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mercoledì 19 novembre 2025

Recensione: "Tre dita" di Massimo Canuti (a cura di Ms Rosewater)

Buongiorno, lettor*! ^^
Oggi spazio a una nuova recensione della nostra Ms Rosewater, che ha letto Tre dita, di Massimo Canuti, edito Uovonero. Una storia di formazione, ambientata nella Seconda Guerra Mondiale, sul figlio di un noto scultore italiano che rende omaggio al padre. Un romanzo che parla di guerra, disabilità e amicizia, basato su una storia vera. Scoprite l'opinione di Ms Rosewater e lasciateci un commentino, se vi va ;)

Tre Dita
di Massimo Canuti


Prezzo: 16,50 € (cop. flessibile)
Pagine: 192
Genere: narrativa ragazzi
Editore: Uovonero
Data di pubblicazione: 19 settembre 2025
Acquista su: IBS, laFeltrinelli (link aff.)

"Tre dita" è un romanzo di formazione ambientato durante la seconda guerra mondiale, che racconta la storia di Nado, un ragazzino di undici anni che vive nel piccolo paese di Bettolle, in Toscana. La narrazione, intrisa di ironia e malinconia, segue le vicende di Nado, segnate da un evento drammatico: l'esplosione di una bomba che gli porta via sette dita. Questo incidente diventa il simbolo della sua lotta per crescere e trovare un senso in un mondo sconvolto dalla guerra.

Massimo Canuti
ha realizzato un desiderio di molti, scrivere un libro con protagonista il proprio papà, ripercorrendo una parte della sua infanzia, decisiva per l'uomo che diventerà.
È entusiasmante parlare di qualcuno che conosciamo e amiamo, dal quale abbiamo appreso molti dei fatti narrati (Canuti puntualizza di aver preso spunto dalla realtà, alla quale ha aggiunto elementi inventati), ma anche insidioso: con un carattere “immaginario”, per quanto sia parte di noi, manca il legame determinante che c'è con una persona con la quale condividiamo una relazione al di fuori della pagina scritta, permettendoci di mantenere la giusta distanza e rinunciare a un'eccessiva indulgenza e protettività nei suoi confronti.

Tre DitaNado Canuti (che da grande sarebbe diventato un noto scultore), nato in una piccola frazione di Sinalunga, chiamata Bettolle, nella provincia di Siena. Durante gli ultimi anni del secondo conflitto mondiale, i tedeschi occuparono Bettolle e vi stabilirono un presidio. Nado è un bambino vivace e spensierato, ha un gruppo di amichetti che frequenta assiduamente e con loro combina scherzi a ogni occasione. La sua mamma è una sarta, fervente cattolica che passa moltissimo tempo a pregare, mentre il papà (non altrettanto devoto) ha un piccolo saponificio artigianale. La guerra sembra lontana dal mondo dei bambini: c'è il razionamento, l'Italia è governata da un regime autoritario, il preside della sua scuola aderisce ai valori del governo fascista, ma Nado è convinto che tedeschi e italiani siano buoni alleati e che i primi non farebbero mai nulla di male a lui e alla gente di Bettolle; anche quando la vita gli riserva non poche brutte sorprese, fatica ad accettare la forma che il suo mondo sta assumendo (o ha avuto da quando Mussolini è salito al potere in Italia). Per lui, salvato da un soldato tedesco che lo ha portato in ospedale quando una bomba gli è esplosa letteralmente in mano trasformandolo in Tre Dita, comprendere le dinamiche del conflitto e il perché dei diversi schieramenti non è facile: dopotutto, a casa il pane - per quanto poco - non manca mai, Bettolle non è mai stata bombardata, i soldati occupanti sono ragazzi che giocano a calcio nel campo della scuola, e il perché alcuni uomini spariscano dal paese per recarsi nei boschi è un mistero.

Nelle intenzioni dell'autore, il libro doveva probabilmente essere non solo il racconto dell'infanzia del padre in un difficile bilanciamento tra persona e personaggio, ma anche dell'assurdità dei conflitti nonché la crescita e la presa di coscienza di Nado, la fine dell'infanzia e il diventare grande. Una trasformazione dolorosa e necessaria, simboleggiata proprio dalla drammatica perdita fisica. La metamorfosi inizia proprio con l'esplosione, da lì sarà un progressivo crollo a cui seguirà la ricostruzione di un universo in cui Nado lascia il posto a Tre Dita. Un progetto ambizioso, che rimane in parte incompiuto a causa della voce del protagonista che non raggiunge una propria unicità, un carattere riconoscibile. Nella letteratura per ragazzi i termini vengono semplificati per renderli digeribili al giovane pubblico che ancora non conosce determinati elementi storici. Vengono alleggeriti alcuni particolari (ricordo il bellissimo Irma Kohn è stata qui, di Matteo Corradini, recensito qualche anno fa, in cui una vicenda forse più estrema è stata resa in modo chiaro senza ricorrere a eccessive spiegazioni storiche), si utilizzano ellissi che fanno intuire di cosa si parla pur non nominandola direttamente, attraverso la descrizione di quanto vede il bambino e a cui il lettore arriva a dare significato.

Canuti però fa un uso continuo ed esagerato di queste tecniche, ottenendo un effetto quasi omertoso. Tre Dita vede gli effetti spaventosi della guerra prima di tutto su sé stesso, ma li nega dandosi spiegazioni eccessivamente infantili per la sua età; è forzatamente innocente, come quando non capisce la battuta volgare di un amico del suo gruppo di amici che paragona i fichi a parti del corpo femminile o quando supera con eccessiva filosofia la perdita di una mano e due dita (e altri eventi drammatici), come se bastasse andare avanti per superare il trauma. Uno dei suoi amici si unisce alla Resistenza, ma Tre Dita sembra ignorare di cosa si tratti. In sintesi, il protagonista racconta come un bambino più piccolo della sua età, evita addirittura di nominare Hitler, un nome che fa paura e potrebbe suscitare troppe domande da parte dei giovani lettori, preferisce dargli un soprannome, “il baffetto”.

Pure il tema della disabilità viene aggirato. Infatti, dopo il suo incidente, Nado non sembra accusare il colpo, continua a vivere come se niente fosse. Solo in due occasioni descrive un rapportarsi agli oggetti diverso da quello dei compagni e fa cose che (ammette lo stesso Canuti) non sarebbero state possibili a un bambino con sole tre dita; tuttavia, nessuno dei suoi amici gli fa da domande, nessuno vuole parlarne. In termini psicologici potremmo parlare di negazione.

Tre Dita, poi, ha la funzione di un narratore onnisciente che è a conoscenza del futuro di Nado: per questo motivo, che parli con la voce di un bambino suona stonato.

Nonostante questi punti deboli, non si può bocciare totalmente Tre Dita, perché è bello parlare del proprio papà, l'affetto dell'autore è trasparente, e questa storia con più coraggio potrebbe essere davvero un libro bellissimo. Nado Canuti è un personaggio da conoscere, online troverete diversi video e interviste che raccontano la sua vicenda e mostrano le sue opere.

Ringrazio Uovonero per avermi inviato il libro.

Ms Rosewater


Photo credit: @lisapavesi

lunedì 17 novembre 2025

Recensione: "L'ultima ora tra i mondi" di Melissa Caruso

Buongiorno, lettor*! Come state? ^^
 Rieccoci, finalmente, con una nuova recensione. L’avevo pronta da un po’, ma tra una cosa e l’altra non ero ancora riuscita a mettermi al pc e programmare il post. Ho letto L’ultima ora tra i mondi qualche mese fa, iniziando prima ad ascoltare l’audiolibro e completando poi la lettura sul cartaceo. Questo volume mi è stato caldamente consigliato dalla mia cara amica Francesca (che mi ha anche regalato la bellissima edizione da collezione di Illumicrate *-*) e non potrei che esserle più grata perché l’ho adorato. L’ultima ora tra i mondi, di Melissa Caruso, pubblicato da Fazi Editore, è stata un’avventura incredibile. Non mi aspettavo assolutamente un fantasy con un worldbuilding tanto elaborato e affascinante, di certo è qualcosa che si distingue nel panorama attuale traboccante di Romantasy con worldbuilding quasi piatti o inesistenti. Dimenticate i soliti cliché e lasciatevi trasportare da una lettura a dir poco adrenalinica.

"Ciò che è più antico della morte non può morire."

L'ultima ora tra i mondi 
di Melissa Caruso

Prezzo: 8,49 € (eBook) 19,00 € (cop. flessibile)
Pagine: 471
Genere: mystery fantasy
Editore: Fazi Editore
Data di pubblicazione: 19 novembre 2024
Acquista su: IBS, LaFeltrinelli (link aff.)

È la vigilia del nuovo anno e, dopo settimane passate in casa con la figlia appena nata, Kembral Thorne, membro in congedo della gilda dei Segugi, si prende una serata libera per andare a uno sfarzoso ballo, a cui parteciperanno tutte le personalità più in vista della città di Acantis. Nonostante la stanchezza per le notti insonni, Kem tenta di godersi la festa e di ignorare la presenza di Rika, attraente spia dagli occhi grigi e penetranti e sua acerrima nemica. Quando però gli invitati iniziano a morire e i rintocchi di un antico orologio a pendolo fanno precipitare la realtà Alfa in una serie di dimensioni parallele sconosciute e pericolose, Kem sarà costretta a prendere in mano la situazione. E per salvare la città dall’imminente catastrofe e sconfiggere lo spaventoso cavaliere dagli occhi d’argento dovrà contare proprio sull’aiuto di Rika. Con il ritmo incalzante di una spy story, in L’ultima ora tra i mondi Melissa Caruso ci trascina tra inquietanti mondi paralleli e sontuosi balli dalle atmosfere vittoriane, costruendo un meccanismo diabolico e misterioso che terrà il lettore incollato fino all’ultima pagina.

"Forse ero morta anch'io. Forse eravamo morti tutti insieme."

Melissa Caruso sa davvero il fatto suo e non nego che il suo romanzo d’esordio, L’ultima ora tra i mondi, sia volato in alto nelle mie classifiche personali di libri preferiti, perché è riuscito a stupirmi come pochi. La storia mescola indagini e realtà parallele e, come è possibile immaginare, tiene incollat* alle pagine con la dannata voglia di scoprire di più. Il mondo creato dall’autrice è artificioso e, allo stesso tempo, intrigante. Per gran parte del tempo vi ritroverete a pensare “ma cosa cavolo sto leggendo?”, eppure non sarete in grado di staccare gli occhi. Sembra tutto assurdo e sopra le righe ma non manca mai di avere un suo fondamento, e si può dire che non vi farà mai annoiare. L’autrice, infatti, mantiene sempre alta l’attenzione, grazie a dei costanti cambiamenti all’interno del worldbuilding, che si ha voglia di scoprire mano a mano che si procede con la lettura. 

La storia si apre su uno spettacolare e sontuosissimo ballo, in una realtà definita Alfa. Qui Kembral, la nostra protagonista, è un Segugio in congedo materno che ha deciso, per una sera, di concedersi una pausa dalla sua frenetica e impegnativa quotidianità, fatta di allattamenti, cambi pannolini e notti insonni. Vi dico sin da subito che, per forza di cose, ho molto empatizzato con la protagonista. Non capita tutti i giorni di trovare in un fantasy una madre che viene descritta con tutti i sacrosanti problemi di una madre. La sua caratterizzazione è così ben fatta e veritiera che ho proprio pensato l’autrice parlasse quasi di me. Il suo desiderio di staccare da una realtà che sente di amare ma allo stesso tempo le pesa fortemente addosso, è qualcosa che ho provato spesso anche io (e che, molto probabilmente, prova ogni madre al mondo). Kembral, va detto, è anche una madre single e le responsabilità che si porta dietro non fanno che renderla un personaggio ancora più coinvolgente. 

"Non dovevo a Emmi niente di meno che il mio vero io."

Alla festa succederà qualcosa che richiederà il suo immediato intervento, perché lei è l’unica capace di eseguire alcune tecniche di trasporto tra una dimensione e l’altra e forse solo grazie al suo coraggio si potrà evitare una catastrofe. Divisa tra il dovere di Segugio e il desiderio di mollare tutto e correre tra le braccia della figlia, Kembral cederà al suo istinto più recondito, lasciandosi trascinare in un gioco pericoloso e pieno di incognite, ma restando sempre ancorata alla sua realtà. L’adrenalina che ha sempre contraddistinto il suo lavoro le farà ricordare quanto le piaccia essere un Segugio e quanto le manchi lavorare, eppure neanche per un secondo dimentica che adesso è responsabile di una piccola vita e quel pensiero le ronza continuamente nella testa, portandola a fare le scelte più assennate possibili. Kembral è una protagonista, sì, coraggiosa, ma anche saggia, scaltra e attenta. Una protagonista matura, che ci pensa due volte prima di lanciarsi in qualcosa di azzardato, che ci rinuncia, se deve, o che lo affronta con la giusta prudenza, se c'è in gioco la vita di molte persone, la sua, quella della sua piccola Emmi, dei suoi amici o quella di Rika.

Rika appartiene a una fazione diversa rispetto a Kembral, ovvero ai Gatti. I Gatti sono furtivi, ammalianti, misteriosi e sanno agire di soppiatto. Con Kembral, si intuisce da subito, ci sono questioni in sospeso. Le due si conoscono da tempo, ma l’ultima volta che hanno avuto dei contatti non è finita molto bene. Non si può negare però che tra le due scorra una tensione sottile, quasi elettrica, che le fa stare in guardia per un po’, fino a un anelato confronto che cambierà le carte in tavola. Di Rika ho apprezzato che, proprio come un gatto, riesce ad avere sempre un atteggiamento guardingo ed enigmatico ma, a dispetto di quanto si possa pensare, è una persona leale e protettiva. Che nasconda dei segreti è ben chiaro da subito, ma lo è altrettanto il suo affetto per Kembral, sebbene lo sappia celare dietro un'aria burbera e delle battute concise. Non vi aspettate una storia d’amore spicy da far ribollire gli ormoni. In questo libro è presente un po' di romance ma non è preponderante ed è ben amalgamato a tutto il resto, senza mai diventare smielato, malizioso o inverosimile. L’autrice, infatti, tiene sempre conto delle situazioni di vita delle protagoniste, mettendole nel piatto insieme agli altri ingredienti. Non mi ha mai dato l'impressione che le snaturasse per rendere la storia d’amore più eccitante, o che forzasse le cose tra di loro per attenersi a determinati cliché. Qui a padroneggiare sono i piccoli gesti, un tocco di dita, uno sguardo, una mezza parola, un ricordo condiviso. Sicuramente è lo slow burn che meritavo e sono contenta di averlo trovato, perché è uno dei trope che mi fa più piacere leggere. 

"C'era così tanto dolore ancora irrisolto tra noi."

In tutto ciò, mettiamoci pure che c’è un gioco in corso tra potenti creature che vogliono stravolgere le sorti del loro mondo. Mettiamo pure che a ogni rintocco della mezzanotte qualcuno muore e si precipita tutti in una realtà parallela, detta Eco. E, infine, mettiamo che più Eco si attraversano e più pericoloso diventa lo scenario intorno a te. Ad ogni Eco in cui si scende, il mondo sembra sempre sgretolarsi un po’ di più. E qui l’autrice, vi garantisco, ha lasciato andare a briglia sciolta la sua fantasia, inventandosi di tutto ed è stato talmente bello scoprire cosa si fosse inventata per l’Eco successiva che, ahimè, non pensavo affatto che tutti quei viaggi interdimensionali dovessero prima o poi terminare. Era troppo eccitante! Sebbene il luogo in cui è ambientata la storia sia fondamentalmente lo stesso, Caruso è riuscita a dargli sempre una linfa nuova e diversa, fino a diventare via via più inquietante e macabro, della serie che… Shining, scansate proprio :D Non voglio rivelare troppo, anche perché, come già detto, è tutto un susseguirsi di scenari che si alterano e di sorprese, ma posso dirvi che difficilmente riuscirete a mettere via il libro, perché avrete solo voglia di proseguire con la lettura e scoprire cos’altro abbia in serbo per voi e come tutto finirà.

"Se si scendeva di una sola: be' era quasi come Alfa, il nostro strato della realtà- A due, la situazione si faceva strana, tre era già surreale e tutto ciò che andava oltre precipitava rapidamente tra l'inquietante e il pericoloso, fino all'incubo puro."

Nel caos generale degli eventi, Kembral e Rika avranno a che fare con molti altri personaggi. Qualcuno è riuscito a restarmi più impresso, altri un po’ meno. Penso l’autrice si sia concentrata fin troppo sul pazzesco worldbuiding e un po’ meno sui personaggi secondari, ma del resto la storia funziona benissimo anche così. Scorre bene, fa emozionare, ti elettrizza. Lo stile è elegante e ben definito, il ritmo fortemente incalzante. Nonostante la fatica iniziale nel capire cosa stia succedendo e perché, presto si riesce a mettere insieme i pezzi del puzzle e a comprendere tutto o quasi tutto. La storia ha le fattezze di un mystery in piena regola e, insieme a Kembral e Rika, si cercherà di scoprire cosa si cela dietro lo scompiglio della festa, dietro le morti misteriose e dietro gli intenti degli Echi, che usano gli esseri umani come pedine su una scacchiera di morte

"Echi potenti, che non potevano farsi del male a vicenda, affrontavano i loro conflitti tramite sfortunati intermediari umani, in una qualche assurda gara."

Ho semplicemente adorato questa storia, che ha il sapore di una lettura innovativa e tratta tematiche che forse neanche ti aspetteresti in un fantasy di questo tipo. L’ultima ora tra i mondi è un romanzo che merita molta più attenzione di quanta ne abbia ricevuta, una storia entusiasmante, con una protagonista diversa dal solito e, per una volta, realmente matura e credibile. Una storia magica, avvincente, imprevedibile, che si è lasciata divorare e si è guadagnata un posto d’onore tra le letture migliori che abbia fatto quest'anno. Leggete questo libro!
Fonte immagini: Pinterest

martedì 21 ottobre 2025

Recensione: Podcast "Sputiamo su Holden" (a cura di Ms Rosewater)

Buongiorno, lettor*! Come state? ^^
Dopo la recensione di una web novel da parte di Marika, Coffee&Books vuole nuovamente regalarvi qualcosa di nuovo. Oggi, infatti, la nostra Ms Rosewater ci parla di un podcast molto interessante e dalle tematiche attuali. Si tratta di Sputiamo su Holden, di Mariella Martucci. Se non lo conoscete, leggete qui sotto e fateci sapere nei commenti la vostra opinione ;)

Podcast “Sputiamo su Holden” 
di Mariella Martucci

Non potevo resistere a un titolo del genere: perché tutti lo osannano, tutti ne parlano bene, ma a me Holden Caulfield non ha mai convinto, benché abbia letto Il giovane Holden tre volte, anche in lingua originale, lo dimentico appena ho finito l'ultima pagina, tanto per dire quanto mi appassiona. Mariella Martucci, autrice e traduttrice, nei suoi libri cerca di contrastare gli stereotipi verso il genere femminile e a un certo punto della vita si è resa conto che tutti i libri importanti della sua vita erano stati scritti da uomini, e che il punto di vista che si era formato era essenzialmente maschile.

Aveva, come dice lei, “dimenticato sé stessa”. Fino a quel punto, uno dei libri più importanti - forse il più importante - della sua vita era stato proprio il romanzo di J.D. Salinger, che da adolescente ha letto più e più volte, ma acquisita una nuova consapevolezza, ha cominciato a guardarlo sotto una nuova luce, individuandone gli elementi critici.

Dopo questa epifania, ha preso una decisione radicale, abbandonato gli autori per dedicarsi esclusivamente alle autrici e ricostruire il proprio immaginario. Una scelta netta, forte, interessante: Martucci si concentra su libri che spesso vengono trascurati o relegati agli scaffali dei “sentimentali” perché scritti da donne. È abbastanza palese infatti che nei confronti della letteratura femminile perseveri un certo pregiudizio, ma è sempre più evidente quanto sia infondato. Autrici come Cristina Stead, Shirley Jackson, Patricia Highsmith, la grandissima Flannery O'Connor (tanto per citare le prime che mi vengono in mente) hanno costruito ognuna uno stile personalissimo ed efficace, dimostrando ampiamente non solo il loro valore letterario, ma una sincerità narrativa, una franchezza che non si veste, come nel caso di narratori uomini, di pomposa retorica, la loro scrittura trasmette il disincanto di un genere perseguitato che conosce il lato oscuro per averlo subito da sempre.

In ogni puntata la scrittrice analizza un'autrice e un suo libro, raccontando episodi personali così da evidenziare il collegamento non solo con la propria esperienza, ma con temi connessi all'evoluzione della condizione femminile.

Le statistiche ci dicono che le donne leggono più degli uomini e a fronte di questo dato le case editrici dedicano al pubblico femminile pubblicazioni commerciali che spesso puntano su stereotipi superati (lo shopping, le storie d'amore) e probabilmente saranno dimenticate nel giro di una, massimo due generazioni. Questi libri propongono modelli femminili convenzionali, o addirittura normalizzano la violenza sulle donne (in redazione abbiamo discusso recentemente del caso di Alchemised) romanticizzando la mascolinità tossica.

In questo quadro, Sputiamo su Holden mostra una via di qualità alla letteratura femminile, fatta di libri che contribuiscono a costruire pensiero e identità e allargano gli orizzonti di tutti i lettori.

Sputiamo su Holden è un podcast indipendente con musiche originali, ha un buon ritmo e un carattere da fanzine punk, senza siglette stucchevoli a dividere i vari capitoli, cosa che lo rende - a mio parere - molto gradevole. Al momento sono presenti una puntata zero, in cui viene spiegata la genesi del podcast, e due puntate dedicate rispettivamente a Silvia Plath e Jamaica Kincaid. Ogni mese sarà pubblicata una nuova puntata. Lo trovate su diverse piattaforme podcast, tra le quali Spreaker, Apple Podcast, radio.it.

P.S.: Sto rileggendo Il giovane Holden per vedere se conferma i miei ricordi...

Ms Rosewater


Fonte immagini: radio.it

venerdì 10 ottobre 2025

Recensione: "Book Boyfriend" di Angela Contini (a cura di Marika)

Ben ritrovati su questi canali, Coffeeaholics del cuore!
 Come state trascorrendo le prime giornate d'autunno? Qui, tra momenti altalenanti di sole e di fresco e una quotidianità che non manca a giri di giostra, finalmente possiamo dire di aver dato inizio alla stagione delle tisane, copertine calde e letture a più non posso. Dunque, eccomi a scrivervi e a raccontarvi di Book Boyfriend, la nuova web novel, scritta da Angela Contini in esclusiva per Narae Italia. 

E a proposito di quest'ultima, concedetemi una piccola digressione in cui vi spiego di cosa si tratta. Cari lettori, in parole semplici, Narae altri non è che un'app, più precisamente una start-up del Gruppo Mondadori in cui vengono pubblicate - a puntate - web novel romance con diverse sfumature, tra cui anche spicy. Ma come funziona? Bisogna scaricare l'app, iscriversi e scegliere le web novel da leggere a puntate con cadenza bisettimanale (o più frequente). Il costo, ovviamente, varia in base alla storia scelta e agli episodi letti. Nel caso di Book Boyfriend, io ho avuto il piacere di leggerlo in anteprima, versione integrale, motivo per cui posso parlarvene con una visione totale, senza spoiler. 

Book Boyfriend
di Angela Contini

Genere: fantasy romance
Editore: Narae Italia, Gruppo Mondadori
Data di pubblicazione: 25 settembre 2025

Holly si ritrova catapultata dentro un romance pieno di cliché che detesta. L'unico modo per uscirne? Vivere la storia d'amore fino in fondo. Peccato che il protagonista sia un CEO perfetto e insopportabile...o forse no. Tra ironia, scontri e sorprese, dovrà capire se dietro le pagine c'è solo finzione o anche la chiave per un vero lieto fine.

Tutto ha inizio a New York dove abita Holly, una ragazza qualunque che vive la sua vita come ogni fangirl che si rispetti: ama leggere, vedere serie tv, sognare ad occhi aperti, e immaginare scenari. È determinata, coraggiosa, e non si lascia abbattere da nulla, nemmeno un ipotetico, ennesimo licenziamento. Nulla che non si possa risolvere con una buona dose di gelato, cinema e libreria. Meglio se accompagnati da Felicity, la sua migliore amica, compagna di avventure e disavventure. E proprio in una di queste grandi giornate all'insegna della pace mentale e del relax, entrambe decidono di entrare in una libreria alquanto stramba, appartenente a una donna di nome Madame Isadora. Una personalità sopra le righe che senza troppi giri di parole consegna un libro misterioso a Holly. Un libro diverso da quelli conosciuti, scritto da una persona anonima e con una vera e propria anima, tutta sua. Difatti, è un volume senziente, caparbio e indisponente che decide delle sorti non solo dei protagonisti del libro, ma della stessa lettrice che durante la lettura del primo capitolo, in pigiama e struccata, viene catapultata al centro di una Manhattan fittizia, davanti a un auto che sta quasi per investirla. Da quella vettura infernale, esce nientepopodimeno che un uomo, bello senza dubbio ed evidentemente scioccato da una pazza di nome Holly. Comincia così l'avventura di una lettrice che per una serie di eventi viene catapultata puntualmente all'interno di una storia che a sua volta si svolge in una redazione appartenente a Ryan Myles, sfortunatamente non solo il suo capo, ma anche l'uomo che l'ha quasi investita. 

Capitolo dopo capitolo, Holly convinta di essere la famosa second-lead, ovvero colei che osserva i protagonisti e ne fa il tifo (in questo caso Ryan e una bionda tutta curve e poco cervello) si ritroverà invischiata in vicende, gelosie, gare d'amore, articoli di tartarughe e losche questioni dettate dalla vena thriller-mystery di un'autrice che ha visto fin troppi k-drama ed è ignara di tessere i fili di vite non proprio meramente di carta. Holly ben presto si renderà conto di essere divenuta ormai la protagonista per eccellenza di una storia che la risucchia e la risputa fuori sempre più spesso e di aver consapevolmente attivato la coscienza di Ryan che dal canto suo, non è un personaggio 2D, senza spessore e che si limita a seguire una trama delineata; al contrario, è un'anima intrappolata tra le righe di una storia che non solo ha ogni singolo elemento narrativo tipico di un romantasy, ma desidera amare, esistere, e liberarsi di un mondo illusorio. Cominciano così corse contro il tempo, fasi lunari, crossover allettanti, sovversioni dello spazio temporale e sentimenti talmente potenti da far tremare persino la penna e la carta. Riusciranno Holly e Ryan a creare una nuova realtà? E in che modo? Con il suo stile inconfondibilmente incalzante e il suo linguaggio diretto, Angela Contini, decide stavolta di vestire sia i panni della lettrice scatenata, sia quelli dell'autrice febbricitante in piena inondazione creativa. Si fa portavoce di tutti gli appassionati della letteratura che spesso vorrebbero catapultarsi nelle storie per viverle, respirarle e, perché no, fondersi con esse, e lo fa a modo suo, provocando i suoi stessi lettori con una domanda che lampeggia ad ogni riga: "Fin dove sareste disposti a spingervi pur di fare vostra questa storia e rompere le barriere tra realtà e finzione?".
 
I protagonisti poi, sono un bel rompicapo: da un lato troviamo Holly, che apparentemente può sembrare l'amica fangirl che conosciamo tutti. Esuberante, eclettica, insomma, un vulcano di energie. Ha persino un gatto di nome Draco, soprannominato così per onorare il famoso Malfoy. Si rivela poi essere una vera e propria eroina della sua stessa storia, capace di sovvertire le regole e di dare voce alla celebre frase del film di Dracula girato da Coppola: "Ho attraversato gli oceani del tempo (e in questo caso - dello spazio) per (ri)trovarti". La sua controparte maschile invece, Ryan, è l'emblema di tutti quei personaggi amati e profondi che bucano le pagine, e strappano l'anima del lettore. Di tutte quelle figure che vorremmo tirare via dalle parole e portarle nella nostra realtà perché fin troppo umane, a tratti fragili, e sensibili. 

Questa storia, ha sicuramente dell'incredibile e racchiude tematiche che accompagnano la vita di ogni essere umano, come: i legami profondi che destabilizzano le leggi dell'universo, lo spazio sicuro che si crea tra lettore e storia, la visceralità di vicende che dapprima non ci appartengono per poi divenire parte della nostra anima. In conclusione, è un romanzo che dona hype e un rollercoaster di emozioni dalla prima all'ultima pagina.
Voto: 5 tazzine di pumpkin spice latte.
Fonte immagini: Pinterest

giovedì 9 ottobre 2025

Recensione: "Il vasto territorio" di Simón López Trujillo (a cura di Ms Rosewater)

Buongiorno lettor*, come state? ^^
Siete pront* a una nuova recensione? La nostra Ms Rosewater riesce a puntare titoli sempre più interessanti, e stavolta è incappata in un'uscita Mercurio Books molto particolare. Si tratta di Il vasto territorio, di Simón López Trujillo, una storia ambientata in Cile che ha come protagonista un fungo parassita che devasta il mondo. Scoprite tutto nella recensione che segue e non dimenticate di lasciare un commento e farci sapere cosa ne pensate del libro. Buona lettura! ^^

Il vasto territorio 
di Simón López Trujillo

Prezzo: 9,99 € (eBook) 15,00 € (cop. flessibile)
Pagine: 136
Genere: narrativa contemporanea
Editore: Mercurio Books
Data di pubblicazione: 31 gennaio 2025

A Curanilahue, in Cile, la vita silente del sottosuolo sta lentamente trasformando tutto ciò che tocca. Da sotto il terreno filamenti bianchi, come cavalieri della fame e della morte, salgono e si inerpicano su alberi, uomini, animali. Un odore acre succhia tutta l’aria. Intanto, Pedro Marambio lavora in un’azienda forestale; da quando è morta sua moglie a lui sono rimasti solo i figli: Patricio, con i suoi sudoku, e Catalina, con le sue collane di fiori di eucalipto. Dall’altra parte del mondo, Giovanna, dottoranda impegnata in ricerche di Micologia a Manchester, viene richiamata in Cile per studiare un fungo dal comportamento anomalo. Tutte queste vite si toccheranno quando Pedro inalerà le spore esalate dalle viscere della terra e, al risveglio da un coma profondo e sognante, una setta religiosa riconoscerà in lui il nuovo messia. Tutto questo, però, è solo un riflesso, un’eco che risuona sopra il terreno. Sotto, i funghi si estendono per chilometri, comunicano, scambiano segnali elettrici e proteici, tanto da bucare il suolo e infestare la vita, da bucare la pagina e parlare con voce fantasmatica ai personaggi e al lettore. Ne "Il vasto territorio", Simón López Trujillo si muove tra ecologia e realismo sociale, inscena un’apocalisse per interrogarsi sul disboscamento, sui suoi effetti e sulle risposte dell’uomo alla crisi ambientale. E lo fa con un’immaginazione di rara potenza, annunciando inedite forme di convivenza tra le specie.

Forse non saranno le guerre ad azzerare l'umanità, forse - e dopo il Covid ne sono ancora più convinta - sarà qualcosa molto piccolo, innocuo, ad esempio una pianta, una muffa o un fungo, acquattato nel sottobosco e pronto al salto di specie.

Il protagonista di questo romanzo breve è in effetti il Cryptococcus Neoformans, un fungo parassita che infesta uomini e animali: come il micidiale Cordyceps nel videogioco e relativa serie The Last of Us prende possesso di un corpo e lo colonizza, portandolo quasi sempre alla morte. L'operaio forestale Pedro Marambio inala le spore del Cryptococcus mentre taglia grandi piante di eucalipto, il suo organismo ha una violenta reazione e l'uomo cade in coma. Miracolosamente, sopravvive agli effetti immediati della contaminazione, ma questa prosegue, silenziosa, inarrestabile.

Nella visione evocata da Simón López Trujillo il nostro presente, e ancora di più il futuro che ci attende a breve, sono apocalittici, causati dalla macchina apparentemente inarrestabile del capitalismo, divoratrice dell'ambiente e generatrice di profitti destinati a pochi, e dalla distruzione delle foreste millenarie (qui siamo in Cile ma potrebbe essere il Brasile o qualsiasi lembo di terra non ancora costruito) attuata da operai locali. Colpevoli incolpevoli, privi di alternative economiche, tagliando gli alti eucalipti recidono il proprio legame con la Terra impoverendo la loro stessa comunità, inghiottita dallo sfruttamento e dalle merci.

Il temibile fungo che vive sopra e nel profondo di quel terreno è simbolo ambivalente, dell'ultra capitalismo che svuota l'umanità dall'interno, e della vendetta di una Natura continuamente amputata e umiliata dall'uomo.

Anche la religione ha il suo posto in questa rappresentazione: corrotta dallo stesso male del profitto, è pronta a fare degli eventi uno strumento al proprio servizio. Il sopravvissuto diviene oggetto di un culto neo-messianico, senonché le sue parole non sono dettate da un'estasi mistica, ma dal collasso del suo corpo invaso dal fungo.

La malattia di Pedro porta alla deriva la sua famiglia, già traumatizzata dalla perdita della moglie: i figli, un adolescente e una bambina, sono abbandonati a loro stessi, rappresentazione di un'umanità futura (e presente) allo sbando, inselvatichita e indolente. Chiusi in una casa sudicia e cadente, smettono progressivamente di preoccuparsi e si adattano al lento ma inesorabile disfacimento del proprio mondo e di ogni cura di sé.

L'atmosfera ribolle di presagi spaventosi, i segni sono visibili e sempre più frequenti. Man mano che la replicazione del fungo procede il racconto sembra disfarsi, cadere a pezzi, la lingua si frammenta in note e corsivi, si affolla delle voci di vivi e di morti, dall'uno alla moltitudine, in una progressiva accelerazione che culmina in un finale forse prevedibile ma ugualmente spaventoso. Trujillo avrebbe potuto facilmente risolvere il romanzo in chiave Sci-Fi, rinunciando all'elemento profetico, ha invece optato per immagini organiche, affini all'estetica mutante di alcuni manga (Akira, Kenshiro, Tetsuo), forti, capaci di veicolare visivamente la storia e colpire la fantasia dei lettori.

In un numero fin troppo esiguo di pagine (136 appena) sono concentrati gli incubi di questo tempo che ci toglie il sonno e forse non sorprende scoprire che la stesura del romanzo iniziò durante la pandemia di Covid, quando il sentire comune era di continuo pericolo, ossessione del contagio, terrore del contatto di inalare un virus che poteva crescerci dentro e impossessarsi del nostro corpo. E soprattutto, quando abbiamo avuto l'occasione di vedere come sarebbe il mondo senza di noi, libero dalla pressione e dallo sfruttamento continuo e mortale che ne facciamo.

In un momento in cui l'arte sembra aver perso la capacità di connettersi al presente imponendo questioni e provocando dibattito, Il Vasto Territorio rappresenta un'eccezione, i suoi molteplici piani narrativi rivelano altrettante chiavi di lettura sociologiche, filosofiche, politiche.

Vi consiglio di tenere d'occhio la casa editrice Mercurio, oltre a questo libro propone diversi titoli interessanti e bizzarri.
4 tazzine (perché poteva anche essere più lungo).


Ms Rosewater


Photo credit: @lisapavesi

lunedì 6 ottobre 2025

Recensione: "Avvento nella Radura Incantata" di Antonella Arietano

Buongiorno, lettor*! ^^
Oggi recensione di un libro di cui vi ho già parlato nei giorni scorsi, in occasione del booktour (intervista all'autrice QUI), cioè Avvento nella Radura Incantata, di Antonella Arietano. Si tratta di un libro per bambini che contiene quattro racconti che fanno assaporare la perfetta atmosfera natalizia, un libro adatto a ogni età, che ci porta a vivere insieme la magia delle fiabe e quella del Natale. Cosa volere di più? *-* L'evento è in collaborazione con Ultime dai libri. Ringrazio l'autrice per la copia del libro in anteprima, in cambio di una recensione onesta.

Avvento nella Radura Incantata
di Antonella Arietano, illustrazioni di Carlotta Marricco

Formato: brossura
Misure: 22 x 22 cm
Pagine: 74
Prezzo: 15,50 € (cop. flessibile)
Genere: narrativa per l'infanzia, racconti illustrati
Data di pubblicazione25 settembre 2025
Link per l'acquistoAmazon

Nella Radura Incantata le Streghe del Nord si preparano ai festeggiamenti natalizi, ma imprevisti e misteri non mancano: la Strega della Fonte deve risolvere l’enigma del Fiume Canterino, che ha smesso di scorrere; le streghe Priscilla e Drusilla devono aiutare il gigante Gedeone, che rischia di restare senza albero di Natale; il folletto Martin sogna di incontrare finalmente il suo famiglio; e un ospite inatteso semina lo scompiglio nel Villaggio delle Streghe del Nord. Quattro avventure piene di sorprese, illustrate a colori, che culminano in un finale capace di scaldare il cuore. Ad arricchire l’esperienza, un calendario dell’Avvento online accessibile tramite QR code, che rende la lettura ancora più coinvolgente e interattiva.

Avvento nella Radura Incantata
è un viaggio dolce e super cozy in un luogo fatto di magia e armonia. L’ambientazione invernale e fatata si accompagna alla preparazione di una delle feste più amate in assoluto, il Natale. Anche nella Radura Incantata, dove vivono Fate, Folletti e Streghe si aspetta con impazienza e gioia questa occasione e ognuno fa del suo meglio per rendere la festa speciale. Il libro è suddiviso in quattro brevi racconti, ma tutti accomunati dagli stessi personaggi, dallo stesso spirito festoso, dallo stesso affiatamento. Le creature, infatti, rappresentano una grande famiglia, si aiutano a vicenda, collaborano, ognuno usando i propri talenti o poteri. Capita, però, che anche in un luogo così sereno e pacifico succeda qualcosa che scombussoli l’equilibrio e la pace. Nel primo racconto, infatti, le creature della Radura Incantata dovranno capire perché la fonte della loro magia, un fiume che attraversa la valle in cui abitano, si sia prosciugato. Improvvisamente, proprio in prossimità del Natale tanto atteso, Streghe, Fate e Folletti si ritrovano senza alcuna magia e dovranno trovare il modo di far andare avanti le cose nella maniera più classica (niente incantesimi, insomma, solo il caro, buon olio di gomito :P). Il bello dei personaggi creati da Antonella Arietano, è che non si scoraggiano mai davanti alle difficoltà, ma riescono a trovare la maniera di superare gli ostacoli facendosi venire nuove, brillanti idee. L’entusiasmo non manca mai, e tra una sfornata di biscotti e l’altra, sanno sempre come venire a capo delle situazioni più complicate.

Per loro tutto può risolversi con pazienza, un bel sorriso e qualche manicaretto.
Il punto forte di questo libro è proprio il modo in cui le difficoltà vengono superate, tramite la solidarietà, l’alleanza, l’appoggio reciproco. Ognuno ha un ruolo ben definito all’interno del villaggio, ma è insieme che le creature sono più forti. Non c’è una creatura più importante di un’altra, o un capo, le decisioni le prendono insieme, sempre come una vera famiglia.

Altra cosa che sicuramente non posso mancare di citare è il senso di accoglienza che trasmettono i quattro racconti. Non solo accoglienza all’interno di un mondo che sembra abbracciarti e rapirti con il suo tepore, ma anche tra le creature della Radura Incantata. Lo sanno bene Gedeone, il gigante solitario e burbero del villaggio, e Goccia, lo Yeti in cerca della sua famiglia. Le Streghe, le Fate e i Folletti sono pronti ad accogliere sempre tutti, a vedere il buono in ognuno, a perdonare e a donare incondizionatamente. È nella loro natura, ed ecco perché è tanto bello leggere queste storie ai bambini, perché comprendano il vero significato della gentilezza e dell’accoglienza, dell’inclusione. E poi, se amate gli animali, non potrete che restare affascinat* dalla presenza dei Famigli. Ogni creatura è legata a un Famiglio, un animale che le sta accanto, l'accompagna nel suo cammino, la protegge, l'aiuta, un alleato fedele, insomma. In queste storie ne troverete parecchi e tutti parlanti :P Animali disponibili, coraggiosi e altruisti. Ma guai a parlare di Famigli con Martin, il Folletto del terzo racconto, che per trovare il suo ha dovuto portare tanta ma tanta pazienza e lui non è un tipetto paziente. Vi divertirete a conoscerli tutti :P

 Avvento nella Radura Incantata è la lettura ideale se cercate una storia magica, tenera, che sappia esaltare i valori del Natale, della sua attesa, e regalare dolci sorrisi. Vi sentirete subito strett* nell’abbraccio di una grande e affettuosa famiglia, una famiglia estroversa, gioiosa, sempre ottimista e creativa. In più, non potrete fare a meno di apprezzare le bellissime illustrazioni che accompagnano i quattro racconti, della bravissima Carlotta Marricco, che ha dato vita a tutti i personaggi di Arietano e ha saputo arricchire ancora di più queste storie e rendere il libro un piccolo, perfetto dono prezioso da regalare a grandi e piccini per Natale

Lasciatevi incantare dalla Radura e dalle sue creature, imparate con loro a sorridere, ad amare, ad apprezzare le piccole cose, non solo in nome dello spirito natalizio, ma ogni giorno. E se volete vivere ancora meglio il periodo dell’attesa in prossimità del Natale, l’autrice ha messo a disposizione, alla fine del volume, un QRcode che potrete inquadrare per vivere, giorno dopo giorno, un Avvento unico, tutto da scoprire. 
Credit immagini: Carlotta Marricco

giovedì 25 settembre 2025

Booktour: "Avvento nella Radura Incantata" di Antonella Arietano - intervista all'autrice

Buongiorno, lettor*!^^
Oggi anticipiamo un pochino la stagione invernale (un pochino tanto :P) perché il blog partecipa al Booktour di un’uscita molto speciale. Si tratta di un libro per bambini - in realtà, adatto a lettor* di ogni età – che ci fa pregustare la magia del Natale insieme a delle meravigliose creature, le creature della Radura Incantata. Artefice di questo progetto è Antonella Arietano, che ci regala quattro racconti preziosi e, in più, ci accompagna in un Avvento un po’ diverso dal solito, che scoprirete solo alla fine della lettura del volume. Vi parlerò meglio del libro in una recensione più avanti, ma intanto oggi potete già scoprire alcuni dettagli e conoscere l'autrice, perché ho avuto il piacere di intervistarla.
Non perdete nessuna tappa del Booktour organizzato da Ultime dai libri. Avvento nella Radura Incantata esce oggi ed è già disponibile su Amazon.

Avvento nella Radura Incantata
di Antonella Arietano, illustrazioni di Carlotta Marricco

Formato: brossura
Misure: 22 x 22 cm
Pagine: 74
Prezzo: 15,50 € (cop. flessibile)
Genere: narrativa per l'infanzia, racconti illustrati
Data di pubblicazione: 25 settembre 2025
Link per l'acquistoAmazon

Nella Radura Incantata le Streghe del Nord si preparano ai festeggiamenti natalizi, ma imprevisti e misteri non mancano: la Strega della Fonte deve risolvere l’enigma del Fiume Canterino, che ha smesso di scorrere; le streghe Priscilla e Drusilla devono aiutare il gigante Gedeone, che rischia di restare senza albero di Natale; il folletto Martin sogna di incontrare finalmente il suo famiglio; e un ospite inatteso semina lo scompiglio nel Villaggio delle Streghe del Nord. Quattro avventure piene di sorprese, illustrate a colori, che culminano in un finale capace di scaldare il cuore. Ad arricchire l’esperienza, un calendario dell’Avvento online accessibile tramite QR code, che rende la lettura ancora più coinvolgente e interattiva.

L'autrice

Antonella Arietano
è nata nel 1980 e vive in un piccolo paese vicino a Lugano, in Svizzera, con i suoi quattro figli e il compagno. Insegna alla scuola dell’infanzia, in una sezione inclusiva. Appassionata di folklore e magia, colleziona albi illustrati e sogna un viaggio in Scozia. Dal 2015 porta avanti il progetto Fata in Fabula, dedicato a genitori e bambini con un focus sulle fiabe e la lettura. Ha pubblicato con Triskell Edizioni I Talenti delle Fate, AmberL’isola perduta e Cuore. Con Ali di farfalla ha esplorato la narrativa contemporanea, mentre nel 2021 ha autopubblicato la novella Ruadh breagh – ogni scelta ha un prezzo, retelling de La Sirenetta. Per i bambini ha scritto il racconto Di che cos’hai paura?.


INTERVISTA all'autrice di “Avvento nella Radura Incantata”

Buongiorno Antonella e benvenuta sul blog. È un piacere averti qui :)
- Cosa ti ha spinta a dedicarti alla narrativa per l’infanzia? Come nascono i tuoi progetti Fata in fabula e La Radura Incantata?

Grazie Francesca, sono felice di poter parlare del mio libro e ti ringrazio per questo spazio!
Sono un'insegnante di scuola dell'infanzia appassionata di fiabe classiche, colleziono albi illustrati e sono una scrittrice: un connubio perfetto per dare vita ai miei progetti, incentrati sulla lettura con i bambini e sulla magia! :)
Fata in Fabula nasce per supportare chi si occupa di bambini nel compito (non sempre facile ma bellissimo) di appassionare i piccoli al mondo delle fiabe e dei libri. 
La Radura Incantata invece è la naturale evoluzione del mondo che ho creato scrivendo i racconti raccolti nel libro "Avvento nella Radura Incantata". Ho realizzato tre di queste storie per Fata in Fabula, anni fa, e poi ho deciso di farne qualcosa di speciale, che potesse valorizzarle, perché le trovavo davvero belle. Ho quindi pensato di realizzare un libro illustrato. Ho scritto la quarta storia (che è poi la prima del volume) e ho contattato un'illustratrice che potesse dare vita ai miei personaggi. Nel frattempo ho ampliato la mia idea di partenza e ho reso la Radura Incantata un vero e proprio mondo magico, con altri libri in arrivo e un sito tutto suo!

- Come è stata la collaborazione con Carlotta Marricco, l’illustratrice del tuo libro Avvento nella Radura Incanta?

È stata un'esperienza arricchente, uno scambio regolare di idee e immagini. Carlotta è una persona molto tranquilla e paziente, l'ideale per me che, quando sono sotto pressione, tendo ad agitarmi. È sempre stata molto disponibile nell'accogliere i miei spunti e ha saputo vedere ciò che desideravo per il mio libro, talvolta prima di me! Le sono grata per aver dato corpo ai miei personaggi, adoro le sue illustrazioni!

- Che rapporto hai tu con il Natale e in che modo lo aspetti?

Adoro il Natale! Ogni anno lo aspetto con un pizzico di quella magia che è ancora la stessa di quando ero bambina. Ho come l'impressione che ogni Natale sia la somma di tutti i miei Natali, per cui ogni anno vado alla ricerca di ricordi, sensazioni, profumi e sapori che mi portano a riscoprirli e riconoscerli. C'è un che di nostalgico in questo, ma sono emozioni che amo molto e che desidero conservare. Poi certo, ogni Natale c'è la gioia di festeggiare con la mia famiglia, e avendo ancora bimbi piccoli siamo ancora alle prese con il lato infantile e giocoso delle feste!

- Se vivessi anche tu nella Radura, che creatura saresti e quale sarebbe il tuo incantesimo preferito?

Che bellissima domanda! Sarei una Strega, adorerei abitare in una casetta di legno col caminetto e le tendine di pizzo! Il mio incantesimo più riuscito sarebbe quello di poter conservare e mostrare i ricordi belli. Metterei ogni ricordo in una boccetta, cosicché il proprietario possa riviverlo ogni volta che ne sente il bisogno. 

- Qual è il personaggio, tra tutti quelli dei racconti presenti nel libro, che ti è più affine?

Penso Strega Drusilla, che ha un temperamento simile al mio. È attiva e le piace darsi da fare, ama le decorazioni stagionali e non si tira indietro quando c'è bisogno di aiuto. Quando è di cattivo umore, però, diventa difficile, lo sa bene il suo gatto Nefasto! E anche a casa mia, tutti sanno che è meglio starmi lontano quando ho un diavolo per capello!

- Quali sono i messaggi fondamentali che vuoi arrivino ai lettori delle tue storie?

Vorrei che passasse soprattutto il concetto che ciascuno è particolare a modo suo, e tutti finiscono per avere un ruolo determinante, in un modo o nell'altro, che impatta sulle loro vite e su quelle dei loro amici. Sento molto il tema dell'inclusione e della collaborazione, mi auguro che questo traspaia dalle pagine e possa essere d'ispirazione. Vorrei infine che i miei personaggi potessero mostrare ai più piccoli che la magia consiste anche nelle piccole cose: un sorriso al momento giusto, una parola gentile, un pensiero carino per qualcuno... E che capissero che è importante anche dare, non solo ricevere.

- Quali sono i tuoi progetti futuri? Pensi di scrivere un romanzo lungo sempre ambientato nella Radura Incantata?

Un romanzo lungo non è in programma, al momento, però posso dirti che ho in animo di scrivere altri racconti, ispirandomi alle celebrazioni della Ruota dell'Anno celtica. A tal proposito, è in arrivo a ottobre una storia nuova incentrata su Samhain/Halloween, sempre con le illustrazioni di Carlotta. E poi, ho inserito sul sito un form per iscriversi alla Gazzetta Incantata, ovvero una newsletter con curiosità e notizie magiche dalla Radura. Giusto per non perdersi nulla!

Grazie mille per la tua disponibilità e per le risposte alle domande. Un in bocca al lupo per i tuoi bellissimi progetti! <3

Grazie mille Francesca, viva il lupo!


venerdì 12 settembre 2025

Recensione: "Lady Macbeth" di Ava Reid

Buon pomeriggio, lettor*! ^^
Oggi vorrei parlarvi dell’ultima lettura che mi ha fatta innamorare, una lettura a 5 stelle pienissime che ho avuto modo di fare sul finire di agosto, complice l'avvicinarsi della nuova stagione e il desiderio di letture un po' meno leggere e frivole. Lady Macbeth mi chiamava da tempo e non so perché non ero ancora riuscita a iniziarlo. Avevo letto una recensione non proprio positiva in giro e mi ero dissuasa troppo presto. Mai errore fu più grande! Ava Reid ha colpito nuovamente nel segno, per me è stata un'ulteriore conferma del suo enorme talento e non posso che consigliarvi di non lasciarvi intimidire, ma di gettarvi a capofitto in una lettura che non dimenticherete. 

Lady Macbeth
di Ava Reid

Prezzo: 10,99 € (eBook) 17,60 € (cop. flessibile)
Pagine: 288
Genere: dark fantasy, retelling
Editore: Ne/oN
Data di pubblicazione: 5 marzo 2025
Acquista su: IBS, LaFeltrinelli (link aff.)

Lady Macbeth sa bene che raccontano storie su di lei: dicono che i suoi occhi inducano la follia negli uomini. Lady Macbeth sa di essere destinata a sposare quel bruto scozzese, che non mette da parte i suoi modi bruschi e violenti da guerriero neanche quando si avvicina al letto nuziale. Lady Macbeth sa che la sua corte le è ostile, e dovrà giocare di strategia – e sa che questo gioco richiederà tutta la sua astuzia e i poteri magici che nasconde: è una questione di sopravvivenza. Ma Lady Macbeth non sa che anche il marito ha dei segreti occulti. Non sa nulla della profezia che lo cinge come un'armatura. E soprattutto non sa di essere lei stessa una minaccia all'ordine del mondo. O meglio, non lo sa ancora. Ma presto lo saprà.

"È questo che significa davvero essere lady Macbeth? Strega, assassina, un pugnale nella mano del marito? O forse è ciò che lei è sempre stata."

Lady Macbeth
è una storia che intreccia destini, abnegazione e dolore, sacrifici, ambizione e vendetta, sortilegi, sangue e profezie, inganni, amore e guerra. 
È una storia potente come non ne leggevo da tanto, che prende spunto da un classico shakespeariano per approdare verso qualcosa di totalmente inaspettato. Ava Reid non manca di legare questo romanzo alle sue storie precedenti, in modo trasversale e lampante. Per chi ha già letto A study in drowning e Juniper & Thorn, non potrà non notare i richiami e le analogie, ma di questo ne parleremo tra poco. Vorrei iniziare intanto parlando della protagonista, la nostra lady Roscille, una giovane di diciassette anni che all’inizio del romanzo vediamo approdare a Glammis, in una terra a lei sconosciuta, dopo aver abbandonato la sua casa. Il padre l’ha data in sposa a Macbeth, guerriero scozzese di notevole fama, dopo aver ordito delle macchinazioni per attirare proprio l’attenzione dell’uomo sulla figlia e garantirsi così un’alleanza preziosa. Roscille, la lady che col suo sguardo è capace di piegare ogni uomo al proprio volere e condurlo alla pazzia, viene considerata dai più una strega o, peggio ancora, si pensa che sia stata marchiata da una strega. Ecco perché è costretta a nascondere il suo volto dietro un velo praticamente in ogni occasione, nessun uomo può poggiare gli occhi su di lei. Macbeth la accoglie nella sua casa con orgoglio, la esibisce come un trofeo e Roscille sa bene quale sia il suo dovere, come deve comportarsi dinanzi a lui e alla sua corte di soli uomini. Sa esattamente cosa dire, o non dire, e cosa fare, o non fare. 

"Una moglie è intelligente solo quanto il marito le permette di esserlo."

Ma quello che invece Macbeth né nessun altro sa, è che Roscille non è una semplice sposa sottomessa. Roscille da tempo ha iniziato a prepararsi a quel momento, studiando tutto il possibile sul marito e i suoi amici e nemici e tessendo segretamente un piano che la porterà a ottenere più potere di quanto si possa immaginare, perché sarà solo col potere che lei potrà liberarsi dalle catene alle quali è stata costretta. Con queste premesse inizia la storia di lady Macbeth, che nella prima parte non è che una ragazza disarmata, munita solo della propria bellezza e del proprio segreto intelletto, ma che mano a mano prenderà sempre più consapevolezza del proprio “potere” e arriverà a generare caos, tormento, sciagura. Ava Reid ci porta nel cuore di una giovane donna che rappresenta un po’ tutte le donne del mondo e usa la sua storia per parlare di abuso, stupro e qualsiasi altro sopruso il genere femminile è costretto a subire da sempre e ogni giorno. Quello che si legge tra queste pagine non è solo il retelling di una tragedia del più famoso drammaturgo inglese di tutti i tempi, non andatelo a leggere se cercate accuratezza storica o riferimenti pedissequi al testo classico. Per l’autrice si tratta per lo più di un espediente, è andata a scomodare un personaggio femminile tra i più affascinanti e misteriosi di sempre per parlare della condizione femminile e della violenza sulle donne. Questa storia è un inno al femminismo in tutto e per tutto. La voce di Reid è forte e chiara, non troverete giri di parole o significati nascosti sotto le righe. Il suo è un grido esplicito, una denuncia vera e propria al patriarcato, alla discriminazione di genere e all'oppressione femminile, e non ha paura di usare parole dure e condannanti verso l’uomo, quell’uomo che vede la donna esclusivamente come oggetto, come sua proprietà, come persona che deve stargli al fianco ma sempre un passo indietro. Quell’uomo che prende senza dare e senza chiedere, senza curarsi di ferire, quell’uomo che pur di primeggiare è disposto a tutto, anche piegare la propria moglie, spezzarla, annientarla, così come annienta un nemico in battaglia. 

"[...] il mondo partorirà sempre altri uomini, e altre donne che loro si affretteranno a rivendicare. Servirebbe un potere che vada ben oltre quello che un qualunque essere umano possa dominare per modificare l'ordine naturale del mondo."

Reid non fa sconti a nessuno in questo romanzo, e non è una casualità che in mezzo a tanti uomini avidi di potere e di sangue, ce ne sia soltanto uno a salvarsi. Un solo uomo gentile in mezzo a un branco di lupi. Roscille è attratta da quell’uomo come una falena dalla luce perché è praticamente una meteora, una baluardo di speranza in uno scenario di brutalità. Ma anche perché, in fondo, è stanca di lottare per la sopravvivenza, di usare ogni fibra del suo corpo per tenersi al sicuro, avvalendosi di un potere che non vorrebbe usare ma che è costretta a usare. Da lui si sente capita, accettata, rispettata per ciò che è, nonostante la forma che la confina.

 Quella di lady Macbeth è una storia di ascesa, ma un’ascesa fatta di alti e bassi, di tentennamenti e sofferenze, di torture e sopportazione ("più in alto sale una persona, più rovinosa sarà poi la caduta"). Roscille si muove nell’ombra, dietro le quinte, perché è soltanto lì che può tessere le sue macchinazioni; il velo suo fedele alleato, fin quando non diventa il nemico più grande, qualcosa di cui sbarazzarsi per lasciar venir fuori il suo vero io, ciò che ha sempre tenuto nascosto per timore di fare del male agli altri. E tra presagi oscuri, paure, tormenti, bugie, imprevisti, la nostra lady Macbeth scoprirà quanto è facile essere la creatura che il padre ha forgiato ("Tu sei qualunque creatura io voglio che tu sia"), o il pugnale nelle mani del marito. Ma lei non è un’assassina, è soltanto una creatura che è insieme ogni donna abusata da un uomo, ogni donna che è stata messa a tacere con la violenza, ogni donna più intelligente del consentito. È un mare in tempesta, allo stesso modo del mare che in questo libro imperversa sotto il castello di Macbeth, che si muove incessante e fa sentire la sua presenza oscura e terrificante in ogni momento, che smorza il silenzio cupo che aleggia tra le mura di quel luogo freddo e arido ("il mare è sempre presente, sempre inquieto, sempre affamato"). Questo mare che richiama lo stesso che abbiamo visto in A study in drowning e che qui è simbolo di catarsi, soprattutto nel finale, quando Roscille ne uscirà pronta a ottenere il suo riscatto e la sua vendetta, forte della solidarietà di altre donne ferite come lei (altra splendida cosa questa solidarietà femminile, a indicare come solo unendo le forze si riesca davvero a scuotere il mondo).

 Ma non soltanto il mare tra i richiami, anche il colore verde, che spesso abbiamo ritrovato negli altri romanzi dell’autrice e che ancora una volta si ritrova ad adoperare per comunicarci qualcosa. Il verde, simbolicamente, rappresenta speranza, natura, rinascita. E non credo sia un caso se Reid ha scelto di associarlo a Lisander, quell’unico uomo gentile che catturerà il cuore di Roscille. E qui mi viene anche da fare un’altra considerazione, ovvero come l’autrice abbia voluto accentuare una mostruosità che gli appartiene per natura ma che non ha nulla a che vedere con la mostruosità dell’uomo, una mostruosità che fa decisamente più paura. Un po’ come la storia dell’orso e dell’uomo nel bosco. Chi scegliereste voi, l’orso o l’uomo? Stesso discorso inserito in questo contesto e, a mio parere, molto azzeccato e molto complesso per parlarne in una semplice recensione, ma devo dire che se saprete coglierne ogni sfumatura non potrà che darvi i brividi, come li ha dati a me. E poi come si può non apprezzare tutti i paragoni che Reid fa con i cani? Loro "non mordono senza motivo. Sono creature con pensieri e sentimenti". Era una cosa che volevo assolutamente citare perché potrebbe passare inosservata, ma anche questa denota la sensibilità dell'autrice sull'argomento trattato e l'esigenza di far notare quanto spesso stonino i pensieri di Macbeth, privi di qualsiasi empatia, rispetto a quelli di Roscille.

"Gli uomini diventano più crudeli quando sono disperati. Quando non avvertono il terreno solido sotto i piedi".

Ho amato questa storia, mi ha preso da subito e non sono più riuscita a mollarla. Ho fatto le ore piccole per leggerla, anche quando ero molto stanca, ma ne è valsa la pena. Ogni pagina è un pugno allo stomaco e vi avviso che dovrete essere pront* a tutto, perché ci sono anche scene piuttosto forti da digerire (leggete attentamente tutti i trigger warning prima, mi raccomando). Ne emerge una protagonista multisfaccetatta, mai scontata, che ci regala profondità ed emozioni. Palpabili tutte le sue incertezze, i suoi dubbi, le sue angosce, le sue contraddizioni, ma altrettanto tangibile quella forza che brucia dentro di lei, che corrode ogni cosa, che muove gli ingranaggi nella sua testa e nel suo cuore. Lady Macbeth è un personaggio che da sempre incanta per la sua ambiguità, e anche qui vi incanterà. Ava Reid ne ha fatto un ritratto portentoso, ci ha regalato ogni sfumatura possibile e non potrete far altro che amarlo. Sicuramente il romanzo ha anche qualche difetto, ma sinceramente messo di fronte a tutto il resto perde un po' di consistenza e passa in secondo piano. Volessimo per esempio parlarne, si potrebbe dire che è un po' ripetitivo (ma la ripetitività è qualcosa che riscontro sempre nei romanzi di Ava Reid, come lei volesse rimarcare determinati concetti affinché restino impressi ne* lettor*) e anche che il modo in cui l’autrice rappresenta gli scozzesi non fa loro molto onore. Barbari incapaci di provare sentimenti, dai modi villani e troppo presi dalla guerra e dalla conquista. Eppure io l’ho vista come una metafora: se lady Macbeth rappresenta la donna in tutte le sue forme e sfaccettature, il popolo scozzese è l’uomo, non ogni uomo, ma quello cresciuto e abituato in una certa maniera, l’uomo che non conosce regole, l’uomo che non conosce amore, l’uomo che ha solo imparato a fare la guerra e non conosce altro che quella, non conosce che la violenza.

"È così che funziona il mondo, lo muove la violenza."

L’atmosfera che si respira è cupa, tormentosa, ma allo stesso tempo ammaliante
. Lo stile dell’autrice è ancora una volta una garanzia, suggestivo, ipnotico, ogni pagina pura poesia da cui emergono parole capaci di toccarti nel profondo, di smuovere la coscienza e far riflettere. Reid ti sbatte la realtà davanti agli occhi e lo fa in modo brutale, senza convenevoli. Questa non è una fiaba dark, come poteva esserlo magari Juniper&Thorn. Questa è una storia che parla della nostra attualità, di ciò che ogni giorno ci troviamo a vedere nei telegiornali, i crimini che molte donne subiscono, il trattamento che siamo costrette spesso a sopportare, che da sempre, in ogni epoca e luogo, ogni donna sopporta ("il mondo non pende mai a favore di una donna"). Ma lady Macbeth alla fine si stanca di sopportare e soccombere e deciderà di prendere in mano la sua vita, di fare ciò che è giusto fare per evitare che tutto degeneri. Per evitare di annegare.

E in mezzo a un mondo così buio e dilaniato, ci sarà spazio anche per l'amore. Chi ha letto il libro potrebbe lamentare che l'amore sbocci troppo velocemente e sì, probabilmente è così, ma considerando anche il numero di pagine e ciò che quell'amore rappresenta, non mi sento di criticare la scelta dell'autrice. Si tratta di un amore che chiaramente va a creare contrasto con gli abusi, si tratta di un amore pulito, puro, consenziente. E la scena di sesso tra i due è tra le più belle che abbia letto, con la protagonista che sceglie in che modo usare il proprio corpo, che tipo di dolore invitare, che sceglie spontaneamente a chi donarsi, quando e come. Sarà anche affrettato il tutto, ma io l'ho trovato emblematico.

Lasciatevi trascinare da questa storia intensa e potente come poche, che persino con il suo inaspettato lato fantasy fatto di streghe, draghi e maledizioni, riuscirà a lasciare un segno indelebile. Non penso sia facile trovare storie simili, Ava Reid ha scritto Lady Macbeth mettendoci tanto coraggio e schiettezza e questa cosa va apprezzata. Un ringraziamento a Ne/oN per averla portata in Italia e tradotta (peccato per i tanti refusi trovati nel testo :/ )
Fonte immagini: Pinterest

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