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mercoledì 7 luglio 2021

Recensioni: "Normal People" - libro e serie TV (a cura di Melz)

Buongiorno, lettori! ^^
Oggi Melz, nuova collaboratrice del blog, vi parla di Normal People, dopo aver letto il libro e visto la serie TV. Devo ammettere che anch'io sono incuriosita da entrambi e, dopo questa doppia recensione, penso proprio che gli darò una chance. Voi cosa ne pensate di Normal People? Lasciate pure un commento con la vostra opinione ;)

Persone Normali
di Sally Rooney

Titolo originale: Normal People
Prezzo: 9,99 € (eBook) 19,50 euro € (cop. rigida) 11,00 € (cop. flessibile)
Pagine: 240
Genere: narrativa contemporanea
Editore: Einaudi
Data di pubblicazione: 21 Maggio 2019

Connell e Marianne frequentano la stessa scuola di Carricklea, un piccolo centro dell'Irlanda rurale appena fuori Sligo. A parte questo, non hanno niente in comune. Lei appartiene a una famiglia agiata e guasta che non le fa mancare nulla tranne i fondamenti dell'amore e del rispetto. Lui è il figlio di una donna pratica e premurosa che per mantenerlo fa la domestica in casa d'altri (quella della madre di Marianne). Nell'inventario di vantaggi e svantaggi, l'inferiorità economica di Connell è bilanciata sul piano sociale. Lui è il bel centravanti della squadra di calcio della scuola e fra i compagni è molto amato, mentre Marianne, che nella pausa pranzo legge da sola Proust davanti agli armadietti, è quella strana ed evitata da tutti. Se la loro fosse una battaglia, o anche solo una sequenza di scaramucce amorose, si potrebbe dire che le frecce al loro arco si equivalgono. Ma Connell e Marianne sono <<come due pianticelle che condividono lo stesso pezzo di terra, crescendo l'una vicino all'altra, contorcendosi per farsi spazio, assumendo posizioni improbabili>>: nella loro crescita, si appoggiano e si scavalcano, si fanno molto male ma anche molto bene, e la sofferenza che si procurano non è che boicottaggio di sé. Certo, la ferocia informa tutti i rapporti di potere che vigono fra i personaggi, nella piccola scuola di provincia come nel prestigioso Trinity College cui entrambi i ragazzi accedono, nelle dinamiche di genere come negli equilibri famigliari. Perfino in quelle dicotomie sommarie che tanto Connell quanto Marianne subiscono, e in cui essi stessi indulgono: quelle fra persone gentili e persone crudeli, fra brave persone e persone cattive, corrotte, sbagliate, fra persone strane e persone normali. In un modo o nell'altro entrambi aspirano alla normalità, Connell per un'innata benché riprovevole pulsione di conformità, Marianne forse per sfuggire a quella cruda e pervasiva sensibilità che tanto dolore le causa e che facilmente vira all'autodistruttività. C'è Jane Austen in queste pagine, la forza del suo dialogo, la violenza sotterranea delle sue relazioni, e l'omonimia di Marianne con l'eroina del suo romanzo più celebre ne è un indizio. Per anni Marianne e Connell si ruotano intorno <<come pattinatori di figura>>, rischiando la vita e salvandosela, chiedendosi, promettendosi, negandosi, dimostrandosi che quella che li lega è una storia d'amore.

Il romanzo

Connell e Marianne sono due poli opposti della bussola. Lei fredda, apparentemente arrogante, senza amici e una famiglia disfunzionale. Lui caldo, apparentemente perfetto, tra i più popolari della scuola e una madre, Lorraine, che lo ama più di ogni altra cosa al mondo. Lorraine fa le pulizie a casa di Marianne due volte a settimana e Connell va a prenderla con la sua auto così, a volte, lui e Marianne si ritrovano a parlare, ma nessuno ne è a conoscenza. Sono due parole di Marianne, “mi piaci”, ad accendere la scintilla e a dar vita a un amore travagliato, intenso e doloroso.

Sally Rooney racconta una storia che va avanti per anni. Salti temporali di settimane, addirittura mesi, per snocciolare le personalità dei protagonisti, contorte come solo l’animo umano sa essere. Dal liceo, all’università, con la vita che cambia, a volte si capovolge del tutto. Entrare in empatia con i protagonisti è semplice perché non ci sono fronzoli, non sono esistenze romanzate: Connell e Marianne sono quello che dice il titolo, due persone normali. Tutti, chi più e chi meno, siamo stati Connell, o Marianne, o un mix tra i due. Le parole tra loro non sono irreali, le scene di sesso non sono ritoccate con la bacchetta magica per renderle troppo dolci o troppo irruente. È crudo, che sia in positivo o in negativo. Il fatto di essere due persone scomode, ricchi di pregi e pieni di difetti, li rende vicini ad ognuno di noi.

I pensieri si confondono con i dialoghi, l’assenza di punteggiatura in essi, quella che mi fece quasi odiare Parlarne tra Amici (l’altro romanzo della scrittrice irlandese) in questo caso ha qualcosa di poetico, ma anche un’assurda verità. Si fa fatica a distinguere ciò che dicono da ciò che pensano soltanto. In un’età così complicata come l’adolescenza, o in un lasso temporale ancora più difficile come l’affacciarsi all’imminente età adulta, non è sempre detto ciò che vorremmo dire e non è sempre pensato ciò che effettivamente si dice. Molte volte non si sa neanche chi si è.

“Ultimamente è tormentato dall’idea di essere due persone diverse, e che presto dovrà scegliere quale delle due essere a tempo pieno, lasciandosi l’altra alle spalle.”

La confusione regna sovrana e l’escamotage delle virgolette è molto apprezzato, anche se difficile da capire. Forse non dà fastidio proprio perché, in fin dei conti, è la cosa meno faticosa del romanzo. Ebbene sì, leggere Normal People non è semplice. O almeno non lo è se si entra nella lettura, se si riesce ad andare oltre le parole. Sono solo lettere su carta, ma fanno male come un coltello. Questo perché, a differenza di Parlarne tra Amici, in questo romanzo si va oltre e non si lascia nulla al caso (chi ha letto, sa di cosa parlo probabilmente). Si esplorano con una delicatezza disarmante temi fondamentali e soltanto attraverso i pensieri dei protagonisti: la depressione, la violenza e l’amore, quello sincero e vero che non ha bisogno di apparire, ma soltanto di essere.

“Ti amo. Non lo dico per dire, ti amo davvero. A lei tornano a riempirsi gli occhi di lacrime e li chiude. Questo momento le sembrerà di un’intensità insopportabile anche nei ricordi, ma ne è già consapevole fin d’ora, mentre sta accadendo. Non si è mai considerata degna di essere amata da qualcuno. Adesso però ha una nuova vita, di cui questo è il primo istante, e anche dopo tanti anni penserà ancora: Sì, proprio così, quello è stato l’inizio della mia vita”.

(fonte immagine: Serial Minds)

La serie TV

La serie TV “Normal People”, tratta dall’omonimo romanzo e prodotta da BBC e Hulu, prende luce in Italia sulla piattaforma Starzplay il 16 luglio 2020. Protagonisti Paul Mescal nei panni di Connell e Daisy Edgar-Jones in quelli di Marianne, due delle prove recitative meglio riuscite di quell’anno. L’interpretazione di Connell, frutterà a Paul ben cinque candidature come miglior attore in una serie televisiva e la vittoria ai BAFTA Television Awards del 2021 per la medesima categoria. Niente male per il suo primo ruolo in televisione, no?

La serie ci catapulta nel mondo di Connell e Marianne, in Irlanda, ma soprattutto nelle loro vite in una riproduzione quasi identica all’idea originale. I dialoghi sono la maggior parte delle volte identici a quelli del libro, tanto da poterlo seguire come fosse uno script. Originariamente Lenny Abrahmson (celebre per il film Room) e Hettie Mcdonald, erano intenzionati a seguire il romanzo pedissequamente, ma i continui flashback e salti temporali ne avrebbero appesantito la narrazione su schermo, anche se sul romanzo funziona benissimo. Con l’aiuto della stessa Sally, hanno poi deciso di definire la narrazione secondo il più comune ordine cronologico.

Anche se, come ho già detto, la serie si presenta quasi identica, c’è qualche piccola differenza che proverò a descrivere senza spoiler.

Nel libro Marianne viene detto essere considerata da molti la più bruttina della scuola, tant’è che nemmeno Connell (che sappiamo essere parecchio influenzato dal giudizio altrui) riesce a vederla così bella, nonostante gli piaccia parecchio. Nella serie le dice di essere “molto carina” già dalla prima volta in cui fanno l’amore e poi… nessuno potrebbe mai vedere come “la più bruttina della scuola” Daisy, anche se molto irritante come Marianne sa essere. (Per colpa di Daisy ho ancora voglia di farmi la frangia!); Le interazioni tra i due nella serie TV sono più numerose, seppur si tratti di semplici sguardi e il “mi piaci” di Marianne, arriva leggermente dopo rispetto al libro, dove lo troviamo subito.

La rappresentazione della violenza nella serie TV è più mite. La stessa madre di Marianne, nel libro descritta come molto dura, appare più mite e lo spessore morale inesistente di suo fratello Alan è fatto presente per lo più verbalmente. Questo è un aspetto fondamentale della vita di Marianne che, dopo continui abusi, non riesce a ben comprendere quanto alcuni tipi di relazione siano malati e a pensare di meritare solo questo tipo di amore, o di non meritarlo affatto.

Il personaggio di Connell e i suoi crolli emotivi nella serie TV sono ben rappresentati e la sua figura – nel libro quasi complementare a quella della protagonista femminile – sembra, a tratti, emergere. A differenza di Marianne lui riesce a capire il valore di una relazione sana, ma soprattutto ad esplorare il suo animo. Credo sia stato proprio questo che ha conferito a Paul Mescal tutte le sue candidature, la capacità di rendere Connell così tanto umano da far male. Si parla spesso di figure femminili forti, è più raro trovare figure maschili descritte in un modo così delicato, senza timore di farli apparire meno forti di quello che vorremmo.

In definitiva, consiglio la visione di Normal People a chiunque voglia imbattersi in una storia d’amore diversa, a chi vuole affrontare temi pesanti, ma comuni all’età dei protagonisti, e a chi non prova noia durante un adattamento lento. Sarò onesta, questa serie TV è piuttosto lenta, ma lo è di proposito. È ricca dei non-detti di Connell e Marianne, avrei voluto urlare più volte allo schermo “che aspetti, diglielo!” ma se, come me, non avete apprezzato la Rooney, le darete una seconda chance.

Ho ponderato tanto la mia decisione, ma della lettura di Normal People non me ne sono pentita affatto.




Un abbraccio,
Melz :)

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