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mercoledì 21 febbraio 2024

Recensione: "Il figlio del becchino e l'orfana" di Sam Feuerbach

Buon pomeriggio, lettor*! ^^
Eccomi con una nuova recensione. Oggi vi parlo di un libro che, in realtà, avevo già avuto modo di leggere in occasione della sua pubblicazione, ma non avendolo recensito subito è passato poi del tempo e ho avuto bisogno di rileggerlo perché ho la memoria di un pesce rosso, per chi non lo sapesse :P. Ho approfittato dell’audiolibro disponibile su Audible (trovate tutta la serie, se siete interessat*) e quindi adesso eccomi qua a spiegarvi perché questo libro mi è piaciuto tanto e perché non vedo l’ora di leggere i prossimi volumi.

Il figlio del becchino e l'orfana
di Sam Feuerbach

Prezzo: 2,99 € (eBook) 13,90 € (cop. flessibile)
Pagine: 370
Genere: fantasy
Editore: self-publishing
Data di pubblicazione: 20 febbraio 2022

Il diciottenne Farin vive nel villaggio medievale di Haufen, Il ragazzo è un emarginato, perché come figlio del becchino è deriso e maltrattato dagli altri abitanti del villaggio. Eppure, la sua unica scelta è apprendere il mestiere del padre, sempre più vittima dell'alcol. Le cose cambiano senza preavviso per Farin quando muore la strega del villaggio e lui la prepara per il funerale. Perché la strega porta un misterioso amuleto al collo e Farin non riesce a resistere alla tentazione di indossare il gioiello... Tiene per sé il suo segreto... tanto non gli crederebbe nessuno.

"Perché era ciò che era e non colui che era?"

Sam Feuerbach, autore bestseller tedesco, arriva anche in Italia con le sue serie fantasy storiche. La prima è proprio quella di La figlia del becchino e l’orfana, composta da quattro volumi, l’altra è La saga dell’alchimista, in tre volumi. Entrambe le serie sono tradotte da Francesco Vitellini e sono pubblicate dall’autore in selfpublishing. Il loro successo è stato immediato perché portano davvero quell’aria di novità cui anela ogni buon* lettor* fantasy e non. Quello che colpisce di più di Feuerbach è senza dubbio il suo stile umoristico, che ben si sposa con il suo fantay-horror medievale e che contribuisce ad alleggerire l’atmosfera e a renderla molto più godibile.

Farin è figlio di un becchino nel villaggio di Haufen. Qui tutti lo conoscono come appunto “il figlio del becchino” e viene considerato una nullità, preso in giro dagli abitanti, maltrattato da chi pensa di avere più valore, o semplicemente una posizione sociale migliore. Farin però è un ragazzo sveglio, fa il suo dovere, è umile e cerca di non lamentarsi mai, ma è anche molto curioso e spesso questa sua curiosità lo spinge fin troppo oltre. Il padre non è mai stato gentile o affettuoso con lui, sicuramente ciò che Farin ha di buono del suo carattere e del suo spirito lo deve alla defunta madre, che gli ha anche insegnato a leggere. Farin nel suo piccolo sogna di poter un giorno cambiare vita, diventare cavaliere, essere rispettato e stare con la donna che ama, ma tutti i suoi sogni s’infrangono davanti alla realtà dei fatti. Ciò che gli resta è il suo lavoro e proprio mentre un giorno prepara per il funerale una donna defunta, da tutti ritenuta una strega, viene attirato dal medaglione di questa e lo indossa. E sarà proprio questo gesto a stravolgergli totalmente la vita. Farin non sa, infatti, che la donna era posseduta da una chimera e che adesso lui diverrà il suo nuovo ospite. Questa entità, malvagia, spudorata, spregevole, gli invade la mente e il corpo e lui è costretto a sopportare Schifo - questo il nome che le affibbia - e cercare nel frattempo un modo per rompere il maleficio, per togliersi di torno la chimera che pian piano rende i suoi giorni una tortura. 

Eppure, nonostante Schifo, nonostante la tortura psicologica e l’orrore che la chimera porta con sé e trasmette al suo ospite, Farin si ritroverà a compiere un viaggio importante, a fare scoperte sconcertanti, a diventare persino lo scudiero di un cavaliere. Ma le sue prove non sono finite e ha ancora tanto da affrontare… Così come ha tanto da affrontare anche Aross, un’altra protagonista di questa storia, una giovane orfana, “regina dei ratti”, che riesce a fuggire dall’orfanotrofio in cui vive (e in cui viene maltrattata) grazie all’intervento di una donna misteriosa. Aross potrebbe avere con Farin più di un punto in comune e chissà che le loro strade prima o poi non si incrocino... Non ho trovato il pov di Aross interessante quanto quello di Farin, secondo me non c'è paragone con la storia principale del protagonista maschile, ma andando avanti sono riuscita ad apprezzarlo un po' di più. Verso la metà troviamo invece un ulteriore punto di vista, quello di Vigo, e fino alla fine del libro si potrebbe pensare che sia inutile (ammetto di averlo pensato per tutto il tempo anch'io, è vero; non vi spiego perché per non fare spoiler), ma l’autore ci regala una bella rivelazione proprio all’ultimo momento, che porta a fare tutti i collegamenti del caso e a comprendere persino questo pov apparentemente senza senso. Quindi il consiglio è di pazientare e di lasciarvi stupire dall'autore.

Il figlio del becchino e l’orfana
è stata una lettura inaspettata. Non solo per la trama, per i tanti elementi intriganti e per le sorprese, ma anche per le tematiche e la qualità della storia. I protagonisti, nonostante compiano un percorso importante, restano sempre coerenti con loro stessi, sono personaggi umili, che dalla vita hanno ricevuto solo schiaffi, ma che riescono in qualche modo ad avere il loro riscatto (ma a che prezzo?). Troverete magia, incantesimi, rituali, combattimenti all’ultimo sangue, segreti, castelli, creature infestanti e molto altro in questo fantasy, che vi conquisterà per il suo essere tanto crudo quanto ironico. L’umorismo nero di Feuerbach è sapiente e mai banale e conferisce al romanzo una verve irresistibile, che vi farà divorare le pagine. Sicuramente emblematico risulta il rapporto tra Farin e Schifo, quello che, tra l'altro, regala più diletto. Schifo è un demone millenario che potrebbe suscitare repulsione, eppure io l'ho interpretato come un personaggio non del tutto nero, o comunque un personaggio con un grande sapere che desidera condividere e anche lui, in qualche modo, stanco della sua esistenza, di essere usato, soprattutto. In Farin trova un ospite diverso da tutti i precedenti, perché il ragazzo è l'unico che in realtà lo respinge, che cerca in tutti i modi di tenerlo lontano dalla sua mente, che si rifiuta di ascoltarlo, di cedere al lato oscuro per quanto lui cerchi di traviarlo e questo è frustrante per la chimera, la quale vorrebbe solo poter liberare tutto il suo potenziale. È un personaggio che può ripugnare ma che alla fine è un po' la voce della verità, quella che non ti piace sentire ma che sai, in fondo in fondo, avere ragione. Vi farà provare sensazioni contrastanti, verso la fine però vi sarete così abituati a lei che quasi vi mancherà non averla sempre intorno a contestare tutto e a provocare con le sue battutacce :P

Il finale è molto aperto direi, perciò mettete in conto di iniziare a leggere la serie quando avete già il secondo libro a portata di mano, per potervi tuffare subito nel proseguimento delle avventure di Farin e Aross e scoprire cosa ne sarà di loro e dei segreti che si portano dietro. Una lettura piacevole e imprevedibile, un piccolo tesoro fantasy che merita di essere conosciuto di più. Vi consiglio assolutamente l’edizione in audiolibro, con la narrazione di Daniele Giuliani, è davvero ben fatta e fa venir voglia di ascoltare tutti e quattro i volumi di fila senza stancarsi :P
Fonte immagini: Pinterest
Photo credit: @francikarou @coffeeandbooks

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