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martedì 31 maggio 2022

Recensione: "Io, Monna Lisa" di Natasha Solomons (a cura di Eleonora)

Buongiorno, caffeinomani! ^^
Oggi la nostra Eleonora ci parla di "Io, Monna Lisa", di Natasha Solomons, un romanzo davvero particolare che vede come protagonosti Leonardo Da Vinci e il suo dipinto più celebre, che qui prende praticamente vita. Scoprite tutto nella recensione e lasciateci un vostro parere nei commenti ;) A presto!

Io, Monna Lisa
di Nastasha Solomons

Prezzo: 9,99 € (eBook) 18,00 € (cop. flessibile)
Pagine: 343
Genere: narrativa storica
Editore: Neri Pozza
Data di pubblicazione: 21 aprile 2022

Firenze, 1504. A cinquantun anni, con addosso una corta tunica di colore rosato e un mantello di velluto verde, Leonardo da Vinci incarna in tutto e per tutto il rinomato artista che da Milano è piombato fra i tradizionalisti repubblicani fiorentini, con le loro vesti lunghe e semplici e i capelli tagliati corti. Nel suo studio, tra disegni sparpagliati ovunque, garzoni che macinano pigmenti, mecenati e muse scontente, prende vita, pennellata dopo pennellata, il ritratto di Lisa del Giocondo, la graziosa moglie di un mercante di sete. Ma la figura che affiora dalla tavola di pioppo, il suo sorriso, soprattutto, non hanno molto a che fare con la modella in posa davanti al ca - valletto. Come Prometeo, Leonardo ha infuso nella sua opera migliore il fuoco della vita, e ora Monna Lisa ha un’anima propria che le consente non solo di percepire tutto ciò che la circonda, ma anche di farsi sentire dal suo creatore, a cui la lega un amore assoluto. Per anni da Vinci e il suo dipinto peregrinano da una città all’altra, incapaci di vivere l’uno senza l’altro, fino a quando la morte dell’artista non giunge a separarli, lasciando l’opera in balia di un incerto destino. Cinquecento anni dopo, Monna Lisa osserva il mondo dalla sua prigione di vetro al Louvre, visitata ogni giorno da migliaia di turisti disposti a fare ore di coda solo per guardarla a bocca aperta. È considerata l’opera d’arte più celebre del mondo, ma nessuno conosce il segreto della sua esistenza. Eppure, le sue avventure meritano attenzione, poiché ha vissuto molte vite ed è stata amata da imperatori, re e ladri. È sopravvissuta a rapimenti e aggressioni, a una rivoluzione e due guerre mondiali. E ora vuole solo raccontare la sua storia, una storia di rivalità, intrighi e potere. Ma anche una grande storia d’amore, la storia di ciò che siamo disposti a fare per coloro che amiamo. Ispirandosi all’opera più iconica della pittura mondiale, Natasha Solomons, già acclamata autrice dei Goldbaum, conduce il lettore dall’abbagliante mondo degli studi fiorentini alle corti francesi di Fontainebleau e Versailles, fino al ventesimo secolo. Tra geniali invenzioni, pericoli di ogni genere e ambigui personaggi disposti a tutto pur di possederla, Monna Lisa passerà di mano in mano, diventando protagonista di un’incredibile avventura e insostituibile testimone della storia dell’umanità.

Chi si è mai chiesto cosa potrebbero raccontare le sculture, i quadri o le opere d’arte che ogni anno ammiriamo esposte nei musei se solo potessero parlare? A Natasha Solomons, autrice di piccoli gioielli della narrativa come “ I Goldbaum” e “Casa Tyneford”, di sicuro questa domanda è balenata per la mente e lei, nel suo ultimo romanzo Io, Monna Lisa, ha provato a darsi una risposta chiamando in causa niente meno che il quadro, probabilmente, più celebre al mondo: Monna Lisa di Leonardo Da Vinci. Cosa ci potrebbe raccontare la Gioconda se la genialità di Leonardo al momento della sua creazione non si fosse espressa solo sotto forma di meraviglia pittorica ma anche come scintilla vitale in grado di animare e dare una coscienza al dipinto? In questo libro abbiamo la risposta dell’autrice. Narrata dal punto di vista del quadro animato, questa storia offre una panoramica in primo piano sulla vita di Leonardo, come uomo, come artista e come studioso del mondo che lo circondava, e anche un piccolo scorcio, romanzato ovviamente, sulle varie epoche storiche e le peripezie che la Gioconda ha attraversato fino ad arrivare ai giorni nostri. Non solo però, questo romanzo, dando vita a un oggetto destinato a diventare intramontabile, pone anche le basi per delle riflessioni sull’amore, il tempo e la memoria; uno dei costanti pensieri della nostra atipica protagonista è il fatto che lei sia destinata a sopravvivere a tutto ciò e a tutti coloro che conosce e ama e che, alla fine, rimanga lei sola a conservarne la memoria per come erano realmente, senza però poterla tramandare. 

Il romanzo inizia con la nascita di Monna Lisa, o Lisa, come si farà chiamare e sarà chiamata da coloro che entrano in contatto con lei. La sua coscienza si sviluppa sin dalle prime pennellate dell’artista e, pian piano, man mano che comincia a prendere forma, il dipinto acquisisce consapevolezza della sua esistenza e del suo essere viva fino a quando non si manifesta al suo stupefatto creatore. Immediatamente intuiamo che il carattere di Lisa, così come anche la sua logica, è assolutamente moderno e non in linea con i classici canoni di comportamento e atteggiamento delle nobildonne dell’epoca; decisa, curiosa, arguta, sarcastica e implacabile nei suoi giudizi, la Gioconda non si fa scrupoli nel dire quello che pensa e nel soppesare senza remore tutti coloro che ha modo di “incontrare”; per citare un esempio, Lisa dipinta non sopporta Monna Lisa in carne e ossa, reputandola noiosa e priva di carattere, rifiuta di essere a lei paragonata, tanto che da subito ci tiene a sottolineare che ad accomunarle c’è l’aspetto esteriore ma nulla più. C’è però una condizione nella sua possibilità di essere udita, per quanto lei possa parlare ed esprimere opinioni, infatti, solo un gruppo di selezionati personaggi riesce a sentirla, i fortunati sono solo i grandi geni dell’arte come Michelangelo, Raffaello e, qualche secolo più avanti, Picasso; ciò non impedisce, però, a chiunque si venga a trovare al suo cospetto, di interagire con lei; a causa della bellezza sia estetica che pittorica e del realismo con cui è dipinta spesso e volentieri viene trattata da persona reale e fisica che ispira dialoghi, confessioni e forti sentimenti, non sempre benevoli, nei suoi confronti.

Lo spaccato di vita di Leonardo che ci viene offerto tramite gli occhi del quadro non risparmia nulla, vita pubblica, privata dell’artista, scene politiche e di vita familiare che lo circondano vengono abilmente inserite e descritte in modo tale da fare efficacemente da cornice alle vicende principali. Impostato come un racconto di memorie di Monna Lisa, il libro si dipana per la prima metà circa in modo temporalmente lineare per poi, verso la fine della vita del pittore, procedere a balzi temporali in modo da sottolineare maggiormente la riluttanza di Lisa a lasciar andare la sua vita passata; muta (per molti) spettatrice del tempo che passa, la Gioconda trova conforto nei ricordi di una vita passata più piena e vivida, consapevole di avviarsi sempre più verso un futuro di apatia e oblio ma comunque fiera della memoria e della fama che la sua esistenza rende al suo creatore.

Natasha Solomons in questa sua ultima avventura letteraria non smentisce il suo stile lieve ma incisivo e, con una prosa avvolgente, catapulta il lettore fin dalle prime parole nella bottega di Leonardo Da Vinci dove sembra di avere davanti agli occhi i moccoli delle candele che si sciolgono nella luce soffusa, di sentire il fruscio delle pennellate sulle tele, ma soprattutto dove sembra di ritrovarsi a fianco del pittore a dialogare con il quadro più vivace e pungente della storia; ci disgusta nella descrizione di un banchetto papale di fronte all’immagine di un papa strabordante, ricoperto e circondato da ricchezze, che mangia una pietanza ungendosi con gli olii di cottura e ruminando come un animale e ci fa tornare a respirare quando Leonardo e i suoi bottegai si ritirano in campagna per rigenerare la mente. Le atmosfere di questo romanzo sono totalmente diverse da quelli precedenti, infatti le sensazioni che porta a tratti rimandano ai romanzi di Ken Follett, sono opere diverse, narrate con stili diversi, ma in qualche modo il retrogusto che lasciano è simile; inoltre la differenza tra questo libro e i precedenti si nota anche comparando il lessico che viene utilizzato, in questo romanzo più deciso e diretto anche nei momenti più “sentimentali”, ma vista la situazione poco comune che si trova a descrivere alla fine si rivela una scelta vincente.

La Solomons ha dunque confermato la sua abilità di scrittrice in Io, Monna Lisa, riuscendo a creare efficacemente una storia intensa ed emozionante fuori dalla sua comfort zone, mantenendo il posto nella mia personale classifica tra le migliori scrittrici di finali nei romanzi e facendomi venir voglia di correre a Louvre ad ammirare, per una buona volta, il quadro in questione; peccato che ci sia sempre una ressa infinita e che non sia proprio una destinazione a portata di mano.


Eleonora


Photo credit: @eleonoranicoletto

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