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mercoledì 5 ottobre 2022

Recensione: "Il ballo delle pazze" di Victoria Mas (a cura di Melz)

Buongiorno, lettor*! ^^
Oggi torna la nostra Melz a parlarci di un romanzo ambientato a Parigi, città che ha nel cuore e di cui non si stanca mai di leggere. Questa volta ha scelto Il ballo delle pazze, di Victoria Mas, storia che l'ha colpita tantissimo e dalle tematiche scottanti. Scoprite la sua opinione e fateci sapere che ne pensate ;) A presto!

Il ballo delle pazze
di Victoria Mas

Prezzo: 11,99 € (eBook) 16,50 € (cop. flessibile)
Pagine: 181
Genere: narrativa storica 
Editore: E/O
Data di pubblicazione: 10 febbraio 2021

Parigi, 1885. A fine Ottocento l'ospedale della Salpêtrière è né più né meno che un manicomio femminile. Certo, le internate non sono più tenute in catene come nel Seicento, vengono chiamate "isteriche" e curate con l'ipnosi dall'illustre dottor Charcot, ma sono comunque strettamente sorvegliate, tagliate fuori da ogni contatto con l'esterno e sottoposte a esperimenti azzardati e impietosi. Alla Salpêtrière si entra e non si esce. In realtà buona parte delle cosiddette alienate sono donne scomode, rifiutate, che le loro famiglie abbandonano in ospedale per sbarazzarsene. Alla Salpêtrière si incontrano: Louise, adolescente figlia del popolo, finita lì in seguito a terribili vicissitudini che hanno sconvolto la sua giovane vita; Eugénie, signorina di buona famiglia allontanata dai suoi perché troppo bizzarra e anticonformista; Geneviève, la capoinfermiera rigida e severa, convinta della superiorità della scienza su tutto. E poi c'è Thérèse, la decana delle internate, molto più saggia che pazza, una specie di madre per le più giovani. Benché molto diverse, tutte hanno chiara una cosa: la loro sorte è stata decisa dagli uomini, dallo strapotere che gli uomini hanno sulle donne. A sconvolgere e trasformare la loro vita sarà il "ballo delle pazze", ossia il ballo mascherato che si tiene ogni anno alla Salpêtrière e a cui viene invitata la crème di Parigi. In quell'occasione, mascherarsi farà cadere le maschere...

Poco tempo fa, parlando di I Lupi Dorati, ho accennato al mio amore incondizionato per la Francia, gli scrittori francesi e i libri ambientati in quella meraviglia. Capirete bene che non potevo lasciare questo libro sullo scaffale. Avevo già sentito parlare da CamiHawke e Giulia Valentina di Il ballo delle pazze, di Victoria Mas, nel loro Book Club, e già da lì la mia curiosità era salita alle stelle.

“Le donne della Salpetrière non erano più appestate di cui si cercava di nascondere l’esistenza, ma soggetti di svago che venivano esibiti in piena luce e senza rimorsi.”

A Parigi nel 1885, i corridoi della Salpetrière pullulano di donne. Pazze, isteriche. È così che vengono definite, è così che in quel posto si chiamano lo stress post-traumatico, gli attacchi di panico, il dolore di aver subito un abuso o una perdita. Il famoso dottor Charcot cerca di curarle con l’ipnosi, pratica innovativa che tutte aspirano a provare per uscire da quel posto infernale.

Victoria Mas ci racconta la storia di donne diverse, nuda e cruda come uno schiaffo in pieno volto. Ci presenta Eugènie, ribelle e sfrontata, il cui unico errore è confidare il suo segreto alla burbera famiglia, ritrovandosi nel manicomio sotto le cure della fredda Geneviève. Ci racconta di Louise, giovane sognatrice, e di Therese, la cui saggezza supera di gran lunga la pazzia che i medici credono abbia.

Il punto focale della storia non è il manicomio, ingiusta condanna per la maggior parte di loro, ma la vita delle donne che lo abitano. Si sentono chiaramente le loro urla interiori che rimbombano tre le parole, vittime di una società ottusa e bigotta. Eugénie è stata fatta internare dalla sua stessa famiglia per terrore e desiderio di buon costume, nessuno ha chiesto cosa provasse, nessuno si è interessato se fosse vero o meno. Lei non può decidere, in un mondo di uomini è suo padre a decidere per lei.

Devo essere onesta, però. Per quanto la storia di Eugènie mi abbia affascinata, trovo quella di Geneviève imbattibile. Una donna di scienza che si sente fortunata ad avere un lavoro del genere, essendo donna, accanto a uno degli scienziati più acclamati dell’epoca, tanto da sacrificare ogni cosa per il suo lavoro. Geneviève è dura, razionale, incredibilmente severa, involucro di un dolore immenso dopo la perdita di sua sorella. Non ha intenzione di perdere altro, così non cerca nulla: né amiche, né una compagnia sentimentale, e si aggrappa al lavoro con tutte le sue forze. Vedere la sua trasformazione, dopo l’incontro con Eugènie, mi ha fatta sciogliere, come le sue convinzioni.

"Mi sembra chiarissimo da quando sono dall’altra parte, da quando dormo in quei letti che prima mi facevano orrore. Non mi sento vicina alle donne che stanno qui, ma ormai le vedo come sono. Non so se andrò via di qui presto o non ne uscirò mai. Dubito che la libertà sia là fuori. Ho trascorso fuori da queste mura la maggior parte della mia vita, e non mi sono sentita libera.”

La scrittura della Mas è priva di fronzoli, dritta al punto, dritta al cuore. Si percepisce la dolcezza ingenua di Louise, la saggia rassegnazione di Thérèse, il dolore sordo di Geneviève e la voglia di sapere, crescere e scoprire della rivoluzionaria Eugènie.

Su Prime Video è disponibile anche la trasposizione filmica del romanzo, ma purtroppo non mi ha convinta per nulla, da alcune scelte attoriali alla modifica della trama, ma non vi dirò nulla per non rovinarvi l’eventuale sorpresa. Vi basta sapere che ho amato il libro.

Mi sbilancio: 5 tazzine colme colme.

Melz


Photo credit: @themarvelousmrsmelz

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