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sabato 10 luglio 2021

Recensione: "King of Scars" di Leigh Bardugo (a cura di Laura)

Buongiorno e bentrovati anche oggi, lettori! ^^
Ho il piacere immenso di presentarvi, in questo caldo sabato di luglio, la recensione di un'altra nuova collaboratrice, la mia amica Laura. So cosa significhi per lei scrivere una recensione in piena estate, soprattutto scriverla per un blog, ma è una persona talmente cara e meravigliosa, che per amicizia farebbe questo ed altro. La ringrazio di cuore per aver accettato di imbarcarsi in questa nuova avventura e sono certa che apprezzerete le sue opinione accurate, sincere e ironiche. Oggi ci parla di King of Scars, della Bardugo. Le sue recensioni le troverete sia in italiano che in inglese ;) 
Buona lettura! 

King of Scars
di Leigh Bardugo

Prezzo: 2,99 € (eBook), 11,18 € (cop. flessibile)
Pagine: 528
Genere: fantasy
Editore: Orion Children's Books
Data di pubblicazione: 5 Marzo 2020

Face your demons . . . or feed them. Nikolai Lantsov has always had a gift for the impossible. No one knows what he endured in his country's bloody civil war - and he intends to keep it that way. Now, as enemies gather at his weakened borders, the young king must find a way to refill Ravka's coffers, forge new alliances, and stop a rising threat to the once-great Grisha Army. Yet with every day a dark magic within him grows stronger, threatening to destroy all he has built. With the help of a young monk and a legendary Grisha Squaller, Nikolai will journey to the places in Ravka where the deepest magic survives to vanquish the terrible legacy inside him. He will risk everything to save his country and himself. But some secrets aren't meant to stay buried--and some wounds aren't meant to heal.

Quando ho iniziato a leggere questo libro non sapevo bene cosa aspettarmi, ero semplicemente curiosa di vedere come si sarebbe evoluta la storia e quali vecchi e nuovi personaggi avrei incontrato. Ebbene, sono felice di dire che ho amato la storia, così tanto da non esser riuscita a metter giù il libro e di essermelo praticamente divorato in due giorni e mezzo, non ricordo l’ultima volta che mi sono seduta davanti alla tv per poi spegnerla subito dopo, tanta era la voglia di tornare da King of Scars!

Il libro parte a circa tre anni dagli eventi di Ruin & Rising (se ve lo state chiedendo, no il finale non mi è piaciuto, e - onestamente - l’ho trovato abbastanza patetico!), il povero Nikolai ha davvero tante cose da cui pensare, nemici ovunque, un trono che è tutto tranne che sicuro, Ravka in bancarotta e, come ciliegina sulla torta, il demone che fino ad allora aveva dormito tranquillamente dentro di lui ha deciso che non ne vuole più sapere di starsene buono e tranquillo. E non è finita qui! Come se tutto questo non bastasse iniziano ad accadere degli strani eventi, alcuni li definiscono addirittura “miracolosi” e guarda caso si concentrato tutti intorno alla Faglia.

Per fortuna che a fianco a Nikolai c’è Zoya! Devo dire che ho davvero amato i suoi capitoli, molto di più di quanto mi aspettassi ed al pari di quelli di Nikolai di cui non vedevo l’ora di leggere il punto di vista.

“The public may forget how handsome I am.”
“I doubt it. Your face is on the money.”

Zoya & Nikolai a parte è stato bello rivedere Nina e mi sono piaciuti particolarmente i riferimenti qui e lì che vengono fatti ai corvi (e come avrebbe potuto essere altrimenti?). Inizialmente le parti di Nina possono sembrare un po’ disconnesse dal resto della trama ma in realtà non lo sono affatto e anzi i suoi capitoli sono essenziali per avere una visione insieme dettagliata e completa di quello che sta succedendo. Oltre alla missione che deve completare per il Re di Ravka, Nina - nel tentativo di mantenere la promessa fatta a Matthias - si prefigge l’incredibilmente arduo obbiettivo di cambiare radicalmente il modo in cui le persone vedono i Grisha, non più innaturali ma qualcosa di naturale, divino quasi. Questo è probabilmente l’aspetto della trama con più ramificazioni per il futuro di tutti i Grisha, ramificazioni che sicuramente andranno ben oltre questa duologia.

“Nikolai set to opening the Schuyler combination locks he’d learned about from a certain master thief in Ketterdam.”

“She wished she had Inej’s gift for spywork or Kaz’s gift for scheming, but she only seemed to have Jesper’s gift for bad decisions.”

Per quanto riguarda lo stile di scrittura, è piacevolmente scorrevole, ricco di descrizioni ma non tanto da appesantire narrazione e ritmo. Insomma è lo stile a cui la Bardugo ci ormai abituato con Sei di Corvi & Il Regno Corrotto.

A questo punto devo confessare che c’è una parte della storia ambientata nella Faglia, che mi ha inizialmente perplesso ma, dopo una veloce riflessione, mi sono resa conto che per quanto alcuni risvolti possano sembrare “strani” o inusuali in realtà la Bardugo non fa altro che basarsi ed espandere concetti che erano stati accennati, abbastanza frettolosamente, nella trilogia di Shadow & Bone. Avendo letto tutti i libri della serie di fila, posso dire che per me è stato piuttosto facile capire tutti i riferimenti, più o meno velati. Per come la vedo io Ilya, ritenuto un Santo in realtà era “semplicemente” un Grisha estremamente potente, quindi non è “campato in aria” il fatto che alcuni di questi Santi siano ancora vivi, specialmente se si pensa che alcuni dovrebbero essere eterni (sempre se Alina non arriva e li pugnala). Non solo ma il potere dei Grisha è legato al potere della creazione stessa o a quello che in inglese viene chiamato the making at the heart of the world. Mi avrebbe stupito alquanto vedere così tanto potere sparire dalla faccia della terra così facilmente. Dopotutto il Darkling muore ma il suo potere non svanisce completamente rimanendo all’interno di Nikolai.

Inoltre c’è anche da considerare che sappiamo davvero molto poco dei Grisha in genere e di come “funziona” il loro potere. Questo perchè la nostra conoscenza – fino a questo momento - viene solamente da Alina e diciamolo, la ragazza non è esattamente un pozzo di scienza al riguardo. Questo è uno degli aspetti della trilogia di Shadow & Bone che mi ha più irritato, ovvero la limitazione imposta dal singolo punto di vista, c’è così tanto che Alina non sa, non ci dice o semplicemente non vede perchè persa a sospirare dietro a Mal. Quindi sono molto felice che King of Scars rimedi in qualche modo a ciò, fornendo finalmente delle tanto agognate informazioni sui Grisha, sui loro poteri e non solo.

“No divisions between powers---if the science was small enough. If all matter could be broken down to the same small parts”

“When you are tied to all things, there is no limit to what you may know.”

Tornando in tema poteri che non svaniscono completamente, verso la fine c’è uno sviluppo che mi è piaciuto particolarmente e nel quale speravo dal momento in cui in Rovina & Ascesa lessi delle cicatrici di Nikolai. Mi auguro che questa volta la Bardugo renda finalmente giustizia a certi personaggi.

Insomma ai miei occhi King of Scars non solo è promosso (tra l’altro incornicerei le ultime cinque righe del libro) ma rientra nei libri che rileggerei volentieri, insieme a Sei di Corvi & Il Regno Corrotto. Vi dirò di più, l’ho sicuramente preferito all’intera trilogia di Alina.

“It’s good to be home.”

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English Version

I didn’t know what to expect from this book and honestly by know I approach reading not with expectations but with anticipation, driven above else by curiosity. When I started King of Scars, I simply wanted to see how the story would continue and hopefully meet old and new characters (except Mal & Alina, never really cared for them). Well now, I’m happy to say that I loved the story, I was so hooked I could not put it down! I practically drank in the whole book in two days and half---I can’t remember the last time I enjoyed a book so much to turn off the tv and read, so much I wanted to know what was going to happen next.

King of Scars starts off roughly three years after the events in Ruin & Rising and Ravka is a mess. Poor Nikolai has really his hands full, enemies are on all sides (within and without), his throne is everything but secure, the coffers are empty and there is also the little problem of the demon inside him being suddenly awake. If that wasn’t enough there are strange events happing all around the fold. Luckily, Nikolai has Zoya by his side. I enjoyed her POV as much as Nikolai’s (and I was looking forward to his POV since the character was first introduced)

“The public may forget how handsome I am.”

“I doubt it. Your face is on the money.”

It was good to see Nina again, her storyline continues right off where we left here in Crooked Kingdom and her chapters might seems, at first, a bit out of place, but they are not and are instead essential to see the bigger picture.
Aside from the mission she has to accomplish for Ravka’s king, as she struggles to keep the promise she made to Matthias, Nina sets herself the extremely hard task to change the way people see Grisha and this is one of the aspects I loved most and probably the one plot thread that will impact the future of all Grisha, well beyond this duology. I also adored all the little mentions and connections with the crows.

“Nikolai set to opening the Schuyler combination locks he’d learned about from a certain master thief in Ketterdam.”

“She wished she had Inej’s gift for spywork or Kaz’s gift for scheming, but she only seemed to have Jesper’s gift for bad decisions.”

There is a part, on the fold, where the story takes what can be seen as a strange turn (I enjoyed the gory details, though!). I was puzzled at first but after reasoning on it, I realized that Bardugo simply builds and expands on concepts that were hinted in the original trilogy but never fully explained (mind you, I binge-read all the 8 books in a row - 9 if I’m to count the Lives of the Saints - so the details in my head are quite fresh).
Ilya was a Saint (or it became one in the popular belief) but first he was Grisha so it stands to reason that the rest of the Saints/Grisha too existed. Some of them might still exist thanks to the immense power they had (unless Alina stabbed them to death too), especially given the fact that Grisha’s power is tied to the making at the heart of the world, to creation itself.
It wouldn’t make any sense for that much power to simply disappear, if you think on it…the darkling died but his power lived on in Nikolai. There is also the fact we know very little about the small science and its works, Alina goes about, mostly, by improvising and then the sun summoner’s minions happen (an end reminiscent of Buffy the vampire slayer, I didn’t like that one and sure as hell didn’t like this one either).
In the Shadow & Bone trilogy we are limited in what we know due to the single POV, I always felt like I was missing the bigger picture because the is so much Alina doesn’t know, doesn’t tell us or simply doesn’t see because she’s too busy pining over Mal (and let’s face it, she isn’t exactly the sharpest tool in the shed either). There is a lot about the Grisha and their power we don’t know and I was happy that this book somehow fixes that.

“When you are tied to all things, there is no limit to what you may know.”

“No divisions between powers---if the science was small enough. If all matter could be broken down to the same small parts”

Right at the end, there is one major plot development I LOVED and I WAS HOPING IT WOULD HAPPEN--- from the moment I read (back in Ruin & Rising) that Nikolai’s “scars” never really disappeared. Now I just hope Leigh Bardugo will give the character the justice it deserves.

“It’s good to be home.”




Laura

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