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lunedì 27 marzo 2023

Recensione: "Rendevouz" di Amanda Quick (a cura di Eleonora)

Buongiorno e buon inizio settimana, car* lettor*! ^^
Oggi Eleonora, che come sapete è la nostra lettrice più accanita di romance storici, ci parla di Rendevouz, un romanzo di recente pubblicazione dell'autrice Amanda Quick. Non pare sia stata una lettura particolarmente apprezzata, scoprite il perché nella recensione e fateci sapere il vostro parere. 
A presto!

Rendevouz
di Amanda Quick

Prezzo: 7,99 € (eBook) 14,90 € (cop. flessibile)
Pagine: 336
Genere: romance storico
Editore: Leggereditore
Data di pubblicazione: 3 marzo 2023
Acquista su: IBS, laFeltrinelli

Augusta Ballinger era certa che si trattasse di un terribile errore. Il borioso e inquietante conte di Graystone non poteva certo desiderare di sposarla. Si diceva che la sposa prescelta dovesse essere un vero e proprio modello di virtù ed era risaputo che Augusta era una donna a cui non interessava sottostare alle regole imposte dalla società. Per questo motivo, aveva pianificato un incontro di mezzanotte per mettere in guardia il conte e convincerlo che sarebbe stata una pessima moglie. Ma intrufolandosi nel suo studio attraverso la finestra, Augusta non fece altro che rafforzare il proposito di Harry: baciare quella bocca impertinente e insegnarle come avrebbe dovuto comportarsi una vera lady! E il conte come poteva sapere che sarebbe stato proprio lui a ricevere una bella lezione dalla sua sfacciata fidanzata intenta a conquistare il suo cuore? E come affrontare un vecchio nemico giunto a minacciare il loro amore, l’onore e le loro stesse vite?

Che peccato quando una storia pare raffazzonata in qualche giorno con l’impressione che sia stata messa insieme solo per scrivere qualcosa senza una vera conoscenza della materia di cui si scrive, impressione che salta all’occhio soprattutto in un romance ambientato in epoca storica. Questo purtroppo è il caso di Rendevouz, di Amanda Quick, un romanzo con tutte le carte in regola per essere una lettura regency stimolante e piacevole ma che si è rivelata solo carina, ingenua e superficiale.

Come al solito partiamo dalla trama e già qua cominciano i problemi, dato che sono riuscita a capirla solo dopo aver finito di leggere il libro e da quello che ho capito l’intento dell'autrice era quello di mescolare giallo e spionaggio con il classico romance a sfondo storico. Ci troviamo nell’Inghilterra post guerre napoleoniche e dunque in piena epoca della Reggenza; il protagonista maschile è l’ormai ex capo dei servizi segreti britannici, altresì conosciuto come Nemesi, mentre la protagonista femminile è la classica ragazza scapigliata senza famiglia e senza dote, che non punta a sposarsi ma che ugualmente grazie al suo fascino anticonformista, frizzantino e decisamente avanti con i tempi per la mentalità dell’epoca, conquista in quattro e quattr’otto il cuore della controparte maschile. A fare da sfondo e a offrire l’elemento mystery nella vicenda troviamo la morte del fratello di Augusta, la protagonista, avvenuta per un incidente, o forse no, e la costante presenza inosservata dell’arcinemico del Regno e di Harry Fleming, conte di Graystone, noto come il Ragno.

Ora come veniamo introdotti alla storia? E’ finita la guerra e al nostro conte, che cela la sua vera identità dietro la barbosa facciata di storico dei classici greci e latini, rigoroso e perfezionista fino all’eccesso, serve una moglie per portare avanti il nome della casata. Da bravo metodico qual è, stila una lista con i nomi delle varie candidate selezionate in base a specifiche caratteristiche e in cima alla lista, ovviamente, c’è proprio Augusta Ballinger, del ramo di famiglia dei Northumberland, ossia la parte più sanguigna e ribelle della famiglia, ma anche la più leale e devota nei legami di sangue. L’attrazione tra i due si sente sin dall’inizio, peccato che i loro due temperamenti proprio d’amore e d’accordo non ci vadano; preciso e rigoroso lui, scapestrata e impulsiva lei, i due ogni volta che si incontrano fanno scintille. E dopo una situazione rocambolesca di troppo, convolano a nozze senza troppi indugi. A gettare ombre sul matrimonio però ci pensano appunto i fantasmi del passato che non sono per nulla intenzionati a lasciare in pace la novella coppia che si ritrova dunque coinvolta in una vorticosa spirale di indagini, omicidi e inseguimenti a poco tempo dalle nozze. Ovviamente, tutto è bene quel che finisce bene e, dopo qualche peripezia, Augusta e Harry si possono finalmente godere gli agi della contea e della pace.

Ora perché non mi ha convinto fino in fondo questo romanzo? Per tutta una serie di motivi, primo tra i quali appunto la trama non ben definita. Potrei poi aggiungere che non ho apprezzato il costante ribadire da parte della famiglia della protagonista, da lei stessa e da chiunque la conoscesse “io sono/lei è una Ballinger del Northumberland e quindi si comporta per forza in tal modo” oppure “che ti aspettavi è una Ballinger del Northumberland” e altre mille mila variazioni sul tema, a pagina dieci ormai era estremamente chiaro a che ramo della famiglia appartenesse la giovane; come se poi potesse essere sensato definire le azioni e i comportamenti di una persona solo in base al ramo famigliare cui appartiene, bah. Non mi è piaciuta nemmeno la fretta che l’autrice ha avuto nel “concludere l’affare”, a nemmeno un terzo del libro era già tutto concluso, non un corteggiamento, non qualche approfondimento di conoscenza, nulla, Harry ha deciso e Harry ha fatto, punto. Di nuovo bah, soprattutto considerando che Augusta è la co-fondatrice di un club esclusivo per sole donne che ricalca e ridicolizza in qualche maniera quelli per soli uomini, tipici dell’epoca, in cui si può discutere di qualunque argomento senza limiti di tematica o di genere, un concetto dunque estremamente moderno per il tempo (fin troppo a volte) che rispecchia appieno il suo modo di pensare. Altra cosa estremamente “moderna” e poco precisa per l’ambientazione storica è proprio il lessico e il gergo utilizzato dall’autrice, troppo confidenziale da subito, troppi pochi formalismi e in generale una parlata troppo simile a quella dei giorni nostri. E ancora, l’ambientazione non è pervenuta, non ci sono particolari e dettagli che si connettano maggiormente all’epoca riguardanti la moda, le convenzioni, eccetera, o quanto meno ne ho trovati molto pochi.

Dopo tutte queste polemiche qualcuno potrebbe dunque pensare che la lettura non sia stata piacevole e invece no, tutto sommato lo stile è scorrevole e chiaro e la storia si fa leggere volentieri, senza affaticare il cervello stanco da una lunga giornata. È un vero peccato che l’impressione generale sia di un lavoro raffazzonato senza alcuna base, se non quelle di tipo generale, o senza una conoscenza approfondita del periodo storico, perché qualche dettaglio in più o più curato lo avrebbe reso un libro notevolmente migliore.
Voto: 3 tazzine di caffè the decisamente annacquato


Eleonora



Fonte immagini: Pinterest

venerdì 24 marzo 2023

Milk, Cookies&Books: libri a merenda - "Una specie di scintilla" di Elle McNicoll (a cura di Ms Rosewater)

Buon pomeriggio, lettor*! ^^
Come ogni venerdì, un nuovo appuntamento con la rubrica Milk, Cookies&Books: libri a merenda. Oggi la nostra Ms Rosewater ci parla di Una specie di scintilla, di Elle McNicoll, una storia che tratta di neurodiversità e che può aiutare a comprendere meglio l'autismo e creare consapevolezza. Scoprite tutto nella recensione che segue e lasciateci un commento, se vi va ;) A presto!

Una specie di scintilla
di Elle McNicoll

Prezzo: 15,00 € (cop. rigida) - disponibile anche su Audible
Pagine: 192
Genere: narrativa ragazzi
Editore: Uovonero
Data di pubblicazione: 1 aprile 2021
Acquista su: IBS, laFeltrinelli

La vita a scuola è dura per Addie, undicenne autistica costretta a combattere ogni giorno contro l'ostilità, la diffidenza e la paura degli altri. Miss Murphy, la sua insegnante, non fa che umiliarla e quella che sembrava la sua unica amica ora le ha voltato le spalle. L'unica persona che riesce a capirla è sua sorella Keedie. Anche lei è autistica, ma appare più sicura di sé e sa benissimo come aiutarla a sentirsi meglio. Un giorno Addie scopre che in passato, nel suo paesino della Scozia settentrionale, molte donne furono torturate e condannate a morte come “streghe”. La notizia la sconvolge: capisce che a essere messa sotto accusa era la loro “diversità”, la stessa che lei vive ogni giorno. Sente che per riscattarle deve convincere i suoi concittadini a dedicare un memoriale alle streghe uccise. La sua diventa una vera e propria missione in nome dell'uguaglianza e della verità. Perché quando la storia viene dimenticata, è destinata a ripetersi. Una storia di grandi ideali, di coraggio e fiducia in sé stessi che nasce dalle esperienze dell'autrice, autistica come la protagonista, e dal suo impegno per una maggiore rappresentazione della neurodiversità nei libri per bambini. 

È (ancora) difficile essere soddisfatti della recensione di un libro che ha come tema centrale ciò che viene chiamato disabilità: le intenzioni di qualunque autore vi si avvicini sono sempre buone e qualsiasi storia che sia costruita su una solida documentazione o sull’esperienza può introdurre i lettori a questa dimensione, mentre chi di questa condizione è protagonista si può vedere rappresentato. D’altronde, se nella saggistica (quella Oliver Sacks, per fare un esempio) ci si può limitare a un racconto dei fatti scevro di sfumature emotive, i romanzi e i racconti seguono schemi narrativi e perseguono il coinvolgimento del lettore, devono appassionarlo, la trama deve avere una progressione e reggere i meccanismi di riconoscimento del reale, deve essere coerente. Gestire tutta questa struttura senza cadere nella retorica e nel patetismo è davvero complicato.

L’autismo è tra queste condizioni una delle più utilizzate in letteratura e nel cinema, ha sempre esercitato grande fascino, ha goduto - si fa per dire - di un’aura di mistero e negli anni è stato rappresentato sempre più spesso. Già Isaac Asimov nel 1973 lo introdusse in un suo racconto (Stranger in Paradise), seguendo alcune linee di pensiero del tempo (il concetto di cura, perché si pensava si trattasse di una malattia) che oggi risultano obsolete; nel 2005 Jonathan Safran Foer ha infuso nel piccolo Oskar Schell di Molto forte, incredibilmente vicino alcune caratteristiche tipiche dello Spettro Autistico, mentre non si contano i libri di testimonianza scritti da genitori (anche in Italia sono molti) e da autistici in prima persona, Temple Grandin resta la più famosa tra le autrici del secondo gruppo, con la sua testimonianza ha aperto ai neurotipici la comprensione di questo mondo.

Tornando alla narrativa, romanzi e racconti con protagonisti nello Spettro scritti da autistici sembrano ancora pochi, specialmente nell’ambito della letteratura per ragazzi, e per questo Una specie di scintilla è un libro abbastanza unico che può aiutare i giovanissimi ad approcciarsi alla neurodivergenza e comprendere la propria condizione o quella di compagni e amici, uscendo dal silenzio che ancora troppo spesso incombe sui ragazzi e sulle famiglie.

Adeline, detta Addie, è una ragazzina di 11 anni. E’ autistica come una delle sue sorelle maggiori, Kiddie, che frequenta l’università. Nina, gemella di Kiddie ma non autistica, sembra completamente diversa da loro e ha una carriera da Youtuber. Addie e la sua famiglia abitano a Juniper, un piccolo villaggio scozzese in cui tutti sono a conoscenza della condizione della bambina e la utilizzano come scusa per screditarla e bullizzarla (letteralmente), sia a scuola che fuori, quando cerca di far valere le proprie ragioni. Solo alcuni adulti illuminati, come il bibliotecario della scuola, la comprendono.

Durante una lezione Addie viene a conoscenza della caccia alle streghe che si è consumata secoli prima a Juniper e inizia una campagna per la creazione di un memoriale in ricordo delle donne ingiustamente accusate di stregoneria e uccise.
La vita di Addie è dura, tutti i giorni deve affrontare un mondo che ha codici comunicativi per lei incomprensibili e per essere accettata compie un continuo sforzo di adattamento pur rimanendo fedele a sé stessa, e nonostante questo lavoro incredibile è continuamente vessata non solo dai coetanei, ma quel che è peggio, da molti adulti.

La trama, abbastanza semplice, è solida, un filo sottile ma tenace su cui l’autrice costruisce il racconto di sé; si avverte l’urgenza di comunicare la propria esperienza attraverso quella di Addie e della sua famiglia, la descrizione delle sue sensazioni amplificate, di come vede e percepisce il mondo e di come i genitori e le sorelle hanno imparato a conoscere e rispettare le sue necessità. Elle McNicoll fa parlare i suoi personaggi con le parole giuste*, cercando di non dimenticarne nessuna e facendo emergere dai dialoghi sia i pregiudizi del mondo che li circonda sia le affermazioni che la comunità autistica ripete per creare consapevolezza. Chi conosce anche solo dall’esterno l’autismo può trovare questo a volte un po’ forzato, quasi didattico, ma col progredire della storia gli elementi diventano meno rigidi e s’inseriscono nella narrazione più armonicamente. Conoscendo Addie ci si avvicina anche a personaggi pubblici conosciuti, come Greta Thumberg, la loro tenacia e la sofferenza profonda che provoca loro l’ingiustizia. Io stessa ho rivisto nella giovane protagonista i tratti di una ragazzina conosciuta anni fa.

Venendo alla dimensione puramente letteraria, Una specie di scintilla qualche difetto, pur perdonabile, ce l’ha, ad esempio l’estrema polarizzazione di alcuni personaggi, prima tra tutti l’orribile Miss Murphy, maestra di Addie, crudele e monodimensionale, talmente infame da farsi sfuggire con la bambina parole veramente spaventose, difficili da immaginare in bocca a un insegnante (anche se sappiamo che non c’è limite al peggio), anche se ammetto di aver sentito nel suo monologo finale l'eco di frasi ascoltate in diverse sale professori.

L’utilizzo di tanto lessico specifico può rallentare la lettura e non essere chiaro per molti ragazzi, forse avrebbe giovato una serie di note leggere e funzionali per chiarire i concetti, tutt'altro che scontati.

Qua e là nel testo si trovano riferimenti a scintille che sembrano venire fuori dal nulla, forse frutto della traduzione letterale o di un’immagine che non viene spiegata; infine il nonno, a cui è attribuita la frase in quarta di copertina, viene appunto citato solo in funzione di questa citazione, senza costruire un immaginario nella storia. Il finale è forse un po’ troppo ottimista, ma trattandosi di un libro per ragazzi è quasi una necessità.

Detto questo ho apprezzato molto la concretezza e la sincerità dei personaggi principali (Addie e le sorelle, soprattutto), l’abilità con cui Elle McNicoll non cade nel melenso e nel patetico; considerato che l’autismo ha ricadute sulla comunicazione e sul modo di pensare, è possibile che la mia mente neuro tipica individui come difetti elementi che sono invece caratteristici della mente neuro atipica, e penso che sarebbe interessante osservare in una futura produzione letteraria se si delinea una forma di sensibilità narrativa autistica.

Segnalo infine il font ad alta leggibilità adottato da Uovonero per questa pubblicazione, un'iniziativa sempre utile.

*Nella comunità autistica è in atto un dibattito sui termini per definire la condizione. In questa recensione ho cercato di attenermi alle scelte della comunità, mi scuso per eventuali errori.
Ms Rosewater



Photo credit: @lisapavesi

giovedì 23 marzo 2023

Recensione: "Total Creative Control" di Joanna Chambers e Sally Malcom

Buongiorno, lettor*! ^^
Oggi ho il piacere di parlarvi di un libro uscito da non molto per Triskell edizioni, Total Creative Control. Amore, fanfiction e altri disastri, di Joanna Chambers e Sally Malcom, un volume che si è rivelato una bellissima sorpresa e mi ha fatto battere il cuore come non succedeva da un po’. 
Ringrazio la casa editrice per la copia digitale inviatami in cambio di un’onesta opinione.

Total Creative Control
di Joanna Chambers e Sally Malcom

Prezzo: 4,99 € (eBoo) 15,00 € (cop. flessibile)
Pagine: 360
Genere: contemporary romance, M/M
Editore: Triskell Edizioni
Data di pubblicazione: 2 dicembre 2022
Acquista su: IBS, laFeltrinelli

Quando lo scrittore di fanfiction Aaron Page ottiene un lavoro con il creatore della serie tv di successo Leeches l’incarico doveva durare solo una settimana. Tre anni dopo, Aaron è ancora lì… Forse perché ama le sfide che mettono in moto la sua creatività oppure perché è un grande fan di Leeches. Ma, sicuramente, non è per Lewis Hunter, il suo capo estremamente esigente, incredibilmente maleducato e di una bellezza mozzafiato. Ma è davvero così? Lewis Hunter ha avuto una vita difficile e ha lottato per ottenere tutto ciò che ha. La sua priorità è il mondo dello spettacolo, e le relazioni personali vengono in secondo piano. L’unica relazione significativa che ha è con Aaron, il suo principale confidente e indispensabile assistente. E, nonostante trovi irresistibile il fascino da “ragazzo della porta accanto” di Aaron, Lewis non metterebbe mai a rischio la loro collaborazione professionale solo per un capriccio. Ma quando Lewis si ritrova intrappolato in un terribile ritiro aziendale, Aaron è il suo unico amico e alleato. Mentre i confini professionali tra i due iniziano a sfumare, la loro attrazione inizia a sfrigolare...

Adoro i romance M/M, ma non ne leggevo da qualche mese e ne avevo davvero bisogno. Così ho richiesto alla casa editrice questo volume che da tempo stuzzicava la mia curiosità. Quello che vi ho trovato è una storia così bella, struggente, originale che non ho potuto fare a meno di amarla. Lewis Hunter è un creativo, uno sceneggiatore di successo. Abile con le parole scritte, un po’ meno nei rapporti umani, la sua vita ruota interamente intorno al suo lavoro, che è fatto di precisione, regole e nessuna distrazione. La sua serie sui vampiri, Sanguisughe, è amatissima, soprattutto per il rapporto che si è creato nel tempo tra i due protagonisti dello show, Faolàn e Skye, che ha generato un fandom pazzesco e la nascita di milioni di fanfiction dedicate alla loro bromance. Lewis però ignora la portata di tutto ciò, concentrato com’è solo sul portare avanti la serie in maniera credibile e farla funzionare. Un giorno si ritrova ad assumere l’ennesimo assistente personale, convinto che anche questo durerà poco come i precedenti. Passano invece tre anni e Aaron Page è ancora al suo fianco. Aaron non è come gli altri assistenti: lui è efficiente, intuitivo, ha idee brillanti che sembrano funzionare bene per lo show. Il suo segreto è che è un fan di Sanguisughe da anni, conosce bene i personaggi, e scrive su di loro fanfiction su fanfiction. Lewis si è abituato ad averlo accanto, così tanto che ormai non riuscirebbe a pensare di poter fare a meno di lui. La stessa cosa vale per Aaron, che si ritrova a rifiutare offerte di lavoro più interessanti, pur di continuare a essere l’assistente di Lewis. Sente in qualche modo di potergli essere davvero utile, che Lewis ha bisogno di lui, che lo show ne ha bisogno, e così resta. Resta sempre… fino a quando non se ne pente. Un workshop inatteso per discutere dell’adattamento di Sanguisughe per il mercato USA, porta Lewis e Aaron più a stretto contatto e quello che doveva essere un semplice weekend di lavoro, si trasformerà nell’occasione ideale per buttare giù tutte le maschere ed essere sinceri come non lo sono mai stati. Potrebbe essere il momento che entrambi, sotto sotto, stavano aspettando, oppure il preambolo per un completo disastro.

Total Creative Control mi ha mandato i neuroni fuori orbita. Le autrici sono state davvero brave nel creare due personaggi veri e intensi come Lewis e Aaron e a infilarli sempre in delle situazioni ad alta tensione emotiva. Lewis è quello sempre serio, incapace di lasciarsi andare, con un carattere per nulla facile. È quello che mette i paletti, che erige muri, che tiene la gente lontana, che non riesce ad avere una relazione duratura con nessuno. Però è un genio nel suo campo, è ammirato nel suo lavoro e potrebbe davvero svoltare la sua vita se solo decidesse di scendere a compromessi per far approdare il suo show in America. Ma è disposto a dare ai suoi personaggi un'identità diversa solo per accontentare i grandi capi? Quanto può rischiare pur di assicurarsi un successo maggiore? È davvero ciò che vuole?
 Aaron, dal canto suo, è un personaggio che sembra ben lontano da Lewis, con la sua aria da bravo ragazzo, i suoi modi affabili e accomodanti, la sua tendenza a mettere le persone a proprio agio con un solo sorriso. È un ragazzo dolce e rassicurante e Lewis non era pronto a una persona come lui nella sua vita. Aaron scompiglia il suo equilibrio, turba il suo animo, gli fa provare sensazioni inaspettate. Lo capisce con un solo sguardo, gli trasmette quella calma e quella serenità che lui non ha mai provato. E capisce la sua storia, i suoi personaggi, Aaron è ciò di cui non sapeva di aver bisogno. Ma sarà sempre propenso a tenerselo stretto quando avrà scoperto che segreto gli nasconde? Quando gli argini tra loro saranno stati valicati e le cose non riusciranno più a tornare come prima?

Amerete questo libro, dalla prima all’ultima pagina. C’è così tanto angst e struggimento che a un certo punto ho pensato di non farcela e di collassare, e chi mi conosce sa bene quanto io ami l’angst. È una storia davvero troppo carina, divertente, romantica e, in più, vi ritroverete a fare il tifo anche voi per la bromance Skylàn di Sanguisughe, a desiderare per un momento che il duo di autrici la scriva davvero e ce la faccia conoscere :P Un’ambientazione fresca e coinvolgente, il mondo delle fanfiction a fare da sfondo a una storia d’amore che sembra un cliché ma che si rivelerà più bella e inaspettata del previsto, dialoghi brillanti e un’intreccio non così scontato, fanno di Total Creative Control uno dei romanzi M/M più interessanti che abbia letto. Consiglio questa lettura a chiunque abbia voglia di una storia che nasce lentamente, a piccole dosi, una storia fatta di sguardi, piccole attenzioni, struggimento, incomprensioni, ma che alla fine saprà regalare tante gioie.
Fonte immagini: Pinterest

mercoledì 22 marzo 2023

Recensione: "Tu prima di me" di Chloe Liese (a cura di Eleonora)

Buongiorno, lettor*! ^^
Oggi la nostra Eleonora ci regala la recensione di un libro che ha amato molto, Tu prima di me, di Chloe Liese, una storia con protagonisti veri, con cui empatizzare profondamente. Scoprite perché questo libro si è rivelato tanto speciale e fateci sapere nei commenti cosa ne pensate e se lo avete letto o vi piacerebbe farlo. A presto!

Tu prima di me
di Chloe Liese

Prezzo: 5,99 € (eBook) 9,90 € (cop. flessibile)
Pagine: 352
Genere: romance, contemporary romance
Editore: Newton Compton Editori
Data di pubblicazione: 7 febbraio 2023
Acquista su: IBS, laFeltrinelli

Jamie Westenberg e Bea Wilmot non hanno nulla in comune, a parte un primo incontro disastroso. Lei ha un disturbo nello spettro autistico, lui è un maniaco del controllo che detesta gli imprevisti. Per questo, quando i loro rispettivi amici gli tendono un tranello per farli mettere insieme, si sentono ingannati e realizzano di aver in comune finalmente una cosa: il desiderio di farla pagare a quegli insopportabili impiccioni. Fingeranno di essersi perdutamente innamorati, prendendosi gioco degli aspiranti Cupido, per poi rompere in maniera spettacolare, così da porre fine una volta per tutte alle intrusioni nelle loro vite sentimentali. C'è solo un problema: perché il piano funzioni è necessario che l'amore sembri autentico. Il che vuol dire trascorrere parecchio tempo insieme. E se fingere di essere innamorati diventasse improvvisamente sempre più facile? Forse, allora, gli intriganti Cupido non avevano sbagliato del tutto la mira…

In questo periodo in cui alterno fasi di blocchi di lettura a letture obbligate ho sentito la necessità di buttarmi su qualcosa di leggero e possibilmente scorrevole, motivo per cui sono andata in libreria e ho preso un titolo che mi attirava già da un po’. Tu prima di me è il primo libro pubblicato in Italia di Chloe Liese e sinceramente mi pare un gran buon inizio.

I protagonisti di questo romanzo sono Jamie e Bea, lui è un maniaco del controllo e lei ha un disturbo nello spettro autistico. I due non potrebbero essere più diversi tra loro (o così sembra) e le uniche cose che li accomunano sono una banda scriteriata di amici decisamente impiccioni e delle relazioni traumatiche alle spalle (anche se loro inizialmente non lo sanno). Il primo burrascoso incontro tra James e Bea è per l’appunto orchestrato proprio dalla gemella di lei e dal suo fidanzato, amico di lui, coadiuvati da altri amici comuni. Le loro azioni sono mosse solo da buone intenzioni, peccato che la prima impressione tra i nostri due protagonisti sia tutt’altro che favorevole, complici un paio di bicchieri di vino e uno sgabuzzino con la serratura difettosa.

Conoscendo i loro polli, la banda di Cupido prepara e li attira in una sorta di conoscenza al buio, facendo leva sui loro punti deboli per convincerli, che può culminare dopo una settimana con un incontro già organizzato, secondo quello che decidono i due in base a come va la missione in incognito.
Mentre tutto sembra procedere a gonfie vele nella presentazione al buio, nel mondo reale Bea e Jamie continuano a incontrarsi e scontrarsi (letteralmente) sempre con risultati disastrosi e tra i due sembra non esserci alcun possibilità di interazione civile.

Arriva il momento dell’incontro e quando vengono svelate le rispettive identità i due poveri ignari si rendono conto di essere stati gabbati dal loro circolo e non solo, sono pure tenuti d’occhio durante l’appuntamento da due dei loro amici, sgamati peraltro con estrema facilità, proprio come cavie da esperimento. Infastiditi all’ennesima potenza nello scoprire il tranello, le nostre “cavie” decidono di sfruttare la connessione che si è creata tra loro nella settimana che ha preceduto il fatidico giorno per architettare e mettere in pratica una vendetta ai danni degli amici, volta a far loro capire che devono smetterla di giocare con i sentimenti delle persone o più prosaicamente che devono piantarla di impicciarsi nelle vite altrui, per quanto ben intenzionati. Quello che nasce però come un semplice piano di rivalsa si trasforma pian piano in qualcosa di vero e di tangibile, segno che alla fine i Cupido improvvisati tutti i torti non li avevano.

Quello che di questa storia mi ha maggiormente colpito è stata la normalità delle cose, credo che veramente questo sia uno dei rari casi in cui tutto quello che viene narrato è verosimile ed è qualcosa in cui chiunque può trovare un particolare o una situazione in cui identificarsi, che sia la propensione della protagonista a inciampare ogni mezzo passo o a fare figure imbarazzanti piuttosto che alcune piccole manie che contraddistinguono Jamie, magari non così tanto perché, parliamone, non è così comune trovare qualcuno che a una festa tra amici si porti dietro almeno due cambi d’abito perché non si sa mai.
In un modo o nell’altro però sono proprio le piccole caratterizzazioni di questo romanzo ciò che lo lega veramente alla realtà. I protagonisti che ci vengono qui raccontati hanno entrambi dei “disturbi” che in un modo o nell’altro, più o meno lievemente, condizionano la loro vita quotidiana. La scelta di costruirli con queste determinate caratteristiche è stata voluta dell’autrice, a sua volta persona neurodivergente, con il preciso intento di dimostrare quanto quella che molti percepiscono come diversità sia invece una normalità come tante altre, oltre che con l’intenzione di giungere a tutti, ma veramente tutti, e di stimolare l'empatia dei suoi lettori

In tutta onestà, a mio parere, è ben riuscita nell’intento, non ha fatto di queste caratteristiche il punto focale della storia, ma non le ha nemmeno messe in “secondo piano” facendole passare per superficiali nella caratterizzazione dei personaggi; le ha inserite perfettamente nel contesto e nell’impostazione di Jamie e Bea. Oltre a tutto questo, gli stimoli di riflessione che ci vengono offerti sono molti e interessanti: si va dall’influenza delle relazioni famigliari nello sviluppo della personalità, ai rapporti “sani” e consapevoli, fino anche semplicemente a cosa significa avere autoconsapevolezza di se stessi e del proprio valore.

Arrivando a parlare della parte “piccante” della faccenda, beh che dire, ho adorato spudoratamente. Il livello di attenzione, di premura, di dialogo aperto e di romanticismo mai scontato ma pensato apposta per l’altra persona senza che nulla di tutto ciò risulti stucchevole o finto, è qualcosa fatto a regola d’arte, in due parole: assolutamente adorabile. C’è una scena in particolare in cui davvero mi sono sciolta come una minestra di verdure scongelata (la scelta delle parole è decisamente un indizio) e non sono riuscita a pensare ad altro che non fosse “momento bellissimo” per almeno dieci minuti. Non sarà dunque un libro che spicca per colpi di scena e d’azione o per inventiva e fantasia, ma l’ironia, la tenerezza e il “pensato” che lo caratterizzano gli fanno guadagnare a pieno titolo un punteggio quasi pieno. Non lo promuovo con il massimo solo per un dettaglio, le sorelle della protagonista sono due: la gemella e una sorella maggiore; quest’ultima viene sempre nominata solo di striscio come se non fosse importante salvo poi fare la sua comparsa all’ultimo e gettare carne al fuoco che spero sia materiale per un nuovo libro collegato a questo (fatto di cui non sono per niente sicura), senza però avere una propria introduzione e risultando quasi una comparsa buttata a casaccio sul finale.
Eleonora


Fonte immagini: Pinterest

martedì 21 marzo 2023

Review Party: "The High Mountain Court. I cinque regni di Okrith" di A.K. Mulford

Buongiorno, lettor*! ^^
Oggi inizia finalmente la primavera, anche se dalle mie parti è arrivata non con il sole ma con la pioggia. Attenderò che le giornate migliorino e le temperature risalgano, ma intanto parliamo di un libro che esce proprio oggi e che mi è piaciuto parecchio. Si tratta di The High Mountain Court. I cinque regni di Okrith, di A.K. Mulford, un fantasy new-adult pubblicato da Harper Collins, primo di una serie composta da ben cinque libri. Sembra che quest’anno non faccia che leggere libri sui fae e voi direte “ma non ti sei ancora stancata?”. No, affatto. La mia passione me la porto dietro da anni, da quando mi innamorai della serie Wicked Lovely di Melissa Marr e da allora ricerco sempre le sensazioni che mi diede e le sue magiche atmosfere (aspetto ancora che qualche CE porti in Italia The Iron Fey di Julie Kagawa). Detto ciò, sì, ho letto un nuovo romanzo con i Fae e mi è anche piaciuto. Certo, qualche piccola pecca non manca, ma guardando ad altri libri su questo filone direi che The High Mountain Court è uno dei più apprezzabili.
Ringrazio immensamente la casa editrice per la copia digitale inviatami in cambio di un’onesta opinione e per avermi inclusa in questo fantastico Review Party.

The High Mountain Court. I cinque regni di Okrith
di A.K. Mulford

Prezzo: 8,99 € (eBook) 18,50 € (cop. rigida)
Pagine: 450
Genere: fantasy new-adult
Editore: Harper Collin Italia
Data di pubblicazione: 21 marzo 2023
Acquista su: IBS, laFeltrinelli

Remy, diciannove anni, teme di essere l’unica strega rossa ancora viva, ed è determinata a restare tale. Ma il Re della Corte del Nord, che ha massacrato la sua famiglia e messo una taglia sulle teste delle streghe rosse, ha altri piani: vuole distruggere la sua specie una volta per tutte. Quando i guerrieri che governano le Corti scovano il suo nascondiglio, Remy si ritrova faccia a faccia con Hale, l’affascinante – e molto determinato – Principe della Corte dell’Est. Lui ha bisogno di una strega rossa per mettere fine alla guerra con la Corte del Nord, e in cambio l’aiuterebbe a sfuggire ai nemici che la braccano. Eppure, nonostante l’innegabile attrazione che vibra tra loro, la giovane non è certa di potersi fidare. Al tempo stesso, se vuole salvare se stessa e la sua gente e aiutare il Regno a sbarazzarsi di un tiranno sanguinario, ha altra scelta? Così, con una guerra alle porte e i cacciatori di streghe alle calcagna, Remy accetta di partire insieme al principe alla ricerca di due potenti talismani che potrebbero aiutarli nella loro missione. Sarà un viaggio insidioso, e non solo per i pericoli che i due giovani dovranno affrontare. Perché il destino li ha fatti incontrare solo adesso, ma le loro anime potrebbero essere indissolubilmente intrecciate da sempre.

Quando ho iniziato a leggere The High Mountain Court non immaginavo minimamente che mi avrebbe preso sul serio, invece sono arrivata a fare le ore piccole pur di leggere sempre un capitolo in più. A.K. Mulford ci regala una storia che, sì, richiama sicuramente a molte altre - ormai pensare ad ACOTAR viene spontaneo quando ci sono di mezzo i fae - ma che a suo modo porta un po’ di novità e originalità, mescolando il mondo di questo popolo con quello delle streghe. La caratteristica che mi ha sicuramente conquistata è il fatto che la storia si prenda il suo tempo per entrare nel vivo ma la lentezza iniziale mai per un secondo mi ha annoiata. Ritroviamo senza dubbio alcuni cliché sia per quanto riguarda i personaggi che la storia in generale, ma l’autrice se l’è comunque cavata bene rendendo il tutto molto godibile; un romanzo, questo, che si potrebbe definire il guilty pleasure per eccellenza. Ho anche letto che ogni romanzo della serie avrà protagonisti differenti e penso sia un’ottima scelta, ogni libro è autoconclusivo e andrà ad approfondire storie diverse e sempre di più il worldbuilding (mi auguro). Ma veniamo a questo primo volume. La protagonista è Remy, una strega rossa costretta a nascondersi perché come lei ne sono rimaste davvero poche, anzi lei potrebbe essere l’unica superstite. Insieme a due amici, Fenrin e Heather, due streghe brune, conduce vita da nomade, spostandosi ogni volta che un cacciatore di streghe si mette sulle sue tracce o che avverte un pericolo qualsiasi. È stancante, ma è ciò che le ha permesso di sopravvivere tanto a lungo. Da quando Re Vostemur della Corte del Nord ha massacrato tutti i fae degli Alti Monti, trucidando anche la sua congrega autoctona, non le resta che vivere nell’ombra. Ovviamente deve stare attenta a non tradirsi usando il suo potere, perché se c’è una cosa che permette alle streghe di farsi riconoscere è una luminescenza che assume il colore della congrega d’origine quando si usa la propria magia. Remy riesce a mantenere sempre un profilo basso ma quando un giorno si imbatte in alcuni fae che potrebbero essere cacciatori di streghe, capisce che è il momento di fuggire di nuovo. La fuga non avrà successo, perché quei fae non sono cacciatori, in realtà, ma sono comunque interessati a lei e le proporranno un patto. La aiuteranno a riunirsi alle streghe superstiti della sua congrega se lei aiuterà loro a cercare due oggetti magici che potrebbero far sì che la guerra con il Nord finisca. Il fae che l’ha catturata altri non è che Hale, il principe ereditario della Corte dell’Est, anche conosciuto come il Principe Bastardo, primogenito di Re Norwood. Nonostante sia un figlio illegittimo gli è stato conferito ugualmente un titolo regale e si dice sia un principe guerriero. Il suo scopo è ritrovare il Principe perduto Raffiel, primogenito del Re della Corte degli Alti Monti, l’unico capace di brandire la Lama Immortale e mettere fine all’egemonia di Vostemur. Il desiderio di Remy di sapere dove siano riunite le altre streghe rosse della sua congrega è troppo forte e acconsente così al piano del Principe Bastardo. Da qui in poi inizierà un lungo viaggio fatto di tanti imprevisti, di momenti difficili, di ansie e di speranze, di nuove scoperte e di colpi di scena

Remy e Hale sembrano due poli opposti, sempre in contrasto, sempre in collisione, quasi a non riuscire a capirsi. Eppure arriverà il momento in cui entrambi vivranno sulla loro pelle un’esperienza che li segnerà e li avvicinerà, ma mai abbastanza perché per un po’ continueranno a negare, a resistere alla forte attrazione e intimità che si crea. Ovviamente ho amato tutta questa tensione emanata da questi due personaggi e sono stata contenta che non sia evaporato tutto nel giro di pochi capitoli ma si sia mantenuta abbastanza. Un’altra cosa che ho amato del romanzo è l’inaspettato elemento found family, con questi fae e queste streghe che trovano il modo di andare d’accordo, affrontando insieme un viaggio difficile e conoscendosi sempre più a fondo, instaurando un bel legame di amicizia. Ogni personaggio ha le sue qualità, la sua magia, le proprie caratteristiche e alla fine ci sia affeziona un po’ a tutti quanti. Remy per fortuna non è una di quelle protagoniste overpower con tutte le virtù del mondo e che sembra poter affrontare il mondo a mani nude. È una ragazza profondamente insicura, terrorizzata, che spesso e volentieri compie errori e non sa come rimediare. È una strega potente ma non si è ancora decisa ad accettare la sua magia e la sua identità. Si affida molto ai suoi amici, che sono una sorta di ancora di salvezza per lei, e non è del tutto capace di difendersi quando si presenta l’occasione. Però vuole imparare a farlo, non vuole più essere salvata dagli altri, vuole imparare a salvarsi da sola. Hale è un principe che si nasconde dietro una maschera di freddezza e indifferenza, solo per tenere gli altri lontani, ma ogni tanto quella maschera cade e Remy riesce a scorgere paure e preoccupazioni che difficilmente il principe mostrerebbe. Ed è solo grazie a questo spiraglio di luce che Remy decide di fidarsi di lui, di non scappare, perché sente che in fondo lui non è come appare. La loro storia d’amore vi farà sicuramente emozionare e vi porterà a leggere il libro con sempre maggiore voracità. Non mancano le scene spicy, perché ormai in questo genere di romanzi sono d’obbligo, a quanto pare, perciò se amate questo elemento lo ritroverete anche qui.

The High Mountain Court è stata una lettura piacevole, non la solita storia sui fae, direi, niente opulenza, balli sfrenati o vino incantato. Abbiamo corti in guerra, fae guerrieri, segreti nascosti, rivelazioni, un viaggio alla ricerca di oggetti magici, abbiamo la storia di un amore predestinato e una bella compagnia di personaggi. Il finale, in alcuni punti un po’ affrettato, è comunque ben concepito e sicuramente lascia molta curiosità sul secondo libro che avrà due protagonisti inaspettati che immagino non ci faranno rimpiangere Remy e Hale. Insomma, concedetevi questa lettura se cercate una storia avvincente che vi faccia rilassare qualche ora e vi conduca in un mondo crudele ma ricco di fascino.

Fonte immagini: Pinterest

lunedì 20 marzo 2023

Review Party: "Shadowhunters. La catena di spine" di Cassandra Clare (a cura di Marika)

Ben ritrovati adorati coffeaholics!
Finalmente è arrivata la primavera e con essa qualche giornata di sole e luce che permettono di leggere tranquillamente tante storie meravigliose. E proprio a tal proposito, nel mese della fioritura, precisamente il 7 marzo, è uscito il terzo ed ultimo volume della nuova saga The Last Hours di Cassandra Clare, ovvero: Shadowhunters. La catena di spine, sequel di altri due importanti romanzi intitolati rispettivamente La catena di oro e La catena di ferro.
Ringrazio la casa editrice Mondadori per la copia digitale e Eynys Paolini per averci incluse nell'evento.

Shadowhunters. La catena di spine
di Cassandra Clare

Prezzo: 12,99 € (eBook) 24,00 € (cop. rigida)
Pagine: 744
Genere: fantasy
Editore: Mondadori
Data di pubblicazione: 7 marzo 2023
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Cordelia Carstairs ha perso tutto ciò che più contava per lei. Nel giro di poche settimane, infatti, ha visto morire il padre, fallire il piano di diventare la parabatai di Lucie e sgretolarsi il matrimonio con James. E, quel che è peggio, ora si ritrova legata a un antico demone, Lilith. Arrivata a Parigi con Matthew Fairchild, la ragazza spera che le attrazioni notturne della Ville Lumière le facciano dimenticare le sue miserie. Ma la realtà riesce a insinuarsi anche nelle sue giornate parigine quando la raggiungono notizie scioccanti da casa: a quanto pare Tatiana Blackthorn è fuggita dalla Città di Adamante e Londra è sotto scacco del Principe dell'Inferno, Belial. Dilaniata da sentimenti confusi e contraddittori, Cordelia fa ritorno a Londra, dove di lì a poco un segreto degli Herondale verrà portato alla luce da un nemico inaspettato e l'intera famiglia accusata di una colpa gravissima. Niente potrà forse tornare come prima per Cordelia, anche perché il legame con i suoi vecchi amici sembra ormai deteriorato in modo irrimediabile. Il tempo intanto corre veloce e i piani di Belial stanno per investire come un'onda mortale la ragazza, Lucie, gli Allegri Compagni e tutti gli Shadowhunter. Rimasti a fronteggiare l'esercito di Belial in una Londra infestata dalle ombre, per riuscire a salvare la loro città e le loro famiglie, Cordelia e i suoi amici dovranno radunare tutto il coraggio che possiedono, ingoiare l'orgoglio e imparare nuovamente a fidarsi l'uno dell'altro. Perché se dovessero fallire, potrebbero perdere tutto, comprese le loro anime.

In questa nuova vicenda tutto riprende laddove si era fermato il secondo romanzo: Tatiana Blackthorne è fuggita dalla Città di Adamante e Londra regna nel caos con continui attacchi manovrati dal principe dell'Inferno Belial, che attraverso la manipolazione di diverse menti è riuscito a intrufolarsi nel cuore della città e degli Shadowhunters. E proprio questi ultimi, si ritrovano a combattere non solo con i demoni degli inferi, ma anche con quelli personali che li mettono sicuramente a dura prova. Prima fra tutti la nostra amata Cordelia, che provata dell'assassinio di suo padre, dal suo legame forzato con Lilith che le inibisce i poteri, da James che sembra sempre innamorato della misteriosa e algida Grace Blacktorne, e dall'allontanamento della sua migliore amica Lucy che ha fatto di tutto per risvegliare Jesse, decide di partire con Matthew Fairchild alla volta di Parigi. Qui, trascorrerà delle giornate tranquille respirando l'aria parigina della Belle Époque tra un sorriso e l'altro con il suo amico, anche se ben presto questa fuga sarà spezzata dal richiamo in patria per combattere contro le ombre che stanno mettendo in ginocchio l'intera città e la famiglia Herondale - famiglia che da un lato vede James provato dal suo legame con Belial, e dal legame tossico con Grace; dall'altro Lucy, che risvegliando Jesse ha attirato nuovi guai. Riuscirà Cordelia a sventare tutto questo marasma oscuro e a riprendere in mano le redini della sua vita?

Come sempre Cassandra Clare non delude le aspettative dei lettori, pubblicando dopo anni e diverse serie, una nuova trilogia appassionante e adrenalinica. The Last Hours l'ho trovata intrigante ed emozionante, e pur riprendendo il mood tipico de Le origini, se ne discosta presentando nuovi personaggi misteriosi, eccentrici, eroici e completi

Troviamo Cordelia, che all'inizio di questo viaggio avremmo potuto definirla timida e quasi fuori dal coro, per poi ritrovarla ne La catena di spine nelle vesti di un'eroina coraggiosa e determinata pronta a sguainare Cortana per i suoi doveri da Shadowhunters e per i suoi affetti. E ancora James, il ragazzo ribelle vittima di sortilegi e incantesimi che, riuscirà a compiere la scelta giusta; Lucy, gentile e dolce che rivelerà un'anima combattiva e determinata; e Matthew, il giovane apparentemente vanesio, che oltre alle sue stoffe, dimostrerà di avere un cuore enorme.

Inoltre, non posso non porre l'accento anche sull'ambientazione, punto forte della Clare che come sempre ci narra di posti senza scadere nell'ovvio: troviamo da un lato una Londra che si appresta a vedere il tramonto della grande epoca vittoriana per poi abbracciare l'età edoardiana, non priva di difficoltà; dall'altro, la città della Senna, Parigi, emozionante, sfavillante e pregna d'arte nel pieno della Belle Époque.  Ma oltre a tutto ciò, Cassandra Clare non è solo fantasia, magia e storicità, è anche modernismo intessuto tra le parole trasformate in tematiche fondamentali: dall'importanza del dialogo, alla profondità dei legami, all'amicizia che attraversa qualsiasi bufera, ai sentimenti non ricambiati, al coraggio di tirarsi fuori da situazioni negative, al dolore interpretato in modo personale e diverso. In conclusione questo ultimo romanzo della serie rappresenta a mio avviso la chiusura perfetta di una trilogia impeccabile.
Voto: 5 tazzine di caffè alla parigina per una storia emozionante ed epica.


Fonte immagini: Pinterest

venerdì 17 marzo 2023

Milk, Cookies&Books: libri a merenda - "I Pensatori e l'Armata Zombie" di Marco Dazzani (a cura di Anna)

Buon pomeriggio! ^^
Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata a bambini e ragazzi. Oggi la nostra Anna ci parla di un libro davvero originale, I Pensatori e l'Armata Zombie, di Marco Dazzani. Uscito da pochissimo, questo piccolo volume è un concentrato di fantastici elementi che insegnano con divertimento. Scopritelo nella recensione e fateci sapere che ne pensate ;) A presto!

I Pensatori e l'Armata Zombie
di Marco Dazzani

Prezzo: 9,99 € (eBook)14,00 € (cop. rigida)
Pagine: 152
Genere: narrativa ragazzi
Illustrazioni: Francesca Carabelli
Editore: MIMebù
Data di pubblicazione: 10 febbraio 2023
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Sono ancora molti i dubbi che assillano l’umanità. Ma non preoccupatevi, per risolvere ogni problema sono arrivati i Pensatori! Il team di cervelloni comprende un cane parlante di nome Socrate, i piccoli cloni di Freud e Marie Curie, il super computer Pitagora e infine la leader del gruppo, pro pro pro pro… nipote di Giovanna D’Arco. La prima missione è scoprire se sono i ricordi a definire noi stessi. Come fare? Basta creare uno zombie e condurre esperimenti su di lui: così “nasce” Bach! Ma si sa, bisogna fare attenzione quando si rianima un cadavere in un cimitero, perché c’è sempre il rischio che si risvegli un’intera armata zombie pronta a divorarti. Bizzarri. Imbranati. Esilaranti. I pensatori sono unici! La storia è corredata da curiosità scientifiche e filosofiche.

Quando hai estremo bisogno di un libro divertente e ti capita tra le mani I Pensatori e l'Armata Zombie... No, vabbè ragazzi questo libro sì che è una vera chicca! Colpi di scena e personaggi super simpatici danno vita a un intreccio davvero scoppiettante, e quando dico scoppiettante intendo nel vero senso della parola. Tra bombe al peperoncino, scosse elettriche ed energia che risveglia pure i morti... c’è proprio da spassarsela! 

Marco Dazzani, giovane autore, attuale vicepresidente dell’associazione di scrittori per ragazzi italiana ICWA e ideatore di interessanti progetti per la promozione della lettura divertintelligente tra i giovanissimi, ci regala questa originalissima avventura "frankensteiniana".
Ma partiamo dall’inizio così diventa tutto più facile, sempre che si possa definire facile la filosofia... Sì perché qui scomodiamo nientepopodimenoche la Filosofia, lo studio sistematizzato di questioni generali e fondamentali, come quelle sull’esistenza, il senso della vita, la conoscenza, i valori, la mente e il linguaggio. E già che ci siamo andiamo a incrociare questa ricerca sulle domande fondamentalifilosofiche dell’uomo alla Psicologia con la strachiara chiarezza con cui si esprime, alla Tecnologia con la spesso assurda superlogica che la domina, e a sua Maestà la Scienza che vuole spiegare tutto attraverso l’applicazione di noiosissime formule matematiche.

Cosa hanno in comune Socrate, Sigmund Freud, Marie Curie, un Super Computer, Giovanna d’Arco e Johann Sebastian Bach? Boh, credo niente se non essere dei veri Geni nel loro campo, e il fatto di ritrovarsi riuniti, seppure in versione un po’ strampalata tipo cloni, pronipoti, cagnolini o zombie, protagonisti di questa bizzarra storia.

La storia? Eccola!

Dei non meglio identificati Creatori, personaggi invisibili che coordinano da remoto la trama, come in un Grande Fratello Scientifico, danno vita in laboratorio a un bizzarro gruppo di Pensatori.

Socrate, un cane filosofo ma che davanti a pizza e salsicce perde il senno.
Pitagora, un calcolatore super tecnologico ma che rimane senza parole se la risposta a una domanda non prevede un calcolo numerico.
Freud, il giovane clone dell’inventore della psicanalisi, esperto della mente, dell’ipnosi ma proprio imbranato, attratto dalla magia e dai giochi di prestigio.
Maricù, il piccolo clone della scienziata Marie Curie, super secchiona e inventrice geniale ma davvero peperina, aggressiva ed esplosiva.
E Gio, pro pro pro pro pro nipote di Giovanna D’Arco, la coraggiosa leader del gruppo ma spesso pasticciona.

Queste grandi menti super pensanti saranno indirizzate dai Creatori verso missioni pseudo scientifiche per scoprire insieme e rivelare al mondo la risposta a una domanda antica quanto l’uomo: in quale parte di noi dimora la nostra vera identità? Molti di noi penseranno al cuore, sede dei sentimenti e delle emozioni, altri suggeriranno il cervello, l’organo in cui vengono elaborati pensieri e ragionamenti; alcuni ipotizzeranno i muscoli, che ci orientano nello spazio e nelle avventure della vita altri diranno la pancia, che ci fa agire seguendo l’istinto... Ma a Villa Darwin, lussuosa reggia dai caratteri vittoriani e dettagli medioevali, dotata di ogni sorta di modernità, i nostri Pensatori sono in dubbio: e se la nostra identità fosse invece nella memoria? Non saranno forse i ricordi a renderci quello che siamo?

Urge trovare un metodo scientifico per dimostrarlo! E quale metodo può essere considerato più scientifico che risvegliare dal suo eterno riposo uno zombie e farci sopra qualche interessante esperimento? Santo cielo, in quale pasticcio i nostri Pensatori si stanno per andare a ficcare! Altro che uno zombie, questi scalmanati nerd riusciranno a risvegliare l’intero cimitero e una grande armata zombie non ci penserà due volte a scagliarsi contro di loro determinata a divorarli.

Un divertimento colossale questo libro, dico davvero! Lo so che lo dico sempre, ma questo libro è proprio originale ed esilarante, un libro in cui apprendimento e divertimento vanno a braccetto, accompagnato da didascalie di approfondimento scientifico che strizzano l’occhio ai bambini con un linguaggio allegro e spensierato.

Grazie alla casa editrice MIMebu’ per la copia omaggio in cambio di una onesta recensione.


Anna


Photo credit: @anna_bookfantasy

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