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venerdì 9 agosto 2024

Inclusion Books: "Malintesi" di Bertrand Leclair (a cura di Ms Rosewater)

Buon pomeriggio, lettor*! ^^
Siamo nel periodo più caldo dell'anno, decisamente, e anche la più semplice delle attività sembra un'impresa immane. Come state affrontando voi questo mese di agosto e queste temperature da record? Intanto, la nostra Ms Rosewater ci regala una nuova recensione, un libro intenso, che tratta di disabilità e che finisce dritto dritto nella nuova rubrica Inclusion Books. Scopritelo qui sotto e lasciateci un commento, se vi va ;)

Malintesi
di Bertrand Leclair

Prezzo: 9,49 € (eBook) 16,00 € (cop. flessibile)
Pagine: 176
Genere: narrativa contemporanea
Editore: Quidlibet
Data di pubblicazione: 17 ottobre 2019

Nato sordo negli anni Sessanta in una cittadina della provincia francese, Julien Laporte viene educato secondo i precetti del metodo "oralista": lunghe sedute di logopedia, complicati apparecchi acustici, e soprattutto nessun contatto con la lingua dei segni. A diciotto anni fugge di casa e in un bar di Parigi, tra attivisti sordi e militanti gay, scopre l’esistenza della lingua dei segni. Questa è la storia della sua liberazione: da un padre che si ostina a volerlo "guarire", da una madre ammutolita dai sensi di colpa e da tutta una famiglia devastata – non dalla sordità ma dai più banali malintesi, appunto, tra genitori e figli, per l’incapacità dei primi ad amare i figli così come sono. Nella vicenda di Julien la sordità non è solo l’elemento deflagratore di meccanismi solitamente invisibili nel romanzo famigliare, ma è anche il pretesto per raccontare una grande e sconosciuta storia: quella dei sordi e della loro liberazione attraverso la lingua dei segni. Pochi sanno che questo magnifico e inventivo linguaggio, elaborato in pieno Illuminismo, è stato di fatto bandito in Europa per più di un secolo, dopo il Congresso di Milano del 1880. Padre a sua volta di una ragazza sorda, Leclair rivela anche l’impasse in cui è finito: sono i suoi stessi personaggi a tirarlo in ballo, ora per accusarlo, ora per assolverlo. A metà strada tra autofiction, inchiesta e romanzo, Malintesi è dunque anche il racconto della difficoltà di scrivere, di essere genitore, di sopravvivere a quei pericolosi e pericolanti castelli di carte che sono tutte le famiglie.

Bisogna prenderne atto, quando si scrive di sordità i francesi lo fanno meglio. Francese era il primo libro sull'argomento che lessi, Il grido del Gabbiano, di Emmanuelle Laborit, e francese è questo romanzo, in cui lei, adulta, ormai direttrice dell' IVT di Parigi, torna in un breve frammento che collega quell'autobiografia (che raccontava la sua infanzia, la scoperta della Lingua dei Segni e la nascita dei movimenti degli anni 80 che in Francia hanno portato alla crescita di una comunità Sorda culturalmente attivissima e avanzata) a questo romanzo del 2019.

Bertrand Leclair, udente, genitore di una ragazza sorda, sceglie di parlare dell'altra faccia di questa condizione, cioè della famiglia, attraverso la storia di un altro padre, non sappiamo se reale o immaginaria, ambientata qualche generazione prima.

Yves Laporte è il suo temibile alter ego: ex partigiano, ambizioso, un uomo che ha sognato e programmato una vita di successo tutto sommato non dissimile da quella di un borghese di inizio secolo: la moglie relegata alla crescita dei figli, due maschi che avrebbero preso il suo posto e proseguito il lavoro nella tipografia di famiglia, lui occupato a crescere economicamente, a farsi una posizione, a diventare. Finché, la scoperta della sordità del secondogenito Julien scuote i suoi sogni, cambia le simmetrie, sovverte l'esistenza di Yves. Il suo futuro non è più legato al successo professionale e, ispirato dalla controversa figura di Graham Bell, ingaggia la sua battaglia personale contro la sordità.

La vita di Julien segue così un sentiero che fino a poche decine di anni fa, prima che gli studi linguistici di Stokoe che portarono al riconoscimento della Lingua dei Segni come una lingua appunto, con la cultura che porta con sé, sembrava inevitabile: un calvario all'inseguimento dell'emissione vocale, ossessione degli udenti per cancellare il silenzio, come se parlare eliminasse la sordità; la fatica a imparare la lingua degli udenti, a leggere e scrivere, una condizione di iperprotezione, il destino segnato di una scuola professionale mentre il fratello udente studia all'università.

Ma, come per Emanuelle Laborit, anche Julien un giorno scopre i Segni e la sua vita cambia sconvolgendo, ancora una volta, i Laporte e portandoli al declino, erodendo i legami con i genitori e i fratelli.

Leclair affonda le mani nelle dinamiche di un nucleo famigliare che sposta il suo centro di gravità sulla disabilità di un figlio e si disfa nel momento in cui il povero disabile smette di essere tale, smette di sentirsi debole, scoprendo così di essere più forte di coloro che lo circondano. Lo scrittore conosce questo territorio e nei fragili, insopportabili genitori di Julien specchia le proprie paure e sentimenti inconfessabili, come la delusione, l'ansia di rendere il proprio figlio come tutti gli altri perché non si riesce a immaginare una vita indipendente e piena per un disabile.

Pensieri difficilissimi da esternare, da accettare, che fanno sentire “cattivi” e soli ancora troppi genitori. Pensieri da non nascondere ma ai quali non abbandonarsi, pena la resa della realtà a impossibili fantasie e malintesi che finiscono per distruggere e avvelenare i rapporti, anche i più importanti.

Con il suo stile denso Bertrand Leclair riesce a rappresentare in queste poche pagine il mondo delle madri e dei padri, a riconoscere le loro angosce senza giustificare gli errori che portano a pensare che i figli debbano somigliargli per essere felici, invece di accettarli come sono, una visione che si allarga ben oltre il tema della disabilità.

Ms Rosewater

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