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sabato 25 dicembre 2021

Recensione: "Il Grande Libro dei Fantasmi di Natale"

Buongiorno, lettor*!
Oggi è il giorno di Natale e noi tutte di Coffee&Books vogliamo augurarvi di trascorrere queste feste nella maniera più serena e armoniosa possibile. I nostri migliori auguri affinché non solo il Natale, ma ogni giorno, possa essere occasione di gioia.
In questa giornata, non ci siamo fermate e abbiamo deciso di regalarvi ancora qualche recensione a tema natalizio. Oggi puntiamo, però, su qualcosa di diverso. Abbiamo letto alcuni racconti del Drago Oscar Mondadori “Il Grande Libro dei Fantasmi di Natale” e ve ne parliamo in questo post. Perché anche a Natale c’è chi ha voglia di alternative alle solite letture, e questa lo è di certo.
Si ringrazia Oscar Mondadori per la copia digitale omaggio fornita in occasione del Calendario dell’Avvento.

Il Grande Libro dei Fantasmi di Natale

Prezzo: 12,99 € (eBook) 25,00 € (cop. rigida)
Pagine: 732
Genere: antologia, racconti, paranormal, horror
Editore: Mondadori (collana Oscar Draghi)
Data di pubblicazione: 23 novembre 2021

Nell’epoca vittoriana era tradizione che, sotto Natale, i periodici più diffusi pubblicassero racconti di fantasmi, se non proprio dell’orrore, ben lontani dalla tranquillizzante atmosfera del "Canto di Natale" dickensiano. Erano amatissimi dai lettori che volevano unire ai brividi del freddo quelli della paura e trascorrere momenti di lettura solitaria o in famiglia accanto al caminetto. Erano scritti da autori poco sconosciuti, quando non anonimi, ma anche le grandi firme letterarie si sono cimentate nel genere: questo volume raccoglie oltre 60 storie scritte, tra gli altri, da autori del calibro di Joyce, Lovecraft, Jerome, Carroll, Barrie, Alcott, Hawthorne e tanti altri.

Natale è tante cose. È gioia, condivisione, sorrisi, magia. C’è chi a Natale ama fare l’albero e il presepe, comprare regali e leggere storie sdolcinate ambientate in luoghi da favola e che abbiano il classico lieto fine e chi, invece, ha un animo da Grinch e delle feste ama poco e niente, soprattutto non ama i classici romanzi di Natale. E se, invece delle solite letture sdolcinate, si parlasse di fantasmi? Il Grande Libro dei Fantasmi è una raccolta esponenziale di racconti di ogni tipo legati al mondo del soprannaturale. Qualche nome più famoso fa capolino (Elizabeth Gaskell, Arthur Conan Doyle, Louisa May Alcott, James Matthew Barrie, H.P. Lovecraft, James Joyce), altri sono piuttosto sconosciuti, ma non per questo meno validi. L’antologia è divisa in sezioni, ognuna introdotta con una poesia dal titolo caratteristico (Canzone delle ombre, Ballata dei fantasmi natalizi, Case infestate, Lucy un giorno andava a spasso, Ombre in ascolto, Yule Horror, Vischio) e belle e un po’ inquietanti illustrazioni in bianco e nero. È il volume ideale per chi, a Natale, ha bisogno di qualche brivido in più, per chi ama il genere gotico e le atmosfere lugubri. Anche noi di Coffee&Books abbiamo voluto ricercare qualche brivido questo Natale e abbiamo letto qualche racconto da questo splendido volume. I racconti di cui vi parlo io sono “Lo spettro d’acqua di Harrowby Hall” di John Kendrick Bangs, “La carrozza fantasma” di Amelia B. Edwards, “I tre gatti neri” di A.D. Crake. Tutti e tre a modo loro mi hanno colpito, li ho trovati scorrevoli e inquietanti al punto giusto. La raccolta è davvero immensa, ma non escludo di leggere ancora altri racconti, nei prossimi giorni, perché sono molto interessanti.

"Lo spettro d'acqua di Harrowby Hall"
di John Kendrick Bangs

Ne “Lo spettro d’acqua di Harrowby Hall”, troviamo un fantasma che infesta un’antica dimora. Ogni vigilia di Natale, allo scoccare della mezzanotte, per un’ora esatta, si mostra agli ospiti di una camera in particolare e inonda tutto di acqua, essendo lo stesso fantasma fatto d’acqua. Gli ospiti finiscono col perdere il lume della ragione e morire di terrore o di polmonite. I padroni le provano tutte per evitare al fantasma di strisciar fuori dal pavimento e allagare la stanza, rovinando ogni cosa e terrorizzando gli ospiti, ma nulla sembra funzionare, nemmeno lasciare la stanza vuota, perché quando in quella stanza non vi sono ospiti, il fantasma è costretto ad apparire al padrone di casa, ovunque lui sia. La storia si ripete per anni, persino con l’erede, che però, dopo vari tentativi, troverà alla fine un modo per liberarsi del fantasma. Ho trovato questo racconto il più piacevole tra quelli letti, anche per via di una punta di ironia che lo permea, con i padroni di Harrowby Hall che si ingegnano davvero in ogni maniera, ma non riescono mai a spuntarla. La storia mi ha anche un po’ fatto pensare a The Haunting of Bly Manor, e forse per questo l’ho particolarmente apprezzata. Non è un racconto che terrorizza così tanto, però lo si legge con voracità proprio per capire come andrà a finire e se il padrone di Harrowby Hall riuscirà mai a liberarsi davvero dello spettro d’acqua.

"La carrozza fantasma" 
di Amelia B. Edwards

Molto più inquietante è, invece, il secondo racconto che ho letto, “La carrozza fantasma”. In questa storia abbiamo un uomo che racconta un’esperienza vissuta in prima persona. Non ha testimoni, infatti nessuno gli ha mai creduto, ma lui ce la riporta perché è ancora vivida nella sua memoria ed è convinto della sua verità. Siamo nelle brughiere inglesi, a dicembre. È la stagione dei galli cedroni, ma l’uomo non ha avuto molta fortuna col suo fucile. È in arrivo una tempesta di neve e lui sembra essersi perso ormai. Inizia a vagare nella brughiera, ad avanzare mentre aumenta la tempesta, a chiamare aiuto, ma non sembra esserci anima viva nei dintorni e le forze lo stanno per abbandonare. Quando sta perdere ogni speranza, ecco che incontra un uomo con una lanterna, un anziano di poche parole che lo conduce alla casa del suo padrone. Qui l’uomo, che scopriamo chiamarsi James Murray, di professione avvocato, conosce il proprietario, un erudito che lo intrattiene e lo incanta con la sua eloquenza e la sua storia, con i suoi racconti e i suoi pensieri sui più disparati argomenti, soprattuto quando parla di superstizioni e fantasmi. Quando smette di nevicare, però, è tempo per Murray di rimettersi in cammino. La giovane moglie lo aspetta a casa, sicuramente in apprensione. Il suo gentile ospite gli consiglia un percorso per guadagnare tempo, che prevede di prendere la vecchia strada delle carrozze. E così l’avvocato si ritrova a percorrere questa strada, assolutamente deserta, fino a quando non compare una carrozza che lui crederà essere la diligenza che aspettava. Solo troppo tardi si renderà conto della stranezza delle persone presenti sulla carrozza, della loro aria inquietante e delle condizioni fatiscenti della carrozza. Troppo tardi per mettersi in salvo da ciò che gli accadrà e che lo segnerà a vita. Come vi dicevo, questo è sicuramente il racconto che più degli altri letti mi ha fatta rabbrividire. Non tanto la prima parte che è piuttosto lenta, quanto la seconda, proprio quella relativa alla carrozza. Non posso negare che comunque vi sia una buona tensione in questo racconto, come se da un momento all’altro ti aspettassi qualche colpo di scena, che poi arriva soltanto alla fine. Il padrone erudito è sicuramente un personaggio interessante, che occupa una parte importante del racconto, eppure è stata una parte che non ho trovato utile al fine della storia. Per quanto riguarda il finale, sicuramente stuzzica il lettore infondendo il seme del dubbio: sarà tutto vero o solo frutto della suggestione?

"I tre gatti neri"
 di A.D. Crake

Il terzo racconto “I tre gatti neri” ha invece a che fare con una strega. Un narratore ci racconta di un suo antenato che aveva un possedimento nella foresta di Wychwood, dove si dicesse abitasse una strega molto temuta. Circolavano molte storie strane su di lei, ma chissà cosa era vero e cosa no. L’antenato aveva sempre cercato di non attirarsi l’inimicizia della strega, ma un giorno il destino gli fece commettere un passo falso e allora la strega gli riversò addosso tutto il suo odio. L’uomo aveva due figli ed è proprio con loro che la strega se la prenderà, lanciando un incantesimo che li farà ammalare e gli procurerà ogni notte il terrore al momento di dormire, quando tre gatti neri compariranno sui loro letti per “risucchiargli via il respiro”. Anche quando i genitori resteranno con loro l’incantesimo persisterà, perché i due adulti cadranno in uno stato di torpore incontrollabile, mentre ai bambini continueranno ad apparire i gatti neri e a terrorizzarli. Alla fine, i due si rivolgeranno a un saggio esperto di “magia bianca” che darà loro un suggerimento per spezzare l’incantesimo, ma dovranno fare esattamente come lui indicherà loro o sarà tutto vano e l’incantesimo non verrà spezzato. I genitori, disperati, eseguono tutto alla lettera, salvo poi tradirsi in un piccolo dettaglio che costerà loro ogni cosa. Alla fine di questa storia il narratore ci fa notare come ogni racconto tramandato a voce per secoli si arricchisca di particolari e che alla fine la storia sarà molto diversa dalla prima versione narrata. Quanto c’è di vero in questo racconto? Quanti particolari aggiunti nel tempo? Non si sa. È comunque una storia che include elementi tipici del mondo della superstizione, come streghe, malefici, gatti neri (i gatti neri mi hanno fatto pensare a Poe) e che trovo perfetta da leggere anche ad Halloween.

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I racconti letti da Melz

"Il Capitano della Pole-Star" 
di Arthur Conan Doyle

John M’Allister Ray, tirocinante di medicina, ha un diario di bordo dove scrive tutto ciò che succede tra i ghiacci sulla “Pole Star”, la baleniera sulla quale si trova. È una storia di terrore molto breve che ci mostra un Doyle diverso, ma ugualmente perfetto, anche senza il suo Sherlock. Questo testo rientra nella produzione fantastica, assieme a cinque romanzi e altri racconti, tutti riguardanti il soprannaturale. È la piccola storia di un uomo di scienza che riporta fatti raccontati dall’equipaggio di uno strano Capitano su un’entità bianca e alta che li tiene prigionieri sull’isola. Ray, inizialmente, cercherà di dare una spiegazione razionale, tenendo il lettore col fiato sospeso. Il racconto è vero, o è tutto frutto della paura, come sostiene il dottore? Le urla sono reali, o è solo il verso di rapaci in lontananza? E chi è davvero il Capitano Craige? Doyle ci catapulta quasi in una dimensione diversa di confusione e timore, dove non si sa cosa è vero e cosa no in maniera magistrale. Ho avuto per tutto il tempo la sensazione di essere con loro nei ghiacci, circondata dagli spettri come in una visione, una di quelle che Ray crede proprie di Craige. Il finale del racconto è degno di pelle d’oca, come la scritta “tratto da una storia vera” di un film particolarmente spaventoso. La storia è un crescendo di sensazioni terribili e racchiude uno stile semplice e perfetto, solito stile di Doyle che non mi stancherò mai di elogiare.

“Il Racconto della Vecchia Balia”
di Elizabeth Geskell

Questo è un racconto di una signora, la balia dei genitori di chi sta ascoltando la storia. Rosamond rimane orfana di entrambi i genitori in tenera età, a prendersi cura di lei la sua balia, la stessa voce narrante. Le due vengono mandate da Lord Furnivall in una dimora desolata dove vivono due burbere signorine, la Furnivall e la sua domestica, in atmosfere che ricordano molto quelle di Cime Tempestose. Ed è proprio quest’ultima la parola chiave, perché è in notti tempestose che viene a galla qualcosa di oscuro. Addirittura la piccola Rosamond scompare, attratta dal pianto di una bambina disperata, forse un fantasma che la porta da qualcuno, una donna, che vuole cullarla. Ma chi è questa donna? E quella bambina? La scrittura trascina nella storia, l’ansia è palpabile sia nelle parole della balia che nelle sensazioni di chi legge (io, in questo caso). È stato come veder scomparire qualcuno a cui io stavo badando, in un impeto di terrore. Non avevo ancora letto nulla della Geskell e ne sono rimasta affascinata. Da grande amante di storie di fantasmi e atmosfere gotiche questo racconto che si legge davvero in un attimo non poteva non piacermi. Il tutto poi sembra nascondere una critica alla società in maniera più o meno sottile tra abusi e maltrattamenti. E quindi cos’è, alla fine, che fa più paura, i fantasmi o le persone reali? Io punto tutto sulla seconda ipotesi, ora come allora.

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I racconti letti da Giulia

"L’Espresso delle 16.15"
di Amelia B. Edwards

William Langford, ci racconta un fatto accaduto ben 10 anni fa, a cui ancora lui pensa e ripensa perché proprio non è riuscito a capire cosa sia successo quel 4 dicembre, in uno scompartimento esclusivo, nell’espresso diretto a Clayborough.
Era una giornata nebbiosa e calda, e Langford, tornato da un lunghissimo viaggio di lavoro, era stato invitato da un amico di vecchia data, Jonathan Jelf, a passare il Natale con lui.
Ma chi si sarebbe mai aspettato che, nel suo stesso vagone, potesse sedersi l’avvocato Dwerrihouse, nonché cugino della moglie di Jelf.
È un racconto con sfumature di giallo, all’improvviso Langford si ritrova nel bel mezzo di un’investigazione.
Mi è piaciuto molto il modo di raccontare l’intera storia, perché è come se dovessi risolverlo io quello strano caso, e il modo in cui si viene a scoprire la parziale verità è strabiliante, la scrittrice fino all’ultimo fa in modo che tu non capisca chi dica la verità, e come la metteresti se tutti stessero dicendo la verità ma le versioni non combaciano?
Questo è proprio il mistero della storia che però mio malgrado è rimasto irrisolto.

"La casa scomparsa"
di Bernard Capes

Atmosfera tetra, un uomo panciuto ed enorme che racconta una storia di fantasmi.
Jack e quasi tutta la gente del villaggio si erano riuniti per Natale al Good Intent.
In una notte tempestosa come quella, il banjo, si mise a raccontare la storia di suo nonno, e quando nelle campagne del Sud ovest, insieme ad altri compagni di viaggio, si ubriacò e per non diventare spuntino di Natale per i corvi si misero a suonare Kate of Aberdare; ma proprio in quella notte in cui temevano di morire accadde una cosa strana, che dico strana quasi spaventosa, dal nulla comparve una casa.
Un racconto molto breve ma carino, perfetto da leggere la notte della vigilia di Natale.
Molto scorrevole e piacevole.

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A presto!
xoxo

Fonte immagini: Google immagini

2 commenti:

  1. interessante questa idea di libro :)

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    1. Sì, molto! Raccoglie tutto il meglio delle storie natalizie gotiche e di fantasmi. Davvero bello!

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