, uscito all’incirca dodici anni fa, e io lo ricordo molto bene perché erano i primi anni in cui iniziavo a bazzicare nel mondo blogger. Sono felice che sia giunto finalmente in Italia, anche se, considerando quanto tempo è passato dalla sua uscita, mi aspettavo una storia che probabilmente avrebbe risentito dei suoi anni. E, invece, posso dirvi che La Sirenetta mi ha stupita molto positivamente. Lo stile non è particolarmente ricercato, ma nella sua semplicità sta la vera bellezza di questo libro. Senza parole troppo artificiose o frasi troppo elaborate riesce a colpire dritto al cuore e a far provare emozioni inaspettate. La Sirenetta di Turgeon è narrata da un narratore onnisciente, ma segue principalmente i pov di due protagoniste: la sirena e la principessa. Una creatura degli abissi, leggendaria, di cui si è sentito narrare solo in storie antiche, e un’umana, una sognatrice, una creatura apparentemente fragile, figlia di un re abituato a fare la guerra e a tiranneggiare. Le due non potrebbero essere più diverse, i loro stessi mondi sono all’opposto, nessun contatto tra essi. Eppure la sirena desidera ardentemente assaporare il mondo umano e le sue gioie, stanca ormai del proprio. All’età di diciotto anni può finalmente salire in superficie e scoprire il mondo che ha sempre sognato di esplorare ed è in quel momento che se ne innamora perdutamente. Si innamora dei suoi colori, della forza dirompente di una tempesta, si innamora della vita a cui si aggrappano gli esseri umani. I racconti della nonna sull’eternità dell’anima umana contribuiscono a farle amare quel mondo ancora di più. E, infine, si innamora di un uomo, un giovane caduto in mare durante la tempesta, mentre la sua nave sprofondava negli abissi. La sirena incrocia il suo sguardo e capisce che può salvarlo, che deve farlo. E così lo afferra e lo trascina fino a riva, e per tutto il tempo non fa che sentire il suo debole cuore palpitarle sotto il palmo e una strana forza entrarle dentro, come se l’anima stessa di quel giovane si fosse legata alla sua. 

Lenia, questo il nome della sirena, non può prendersi cura di lui, sa che solo altri umani possono farlo, e così lo affida a una ragazza che li sta guardando da lontano. La muta richiesta d’aiuto colpisce la giovane in pieno petto e la fa correre verso la spiaggia, nonostante il freddo impietoso. Il testimone passa così alla principessa, Margrethe, che ha assistito a tutta la scena e si è sentita come chiamare, una voce nella sua testa a dirle di aiutare quel giovane moribondo. Pur spaventata e incapace di sapere come agire, Margrethe accorre e chiama in aiuto le suore del convento nel quale è rifugiata. Il giovane viene assistito da loro e Margrethe avrà modo di pensare a tutta quella faccenda che le pare così assurda. Una sirena... ha visto proprio una sirena? Quella creatura magnifica ha voluto portare quell’uomo da lei, consegnarlo a lei… è forse il volere divino? Un segno di qualche tipo? Chi è quell’uomo che giace nello stesso luogo in cui lei è nascosta, che la guarda con due occhi del colore dell’erba, la cui pelle luccica lì dove la sirena lo ha toccato?

I due punti di vista si alternano e noi ci ritroviamo a seguire le vicende di Lenia in fondo al mare, alle prese con una famiglia molto unita che ha aspettative e sogni differenti dai suoi, e sulla terra, tra le mura di un convento che sono luogo di silenzio, preghiera, rifugio per una giovane principessa in pericolo. Costretta a celare la sua identità, a non poter essere se stessa fino in fondo, Margrethe si sente come spaccata in due: grata per la protezione che il convento le offre, ma non del tutto libera come vorrebbe. Al contrario, la sirena ai suoi occhi sembra godere di quella libertà che a lei manca, ecco perché pensa a lei con nostalgia e la guarda con occhi sognanti. La stessa sirena, invece, ambisce a ciò che ha lei, la possibilità di stare sulla terra, di poter toccare l’uomo della tempesta, di poter godere di un’anima che un giorno diventerà eterna. L’ossessione per l’eternità dell’anima è un concetto ripreso dalla fiaba originale di Andersen, che qui si perpetra e costituisce il maggior desiderio della sirena, che vede nella fine della sua specie il nulla, la fine di tutto, ma nella fine umana un nuovo inizio, in cielo, con tutto il bagaglio di ricordi ed emozioni accumulate negli anni vissuti. L’autrice narra tutto con tocco delicato, assecondando lo stile fiabesco, ma dando anche un’impronta più audace e dark. Mi è piaciuto tantissimo questo aspetto, ogni dettaglio macabro che ben si sposa al tratto soave della fiaba.

Nel romanzo c'è spazio per molti altri personaggi, anche la figura del principe Christopher ha un po' più di profondità rispetto al classico e scopriamo così un uomo che ha tutto ma a cui quel tutto sta stretto, un uomo che vuole vedere il mondo, spingersi fino ai suoi confini e oltre, esplorare i posti più remoti. Christopher ama viaggiare, è bello, è colto, conosce molte storie, ma qual è la sua? Il mare sembra portargli via tutto, ma da quello stesso mare arriva anche la sua salvezza, "un angelo nell'acqua" a trarlo in salvo dai rottami della sua nave distrutta. Chi è quell'angelo? La dolce e silenziosa Astrid, cui qualcuno ha strappato via la lingua, bella e capace di dargli sensazioni mai provate, o una donna di Dio, che Lui ha voluto mandargli per uno scopo ben preciso? Di Christopher, in un primo momento, non sappiamo molto; all'inizio è uno sconosciuto sfortunato e ferito, poi si scoprirà che viene dal Sud, dal regno nemico, e così verrà guardato quasi con timore. Potrebbe essere pericoloso? Potrebbe essere arrivato fino al convento per fare del male alla principessa? Ma lui non conosce la vera identità di Margrethe e quando andrà via lascerà un buon ricordo di sé. Ma poi, quando arriverà l'ennesima rivelazione su di lui, nuove voci malevole gireranno, perché Christopher non viene solo dal Sud, è il figlio del Re, e chiunque ha sentito storie su di lui e sui suoi uomini, sul genere di vita che conduce. Ma Christopher è solo un ragazzo che vorrebbe poter vivere come gli pare, senza pensare esclusivamente a servire il regno, come gli intima suo padre, e vorrebbe anche poter sposare chi vuole (e questa è una caratteristica che lo fa apparire più appassionato e meno "cieco" rispetto alla versione originale, un principe che segue il suo cuore). Ma in un mondo che agogna la pace, c'è poco margine di scelta e lui, come suo padre, è stanco ormai di combattere. Lo sa bene anche Margrethe, che desidera mettere fine alla guerra tra i due regni e fa una scelta azzardata e coraggiosa. Inutile dirvi quanto questa scelta complicherà le cose per il principe e la sirena, ma vi lascio scoprire come finirà questa storia, perché il finale è davvero inaspettato e molto meno malinconico dell'originale, un bel connubio, secondo me, tra le due versioni.

La Sirenetta di Turgeon è una storia ricca di elementi interessanti, che si rifà in maniera abbastanza fedele al classico di Andersen ma che porta anche un guizzo di originalità. Le descrizioni del mondo umano e di quello marino si contrappongono mostrandoci la bellezza profonda di entrambi e sono sempre molto raffinate e sognanti. Il rapporto tra le due protagoniste è ciò che regge meglio la storia, un rapporto contrastante e, allo stesso tempo, calamitante, che diverrà una sorta di legame indissolubile, un'amicizia capace di far compiere anche i gesti più estremi. Vi è anche una forte connotazione religiosa, che non manca di richiamare quella presente nella versione di Andersen e che ho apprezzato molto per come è stata gestita, mettendo in contrapposizione desideri terreni e ultraterreni.

Scoprite questo romanzo se anche voi amate la Sirenetta, la sua tragica ma romantica storia, che qui acquisisce un tratto esclusivo e regala delle emozioni inedite.



Fonte immagini: Pinterest

mercoledì 31 maggio 2023

Recensione: "La Meridiana" di Shirley Jackson (a cura di Ms Rosewater)

Buongiorno, lettor*!
Oggi la nostra Ms Rosewater ci regala il suo parere su uno degli ultimi romanzi pubblicati da Adelphi di Shirley Jackson, La Meridiana. È stata per lei una lettura complessa ma molto stimolante. Scoprite tutto nella recensione e lasciateci un commento, se vi va. A presto! ;)

La Meridiana
di Shirley Jackson

Prezzo: 9,99 € (eBook) 19,00 € (cop. flessibile)
Pagine: 251
Genere: narrativa contemporanea, gotico
Editore: Adelphi
Data di pubblicazione: 28 ottobre 2021
Acquista su: IBS, laFeltrinelli

Una famiglia che pullula di svitati, un codazzo di parenti e amici e servitori, una villa monumentale in mezzo a un parco. Sono gli ingredienti di questo romanzo di Shirley Jackson, che si apre con i protagonisti – di tutte le età e affetti da ogni forma di mania – di ritorno dal funerale del figlio di Mrs. Halloran, che, dice serafica la piccola Fancy, la nonna ha buttato giù dalle scale: per tenersi stretta la villa. Come se non bastasse, poco dopo zia Fanny riferisce di aver avuto un incontro in giardino con il padre, defunto da tempo, il quale le ha annunciato che la fine del mondo è imminente e che loro saranno gli unici a salvarsi. E non è finita: qualcuno va a riferire la notizia in città, ed ecco presentarsi la delegazione locale dei Veri Credenti, i quali non possono che condividere la logica apocalittica, ma, siccome sono convinti che a salvarli ci penseranno gli alieni, sono venuti a chiedere di farli atterrare nel parco. E noi lettori, ormai completamente in balìa di una Jackson in stato di grazia, che dispensa a piene mani uno humour che si potrebbe definire vitreo, ci lasceremo trascinare da un crescendo di follie e sorprese – sino, letteralmente, alla fine (del mondo?).

Per una volta, io e lo zio Renato non concordiamo: a lui La Meridiana non è piaciuto e ha smesso di leggerlo dopo circa 100 pagine, lo ha trovato troppo contorto, con troppi personaggi che finiscono per confonderlo. In parte gli do ragione, soprattutto all'inizio, si è disorientati di fronte alla famiglia allargata degli Halloran, i cui componenti hanno collocazioni incerte o equivoche, sono privi di descrizioni significative, lasciati all'immaginazione del lettore e immersi, a partire dalla prima pagina, in un'atmosfera gotica che farebbe pensare, se non fosse per la successiva comparsa di automobili e radio, di trovarsi nel 1800. Ci vuole forse più tempo per entrare nel ritmo di questo lavoro rispetto ad altri di Shirley Jackson, ma una volta riusciti sarà difficile posare il libro.

Tre temi fondamentali della letteratura di quest’autrice, la famiglia, la casa e la società, si dispongono come cerchi nell'acqua, ognuno sprigiona dal precedente e vi torna continuamente, intimamente collegati in una rete dalla quale sembra non esserci scampo.

Al centro il gruppo degli Halloran, comandato da Orianna, moglie del più vecchio e malato Richard Halloran, evidentemente sposato per interesse, e - viene immediatamente dichiarato dalla nipotina Fancy - assassina del suo stesso figlio, Lionel Halloran. Intorno a lei la Giovane Mrs Halloran, nuora e madre di Fancy, bambina che ha ereditato il cinismo e la spietatezza della nonna e come lei desidera il possesso della grande Villa; Essex, giovane di bell'aspetto assunto per un lavoro nella biblioteca ma evidentemente legato a Orianna da altri motivi; zia Fanny (Frances Halloran), cognata di Orianna, chiusa nel mondo spaventoso della sua infanzia e della gloria della famiglia; e Miss Ogilvie, istitutrice di Fancy.

Se rileggete l'elenco noterete quante volte viene ripetuto il cognome Halloran, un mantra che accompagna quasi costantemente la lettura, soprattutto nei primi capitoli, creando in effetti una sensazione di sovraffollamento e confusione, una ripetizione ossessiva che ribadisce la separazione tra chi appartiene a quel nome e chi no. E' un nome che fagocita coloro che lo portano, trasforma Orianna, e perfino la nuora, rendendole parte di una tribù nella quale il loro passato, la nascita in una classe popolare diventa motivo di disapprovazione e va cancellato e sostituito da una posizione in linea ereditaria.

Halloran è simbolo di status sociale, potere, denaro, dominio sulla di per sé inquietante comunità del paese vicino, iponimo della società americana, bigotta e perbenista, ma disponibile a dimenticare (comunque non perdonare) le prepotenze subite accettando denaro e regalie e sorridendo al ricco prepotente.

L'orgoglio di questo nome e del suo patrimonio sono le fondamenta su cui è stata edificata la Villa, una casa appartata, maestosa e ricca, piena di stanze inesplorate (viene in mente l'Overlook Hotel di Shining) che nelle intenzioni del suo costruttore doveva esprimere la superiorità di coloro che l'abitavano: è la rappresentazione concreta della distanza che separa gli Halloran dal resto del mondo, del male che prende forma nel desiderio di possesso di Orianna e contemporaneamente nella malinconia e la fragilità di Fanny; è Arca di Noè e allo stesso tempo prigione dalla quale è impossibile fuggire, il suo potere si estende ben oltre il cancello d'ingresso. Si tratta dell'immagine più potente del libro, che rivela continuamente nuovi aspetti, un luogo che col procedere della storia diventa quasi un claustrofobico Stato a sé con bizzarre leggi proprie via via più scollegate dal reale, in cui solo alcuni esterni saranno ammessi per non potersene più andare. Coloro che sono accettati al suo interno (o vi entrano scavalcando il muro di cinta) diventano una sua proprietà.

La trama, incentrata sulle visioni di Fanny di una prossima, vicina fine del mondo, si apre attraverso dialoghi tesi che rivelano la natura cinica e rapace di tutti i personaggi. Jackson è riuscita a manipolare magistralmente il sogno (attenzione alla citazione di Hansel e Gretel) e la visione delirante, le apparizioni di cui è testimone Fanny ricordano il Giro di vite di James, intrise non solo di elementi apocalittici, ma di un orrore domestico legato alla memoria, alla famiglia come insieme di legami prevaricatori e crudeli che riproducono la meschinità della società al di là dal muro.
L'atmosfera, già inquietante, si carica sempre più di tensione, i protagonisti sembrano assumere caratteri archetipici e scivolare lentamente in uno stato di follia che ricorda L'Angelo Sterminatore e Il fascino discreto della Borghesia di Bunuel, mentre la Villa, il suo labirinto che porta un nome di donna e la stessa meridiana diventano emblemi dell'Apocalisse in arrivo.

Shirley Jackson ha creato un romanzo dalla potenza compressa che inizia come un horror, si sviluppa con acida ironia fino a diventare grottesco e ritornare al tema iniziale senza svelare il segreto della fine del mondo. Profondamente pessimista nei confronti della società e dell'umanità, destinate a sparire, è difficile non leggervi, volendo andare al di là del già ricchissimo racconto narrativo, un'allegoria politica della lotta di classe, che richiama addirittura la nascita del Capitalismo con le famigerate Enclosures, e una visione di subalternità e separazione tra detentori del capitale e proletari. Il finale poteva seguire la logica della teoria Marxista, ma anche quello sarebbe stato un ottimismo che l’autrice non poteva permettersi.

Niente potrà prepararvi a superare indenni questa lettura. 7 tazzine

Ms Rosewater



Photo credit: @lisapavesi

lunedì 29 maggio 2023

Review Party: "Fable" di Adrienne Young

Buongiorno, lettor*! ^^
Oggi ultima tappa del Review Party dedicato a Fable, di Adrienne Young. Nutrivo tante speranze verso questa lettura, ho atteso l’uscita italiana con trepidazione e finalmente ho avuto occasione di scoprire cosa si nascondeva dietro la bellissima copertina che mi aveva fatta capitolare. 
Ringrazio la casa editrice per la copia digitale omaggio in cambio di un’onesta opinione.

Fable 
di Adrienne Young

Prezzo: 11,99 € (eBook) 24,00 € (cop. rigida)
Pagine: 360
Genere: fantasy, young adult
Editore: Mondadori (collana Oscar Fantastica)
Data di pubblicazione: 23 maggio 2023
Acquista su: IBS, laFeltrinelli

Figlia del più potente trafficante dello Stretto, la giovane Fable ha conosciuto un solo luogo che possa chiamare "casa": una nave ormai colata a picco. Quattro anni prima ha visto la madre annegare durante una terribile tempesta; il giorno seguente il padre l'ha abbandonata su un'isola covo di furfanti. Per sopravvivere Fable ha dovuto imparare a badare a se stessa, senza fidarsi di nessuno e contando solo su ciò che sua madre le ha insegnato. A tenerla viva è il desiderio di lasciare l'isola, ritrovare il padre e rivendicare il proprio posto al suo fianco. Ad aiutarla nell'intento c'è West, un giovane mercante. Fable però si accorge presto che durante la sua permanenza sull'isola i nemici del padre e i rischi connessi alla sua attività si sono moltiplicati; e, come se non bastasse, West non è chi dice di essere. Ma la ragazza non ha scelta: se vuole rimanere viva, dovrà lottare insieme a lui contro pericoli ben peggiori degli uragani che flagellano lo Stretto.

Non ci girerò molto intorno: Fable non è stata il tipo di lettura che mi aspettavo. Ho avuto parecchia difficoltà con questo libro, soprattutto nella prima metà. Mi aspettavo una storia molto più avvincente, invece per gran parte del libro mi sono dovuta sorbire un sacco di termini nautici non indispensabili, facendo fatica a scorgere la trama. A lettura finita, non sono ancora sicura di averla compresa del tutto... ma partiamo dall'inizio. 

Fable è stata abbandonata su una piccola isola dal padre, dopo che la sua nave, la Lark, è naufragata. Le lascia uno squarcio sul braccio e le chiede di sopravvivere, perché quando si rincontreranno potrà ottenere ciò che le spetta. Fable è sconvolta, soffre per questo abbandono e sopravvivere su Jeval non sarà affatto facile, da sola. Eppure, nonostante tutto, riesce a tenere duro e grazie anche alle immersioni, cosa in cui è bravissima, riesce a recuperare gemme che poi rivende e a tenersi così in vita. Il suo scopo è però racimolare abbastanza denaro per lasciare l’isola e andare a cercare suo padre. L’unico suo desiderio è ricongiungersi a lui e imbarcarsi sulla sua nave, far parte del suo equipaggio. L’occasione, un giorno, le si presenta quando chiede un passaggio a West, giovane capitano della Marigold, una piccola imbarcazione con un ridotto equipaggio. West non è assolutamente d’accordo, eppure alla fine cede e le consente di salire a bordo, ma nessuno sulla Marigold le renderà le cose facili. Fable è però abituata a resistere a tutto e nemmeno le peggiori umiliazioni e i segreti più reconditi le faranno cambiare idea. Ha solo bisogno di arrivare a Ceros e potrà abbandonare la Marigold per unirsi al padre. 

Tutto questo non è ciò che accade nei primissimi capitoli ma tipo in metà romanzo, giusto per farvi capire quanto il ritmo della storia sia lento ed estenuante e quanto poco di davvero avvincente succeda. Nella seconda parte il romanzo si riprende un po’, sebbene, sia chiaro, non è sufficiente a salvarlo del tutto. Abbiamo modo di capire meglio Saint e le sue intenzioni quando ha abbandonato la figlia? Non esattamente. Non capisco proprio, poi, perché abbia dovuto ferirla per darle ciò che voleva darle ma anche perché si ostini tanto a tenerla a distanza, non ha forse sofferto abbastanza?. Il mondo che l’autrice ci mostra è un mondo che non fa sconti di nessun tipo, un mondo duro, crudele, pericoloso, in cui nulla è gratis e nulla persiste. Non c’è spazio per i sentimentalismi, non c’è spazio per l’amore. Se tieni a qualcuno devi nasconderlo perché sarebbe una debolezza troppo grande che potrebbe andare a vantaggio del tuo avversario. Eppure, Fable, nonostante conosca bene le regole, nonostante si sia adeguata al peggio, cercando con tutta se stessa di costruirsi un posto in quel tipo di mondo, sogna ben altro. Una famiglia. Un porto sicuro. Qualcuno di cui fidarsi. Troverà questo qualcuno in West e una famiglia nella Marigold, tra quei membri scostanti che inizialmente la prenderanno in giro ma che poi si affezioneranno a lei come lei a loro. Peccato che non sarà così facile ottenere certe cose e una volta mostrato il fianco qualcuno sarà pronto a colpire.

Fable
è una storia che mi ha preso solo in parte e che poteva essere decisamente migliore perché il potenziale c’era sul serio. Si perde purtroppo in una quantità spropositata di termini nautici e momenti inutili e ci regala anche una protagonista poco attendibile che non sempre fa vedere ciò che succede. Ci mette a parte di conclusioni a cui è giunta solo lei senza mostrarci effettivamente come si è arrivati a quella conclusione. La stessa storia con West è fin troppo trascurata e non emoziona per niente, eppure per Fable ci sono stati sguardi e altre cose ma che non vengono mai mostrati. Lui che le guarda le labbra e le rivolge attenzioni sono cose mai successe, nella narrazione di Fable non compaiono, eppure poi le elenca come se fossero evidenti anche per noi. Questi, due dei difetti maggiori del romanzo, ma la lista potrebbe essere parecchio lunga. Se vogliamo parlare del rapporto padre-figlia, ad esempio, direi che è completamente inesistente. Saint non ha mai voluto nemmeno essere chiamato papà da Fable, la ferisce, la abbandona, lascia che se la cavi da sola in un luogo sconosciuto e quando si ritrovano le fa dono di un’eredità che è praticamente un’impresa suicida da ottenere. C’è da ringraziarlo? Lei dice di odiarlo per ciò che le ha fatto, ma qualche capitolo dopo dice l’esatto contrario, che non lo odia, non riesce a farlo, nonostante tutto. Coerenza, questa sconosciuta. Parlando degli altri personaggi, non dico che non mi siano piaciuti, anzi ho apprezzato molto Willa e anche gli altri della Marigold, ma sono davvero poco caratterizzati. West più di tutti, che dovrebbe essere l’interesse amoroso di Fable, meritava molto più spazio. Per gran parte del romanzo sappiamo così poco di lui che diventa quasi imbarazzante, poi di colpo il personaggio, da ermetico qual è, si apre e ci racconta tutto in una volta di sé. Mmm, ok, ma stai calmo! È proprio il ritmo della storia a fare acqua da tutte le parti, c’è qualche rivelazione buttata qua e là, ma non sono di quelle che ti fanno saltare sulla sedia e sono anche rivelate male, perché Fable, guarda caso, trae sempre da sola le giuste conclusioni anche quando non ci sono chissà quali indizi.

Quello che forse ho apprezzato davvero sono le atmosfere, anche se l’autrice avrebbe potuto renderle ugualmente credibili pur con la metà dei termini nautici ostentati. Mi è piaciuto viaggiare per mare, immergermi con Fable, passare da un porto a un altro, fare affari nelle botteghe polverose dei rigattieri. Ma avrei voluto ci fosse di più… una trama più solida, dei rapporti costruiti meglio, dei personaggi più approfonditi. È tutto abbastanza privo di attrattiva, poco dirompente. Non ci sono elementi che tengano realmente avvint* chi legge ed è un vero peccato, perché bastava qualche accorgimento in più. Si fa anche riferimento a uccelli marini e qualche altra bestia dei fondali ma restano solo riferimenti. Non c'è un reale tocco magico, non c'è abbastanza avventura, non c'è una parte romance che meriti. Solo accenni di tutto che però non rendono il potenziale del romanzo. Forse la storia avrebbe funzionato meglio se fosse stata standalone, sicuramente sarebbe stata meno dispersiva in certi punti. È una storia mediocre che avrebbe potuto essere molto originale ma che si perde in un bicchier d'acqua. 



Fonte immagini: Amazon.it, Pinterest

sabato 27 maggio 2023

Recensione: "La Sirenetta" di Hans Christian Andersen e Benjamin Lacombe

Buongiorno! ^^
Oggi vi parlo di un libro bellissimo, La Sirenetta, nell’edizione unica realizzata da Benjamin Lacombe, per la collana di classici illustrati, diretta da lui stesso. Ho letto anche altri libri di questa collana e li ho sempre trovati stupefacenti. Si tratta di versioni dei classici più amati e conosciuti ma rappresentati in una chiave del tutto nuova e illustrati dai più bravi illustratori moderni, tra cui anche Lacombe.
Un ringraziamento alla casa editrice per la copia omaggio a sorpresa.

La Sirenetta
di Hans Christian Andersen e Benjamin Lacombe

Prezzo: 24,00 € (cop. rigida)
Pagine: 96
Genere: libri illustrati, classici
Editore: Rizzoli
Data di pubblicazione: 29 novembre 2022
Acquista su: IBS, laFeltrinelli

Una sirena deve aspettare di compiere quindici anni prima di poter salire in superficie e vedere da vicino gli umani. Quando finalmente arriva il suo turno, la figlia minore del re del Mare si innamora perdutamente di un principe. Per lui, la Sirenetta accetta di rinunciare alla sua coda e di perdere l'uso della voce... Un'edizione speciale, una nuova lettura della fiaba di Andersen alla luce delle lettere dello scrittore. Con le illustrazioni di Benjamin Lacombe, che firma anche una personale ed emozionante introduzione. Prefazione e postfazione di Jean-Baptiste Coursaud.

La Sirenetta
è uno di quei classici senza tempo che ormai chiunque di noi conosce. Abbiamo senza dubbio letto tantissime versioni di questa storia o visto innumerevoli trasposizioni cinematografiche, ma sicuramente quella che ci presenta Benjamin Lacombe è una versione del tutto inaspettata. Sin dalla prefazione (a cura di Jean-Baptiste Coursand) comprendiamo parte della vita di Andersen e dei retroscena di questa sua popolare opera. Cosa lo ha ispirato o, meglio, chi? Pare infatti che l’autore abbia avuto un forte legame con i figli del suo benefattore Jonas Collin. Edvard e Louise hanno giocato un ruolo fondamentale nella sua vita sentimentale, in quanto Andersen ha amato entrambi. Partendo da questo presupposto, Lacombe ci presenta la “sua” Sirenetta, giocando proprio sull’ambiguità. Se nel testo di Andersen è tutto sotteso e discreto, Lacombe con le illustrazioni che accompagnano il racconto dà quella spinta in più per sottolineare l’ambivalenza del personaggio. La Sirenetta viene infatti rappresentata priva di caratteristiche che ne definiscano chiaramente il genere, con capelli corti, petto liscio, una figura androgina per aumentare l’equivoco. Gli stessi colori utilizzati da Lacombe, il rosa, il viola, il blu, richiamano, per esempio, i colori della bandiera bisessuale; il viola della coda della sirena non è una scelta casuale, è un colore tra il rosa e il blu e simboleggia proprio l’intersessualità. L’illustratore in tanti piccoli dettagli fa riferimento alla fluidità di genere, giocando con le forme e omettendone altre.

 Una sessualità quasi esplicita rappresentata dalla sua visione (basti far caso alla copertina e alla forma assunta dai coralli che circondano la Sirenetta). Sappiamo bene come ai tempi di Andersen fosse assolutamente sconveniente provare un sentimento d’amore per qualcuno dello stesso sesso, quindi l’interpretazione di Lacombe vuole rimarcare ciò che secondo lui, e secondo le interpretazioni di numerosi studiosi, l’autore cercava di nascondere, un "grido d’amore che non avrebbe mai potuto esprimere apertamente in vita", e ci consiglia di leggere con empatia. 

La Sirenetta è già di per sé una storia malinconica. La giovane sirena rinuncia a una parte importante di sé, la più importante, quella che la definisce, per amore di qualcuno. I disegni di Lacombe accentuano questa malinconia, alla luce anche della sua interpretazione, facendoci sentire ancora di più il dolore profondo della sirena all’idea di non poter ottenere ciò per cui ha sacrificato tanto. Il rosa fluo che sta alla base di ogni tavola, smorza i blu malinconici e richiama alla vita. Non si può infatti non pensare al desiderio profondo della sirena di ottenere l’amore ma anche un’anima immortale (che sarebbe poi anche l'intento di Andersen come artista). 

In questa edizione abbiamo anche un finale aggiunto, un finale che Andersen ha cancellato, poche righe che ci fanno capire quanto per lui questo obiettivo fosse fondamentale. Arrivare nelle case di tutti, toccare i cuori, essere ricordato. La particolarità di questo libro sono sicuramente le lettere che chiudono il volume nella sezione intitolata Messaggi in bottiglia, lettere che Andersen scambiava con i fratelli Collin e in cui si denota la profondità del suo legame con loro, una in particolare mi è sembrata davvero più struggente delle altre. È stato molto interessante leggere tra le righe il sentimento di Andersen verso queste due persone che considerava come fratello e sorella, ma che forse furono per lui qualcosa di più (o avrebbe voluto lo fossero). Questo volume è di sicuro un’opera tra le più impareggiabili dedicate a La Sirenetta e ad Andersen, ci porta a vedere la storia in un modo del tutto nuovo, tramite i disegni illustri di Lacombe, che riesce sempre a rendere omaggio ai classici per ragazzi come pochi altri artisti sanno fare, e tramite anche le fonti e gli studi riportati da Jean-Baptiste Coursand, che ha curato Prefazione e Postfazione in maniera esemplare. Questa storia però non è solo per ragazzi, è una versione sicuramente più adulta e non nego che faccia anche riflettere. Se avete voglia di conoscere questa splendida edizione di La Sirenetta, non vi resta che scoprire questo libro e innamorarvi dei suoi colori, delle sue sfumature, della sua elusività. Sono certa che saprà conquistarvi.

Fonte immagini: Amazon.it

giovedì 25 maggio 2023

Recensione: "Anatomy. Una storia d'amore" di Dana Schwartz (a cura di Eleonora)

Buon pomeriggio! ^^
Oggi vi proponiamo una nuova recensione, quella della nostra Eleonora a una delle novità più attese di questo anno per Mondadori, Anatomy. Una storia d'amore, di Dana Schwartz. La storia le è piaciuta ma con qualche riserva. Scoprite tutto nella sua recensione e fateci sapere se avete letto il libro e cosa ne pensate. A presto! ;)

Anatomy. Una storia d'amore
di Dana Schwartz

Prezzo: 9,99 € (eBook) 22,00 € (cop. rigida)
Pagine: 360
Genere: fantasy storico
Editore: Mondadori
Data di pubblicazione: 24 gennaio 2023
Acquista su: IBS, laFeltrinelli

Quando Hazel si imbatte in Jack fuori dalla Società reale degli anatomisti di Edimburgo non ne rimane particolarmente colpita. Nel momento in cui però le viene proibito di frequentare i corsi del celebre dottor Beecham in quanto donna, capisce che il suo nuovo amico potrebbe tornarle molto utile. Perché con Beecham la ragazza ha stretto un patto: se riuscirà a superare l'esame di abilitazione studiando per proprio conto, potrà proseguire la carriera medica. Ma senza poter seguire le lezioni ufficiali, a Hazel non basta prepararsi sui libri: deve esaminare cadaveri. E, scherzo del destino, ha appena conosciuto qualcuno che si guadagna da vivere trafugandoli. Ma pure Jack ha i suoi problemi: loschi individui si aggirano per i cimiteri, i suoi amici scompaiono in circostanze misteriose, e la terribile peste romana, che già due anni prima aveva ucciso migliaia di persone, sembra essere tornata. E nessuno vuole occuparsene. Tranne Hazel. Ora i due dovranno unire le forze per scoprire gli oscuri segreti nascosti non solo in quelle tombe senza nome, ma nel cuore stesso della buona società di Edimburgo.

Quando ho letto la trama di Anatomy ho trovato delle buone somiglianze con la serie di Kerri Maniscalco, Le indagini di Audrey Wadsworth, e visto che gli ingredienti di base mi avevano convito la prima volta mi sono lasciata comprare anche la seconda. Non ho trovato esattamente quello che mi aspettavo però alla fine non sono rimasta delusa, solo un po’ perplessa.

Ci troviamo a Edinburgo nei primi decenni dell’Ottocento e la protagonista Hazel Sinnet è una giovane ragazza di buona famiglia promessa in sposa, sin da quando ricorda, al cugino. Peccato che l’idea del matrimonio non sia proprio la sua massima aspirazione. Contrariamente all’educazione che ha ricevuto, infatti, Hazel vuole diventare un chirurgo, il corpo umano e i suoi meccanismi l’hanno sempre affascinata e adesso il suo obiettivo è imparare quanto più possibile per scardinare gli ideali della società, secondo la quale i chirurghi sono solo un gradino al di sopra dei criminali e dei macellai, e per realizzare il suo sogno. Nella teoria le sue conoscenze rivaleggiano con quelle del migliore chirurgo in circolazione ma purtroppo le manca la parte pratica dello studio. Ovviamente, all’epoca gli unici luoghi per studiare l’anatomia umana erano i teatri anatomici, quando venivano aperti agli aspiranti chirurghi per delle lezioni tenute da illustri personaggi, ma c’è solo un problema: le donne non possono partecipare. Con un po’ di inventiva e grazie ai vestiti del fratello maggiore morto qualche tempo prima, a causa di una malattia simile alla peste che ancora imperversa nelle città, Hazel riesce a spacciarsi per un ragazzo e a frequentare le lezioni del dottor Beecham, nipote di quello che è stato il padre delle più “attuali” tecniche chirurgiche e a sua volta il miglior chirurgo del tempo. Purtroppo viene scoperta poco tempo dopo l’inizio del corso e costretta ad abbandonarlo, la sua bravura però viene notata da Beecham che le propone un patto, se riesce a prepararsi da sola e a superare l’esame di abilitazione potrà essere la prima chirurgo donna della storia

Per nulla intenzionata a lasciarsi sfuggire l’occasione, Hazel accetta la scommessa e inizia a prepararsi, con una ostinazione e una tenacia che mi sono piaciute parecchio. Oltre alla teoria però le serve la pratica dal vero sui corpi umani ed è qui che entra in scena il nostro secondo protagonista, Jack Currer, lavorante a teatro di giorno e trafugatore di tombe la notte. Con l’aiuto del ragazzo Hazel riesce a imbastire un teatro anatomico improvvisato che pian piano verrà surclassato a favore di uno studio medico e un centro di ricovero per i malati di peste romana, la malattia responsabile del decesso del fratello. Oltre infatti a diventare un chirurgo praticante, la ragazza ha un’altra aspirazione e cioè trovare la cura a questa malattia finora incurabile; per fare ciò attinge a tutta la conoscenza possibile, teorica, pratica, culturale e popolare arrivando, se non alla cura definitiva, a un rimedio palliativo che pare ridurre l’avanzata della malattia. Il supporto di Jack però non si limita alla fornitura iniziale di cadaveri per Hazel, ma diventa un'importante spalla sia per la sua attività di medico sia per la vita della ragazza. Tra i due si sviluppa ben presto una storia d’amore importante che purtroppo sarà l’inizio della loro rovina, insieme al fatto che Jack non riesce a togliersi dalla testa il pensiero di non essere abbastanza per Hazel. Sono proprio le incaute azioni di quest’ultimo che daranno il via a una serie di eventi catastrofici responsabili della prima vera rivelazione di questo romanzo e la base ottimale per il seguito.

Venendo ai punti deboli e punti di forza, possiamo dire che l’aspetto medico dell’intero romanzo è decisamente preponderante e ben fatto tanto che sotto certi punti di vista si può pensare che la storia d’amore sia tra Hazel e la medicina più che tra Hazel e Jack. A proposito di questi due, in effetti ho qualche perplessità, in particolare per quanto riguarda l’evoluzione del loro rapporto che mi è parso un po’ frettoloso e molto poco sviluppato, nel senso che si parte da un bacio e in pochissime pagine si arriva a Hazel e Jack che pare vivano insieme a Hawthorden senza alcun approfondimento del loro rapporto. Quello che si intravede e percepisce è molto carino ma troppo trascurabile per i miei gusti, soprattutto per un libro che ha come sottotitolo “Una storia d’amore”.

La storia procede un po’ lentamente e linearmente, di sicuro non si può dire che ci siano grandi cambiamenti, momenti di tensione narrativa o grandi evoluzioni dei personaggi, così come anche lo stile è molto semplice e il lessico non troppo ricercato, se non per la nomenclatura tecnica legata alla medicina. Come si sarà già capito è su quest’ultima il vero focus, i processi di sperimentazione, studio e pratica sui pazienti, nonché tutto ciò che sta intorno alla pratica dei chirurghi, come appunto i trafugatori di tombe. Una parte non così imponente ma affascinante di questo libro ruota intorno a queste figure contrastanti, analizzandone il contesto sociale, il lavoro e il loro ruolo nella società del tempo, dando luogo a dei riferimenti che ho veramente apprezzato.

In generale comunque questo libro ha delle forti vibes cupe che trovano la loro cornice perfetta nella città di Edimburgo, dove è ambientata la storia, che è sempre collegata a quell’aura dark academia un po’ malinconica che in questo caso calza a pennello. Oltre a quello, a spiccare sono state alcune scene in particolare che mi hanno colpito: quelle degli interventi dal vivo, talmente dettagliati da risultare quasi disgustosi e una scena che vede protagonista un carillon, pietra miliare che segna definitivamente la ship tra Hazel e Jack. Un altro aspetto che non mi ha del tutto convinta è stata la parte riguardante la peste, o meglio la necessità di inserire una malattia di quella tipologia, considerando che il focus medico è di diverso orientamento, non ne ho ancora ben capito il nesso, forse solo come escamotage per spingere al massimo l’ambizione di Hazel??? Bah.

Il finale è stato alquanto inaspettato, perfetto però per lasciare libero il passo al secondo volume della serie, per il momento ancora inedito in Italia. Riuscirà Hazel a diventare finalmente il primo chirurgo? Capiremo qualcosa di più di questa fantomatica peste romana? Non si sa, quello che però è certo, a mio parere, è che questo primo volume è stato molto più simile a un preludio per quello che verrà che non un vero e proprio primo capitolo, anche se comunque molto godibile e interessante.
Eleonora


Photo credit: @eleonoranicoletto

mercoledì 24 maggio 2023

Review Tour: "When Wishes Bleed" di Casey L. Bond

Buongiorno, lettor*! ^^
Oggi partecipo al Review Tour di When Wishes Bleed, di Casey L. Bond, un fantasy romance uscito da pochissimo per Queen Edizioni e presentato al Salone del Libro di Torino. Si tratta di una storia che mescola elementi molto diversi tra loro, è stata una lettura carina e spensierata, molto particolare. Scoprite di più nella recensione.
Ringrazio la casa editrice per avermi inclusa nell’evento e avermi inviato copia digitale del romanzo in cambio di una recensione onesta.

When Wishes Bleed
di Casey L. Bond

Prezzo: 5,99 € (eBook)
Pagine: 393
Genere: fantasy romance
Editore: Queen Edizioni
Data di pubblicazione: 15 maggio 2023
Acquista su: IBS, laFeltrinelli

Lo sconvolgimento nella mia vita ebbe inizio quando un principe entrò in casa mia e mi chiese di predire il suo futuro. Se fosse stata un’altra sera, avrei potuto trovare una scusa per farlo andare via, ma non si trattava di una normale visita. Le mie dita fremevano per toccarlo. E così, accolsi la sua richiesta, porgendogli un singolo osso dei desideri, l’osso biforcuto dei volatili. Quando lo spezzò, il desiderio… sanguinò. Un presagio così infausto poteva significare soltanto una cosa: la sua morte era imminente. Il Fato mi rivelò che non sarebbe morto per cause naturali. Qualcuno lo voleva morto. Sorpreso dalla rivelazione, l’uomo che ora so essere il principe Tauren, scomparve in una notte a cui temevo non sarebbe sopravvissuto. Il giorno seguente, ricevetti un invito per il castello. Ero stata convocata per unirmi ad altre dodici donne in lizza per l’opportunità di diventare sua moglie e futura regina. Andare voleva dire mettere a repentaglio i miei piani di reclamare la mia eredità e far risorgere la Casa del Fato. Ma rimanere avrebbe significato morte certa per Tauren e il sangue del suo desiderio sarebbe stato sulle mie mani.

When Wishes Bleed
è stata una lettura assai strana per gran parte del tempo. Se da un lato potrei dire che è stata fin troppo strana per piacermi, dall’altro devo ammettere che le stranezze sono il mio pane quotidiano. E quindi ben vengano. Il romanzo si divide in tre parti e comincio col dirvi che tutto ciò che leggerete nella prima vi sembrerà totalmente slegato da quello che leggerete nella seconda; nella terza, invece, sembrerà avere qualche senso. Il romanzo si apre in una parte del regno di Nautilus, il Patibolo, popolato da streghe. Immaginate un antico villaggio, con capanne nel bosco, streghe che controllano gli elementi o che leggono fondi di tè, cera o ossa. Ecco, Sable è esattamente quest'ultimo tipo di strega, ma ha anche qualcosa in più. Lei è la Figlia del Fato. Il Fato in un certo senso la possiede, è dentro di lei, la guida, la istruisce, le parla. E le rivela cose che a qualunque altra strega sono precluse, come ad esempio chi deve morire e chi vivere. Sable ha da poco rivendicato la Casa del Fato, ormai vacante dopo la morte della madre, ed è pronta a iniziare una nuova fase della propria vita, quando alla sua porta, durante la festa del solstizio d’inverno, non giunge un uomo mezzo ubriaco che le chiede una lettura. Il ragazzo spezza una forcella, quella perde sangue, e Sable ha delle visioni, indotte dal Fato, dell’uomo che verrà ucciso presto in maniera brutale. L’indomani Sable riceve uno strano invito, direttamente dal settore Uno, quello in cui abitano i reali e scopre così che l’uomo a cui ha letto il destino e che sta per morire è niente meno che il principe Tauren in persona. Nell’invito le chiede di partecipare a una selezione a palazzo per scegliere la sua sposa, ma in realtà le sta chiedendo aiuto per trovare chiunque voglia fargli del male. Il Fato sembra spingerla verso la scelta di accettare l’invito, così partirà per Nautilus, ma scortata da altre due streghe, il migliore amico Brecan, che nutre dei sentimenti per lei ed è intenzionato più che mai a proteggerla, e una strega dell’acqua, Mira, con cui non ha molta confidenza. 

Questa prima parte è abbastanza scorrevole e rapida, ben poco ci riesce di comprendere del wordlbuilding cui l’autrice ha dato vita. Si accenna a diverse cose che sembrano non combaciare con il tipo di ambientazione in cui ci troviamo, ma quando la scena cambia e Sable, Brecan e Mira giungono a Nautilus capiremo il perché. In pratica, il regno è suddiviso in tredici settori, un po’ come in Hunger Games. Ognuno è specializzato in qualcosa. Il tredicesimo è quello in cui vivono le streghe, quasi isolate dal resto dei settori, mentre poi ne esiste uno ancora più distaccato in cui vengono mandati in esilio criminali e gente pericolosa, ovvero le Terre Selvagge. Non vengono approfonditi i vari settori, avremo una breve descrizione di ognuno, ma sarà comunque sufficiente per farci comprendere quanto basta. Ovviamente al castello troveremo lusso, piscine, portate succulente, abiti incredibili e la scelta della sposa del principe si svolgerà come una sorta di reality show, verrà tutto registrato e trasmesso in TV. 

Il principe deve attenersi all’antica tradizione di trovare moglie invitando una rappresentate per ogni settore. Solitamente dal tredici non arriva mai nessuno perché le streghe non possono sposarsi, non è nella loro tradizione, posso solo legarsi per un anno a uno stregone, ma Tauren ha voluto invitare Sable per aiutarlo a scoprire chi vuole assassinarlo e quindi la ragazza, nonostante verrà presentata come una delle pretendenti, cercherà di leggere qualche destino e scoprire chi vuole attentare alla vita del principe (anche se poi si lascerà coinvolgere dai suoi occhi dorati e dalle falene che le svolazzano nello stomaco e la sua missione prenderà una piega inesorabile). Questa seconda parte mi ha fatto pensare a The Selection, ha davvero tante vibes di quel romanzo, ma anche a Promesse Vane e Le ombre tra di noi. Ecco, mettete insieme tutte queste storie e capirete cosa vi aspetta con When Wishes Bleed. La parte più originale e sicuramente più interessante è stata la presenza del Fato. Davvero, ho apprezzato tantissimo questa forza dentro Sable capace di sussurrarle, di guidarla, una forza irresistibile che Sable non sa e non vuole ostacolare, a cui fa costantemente riferimento.

<<Il Fato non faceva mai nulla per ferirmi, quello che faceva lo faceva per indirizzarmi. Se voleva che venisse fatto qualcosa, era mio dovere, in quanto sua figlia, fare quello che diceva. Sapevo che c’erano delle ragioni per tutto quello che mi chiedeva. Alcune erano per il mio bene, altre per il suo>>.

Ma ancora più interessante è stato vedere come Sable, pian piano, sia stata capace di imporsi sul Fato stesso, fin quasi a sfidarlo. A un certo punto, infatti, si troverà davanti a una scelta importante e dovrà decidere da che parte stare, dovrà scegliere lei come agire, a discapito del Fato che la possiede. Sarà capace di farlo? When Wishes Bleed non è sicuramente il romanzo del secolo, ma è stato un buon passatempo. Non manca di difetti, non vi mentirò, e spesso è stata una lettura bizzarra, ma quando ho iniziato a comprendere meglio alcuni dettagli del mondo creato dall’autrice mi sono anche divertita. Non ci sono particolari colpi di scena, a parte forse un paio, e i cliché abbondano, così come i rimandi ad altri young adult, ma ho apprezzato che vi fosse un po’ di azione e magia, in mezzo a tanto romance, un pizzico di dark, e nessuna scena spicy da farmi storcere gli occhi. Cercare insieme a Sable di capire chi volesse far fuori il principe è stato divertente, anche se non così esaltante, perché la tensione non è stata sempre mantenuta al meglio. When Whishes Bleed è una lettura leggera e disimpegnata, perfetta quando avete bisogno di staccare la spina da letture più pesanti. Non aspettatevi un capolavoro o personaggi chissà quanto approfonditi, perché è pure un romanzo autoconclusivo quindi non viene dato molto spazio a tutti, ma potrà conquistarvi se state cercando una semplice storia che scorra bene, in cui elementi romance e magici si compensino degnamente
Buona lettura! ^^

Fonte immagini: Pinterest

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