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venerdì 12 settembre 2025

Recensione: "Lady Macbeth" di Ava Reid

Buon pomeriggio, lettor*! ^^
Oggi vorrei parlarvi dell’ultima lettura che mi ha fatta innamorare, una lettura a 5 stelle pienissime che ho avuto modo di fare sul finire di agosto, complice l'avvicinarsi della nuova stagione e il desiderio di letture un po' meno leggere e frivole. Lady Macbeth mi chiamava da tempo e non so perché non ero ancora riuscita a iniziarlo. Avevo letto una recensione non proprio positiva in giro e mi ero dissuasa troppo presto. Mai errore fu più grande! Ava Reid ha colpito nuovamente nel segno, per me è stata un'ulteriore conferma del suo enorme talento e non posso che consigliarvi di non lasciarvi intimidire, ma di gettarvi a capofitto in una lettura che non dimenticherete. 

Lady Macbeth
di Ava Reid

Prezzo: 10,99 € (eBook) 17,60 € (cop. flessibile)
Pagine: 288
Genere: dark fantasy, retelling
Editore: Ne/oN
Data di pubblicazione: 5 marzo 2025
Acquista su: IBS, LaFeltrinelli (link aff.)

Lady Macbeth sa bene che raccontano storie su di lei: dicono che i suoi occhi inducano la follia negli uomini. Lady Macbeth sa di essere destinata a sposare quel bruto scozzese, che non mette da parte i suoi modi bruschi e violenti da guerriero neanche quando si avvicina al letto nuziale. Lady Macbeth sa che la sua corte le è ostile, e dovrà giocare di strategia – e sa che questo gioco richiederà tutta la sua astuzia e i poteri magici che nasconde: è una questione di sopravvivenza. Ma Lady Macbeth non sa che anche il marito ha dei segreti occulti. Non sa nulla della profezia che lo cinge come un'armatura. E soprattutto non sa di essere lei stessa una minaccia all'ordine del mondo. O meglio, non lo sa ancora. Ma presto lo saprà.

"È questo che significa davvero essere lady Macbeth? Strega, assassina, un pugnale nella mano del marito? O forse è ciò che lei è sempre stata."

Lady Macbeth
è una storia che intreccia destini, abnegazione e dolore, sacrifici, ambizione e vendetta, sortilegi, sangue e profezie, inganni, amore e guerra. 
È una storia potente come non ne leggevo da tanto, che prende spunto da un classico shakespeariano per approdare verso qualcosa di totalmente inaspettato. Ava Reid non manca di legare questo romanzo alle sue storie precedenti, in modo trasversale e lampante. Per chi ha già letto A study in drowning e Juniper & Thorn, non potrà non notare i richiami e le analogie, ma di questo ne parleremo tra poco. Vorrei iniziare intanto parlando della protagonista, la nostra lady Roscille, una giovane di diciassette anni che all’inizio del romanzo vediamo approdare a Glammis, in una terra a lei sconosciuta, dopo aver abbandonato la sua casa. Il padre l’ha data in sposa a Macbeth, guerriero scozzese di notevole fama, dopo aver ordito delle macchinazioni per attirare proprio l’attenzione dell’uomo sulla figlia e garantirsi così un’alleanza preziosa. Roscille, la lady che col suo sguardo è capace di piegare ogni uomo al proprio volere e condurlo alla pazzia, viene considerata dai più una strega o, peggio ancora, si pensa che sia stata marchiata da una strega. Ecco perché è costretta a nascondere il suo volto dietro un velo praticamente in ogni occasione, nessun uomo può poggiare gli occhi su di lei. Macbeth la accoglie nella sua casa con orgoglio, la esibisce come un trofeo e Roscille sa bene quale sia il suo dovere, come deve comportarsi dinanzi a lui e alla sua corte di soli uomini. Sa esattamente cosa dire, o non dire, e cosa fare, o non fare. 

"Una moglie è intelligente solo quanto il marito le permette di esserlo."

Ma quello che invece Macbeth né nessun altro sa, è che Roscille non è una semplice sposa sottomessa. Roscille da tempo ha iniziato a prepararsi a quel momento, studiando tutto il possibile sul marito e i suoi amici e nemici e tessendo segretamente un piano che la porterà a ottenere più potere di quanto si possa immaginare, perché sarà solo col potere che lei potrà liberarsi dalle catene alle quali è stata costretta. Con queste premesse inizia la storia di lady Macbeth, che nella prima parte non è che una ragazza disarmata, munita solo della propria bellezza e del proprio segreto intelletto, ma che mano a mano prenderà sempre più consapevolezza del proprio “potere” e arriverà a generare caos, tormento, sciagura. Ava Reid ci porta nel cuore di una giovane donna che rappresenta un po’ tutte le donne del mondo e usa la sua storia per parlare di abuso, stupro e qualsiasi altro sopruso il genere femminile è costretto a subire da sempre e ogni giorno. Quello che si legge tra queste pagine non è solo il retelling di una tragedia del più famoso drammaturgo inglese di tutti i tempi, non andatelo a leggere se cercate accuratezza storica o riferimenti pedissequi al testo classico. Per l’autrice si tratta per lo più di un espediente, è andata a scomodare un personaggio femminile tra i più affascinanti e misteriosi di sempre per parlare della condizione femminile e della violenza sulle donne. Questa storia è un inno al femminismo in tutto e per tutto. La voce di Reid è forte e chiara, non troverete giri di parole o significati nascosti sotto le righe. Il suo è un grido esplicito, una denuncia vera e propria al patriarcato, alla discriminazione di genere e all'oppressione femminile, e non ha paura di usare parole dure e condannanti verso l’uomo, quell’uomo che vede la donna esclusivamente come oggetto, come sua proprietà, come persona che deve stargli al fianco ma sempre un passo indietro. Quell’uomo che prende senza dare e senza chiedere, senza curarsi di ferire, quell’uomo che pur di primeggiare è disposto a tutto, anche piegare la propria moglie, spezzarla, annientarla, così come annienta un nemico in battaglia. 

"[...] il mondo partorirà sempre altri uomini, e altre donne che loro si affretteranno a rivendicare. Servirebbe un potere che vada ben oltre quello che un qualunque essere umano possa dominare per modificare l'ordine naturale del mondo."

Reid non fa sconti a nessuno in questo romanzo, e non è una casualità che in mezzo a tanti uomini avidi di potere e di sangue, ce ne sia soltanto uno a salvarsi. Un solo uomo gentile in mezzo a un branco di lupi. Roscille è attratta da quell’uomo come una falena dalla luce perché è praticamente una meteora, una baluardo di speranza in uno scenario di brutalità. Ma anche perché, in fondo, è stanca di lottare per la sopravvivenza, di usare ogni fibra del suo corpo per tenersi al sicuro, avvalendosi di un potere che non vorrebbe usare ma che è costretta a usare. Da lui si sente capita, accettata, rispettata per ciò che è, nonostante la forma che la confina.

 Quella di lady Macbeth è una storia di ascesa, ma un’ascesa fatta di alti e bassi, di tentennamenti e sofferenze, di torture e sopportazione ("più in alto sale una persona, più rovinosa sarà poi la caduta"). Roscille si muove nell’ombra, dietro le quinte, perché è soltanto lì che può tessere le sue macchinazioni; il velo suo fedele alleato, fin quando non diventa il nemico più grande, qualcosa di cui sbarazzarsi per lasciar venir fuori il suo vero io, ciò che ha sempre tenuto nascosto per timore di fare del male agli altri. E tra presagi oscuri, paure, tormenti, bugie, imprevisti, la nostra lady Macbeth scoprirà quanto è facile essere la creatura che il padre ha forgiato ("Tu sei qualunque creatura io voglio che tu sia"), o il pugnale nelle mani del marito. Ma lei non è un’assassina, è soltanto una creatura che è insieme ogni donna abusata da un uomo, ogni donna che è stata messa a tacere con la violenza, ogni donna più intelligente del consentito. È un mare in tempesta, allo stesso modo del mare che in questo libro imperversa sotto il castello di Macbeth, che si muove incessante e fa sentire la sua presenza oscura e terrificante in ogni momento, che smorza il silenzio cupo che aleggia tra le mura di quel luogo freddo e arido ("il mare è sempre presente, sempre inquieto, sempre affamato"). Questo mare che richiama lo stesso che abbiamo visto in A study in drowning e che qui è simbolo di catarsi, soprattutto nel finale, quando Roscille ne uscirà pronta a ottenere il suo riscatto e la sua vendetta, forte della solidarietà di altre donne ferite come lei (altra splendida cosa questa solidarietà femminile, a indicare come solo unendo le forze si riesca davvero a scuotere il mondo).

 Ma non soltanto il mare tra i richiami, anche il colore verde, che spesso abbiamo ritrovato negli altri romanzi dell’autrice e che ancora una volta si ritrova ad adoperare per comunicarci qualcosa. Il verde, simbolicamente, rappresenta speranza, natura, rinascita. E non credo sia un caso se Reid ha scelto di associarlo a Lisander, quell’unico uomo gentile che catturerà il cuore di Roscille. E qui mi viene anche da fare un’altra considerazione, ovvero come l’autrice abbia voluto accentuare una mostruosità che gli appartiene per natura ma che non ha nulla a che vedere con la mostruosità dell’uomo, una mostruosità che fa decisamente più paura. Un po’ come la storia dell’orso e dell’uomo nel bosco. Chi scegliereste voi, l’orso o l’uomo? Stesso discorso inserito in questo contesto e, a mio parere, molto azzeccato e molto complesso per parlarne in una semplice recensione, ma devo dire che se saprete coglierne ogni sfumatura non potrà che darvi i brividi, come li ha dati a me. E poi come si può non apprezzare tutti i paragoni che Reid fa con i cani? Loro "non mordono senza motivo. Sono creature con pensieri e sentimenti". Era una cosa che volevo assolutamente citare perché potrebbe passare inosservata, ma anche questa denota la sensibilità dell'autrice sull'argomento trattato e l'esigenza di far notare quanto spesso stonino i pensieri di Macbeth, privi di qualsiasi empatia, rispetto a quelli di Roscille.

"Gli uomini diventano più crudeli quando sono disperati. Quando non avvertono il terreno solido sotto i piedi".

Ho amato questa storia, mi ha preso da subito e non sono più riuscita a mollarla. Ho fatto le ore piccole per leggerla, anche quando ero molto stanca, ma ne è valsa la pena. Ogni pagina è un pugno allo stomaco e vi avviso che dovrete essere pront* a tutto, perché ci sono anche scene piuttosto forti da digerire (leggete attentamente tutti i trigger warning prima, mi raccomando). Ne emerge una protagonista multisfaccetatta, mai scontata, che ci regala profondità ed emozioni. Palpabili tutte le sue incertezze, i suoi dubbi, le sue angosce, le sue contraddizioni, ma altrettanto tangibile quella forza che brucia dentro di lei, che corrode ogni cosa, che muove gli ingranaggi nella sua testa e nel suo cuore. Lady Macbeth è un personaggio che da sempre incanta per la sua ambiguità, e anche qui vi incanterà. Ava Reid ne ha fatto un ritratto portentoso, ci ha regalato ogni sfumatura possibile e non potrete far altro che amarlo. Sicuramente il romanzo ha anche qualche difetto, ma sinceramente messo di fronte a tutto il resto perde un po' di consistenza e passa in secondo piano. Volessimo per esempio parlarne, si potrebbe dire che è un po' ripetitivo (ma la ripetitività è qualcosa che riscontro sempre nei romanzi di Ava Reid, come lei volesse rimarcare determinati concetti affinché restino impressi ne* lettor*) e anche che il modo in cui l’autrice rappresenta gli scozzesi non fa loro molto onore. Barbari incapaci di provare sentimenti, dai modi villani e troppo presi dalla guerra e dalla conquista. Eppure io l’ho vista come una metafora: se lady Macbeth rappresenta la donna in tutte le sue forme e sfaccettature, il popolo scozzese è l’uomo, non ogni uomo, ma quello cresciuto e abituato in una certa maniera, l’uomo che non conosce regole, l’uomo che non conosce amore, l’uomo che ha solo imparato a fare la guerra e non conosce altro che quella, non conosce che la violenza.

"È così che funziona il mondo, lo muove la violenza."

L’atmosfera che si respira è cupa, tormentosa, ma allo stesso tempo ammaliante
. Lo stile dell’autrice è ancora una volta una garanzia, suggestivo, ipnotico, ogni pagina pura poesia da cui emergono parole capaci di toccarti nel profondo, di smuovere la coscienza e far riflettere. Reid ti sbatte la realtà davanti agli occhi e lo fa in modo brutale, senza convenevoli. Questa non è una fiaba dark, come poteva esserlo magari Juniper&Thorn. Questa è una storia che parla della nostra attualità, di ciò che ogni giorno ci troviamo a vedere nei telegiornali, i crimini che molte donne subiscono, il trattamento che siamo costrette spesso a sopportare, che da sempre, in ogni epoca e luogo, ogni donna sopporta ("il mondo non pende mai a favore di una donna"). Ma lady Macbeth alla fine si stanca di sopportare e soccombere e deciderà di prendere in mano la sua vita, di fare ciò che è giusto fare per evitare che tutto degeneri. Per evitare di annegare.

E in mezzo a un mondo così buio e dilaniato, ci sarà spazio anche per l'amore. Chi ha letto il libro potrebbe lamentare che l'amore sbocci troppo velocemente e sì, probabilmente è così, ma considerando anche il numero di pagine e ciò che quell'amore rappresenta, non mi sento di criticare la scelta dell'autrice. Si tratta di un amore che chiaramente va a creare contrasto con gli abusi, si tratta di un amore pulito, puro, consenziente. E la scena di sesso tra i due è tra le più belle che abbia letto, con la protagonista che sceglie in che modo usare il proprio corpo, che tipo di dolore invitare, che sceglie spontaneamente a chi donarsi, quando e come. Sarà anche affrettato il tutto, ma io l'ho trovato emblematico.

Lasciatevi trascinare da questa storia intensa e potente come poche, che persino con il suo inaspettato lato fantasy fatto di streghe, draghi e maledizioni, riuscirà a lasciare un segno indelebile. Non penso sia facile trovare storie simili, Ava Reid ha scritto Lady Macbeth mettendoci tanto coraggio e schiettezza e questa cosa va apprezzata. Un ringraziamento a Ne/oN per averla portata in Italia e tradotta (peccato per i tanti refusi trovati nel testo :/ )
Fonte immagini: Pinterest

venerdì 5 settembre 2025

Recensione: "Raven Boys" di Maggie Stiefvater (a cura di Giulia)

Buongiorno, lettor*! ^^
Continuiamo con le recensioni di settembre proponendovene una davvero a tema con la stagione autunnale imminente. Raven Boys è la lettura dalle vibes giuste, se state cercando magia e misteri, ed è avvincente come poche. L'ha letto la nostra Giulia, che torna a scrivere entusiasta le sue opinioni qui sul blog, e vi consiglia questo libro, ora disponibile in edizione Drago Oscar Mondadori, insieme agli altri volumi della serie.

Raven Boys
 di Maggie Stiefvater

Prezzo: 11,00 € (cop. flessibile)
Pagine: 462
Genere: urban fantasy, paranormal romance
Editore: Rizzoli
Data di pubblicazione: 12 novembre 2014

È la vigilia di San Marco, la notte in cui le anime dei futuri morti si mostrano alle veggenti di Henrietta, Virginia. Blue, nata e cresciuta in una famiglia di sensitive, vede per la prima volta uno spirito e capisce che la profezia sta per compiersi: è lui il ragazzo di cui s'innamorerà e che è destinata a uccidere. Il suo nome è Gansey ed è uno dei ricchi studenti della Aglionby, prestigiosa scuola privata di Henrietta i cui studenti sono conosciuti come Raven Boys, i Ragazzi Corvo, per via dello stemma della scuola, e noti per essere portatori di guai. Blue si è sempre tenuta alla larga da loro, ma quando Gansey si presenta alla sua porta in cerca di aiuto, pur riconoscendolo come il ragazzo del destino non può voltargli le spalle. Insieme ad alcuni compagni, Gansey è da molto tempo sulle tracce della salma di Glendower, mitico re gallese il cui corpo è stato trafugato oltreoceano secoli prima e sepolto lungo la "linea di prateria" che attraversa Henrietta. La missione di Gansey non riguarda solo un'antica leggenda, ma è misteriosamente legata alla sua stessa vita. Blue decide di aiutare Gansey nella sua ricerca, lasciandosi coinvolgere in un'avventura che la porterà molto più lontano del previsto.

Buongiorno a tutti e a tutte! Che bello essere tornata qui. Devo ammettere che gli ultimi mesi sono stati intensi e un po’ pesanti, ma anche pieni di belle sorprese. Ho letto poco, è vero, ma ogni libro che ho scelto si è rivelato un viaggio incredibile. Oggi sono qui per parlarvi di uno YA uscito nel 2012, recentemente ripubblicato in una nuova edizione – per fortuna, aggiungerei.

Mi sono spesso chiesta cosa mi attirasse così tanto nella trama di Raven Boys. Forse la magia, forse il modo in cui personaggi così diversi si intrecciano, o forse il fatto che non ho mai sentito nessuno parlarne male. Alla fine credo di aver trovato la risposta: in questa storia tutto è affascinante.

Blue appartiene a una famiglia di veggenti: tutte hanno il dono di vedere il futuro, tranne lei. Ma la notte della vigilia di San Marco, quando gli spiriti dei defunti si manifestano alle sensitive di Henrietta, anche Blue ha una visione: un ragazzo. Forse è un presagio della sua morte, forse del suo primo amore.

«Ci sono solo due motivi per cui un non-veggente dovrebbe vedere uno spirito alla vigilia di San Marco, Blue. O è il tuo grande amore» disse Neeve, «o lo hai ucciso.»

Quel ragazzo è Gansey, ricco studente della prestigiosa Aglionby Academy, ossessionato dalla ricerca della tomba di Owen Glendower, antico re gallese sepolto lungo la linea di prateria che attraversa Henrietta. Con lui ci sono Ronan, Adam e Noah: i ragazzi corvo, che con il loro carisma e i loro segreti finiscono inevitabilmente per incrociare la strada di Blue.

Non sapevo bene cosa aspettarmi da questo libro. Avevo delle aspettative altissime e, fortunatamente, non sono rimasta delusa. Raven Boys ha una trama che incanta: ti cattura e non ti lascia andare. Il racconto, narrato da diversi punti di vista, permette di entrare in profondità nell’animo dei personaggi e di scoprirne l’essenza. I colpi di scena sono tanti: sorprendono, lasciano senza parole e, a volte, anche un po’ di amarezza.

Durante la lettura il senso di mistero non mi ha mai abbandonata: in certi momenti sentivo crescere dentro di me una vera e propria ansia per le scelte e le azioni dei personaggi. Mi sono immersa completamente nella storia, quasi fossi lì accanto a loro, alla ricerca della linea di prateria e dei segreti che nasconde.

L’introspezione dei personaggi è resa in maniera straordinaria. Non avevo mai letto nulla di Maggie Stiefvater e sono rimasta colpita dal suo stile: riesce a parlare di adolescenti e genitori senza cadere nei soliti cliché, senza dialoghi forzati o situazioni banali che fanno storcere il naso.

In Raven Boys ogni personaggio porta con sé una storia, un segreto, un enigma. E con un finale aperto a così tante domande che non vedo davvero l’ora di proseguire la serie per scoprire tutte le risposte rimaste in sospeso.

Se ancora non siete convinti a dare un’opportunità a questa saga, mi dispiace, perché queste pagine racchiudono tutto: amicizia, amore, magia, mistero e soprattutto il calore di una found family.

«Tutti sognano, solo che alcuni se ne dimenticano.»

Giulia


lunedì 1 settembre 2025

Recensione: "Come una maledizione" di Elle McNicoll (a cura di Ms Rosewater)

Buon lunedì, lettor*! ^^
Primo giorno della prima settimana di un nuovissimo mese, quant* come me emozionat* per le vibes autunnali che iniziano a sentirsi nell'aria? Io appena termina agosto sono già in modalità zucche e zucchette e letture dark academia :P Ma vediamo oggi cosa ha letto la nostra Ms Rosewater, che come sempre ci regala una delle sue accurate recensioni. Elle McNicoll è un'autrice di cui ha parlato spesso qui sul blog e della quale penso abbia letto tutto. Come una maledizione è il suo ultimo romanzo, nonché il seguito di Come un incantesimo. L'avrà conquistata come i precedenti? Vi lascio alla sua opinione e, se vi va, ricordatevi di lasciarci un commentino, ci fa sempre tanto piacere leggerli :) A presto!

Come una maledizione
di Elle McNicoll

Prezzo: 16,50 € (cop. flessibile)
Pagine: 272
Genere: libri per ragazzi, fantasy
Editore: uovonero
Data di pubblicazione: 28 marzo 2025

Dopo le magiche avventure narrate in Come un incantesimo, è in arrivo l'atteso secondo volume di una dilogia fantasy con protagonista una coraggiosa ragazzina neurodivergente. Edimburgo è una città piena di creature magiche. Nessuno può vederle... tranne Ramya Knox. Bloccata a Loch Ness mentre Edimburgo cade sotto il controllo di una sirena terribilmente potente, Ramya Knox è frustrata. Dovrebbe imparare la magia da sua zia Opal, ma non sta andando tutto liscio come sperava. Mentre cerca di salvare i suoi amici del Popolo Nascosto in città, segreti a lungo sepolti vengono alla luce e le leggende prendono vita. Ramya sa di essere diversa, sa di essere una strega. Ma ora deve imparare il vero significato dei suoi poteri... prima che tutto ciò che ama vada perduto.

Elle McNicoll
ha probabilmente cercato attraverso i suoi precedenti (ottimi) romanzi un carattere al quale affidare più avventure e lo ha giustamente individuato in Ramya, la giovane strega neurodivergente, disprassica, stilosa e dal carattere impulsivo che avevamo conosciuto qualche mese fa in Come un incantesimo: Ramya viene da una famiglia di streghe e riesce a vedere oltre il Glamour, ovvero il travestimento che le creature magiche assumono per non essere viste dagli umani.

Il volume precedente si chiudeva con una rivelazione per la bambina e la scoperta del proprio potenziale nonché lo scioglimento di un segreto a lungo tenuto in famiglia. Questo si apre in un luogo isolato, lontano dalla città, Loch Ness. È evidente che a Edimburgo è successo qualcosa di inquietante e pericoloso e Ramya col cugino Marley si trovano a casa della nonna, mentre le tre sorelle (Cassandra, la madre di Ramya e le due zie Leanna e Opal) e la nonna preparano in gran segreto una contromossa. Opal, anche lei neurodivergente e per questo molto vicina alla protagonista, dà alla nipote lezioni di magia e di vita che però Ramya comprende solo in parte, ansiosa com'è di mettersi alla prova come strega e dimostrare quanto è speciale.

È bello ritrovare i personaggi di Come un incantesimo (sia buoni che cattivi), anche se l'atmosfera è decisamente diversa, più cupa: sfruttando una location misteriosa e magica per antonomasia (Loch Ness, appunto), l'autrice aumenta la gradazione fantasy ripassando l'intero repertorio, unicorni esclusi. Ecco allora Ramya volare a cavallo di un drago, lanciare incantesimi che ricordano alcune battaglie magiche dei cartoni animati giapponesi, e arrivare addirittura all'interno di un vulcano spento dove si dice avesse sede la Tavola Rotonda di Re Artù. Mancano solo i templari. Scherzi a parte, è il mio gusto, ma a volte c'è un po' di sovraccarico da fantasy.

Ramya ha una personalità complessa, a volte perfino un po' irritante, ma poter trovare un difetto in un personaggio positivo e viceversa un lato amabile in uno negativo è, non solo ciò che distingue un carattere da una funzione, ma ciò che (scoprirà la stessa Ramya) permette di mettersi nei panni dell'altro. In lei si riconoscono atteggiamenti che chi lavora con la disabilità osserva spesso, ad esempio la ricerca di scorciatoie e un impegno altalenante anche verso obiettivi che la attraggono; stremata dalle logiche della scuola che la costringono a inseguire il gruppo facendo inutili e ripetitivi esercizi piuttosto che imparando con i suoi tempi e sfruttando le proprie capacità, Ramya non ha energie residue neanche per sviluppare il proprio talento di strega e spera di farcela senza fare troppa fatica.

Ma questa volta abbiamo anche l'occasione di conoscere meglio Marley, il cugino conforme e studente modello che un po' soffre di non essere incluso nel circolo della magia di famiglia, ma darà il suo contributo, supportando la cugina e dandole talvolta dei limiti razionali. Compaiono poi nuovi amici, come Alona, una driade affine al mondo vegetale, e nuovi nemici, ad esempio il druido o la geniale increspatura, una creazione che smuove le emozioni più profonde e rappresenta quasi un concetto filosofico.

Protagoniste assolute, nel bene e nel male, sono comunque le donne, che siano streghe o sirene, bambine, ragazze o adulte, a loro l'autrice affida le forze della Natura, l'acqua, il fuoco, la flora, la voce. Sono il nucleo della famiglia a cui appartiene anche Ramya, le custodi della magia e le protettrici del Popolo Nascosto e del mondo. Alla maggiore consapevolezza della protagonista corrisponde una nuova complessità psicologica e morale delle situazioni e dei livelli di lettura; le tematiche di Come un incantesimo, alcune trasversali a tutta la produzione di McNicoll, vengono ulteriormente sviluppate e Ramya impara a comprendere meglio i sentimenti delle persone che la circondano (primo tra tutti Marley), spostando progressivamente la propria attenzione dal solo sé a includere gli altri.

La partenza è lenta, per rielaborare gli eventi del romanzo precedente e introdurre la nuova situazione, costruendo una storia che non è un semplice un proseguimento né tanto meno una copia, il ritmo e l'intensità del racconto aumentano col procedere della vicenda, diventando sempre più appassionanti (le ultime 50 pagine le ho lette in una sola sessione).

Se amate quest'autrice ancora una volta non sarete delusi, e se non la conoscete riuscirete a perdonarle anche il sovraccarico fantasy.

Mrs Rosewater



Photo credit: @lisapavesi

Copia omaggiata dalla casa editrice Uovonero, che ringraziamo di cuore.

giovedì 28 agosto 2025

Recensione: "Punto omega" di Flannery O'Connor (a cura di Ms Rosewater)

Buon pomeriggio, lettor*!^^
Oggi la nostra Ms Rosewater ci regala un'altra bella recensione di un libro che ha molto gradito, Punto omega, una raccolta di racconti di Flannery O'Connor. Scopritela qui di seguito e non dimenticate di lasciare un commentino ;) A presto!

Punto Omega
di Flannery O'Connor

Prezzo: 9,99 € (eBook) 17,00 € (cop. flessibile)
Pagine: 307
Genere: narrativa contemporanea, racconti
Editore: Minimum Fax
Data di pubblicazione: 27 gennaio 2023

Una donna che fatica ad accettare l’integrazione razziale intraprende con il figlio un difficile viaggio in autobus; un toro in fuga da una fattoria si trasforma in dispensatore di morte o forse di grazia; un uomo anziano ha un rapporto contrastato con la nipotina, lacerata tra l’affetto per il nonno e la lealtà verso il padre violento; un uomo del Sud coperto di tatuaggi è impegnato a dimostrare il proprio amore per una donna che ha dedicato se stessa al Dio dell’Antico Testamento: sono solo alcuni dei personaggi che affollano i racconti di Punto Omega. La maestria e la padronanza della forma breve di Flannery O’Connor raggiungono probabilmente il loro culmine nella sua seconda e ultima raccolta di racconti, pubblicata postuma nel 1965. Giunta alla piena maturità di scrittrice, devastata dalla malattia che la porterà nel giro di pochi anni a una morte precoce, O’Connor conferma e se possibile rafforza il proprio talento di narratrice perennemente sospesa tra il grottesco e il realismo più brutale, tra lo stupore di fronte alla crudeltà del mondo e il richiamo della fede, tra l’incombere della morte e il paradosso della salvezza.

Flannery O'Connor
è un'autrice d'immenso talento conosciuta per i suoi saggi teologici, i romanzi e soprattutto per i suoi racconti. Se appartenete al club nonleggoraccontipreferiscoiromanzi, la O'Connor è la persona giusta per convincervi ad abbandonare i pregiudizi su questa forma narrativa, anche se per cominciare forse vi consiglierei la sua prima raccolta, Un brav'uomo è difficile da trovare.

Punto Omega è invece l'ultimo libro della scrittrice, morta a soli 40 anni, in cui si compie una lotta tra morte e vita, fede e disperazione. Il grottesco e la violenza sono il suo territorio elettivo, il suolo in cui radicare una critica durissima alla società e in cui scavare alla ricerca del nucleo spirituale dell'umanità, di una risposta che arriverà inaspettata e beffarda, spesso con atti meschini o addirittura brutali, talvolta accidentali. È infatti nelle azioni meno nobili che la scrittrice cerca la volontà divina, non solo come credente (è nota la sua fede cattolica) ma in senso assoluto.

Siamo di fronte a un vero regolamento di conti, ogni storia è uno scontro definitivo senza prigionieri: assistiamo a confronti tremendi, spesso tra madri (solo madri) e figli, il passato e l'allora presente della società americana. Entrambi sono in torto, le une per l'ottuso perbenismo e razzismo - che O'Connor conosceva bene essendo nata nel sud degli Stati Uniti - gli altri per l'ingenuità di credere di poter sradicare facilmente il passato, solo perché non è più di moda. L'arroganza di entrambi viene divinamente punita, talvolta con la visione di un Paradiso al quale anche coloro che occupano il gradino più basso della società bigotta e razzista saranno ammessi, oppure con la fine traumatica e improvvisa della genitrice o ancora con la guarigione da un male sconosciuto, la discesa implacabile dello Spirito Santo e la vertigine di una vita che stava per finire e inaspettatamente continuerà. Ognuno riceve la sua penitenza, amministrata dalla fortuna o da Dio, che rappresenta il punto di svolta, la soluzione della crisi, dove tutto finisce e a volte ricomincia.

Non è possibile dividere questo mondo in buoni e cattivi, i ruoli sono continuamente ribaltati costringendo il lettore a osservare i contendenti e assumere il punto di vista di tutti
; l'atto, così naturale per un pubblico, di prendere le parti di un personaggio o di un altro, non è concesso: tutti sono deplorevoli e degni di pietà, basta questo a sovvertire le leggi classiche della narrativa. Quest'inversione di polarità culmina nei finali mai superficialmente lieti, in cui il senso di questo aggettivo si rovescia e ciò che sembra salvezza diventa condanna, mentre un gesto feroce rappresenta una liberazione.

O'Connor racconta con urgenza, in pagine dense come sabbie mobili, costruendo tra i personaggi una tensione che non smette di crescere fino a raggiungere il culmine, il punto omega, l'istante del Giudizio che arriva “Come un ladro nella notte”. La scrittrice morì poco dopo aver ultimato l'ultimo racconto ed è inevitabile leggere nei personaggi e nelle trame di queste storie anche il riflesso di quanto visse nell'ultimo periodo della sua esistenza terrestre, segnato dalla malattia e da quanto una situazione estrema porta con sé. Possiamo forse riconoscere (supposizione mia) angoscia per quella salvezza che non le fu concessa, ma non rimpianto, lamento o rinuncia ai valori personali e letterari che aveva scelto. Coerente con essi rifiuta di cedere alla dolce e falsa speranza propinata da tanta letteratura e resta dura, sincera fino all'ultima pagina, allontanando la bugia dell'illusione.

Domani non è per forza un altro giorno.
Ms Rosewater



Photo credit: @lisapavesi

mercoledì 16 luglio 2025

Inclusion Books: "Semplicemente Maria" di Jay Hardwig (a cura di Ms Rosewater)

Buongiorno, lettor*! ^^
Oggi rispolveriamo questa bella rubrichetta, nata per parlare di letteratura e disabilità (se volete saperne di più, vi rimando al primo post dedicato QUI) e scopriamo insieme alla nostra Ms Rosewater un romanzo edito Uovonero, che come saprete è una casa editrice che ha a cuore tematiche inclusive. La storia si intitola Semplicemente Maria e sono certa che in qualche modo, anche solo leggendo la recensione che segue, troverà il modo di colpirvi. Fateci sapere nei commenti cosa ne pensate ;)

Semplicemente Maria
di Jay Hardwig

Prezzo: 16,50 € (cop. flessibile)
Pagine: 192
Genere: narrativa ragazzi
Editore: Uovonero
Data di pubblicazione: 28 febbraio 2025

Maria non vuole apparire strana o indifesa. Non vuole essere fantastica né una fonte di ispirazione. Maria vuole essere semplicemente normale. Questa è la storia di Maria Romero, un'undicenne cieca che cerca in tutti i modi di essere normale. Ma è difficile essere normale quando i tuoi occhi sono di vetro e impugni un bastone bianco. Ed è ancora più difficile passare inosservata quando hai un vicino e compagno di classe come JJ Munson, un ragazzino asmatico e sovrappeso un po' stravagante che coinvolge la riluttante Maria in una serie di sfide per dimostrare le loro abilità come dilettanti investigatori privati. Quando una giovane ragazza scompare, questa nuova amicizia e il coraggio di Maria saranno messi a dura prova in modi del tutto inaspettati.

La vita di un'adolescente cieca è dura e Maria Romero ne sa qualcosa. Nata con tumori agli occhi, non ha mai visto e non sa cosa sia, anche se - a giudicare da come ne parla la gente intorno a lei - deve essere una gran bella cosa. Per questo non ha rimpianti o recriminazioni, ma certo, essere cieca rende più complicato dimostrare di essere autonoma e carica sua madre di ansia - non la lascia mai sola in casa per più di 10 minuti. Nella durissima competizione scolastica per la notorietà, Maria parte svantaggiata, oggetto di pietismo ma anche insofferenza da parte delle compagne “in” che la usano per mettersi in buona luce con i professori, ma sostanzialmente la ignorano. Pur essendo consapevole delle dinamiche che la coinvolgono, come ogni adolescente desidera essere accettata e far parte di un gruppo, e per ottenere ciò vuole uniformarsi alle aspettative sociali, restare nel solco di quella che è ritenuta la normalità.

Maria ci crede veramente alla normalità, ma quando il suo vicino JJ, un ragazzo bizzarro e poco popolare (ma anche l'unico che la tratta davvero alla pari), arriva alla sua veranda con l'idea di fondare un'agenzia d'investigazioni, scompiglia i suoi programmi e la trascina alla scoperta di sé stessa.

Jay Hardwig assume il punto di vista di un'adolescente disabile con le stesse aspettative dei suoi coetanei, ma che desidera ancora più degli altri indipendenza, autonomia, accettazione. Tra prove bizzarre, incomprensioni, momenti di tensione e situazioni comiche, Maria smonta gli stereotipi zuccherosi e abilisti che vorrebbero le persone disabili eterne bambine, incapaci di sbagliare, di ferire, di crescere, persone speciali, un'etichetta che Maria rifiuta dalle prime pagine. La naturalezza con la quale parla della cecità, risponde alle curiosità che le persone vedenti potrebbero avere e racconta di come impara, si muove e conosce il mondo che la circonda, è l'antidoto ai tabù che ancora avvolgono la disabilità e che perfino oggi creano pericolosi imbarazzi in chi non l'ha mai incontrata.

Al termine delle sue avventure con JJ, Maria sarà cresciuta, avrà scoperto una nuova parte di sé e avrà imparato ad accettarsi più profondamente, semplicemente Maria non per essere “normale”, ma per essere sé stessa.

Maria e JJ sono personaggi complessi, per niente scontati, coinvolgenti, riescono a cogliere le sfumature - positive o negative - dell'adolescenza e anche se privo di colori e descrizioni visive, il mondo della dodicenne cieca è vivido e palpabile, concreto. Mancano la vittimizzazione e la pietà, mancano le lacrime e i buoni sentimenti da due soldi, gli argomenti “scottanti” vengono affrontati in modo diretto e sincero e anche questo farà sentire i lettori più vicini ai giovani protagonisti.

Uovonero (che ringrazio per avermi inviato una copia del libro), ha aggiunto un altro titolo che racconta in modo originale e moderno la disabilità (non solo la cecità), scardina credenze e pregiudizi, scritto per i ragazzi ma decisamente adatto anche agli adulti. Bel colpo.
Ms Rosewater



Photo credit: @lisapavesi

martedì 8 luglio 2025

Recensione: "Parlarne tra amici" di Sally Rooney (a cura di Ms Rosewater)

Buongiorno, lettor*! ^^
Come state sopravvivendo al terribile caldo di questi giorni? Io purtroppo sono bloccata in casa col bimbo malato, ma mi auguro di poter andare presto al mare e rilassarmi con qualche bella lettura. E a proposito di belle letture, oggi la nostra Ms Rosewater ci parla di un libro che le è piaciuto tantissimo e l'ha emozionata. Si tratta di Parlarne tra amici, di Sally Rooney, che lei ha letto nell'edizione originale. Sally Rooney è un'autrice molto amata, avete già letto questo libro? Fateci sapere la vostra opinione con un commento ;) A presto!

Parlarne tra amici
di Sally Rooney

Prezzo: 8,99 € (eBook) 13,00 € (cop. flessibile)
Pagine: 290
Genere: narrativa
Editore: Einaudi
Data di pubblicazione: 25 giugno 2019

Frances è troppo intelligente per innamorarsi di un uomo sposato. O almeno cosí pensava prima di incontrare Nick. Bobbi, la sua ex amante, e Melissa, la moglie di Nick, sono troppo moderne e consapevoli per essere gelose. O almeno così pensavano. "Parlarne tra amici" si può leggere come una commedia romantica o un manifesto femminista. Si può leggere come un libro sul tradimento ai tempi di WhatsApp o su ciò che nei rapporti di coppia non cambia mai. Ma in qualsiasi modo si decida di leggerlo, "Parlarne tra amici" è un romanzo universale sui complicati capricci dell'amore.

L'abilità dei grandi chef è riuscire a creare, a partire dagli stessi 3 o 4 ingredienti, infinite varianti, cambiando cotture, aggiungendo una spezia, esaltando con la pratica le caratteristiche del cibo che stanno cucinando fino ad arrivare alla sua essenza.
Questo primo romanzo di Sally Rooney è proprio così: ingredienti conosciuti, situazioni - in parte - prevedibili, una tecnica notevole e una certa dose di audacia che li trasformano in un'opera potente e inaspettata. Raccontare della conoscenza tra due ragazze ventenni ex fidanzate e una coppia di artisti trentenni potrebbe equivalere a cercarsi dei guai letterari, infilando uno stereotipo dietro l'altro, ma mettere in scena quello che il lettore si aspetta per la scrittrice è solo il punto di partenza di uno scavo continuo, profondo e inarrestabile nelle dinamiche e nei sentimenti delle relazioni umane.

Frances è la voce narrante, una giovane poetessa e studentessa universitaria dotata di un certo cinico senso dell'umorismo, che sembra voler fendere il presente, passare attraverso tutto con indifferenza. Il rapporto con Bobbi, la sua ex, la fotografa Melissa e suo marito Nick è descritto dai primi incontri, poi, man mano che la conoscenza si approfondisce, nascono interessi, supposizioni e infine è proprio lei a cambiare i termini delle relazioni nel gruppo e a vivere continuamente la paura di mostrarsi vulnerabile e la difficoltà di comprendere e farsi comprendere.

Non solo Frances, ma anche Nick e Melissa (forse possiamo escludere Bobbi, troppo sincera e diretta per essere fraintesa) proiettano un'immagine che non gli corrisponde, si feriscono involontariamente a vicenda e pur amando qualcuno riescono invariabilmente a farlo soffrire con le proprie parole. In un altro romanzo avremmo potuto trovare una semplice constatazione dell'impossibilità di comunicare e finirla lì, ma a Sally Rooney non può bastare, spinge il racconto superando pagine che fanno trattenere il respiro - e che a volte non si vorrebbero nemmeno leggere ma non si può smettere - non ci si può fermare fino a quando si arriva in fondo e non c'è davvero altro che i protagonisti possano dire.

Tratteggiati senza simpatia o avversione, tutti i personaggi suscitano sentimenti contrastanti, ambigui: sono l'immagine di un'infanzia traumatizzata senza distinzioni di classe, abbandonata dagli adulti, che affronta il mondo con fatica e senza scoprire il fianco. Non sono costruiti per instaurare un rapporto affettivo con il lettore anche se quello che fanno c'interessa e friggiamo in attesa della loro prossima mossa. Privi quasi completamente di descrizione fisica, Frances e Bobbi, Melissa e Nick talvolta meritano approvazione e a volte sono irritanti, e proprio per questa impossibilità di classificarli sono caratteri credibili, tridimensionali.

Manipolando le aspettative legate ai cliché del genere, la scrittrice ha realizzato un esordio che ha una forza che altri autori raggiungono al terzo, quarto romanzo o anche mai. È una sfida, uno sfoggio di incredibile bravura celata, come i segreti di Frances, sotto un'apparenza di scarna semplicità che rinuncia a tutto, perfino alla distinzione della narrazione dai dialoghi, e lascia che siano i quattro protagonisti a dare forma e a far progredire la storia, mentre Rooney si ritira rinunciando a qualsiasi intervento.

Sembra di dire una banalità oggi che Sally Rooney è un'autrice acclamata in tutto il mondo, tuttavia scoprire la sua scrittura è emozionante. Leggetela.

10 tazzine
Ms Rosewater


Fonte immagini: Pinterest

mercoledì 2 luglio 2025

Recensione: "Cuori in tempesta" di Angela Contini (a cura di Marika)

Ben ritrovati su questi canali Coffeeaholics del cuore!
Oggi ritorno su questi schermi, combattendo afa e caldo, per proporvi uno degli ultimi romanzi letti e usciti da pochi giorni: sto parlando di Cuori in tempesta, di Angela Contini, un romance storico un po' diverso dal solito. Difatti, pur ambientandolo in una Inghilterra della società dabbene, degli abiti lunghi e delle bombette, intesse la storia di sentimenti proibiti, dark, e quella buona dose di "hate to love" che non guasta mai e accende gli animi. Il volume inoltre, anche se converge su uno stile differente, non manca di presentare al lettore la firma dell'autrice: ovvero personaggi dalle mille sfaccettature.

Cuori in tempesta
di Angela Contini

Prezzo: 2,99 € (eBook) 15,50 € (cop. flessibile)
Pagine: 658
Genere: romance storico
Editore: self-publishing
Data di pubblicazione: 26 giugno 2025

Fin da quando erano due giovani diciottenni, ciò che lega Julian Ashton, arrogante erede della casata degli Ashton, e la sua serva, Eliza Trentwood, è un’antipatia reciproca che si consuma tra le gelide mura di Ashton Manor. Tra gli insulti e le vessazioni di lui e i silenzi di Eliza, costretta dal suo ruolo a tacere, il loro rapporto è intriso di ostilità. Eppure, tra i segreti di una biblioteca e il mistero di un bosco, emergono passioni sopite, forse nascoste troppo a lungo a causa delle convenzioni e delle aspettative sociali. Julian ed Eliza combattono con tutte le loro forze contro questa attrazione, rifiutandola ostinatamente, finché una sorprendente scoperta che coinvolge Eliza li porta a separare le loro strade. Quando i loro cammini si incrociano di nuovo, Julian ed Eliza lottano ancora contro i sentimenti che, nonostante l’astio radicato, iniziano a legarli con una forza inaspettata. Sono convinti di dover sacrificare la propria felicità sull’altare del dovere e delle convenienze sociali, rassegnati a un destino che sembra volerli dividere per sempre. Ma come si può combattere contro un’attrazione bruciante che travalica ogni sentimento di odio e disprezzo? Una forza primordiale che si rivela in un tocco rubato, uno sguardo prolungato, un respiro affannoso. Come si può negare una connessione così profonda, una sintonia di corpi e anime che rende l’ostilità una barriera inconsistente, destinata a sgretolarsi, ridefinendo ogni cosa? Julian ed Eliza sono uniti da una forza quasi primordiale a cui nessuno dei due può resistere. Il destino, che li ha legati ad Ashton Manor con le sue trame dolorose, sarà abbastanza forte da resistere ai loro ostinati tentativi di restare separati? Oppure il loro legame travalicherà ogni convenzione e sofferenza, conducendoli verso un futuro inatteso? In un’epoca di rigide convenzioni e passioni inconfessabili, si intreccia la loro tormentata storia che li lega indissolubilmente l’uno all’altra fin dall’infanzia.

Tutto ha inizio ad Ashton Manor, una tenuta dell'alta aristocrazia i cui proprietari sono gelidi e altezzosi come pochi. Qui, questi ultimi hanno due figli: Marie Anne, generosa, coraggiosa e autentica e Julian, presuntuoso, arrogante e sprezzante verso tutti coloro che la società ritiene gerarchicamente inferiori.

La casa però non è animata soltanto da una famiglia blasonata e attenta alle etichette, ma dà ospitalità e lavoro anche a Eliza Trentwood, una domestica verso cui il rampollo degli Ashton - sin dalla giovane età - prova un astio ingiustificato e ricambiato. I due battibeccano continuamente, e mentre Julian non manca di ricordare alla protagonista la sua posizione svantaggiata, Eliza contrattacca incurante del ruolo sociale del suo nemico.

Tutto procede tra alti e bassi, bagni sfuggenti al lago, signorine dell'alta società stucchevoli ed esasperanti, perversi compagni di studio fino, e quei piccoli boccioli di sentimenti che rimarranno sospesi e congelati ad Ashton Manor. Motivo? Alla porta di Eliza bussa un passato sconosciuto che le cambia repentinamente la vita in modo inesorabile.

La nostra signorina Trentwood lascia così la tenuta, i suoi grembiuli, Marie Anne (che era ormai diventata una sua amica) e Julian, quel giovane uomo tanto bello quanto esasperante e...
Passano gli anni, per la precisione cinque, ed Eliza nonostante abbia una nuova esistenza appartenutale dalla nascita, pensa spesso al luogo della sua giovinezza. Un luogo austero e asfissiante, ma allo stesso tempo custode di segreti e piccole fiamme accese. Lo fa passivamente, fino a quando una situazione non la porta a incontrare di nuovo Julian Ashton, ormai un uomo diverso, incupito e appesantito da circostanze dolorose che negli anni gli hanno spento il sorriso.

Si riconoscono, si cercano e si bramano, ma i loro caratteri spigolosi, la sofferenza e le avversità della vita li trattengono dal liberarsi dalle catene per cadere uno tra le braccia dell'altra.
Ma quanto possono resistere a una passione nata anni prima che sembra divorarli?

L'autrice, questa volta, ha voluto dare alla storia un'impronta più intensa e tormentata che, abbraccia tematiche forti come: il dolore per la perdita di qualcuno amato, l'agonia per i sentimenti soffocati, l'abbandono, il senso di impotenza di fronte agli addii, l'esasperazione per una vita non scelta, il ritrovarsi a vivere un'esistenza non prevista. Non mancano poi, le emozioni legate alla storia tra i due personaggi che si traducono in incertezze, gelosie, desideri, frenesie e vigore. E proprio a proposito dei protagonisti, troviamo da un lato Eliza, una giovane disinibita, forte, che a dispetto della sua situazione sociale ha dignità da vendere e una rispettabilità che non ha nulla da invidiare a conti o duchi. Dall'altro, esiste Julian, un ragazzo che conoscerete prima come erede viziato, spocchioso ed egocentrico, e poi come un uomo disilluso e spezzato dalla vita. Un uomo sulle cui spalle gravita il peso di un casato ormai lontano, di una vita innocente, e di un supplizio angoscioso. Si ritroveranno di fronte a un ulteriore cambiamento quando i due, incontrandosi di nuovo, dovranno affrontare paure, incognite, vecchie ferite e una passione mai sopita. Eliza si scoprirà paziente e innamorata, mentre Julian, ancora capace di provare sentimenti bellissimi e positivi.

In conclusione, con uno stile poetico e accattivante, e un linguaggio elegante ma diretto, l'autrice presenta al lettore una storia di ribellione e redenzione che mette in luce protagonisti in una continua crescita psicologica.

Voto: 5 tazzine di tè nero speziato
Fonte immagini: Pinterest

mercoledì 21 maggio 2025

Recensione: "Two Twisted Crowns" di Rachel Gillig (a cura di Marika)

Ben tornati tra le nostre parole, amati Coffeeaholics del cuore!
Ve l'avevamo detto che ci avreste viste più spesso su questi canali e così, eccoci qui, pronte sempre a parlarvi di cose che ci appassionano. E proprio a proposito di passioni, nei giorni scorsi tra una ciliegia e l'altra (fate pure tante, perché si sa che non esistono misure riguardanti questo frutto), ho finito Two Twisted Crowns, il secondo volume della dilogia di Rachel Gillig, nonché seguito di One Dark Window di cui vi ho parlato la settimana scorsa. E che dirvi se non che si tratta di un viaggio meraviglioso con una degna conclusione? 

Two Twisted Crown
di Rachel Gillig

Prezzo: 14,99 € (eBook) 24,90 € (cop. rigida)
Pagine: 492
Genere: fantasy
Editore: Giunti
Data di pubblicazione: 30 aprile 2025

Nel capitolo conclusivo della dilogia, Elspeth deve affrontare il peso di ciò che ha fatto, mentre lei e Ravyn si imbarcano in una pericolosa missione per salvare il regno ormai in preda a un re tiranno e alla magia nera. Elspeth e Ravyn hanno raccolto la maggior parte delle dodici Carte della Provvidenza, ma l'ultima – e la più importante – resta da trovare: gli Ontani Gemelli. Per recuperarla prima del Solstizio e liberare il regno, dovranno attraversare l'oscura foresta avvolta dalla nebbia. L'unico che può guidarli è il mostro che abita la mente di Elspeth, l'Incubo, ma lui non sembra più disposto a collaborare…

Con One Dark Window eravamo rimasti in un punto cruciale: il regno si appresta a eleggere un nuovo principe al trono, mentre Elspeth e Ravyn si ritrovano immischiati in una guerra tra due famiglie antiche e tra due sovrani spietati e desiderosi di vendetta. E come se non bastasse, a complicare tutto si aggiunge l'Incubo, il mostro che abita dentro la protagonista, pronto a prendere il sopravvento e a vendicarsi di tutte le persone che gli hanno arrecato danni. Lo Spirito della Foresta è sempre più inquieto e instabile, e il tempo oramai è agli sgoccioli per ricostruire il mazzo delle Carte della Provvidenza che permetterà ai protagonisti di liberare Blunder dalla nebbia e dalla magia oscura e di salvare le persone amate da morte certa. Una corsa contro il tempo e contro quegli arcani che minacciano di sopraffare tutto e di far crollare una pesante coltre di oscurità. E per giunta, ad aggiungere benzina a un fuoco di problemi già alto, c'è la caccia alla carta unica e rara degli Ontani Gemelli. Una carta che non solo caccerebbe via la malattia, ma che permetterebbe a Ravyn di sciogliere le catene di Elspeth e di darle la vita che merita da sempre. Comincia così, un viaggio pericoloso in cui il nostro protagonista disilluso, stanco e con il cuore a pezzi, insieme al suo più grande nemico, decide di attraversare la foresta, luogo ai margini del regno, nonché cuore pulsante della magia di sale che tutti temono. E lo fa consapevole del pericolo e della possibilità di non tornare indietro dalla sua famiglia. Riusciranno a regalare a Blunder una nuova vita, o soccomberanno allo Spirito? 

Rachel Gillig torna in libreria con il secondo volume di una storia che ci ha tenuti con il fiato sospeso e con un finale mozzafiato e allo stesso tempo doloroso. E lo fa portando con sé una nuova ondata di disperazione e oscurità per i lettori che nel primo libro hanno imparato ad amare Elspeth con la sua durezza e i suoi lati spigolosi, e Ravyn con la sua sensibilità d'animo. Difatti, con il suo stile espressivo e un linguaggio che ci ha abituati tanto alla crudezza, quanto all'eleganza, non si risparmia sulle situazioni pericolose, sugli struggimenti e sugli accadimenti da torcibudella. I protagonisti, che avevamo lasciato distrutti e disperati, li ritroviamo ora animati da una nuova consapevolezza: combattere per la sopravvivenza e per quel futuro che anelano lontano dai sotterfugi, dagli imbrogli, dalle imposizioni e dalle persecuzioni. Troviamo Elspeth, colei che combatte contro sé stessa e contro l'Incubo pur di rimanere a galla, e di avere il controllo sulla sua mente e sul suo corpo; Ravyn, dilaniato dallo sconforto e con un cuore distrutto in mille pezzi per la sua amata e per Emory, quel fratello verso cui nutre sensi di colpa. E ancora Renelm, il principe che da dimenticato ritorna sulle scene, divenendo il nuovo erede al trono, allentando il suo cuore dalla morsa di ghiaccio e diffidenza in cui l'aveva rinchiuso; e Ione, la ragazza la cui bellezza si trasforma da qualità ad arma pur di salvare la sua famiglia. 

La cosa che fa riflettere di questo nuovo capitolo, è la presenza dell'Incubo, un qualcosa che dal primo volume avremmo definito con un'accezione negativa (vista la sua presenza quasi forzata nella mente di Elspeth), ma che in molti tratti, si può osservare in una forma di vicinanza e di protezione per quella fanciulla che nel tempo ha imparato a conoscere. È un villain, ma come ogni figura di questa categoria, ha un passato cruento, delle motivazioni e un lato umano nato in un tempo che gli ha dato sia gioie che dolori.

Personalmente, ho amato tantissimo Two Twisted Crowns, un po' di piu di One Dark Window, e le motivazioni sono semplici: in questo romanzo, vengono fuori i sentimenti puri di Ravyn che non si risparmia nella sofferenza per ciò che ha perso e per ciò in cui spera ancora; la paura e le vessazioni degli oppressi e di tutti quelli che vengono perseguitati per la loro magia, e per il loro essere "diversi"; la ferrea forza di volontà di Elspeth e il suo viaggio introspettivo che le permettono di non annullare la sua persona e di farne prevaricare un'altra; e la decisione di un principe vittima di soprusi, di agire per sé stesso e dare al regno la guida che merita. 

In conclusione, è un volume di seconde possibilità e di rivalsa, dove i personaggi, prima di agire da eroi locali per tanti, lottano per le loro anime e la propria felicità.

Voto: 5 tazzine di caffè nero con una punta di panna salata.

Fonte immagini: Pinterest

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