coffee_books

giovedì 12 settembre 2024

Recensione: "Saltblood. Sangue salmastro" di Francesca De Tores

Buongiorno, lettor*! ^^
Finalmente oggi vi parlo di Saltblood. Sangue salmastro, di Francesca De Tores, libro che ho avuto la fortuna di leggere in anteprima, grazie a Netgalley e Ne/oN Libri. Saltblood è uscito il 4 settembre, ma mi ha accompagnata durante questa torrida estate, facendomi vivere avventure per mari, libertà, legami viscerali e poesia. Eh sì, perché Francesca De Tores, oltre che una grande narratrice è anche una splendida poetessa, che ha saputo dare alla sua storia, alla storia di Mary Read, un sapore tutto nuovo, regalandoci anche un finale dolce-amaro. Ho molto apprezzato questa lettura e volevo davvero parlarvene per bene, ma con 35 gradi in casa capirete che per me è stato impossibile anche solo avvicinarmi al macbook, che ho lasciato riposare fino al primo fresco, ovvero oggi. Finestre spalancate, aria d’autunno e pioggia fanno da sottofondo mentre scrivo questa recensione e mi preparo mentalmente a tutte le altre che ho intenzione di scrivere nei prossimi giorni. Fatemi sapere se avete letto Saltblood o avete intenzione di farlo. Io non posso che consigliarvi di recuperare questo titolo, che probabilmente è uno dei più interessanti dell'anno.

Saltblood. Sangue salmastro
di Francesca De Tores

Prezzo: 10,99 € (eBook) 17,20 € (cop. flessibile)
Pagine: 352
Genere: avventura, romanzo storico, lgbt+
Editore: Ne/oN
Data di pubblicazione: 4 settembre 2024
Acquista su: IBS, laFeltrinelli (link aff.)

Cresciuta all’ombra del fratellastro morto di cui è costretta a portare il nome, Mary impara presto a mantenere il segreto rappresentato dal suo corpo. Quando l’Inghilterra entra in guerra, Mary vede nel conflitto una via di fuga da una sorte già segnata, e si arruola nella Royal Navy per conoscere il mondo e assaporare un po’ di libertà. L’ineludibile richiamo del mare sancisce il suo destino, e dopo essere stata fanciulla, ragazzo, marinaio, soldato e moglie, Mary potrà diventare chi è forse sempre stata: una pirata, parte della ciurma di Calico Jack Rackham e affiancata dalla temeraria Anne Bonny, di cui è amica e amante. Ispirato alla vera storia di Mary Read, "Saltblood. Sangue salmastro" è ricostruzione storica e romanzo d’avventura, storia d’amore e Bildungsroman che parla dei limiti del corpo, del genere e di quello che siamo e osiamo immaginare di diventare.

Ho atteso con una certa trepidazione le prime uscite di Ne/oN Libri da poter richiedere in anteprima su Netgalley. Anni fa ho usufruito di questo portale per leggere qualche libro non tradotto in Italia, ma adesso, per la prima volta, una casa editrice italiana ci mette a disposizione le copie arc con largo anticipo, proprio come funziona all’estero. Saltblood è il primo volume su cui mi sono letteralmente gettata, ispirata dalla trama tanto intrigante. La storia si ispira al personaggio realmente esistito di Mary Read, piratessa britannica di grande fama, che intreccerà il suo cammino con quello di Calico Jack e Anne Bonny, anche loro famosi pirati. Saltblood però prende avvio dalla nascita di Mary che, a causa della morte del fratello, viene costretta a prenderne il nome e a crescere come un ragazzo. Sin dai primi capitoli, l’autrice ci mette dinanzi alle difficoltà che il personaggio si ritrova a subire. Un’infanzia dura, povera, in balia di una madre che ha il pieno controllo su tutto. Mary però non si ribella, si lascia plasmare a piacimento della donna perché non ha altri che lei, non ha altro che quello. Non sa neanche esattamente chi sia ("Così indosso il suo amore come i vestiti smessi di qualcuno, sapendo che non mi calzano. Ma che cosa mi sta bene davvero?"). E mentre assistiamo alla sua crescita, alle ingiustizie che subisce nel dover nascondere il suo corpo, la sua personalità dietro il falso nome di Mark, nell’imparare a essere chi non è, la vediamo anche pian piano cambiare. Nonostante si abitui a quel segreto, a quella maschera, a quella vita non sua, allo stesso tempo va alla ricerca di una libertà che nasce dal più profondo di se stessa, attratta costantemente dal mare. 

"Come posso rendere a parole il mare, o il canto delle navi? Queste cose le ho imparate non tramite il linguaggio ma attraverso le mani sulle corde e i piedi scalzi sul ponte, gli occhi socchiusi contro gli spruzzi salati."

Ed è proprio il mare un altro protagonista indiscusso del romanzo, che con il suo fascino e il suo richiamo, riesce a restituire a Mary Read la sua vera essenza, la sua anima perduta, e a farle prendere scelte azzardate ma più affini al suo essere. Mary si arruola nella marina militare e da quel momento avviene il primo vero distacco da una vita che da lei ha preteso troppo sacrificio. Il mare la riporta sulla giusta via, la rimette in sesto più volte e se pure deve continuare a mantenere i suoi segreti, lo fa volentieri adesso, se è l’unico modo per poter assaporare quella sorta di libertà. Questa volta è una sua scelta, così come lo saranno le volte successive ed è questo che la appaga di più, poter avere il controllo sulla propria vita, scegliere lei chi voler essere, se un uomo o una donna, oppure entrambi. Se un soldato, un marinaio, una moglie o un pirata. Mary si troverà davanti a varie sfide e spesso e volentieri il suo segreto sarà anche un peso per lei ("Ogni settimana varco la soglia portando con me quell'enorme bugia che è l'intera forma del mio corpo."). L’autrice ci fa percepire tutto il suo disagio, ogni perplessità, ogni momento di sconforto con grande concretezza, ma ci regala anche pagine di poesia in cui tutto diventa più limpido e chiaro nella mente e nel cuore della protagonista, che altro non desidera che vivere senza menzogne, in maniera autentica. E mentre il mare culla i suoi pensieri e un corvo misterioso li rende tangibili con il suo sguardo affilato e indagatore, ci ritroviamo perdutamente innamorati di una storia suggestiva, ricca di avvenimenti e personaggi memorabili, a vivere insieme a Mary le sue tante vite, le sue tante facce di un’unica medaglia. Mary va alla riscoperta del suo essere donna quando si innamora di Dan Jansenns, quando con lui farà un figlio e quando dovrà scoprire che per una donna è tutto più duro che per un uomo, ma non rinnegherà mai il suo lato maschile, ciò che è stata per anni, perché anche quello le ha insegnato tanto. Mary prende ciò che la vita le offre e lo sfrutta per sopravvivere, per resistere alle intemperie che si ritrova davanti. Può essere ciò che vuole quando vuole ed è questa la vera libertà che l’autrice vuol testimoniare. Mary Read è un personaggio esemplare con le sue vicende uniche, e questo libro ricostruisce la sua storia in maniera schietta, offrendo a chi legge uno sguardo esplicito su una realtà cruda e su una questione, quella di genere, che ancora oggi c'è chi fatica a comprendere. 

"Il mio più grande segreto non è che non sono un maschio. Il mio più grande segreto è che mi piace."

  Saltblood è un libro che si prende il suo tempo, che scende nei dettagli, che racconta, racconta tanto, ma che allo stesso tempo fa riflettere. Le parole di De Tores permettono di aprire gli occhi su molte tematiche spinose, di farci varcare ogni tipo di confine ed esplorare ogni tipo di meta. Il mare come unico filo conduttore di questo lungo, piacevolissimo romanzo ("Col sale nel sangue, con tutto il mio cuore, scelgo il mare."). È un libro che merita di essere assaporato con calma, vissuto, assimilato in ogni sua parte, perché ognuna di queste parti ha tanto da dire. Trovo sublime il lavoro fatto dall’autrice nel ricostruire personaggi noti e dar loro così tanto carattere e spessore, non tralasciando nulla e avvicinandoli il più possibile a noi, anche affrontando tematiche molto moderne in cui senza dubbio ci possiamo rispecchiare. Mary Read, insieme all’indomita Anne Bonny e all’intraprendente John Rackham (Calico Jack), ci trascinano tra mille avventure, senza mai farci annoiare un momento. Il loro è un rapporto simbiotico e intenso, fatto di rispetto reciproco e di un sentimento che va oltre ogni etichetta ("Stare con Jack le dà il permesso di stare con me. È tutto intessuto insieme: noi tre un nido di cordame incrostato che non si puà sbrogliare."). Assistiamo alla maniera spontanea in cui tutto nasce e a come poi pian piano si delinea, senza però mai vincolare. Anne si può dire che sia la metà perfetta di Mary. Come lei, è stata costretta a crescere come un uomo, mentre poi ha scelto con convinzione la sua strada e lo fa ogni giorno. Anne non ama crogiolarsi nel passato, a lei interessa solo il presente. E sarà questo che vorrà insegnare a Mary, a non portarsi sempre appresso il passato, ma a lasciarlo andare. 

"Un fiume è un fiume perché se ne va sempre. Il mare no: il mare va e viene, come il respiro. Ma i fiumi vanno e basta."

Ho trovato tutto perfettamente bilanciato, ogni esperienza raccontata in maniera coerente dalla voce ben definita della protagonista. Lo stile è semplice e al contempo pregno di poesia e passione. Questo libro si è rivelato perfetto da leggere sotto l’ombrellone, immaginandomi a solcare le onde insieme a eroine affamate di vita e di libertà, eroine coraggiose, per nulla stereotipate, nelle cui vene scorre… sangue salmastro. Se amate le storie di formazione ma anche le storie di pirati, se cercate un romanzo che vi faccia realmente staccare la spina, che parli di voglia di vivere, indipendenza, ricerca di se stessi, scelte importanti, cambiamenti, allora Saltblood fa per voi. Preparatevi ad assaporare un mare di emozioni.

"Ho conosciuto il mio corpo per quello che è, e ho lasciato che amasse là dove ha trovato amore."

Fonte immagini: Pinterest

martedì 10 settembre 2024

Recensione: "Io baro, tu bari, egli bara" di Giulia Barucco (a cura di Eleonora)

Buongiorno, lettor*! ^^ Come state? 
Vi siamo mancate? Coffee&Books ha deciso alla fine di prendersi una pausa un po' più lunga, causa caldo insopportabile e impegni vari, ma non ci siamo dimenticate di voi. Da oggi riprende, infatti, la normale attività qui sul blog e anche sui social, vi aspettano tante recensioni che non vediamo l'ora di condividere con voi. Iniziamo in bellezza con l'opinione della nostra infaticabile Eleonora, che si è divertita un sacco a leggere Io baro, tu bari, egli bara, di Giulia Barucco, una rom-com molto originale che vi sorprenderà. Scopritela qui sotto e fateci sapere, come sempre, cosa ne pensate nei commenti! A presto :D

Io baro, tu bari, egli bara
di Giulia Barucco

Prezzo: 3,99 € (eBook)
Pagine: 325
Genere: romance contemporaneo, commedia romantica
Editore: Words Edizioni
Data di pubblicazione: 26 giugno 2024
Acquista su: IBS, laFeltrinelli

La Love4Every1 è un’agenzia per cuori diversamente solitari, che sfrutta l’intelligenza artificiale allo scopo di creare match senza margine d’errore. La scontrosa Amelia Mordini e il convalescente Tommaso vengono ricattati, rispettivamente dalla migliore amica di lei e dalla famiglia di lui, per entrare nel programma naziamoroso dell’agenzia. Lei è una designer di sex toy, intollerante a tre quarti della popolazione vivente. Lui, a causa di un incidente motociclistico, è parzialmente grattugiato e impotente. Obiettivo finale? Farli innamorare in soli otto giorni.

Dopo aver letto il primo libro di Giulia Barucco, Una zebra a pois, e dopo essere stata conquistata dallo stile leggero e ridanciano di questa autrice, sapevo che avrei letto ogni libro da lei scritto. L’ultimo in ordine cronologico è Io baro, tu bari egli bara. Come i suoi precedenti romanzi, anche questo è una rom-com a tratti folle e assurda ma non così tanto quanto si potrebbe pensare dopo aver letto la trama. I protagonisti di questa storia sono Amelia, come la strega di Paperino e come la Earheart, una donna fieramente sposata con il suo lavoro ed insofferente verso la quasi totalità della popolazione umana, specie se di sesso maschile e specie se bresciana ma con un nome anglofono tipo Jennifer o Jonathan, e Tommaso un uomo che a sposarsi o anche solo ad avere una relazione ormai non ci prova nemmeno più con grande disappunto del fratello e della lacrimevole madre. Secondo lui, infatti, le uniche interazioni normali che potrà avere da qui alla fine della sua esistenza, famigliari esclusi, sono quelle con i suoi clienti, persone che convenientemente non hanno più la possibilità di intrattenere conversazioni o esprimere pareri perché sono ormai defunte. Cosa potranno avere mai in comune due persone apparentemente così opposte? Sicuramente amici e parenti impiccioni, che convinti di fare del bene sfruttano l’arma del ricatto morale per ottenere quello che vogliono, che entrambi partecipino a un esperimento di appuntamenti al buio. La faccenda consiste nell’uscire per otto giorni consecutivi con un partner scelto dall’agenzia di dating tramite i dati forniti dai parenti e grazie al supporto dell’intelligenza artificiale, il goal decantato è che in questo lasso di tempo gli accoppiati diventino a tutti gli effetti una coppia, secondo le statistiche fino ad ora la percentuale di successo è del 100%. Amelia, la quale si sente brutalmente ingannata e senza via di scampo, per non perdere la sua migliore amica (anche se al momento priva delle sue facoltà mentali per cause matrimoniali), è ovviamente decisa a cambiare le cose e a demolire dall’interno un sistema che a detta sua le impedisce di continuare a vivere un'esistenza priva di idioti a circondarla. Tommaso invece parte per l’avventura sentendosi già sconfitto in partenza e con il presupposto di far felici i suoi dimostrando allo stesso tempo che si sbagliano sulle sue prospettive future di normalità e felicità. Quello che i due protagonisti non si aspettano è che ad aiutarli in questo percorso ci saranno delle intelligenze artificiali con addirittura qualifiche da plurilaureati che li consiglieranno e seguiranno nel tortuoso percorso della costruzione di una effettiva relazione tra due completi sconosciuti, imparando e adattandosi nel frattempo alle loro personalità, Jennifer l’AI di Amelia imparerà addirittura ad utilizzare il sarcasmo, tanto caro alla sua assistita.

Il giorno fatidico del primo appuntamento comunque arriva per tutti e i nostri due protagonisti non possono far altro che riluttantemente presentarsi all’appello nel posto indicato e accuratamente studiato per favorire un ambiente rilassante e funzionale alla buona riuscita della serata. Una serata che però, contrariamente alle aspettative, inizia in maniera un po’ rocambolesca e prima di finire alla stessa maniera si trasforma in un piano di complotto anti-agenzia di dating, con somma gioia e risatine malefiche da parte di Amelia. Staremo a vedere poi chi ride per ultimo, lei o la sua amata e odiata AI che tra statistiche e manipolazioni ride, ride, ride?

Tra un appuntamento anticonformista e un altro, infatti, l’affiatamento e l’attrazione tra i due continuano a crescere, nonostante siano entrambi ferocemente tenuti a bada da due testardi e cocciuti determinati a non soccombere, pian piano le difese di entrambi cominciano ad abbassarsi e iniziano a emergere le loro vulnerabilità, riusciranno ad andare fino in fondo? Solo le intelligenze artificiali lo sanno dire.
Quello che invece si può dire del libro è che, come al solito, lo stile e la scrittura di Giulia Barucco non deludono mai. L’autrice ha infatti una penna spigliata e ridanciana, a tratti quasi goliardica che riesce sempre nello scopo di creare delle storie che fanno ridere a crepapelle il lettore. Nonostante la trama presenti una situazione ai limiti dell’assurdo grazie al mix di elementi che la compongono, com’è in realtà tipico di tutti i romanzi di questa autrice, ciò che rende possibile , non dico immedesimarsi, ma di sicuro percepire la “tangibilità” della storia è l’umanità dei personaggi che traspare in tutte le pagine e in tutte le situazioni, pure di quelli che non sono dotati di mente e corpo fisico e che sono puramente frutto dell’azione combinata di algoritmi complessi. I dubbi che si fa venire Amelia, le sue paranoie, le situazioni che si creano tra due persone che sono ai primi stadi di una conoscenza, così come le insicurezze di entrambi che emergono, i pensieri dei loro cari, l’impiccio degli amici che vogliono sapere, vedere, credere, sono tutte cose che chiunque ha provato sulla propria pelle a prescindere dal contesto particolare del romanzo in questione. Poi ammettiamolo, chi non vorrebbe un suggeritore nell’orecchio in grado di sciogliere o addirittura evitare quei momenti di imbarazzo che si possono potenzialmente venire a creare? Io lo vorrei, se poi l’ “aiuto da casa” è come Jennifer allora basta solo dirmi dove devo mettere la firma. L’AI creata dall’autrice, per quanto poco io me ne possa intendere, è proprio come mi immaginerei un supporto tecnologico di intelligenza artificiale, in evoluzione costante in base al rapporto che si crea con l’essere umano e sempre al confine tra “oddio, perché non sei una persona reale” e “menomale che non lo sei perché sei a dir poco inquietante”. Proprio grazie a questo mix il lettore arriva a percepire Jennifer come un effettivo personaggio all’interno della storia, una sorta di aiutante nascosto, ma nemmeno tanto, tipo i personaggi che stanno dietro le quinte a suggerire e monitorare la situazione nei film di spionaggio e simili.

Un aspetto che differenzia quest’ultimo titolo rispetto ai precedenti è la presenza del doppio POV, utile ed efficace per rendere ancora più vere e in evidenza le fragilità che hanno entrambi i protagonisti, entrambi infatti in questo romanzo faranno un percorso di crescita e di presa di coscienza che li porterà a essere la versione “migliore”, e che tutti i loro cari avevano già intravisto, di loro stessi, con modi e tempi diversi. Ma alla fine quello che conta è il risultato, no??!

Ps: per chi ha letto anche i suoi romanzi precedenti potrebbero esserci gradite sorprese.

Eleonora


Fonte immagini: Pinterest

venerdì 9 agosto 2024

Inclusion Books: "Malintesi" di Bertrand Leclair (a cura di Ms Rosewater)

Buon pomeriggio, lettor*! ^^
Siamo nel periodo più caldo dell'anno, decisamente, e anche la più semplice delle attività sembra un'impresa immane. Come state affrontando voi questo mese di agosto e queste temperature da record? Intanto, la nostra Ms Rosewater ci regala una nuova recensione, un libro intenso, che tratta di disabilità e che finisce dritto dritto nella nuova rubrica Inclusion Books. Scopritelo qui sotto e lasciateci un commento, se vi va ;)

Malintesi
di Bertrand Leclair

Prezzo: 9,49 € (eBook) 16,00 € (cop. flessibile)
Pagine: 176
Genere: narrativa contemporanea
Editore: Quidlibet
Data di pubblicazione: 17 ottobre 2019

Nato sordo negli anni Sessanta in una cittadina della provincia francese, Julien Laporte viene educato secondo i precetti del metodo "oralista": lunghe sedute di logopedia, complicati apparecchi acustici, e soprattutto nessun contatto con la lingua dei segni. A diciotto anni fugge di casa e in un bar di Parigi, tra attivisti sordi e militanti gay, scopre l’esistenza della lingua dei segni. Questa è la storia della sua liberazione: da un padre che si ostina a volerlo "guarire", da una madre ammutolita dai sensi di colpa e da tutta una famiglia devastata – non dalla sordità ma dai più banali malintesi, appunto, tra genitori e figli, per l’incapacità dei primi ad amare i figli così come sono. Nella vicenda di Julien la sordità non è solo l’elemento deflagratore di meccanismi solitamente invisibili nel romanzo famigliare, ma è anche il pretesto per raccontare una grande e sconosciuta storia: quella dei sordi e della loro liberazione attraverso la lingua dei segni. Pochi sanno che questo magnifico e inventivo linguaggio, elaborato in pieno Illuminismo, è stato di fatto bandito in Europa per più di un secolo, dopo il Congresso di Milano del 1880. Padre a sua volta di una ragazza sorda, Leclair rivela anche l’impasse in cui è finito: sono i suoi stessi personaggi a tirarlo in ballo, ora per accusarlo, ora per assolverlo. A metà strada tra autofiction, inchiesta e romanzo, Malintesi è dunque anche il racconto della difficoltà di scrivere, di essere genitore, di sopravvivere a quei pericolosi e pericolanti castelli di carte che sono tutte le famiglie.

Bisogna prenderne atto, quando si scrive di sordità i francesi lo fanno meglio. Francese era il primo libro sull'argomento che lessi, Il grido del Gabbiano, di Emmanuelle Laborit, e francese è questo romanzo, in cui lei, adulta, ormai direttrice dell' IVT di Parigi, torna in un breve frammento che collega quell'autobiografia (che raccontava la sua infanzia, la scoperta della Lingua dei Segni e la nascita dei movimenti degli anni 80 che in Francia hanno portato alla crescita di una comunità Sorda culturalmente attivissima e avanzata) a questo romanzo del 2019.

Bertrand Leclair, udente, genitore di una ragazza sorda, sceglie di parlare dell'altra faccia di questa condizione, cioè della famiglia, attraverso la storia di un altro padre, non sappiamo se reale o immaginaria, ambientata qualche generazione prima.

Yves Laporte è il suo temibile alter ego: ex partigiano, ambizioso, un uomo che ha sognato e programmato una vita di successo tutto sommato non dissimile da quella di un borghese di inizio secolo: la moglie relegata alla crescita dei figli, due maschi che avrebbero preso il suo posto e proseguito il lavoro nella tipografia di famiglia, lui occupato a crescere economicamente, a farsi una posizione, a diventare. Finché, la scoperta della sordità del secondogenito Julien scuote i suoi sogni, cambia le simmetrie, sovverte l'esistenza di Yves. Il suo futuro non è più legato al successo professionale e, ispirato dalla controversa figura di Graham Bell, ingaggia la sua battaglia personale contro la sordità.

La vita di Julien segue così un sentiero che fino a poche decine di anni fa, prima che gli studi linguistici di Stokoe che portarono al riconoscimento della Lingua dei Segni come una lingua appunto, con la cultura che porta con sé, sembrava inevitabile: un calvario all'inseguimento dell'emissione vocale, ossessione degli udenti per cancellare il silenzio, come se parlare eliminasse la sordità; la fatica a imparare la lingua degli udenti, a leggere e scrivere, una condizione di iperprotezione, il destino segnato di una scuola professionale mentre il fratello udente studia all'università.

Ma, come per Emanuelle Laborit, anche Julien un giorno scopre i Segni e la sua vita cambia sconvolgendo, ancora una volta, i Laporte e portandoli al declino, erodendo i legami con i genitori e i fratelli.

Leclair affonda le mani nelle dinamiche di un nucleo famigliare che sposta il suo centro di gravità sulla disabilità di un figlio e si disfa nel momento in cui il povero disabile smette di essere tale, smette di sentirsi debole, scoprendo così di essere più forte di coloro che lo circondano. Lo scrittore conosce questo territorio e nei fragili, insopportabili genitori di Julien specchia le proprie paure e sentimenti inconfessabili, come la delusione, l'ansia di rendere il proprio figlio come tutti gli altri perché non si riesce a immaginare una vita indipendente e piena per un disabile.

Pensieri difficilissimi da esternare, da accettare, che fanno sentire “cattivi” e soli ancora troppi genitori. Pensieri da non nascondere ma ai quali non abbandonarsi, pena la resa della realtà a impossibili fantasie e malintesi che finiscono per distruggere e avvelenare i rapporti, anche i più importanti.

Con il suo stile denso Bertrand Leclair riesce a rappresentare in queste poche pagine il mondo delle madri e dei padri, a riconoscere le loro angosce senza giustificare gli errori che portano a pensare che i figli debbano somigliargli per essere felici, invece di accettarli come sono, una visione che si allarga ben oltre il tema della disabilità.

Ms Rosewater

mercoledì 31 luglio 2024

Review Tour: Il trono di cenere di Chloe Penaranda (a cura di Giulia)

Buongiorno, lettor*! ^^
Oggi la nostra Giulia ci parla del terzo libro di una serie fantasy romance, pubblicata da Queen Edizioni. Avendo già letto i primi due volumi (le recensioni le trovate nella sezione dedicata, Reviews), non vedeva l'ora di scoprire cosa le avrebbe riservato questo. Leggete la sua opinione qui sotto, fateci poi sapere che ne pensate di questa serie e se l'amate anche voi ;)
Un sentito ringraziamento alla casa editrice per la copia ebook omaggio e per averci coinvolte nell'evento.

Il trono di cenere
di Chloe Penaranda

Prezzo: 5,99 € (eBook)
Pagine: 796
Genere: fantasy romance
Editore: Queen Edizioni
Data di pubblicazione: 19 luglio 2024

Lontana dalla sua terra, Faythe è chiamata ad affrontare i segreti del suo passato. Oppressa dal peso di un futuro incerto, con il giovane Reylan al suo fianco, una tenue fiamma si accende nel suo cuore. Abbassare la guardia, però, potrebbe rivelarsi fatale per entrambi... o forgiare una forza inaspettata. Un temibile nemico minaccia la pace di Ungardia, e sembra sconvolgere il destino di Faythe. L'oscurità avanza, la storia si rimescola e i cacciatori stanno per diventare prede. Sfuggire al proprio destino è impossibile, e solo Faythe potrà portare la salvezza nel regno. Per questo decide di sfidare il fato, consapevole del prezzo da pagare: la libertà per sé stessa, per il suo regno e per le persone che ama.

Buongiorno a tutti e a tutte! È da un po' che manco su questo blog, ma è stata un’estate difficile e sfortunatamente ancora non è finita. Oggi sono qui per parlarvi del terzo libro di una saga che ho amato e che sto continuando ad amare, ovvero Il trono di cenere, di Chloe Penaranda, edito Queen Edizioni, che io ho avuto la fortuna di prendere in anteprima al SalTo.

Non vi nego di aver riletto gli ultimi capitoli del secondo volume, perché era passato troppo tempo e sapevo ci fossero dei dettagli che non potevo assolutamente trascurare per godermi a pieno il seguito. Il secondo libro si era concluso con Faythe che si era lasciata alle spalle High Farrow e al tempo stesso anche Nik, Tauria, Jakon e Marlowe, e si era diretta verso Rhyenelle, insieme a Reylan, con una missione da compiere, ovvero trovare la vestigia di Dakodas, dea della Luna, così da riuscire a fermare il piano di Marvellas.

Una grande scoperta grava sulle spalle di Faythe, durante la battaglia contro re Orlon, ha scoperto di essere la figlia di Re Aghalor, nonché principessa del Regno della Fenice. Ora tutto è in ballo e Faythe non sa davvero a quale compito assolvere prima.

Arrivata a Rhyenelle da due mesi, Faythe ancora non ha trovato il coraggio di parlare faccia a faccia con suo padre, ha cominciato ad allenarsi con il Leone Bianco per migliorare la sua condizione da umana, ma ancora non è soddisfatta di nulla.

Devo dire che ho trovato questo libro molto diverso rispetto ai primi due, in quanto incentrato più sulla parte romance che sul fantasy e su tutto ciò che accade all’infuori di Faythe e Reylan, ma non per questo mi è piaciuto di meno. Certamente mi sarei aspettata qualcosa di più, ho trovato davvero troppe cose per me importanti lasciate in secondo piano.

“Sceglierò sempre te. E spererò sempre, per quanto egoistico possa essere, che anche tu sceglierai me”

Abbiamo visto Faythe affrontare davvero di tutto nei primi due libri, e ora sembra quasi che il suo viaggio si trovi a un punto di stallo, quando in realtà è appena all’inizio. Come vi ho detto prima si trova in un regno nuovo, lontana dai suoi amici, ma il bello di questo personaggio è che riesce sempre a fare nuove conoscenze e non farci sentire la mancanza dei protagonisti che abbiamo già conosciuto. Kyleer e Izaiah, i due secondi in comando di Reylan, l’hanno subito fatta sentire come se fosse a casa e non l’hanno accettata solo perché è la prescelta, ma perché è una bella persona, vedono la bontà che si annida sotto l’armatura da dura che si è costruita.

Abbiamo conosciuto davvero poco Reylan nel secondo libro, e sono grata per essere riuscita a captare più su di lui e sul suo carattere in questo terzo volume. È un personaggio con dei demoni e con delle battaglie da affrontare, ha un passato lungo, tortuoso e oscuro, il che lo rende davvero facile da amare. In questo libro si è aperto piano piano a Faythe e ha imparato a fare affidamento su di lei, tanto quanto fa lei da sempre.

“Mi dispiace che tu abbia portato questo fardello da sola. Ma non sei più sola e mai lo sarai”

Per due interi libri abbiamo sentito parlare del male in arrivo, dell’oscurità che si fa strada nelle città, e finalmente ci troviamo davvero faccia a faccia con chi si cela dietro l’imminente oscurità. Non vedo l’ora di scoprire di più sul destino di Faythe con il quarto libro della serie.

Giulia


Fonte immagini: Pinterest

venerdì 19 luglio 2024

Recensione: "Come un incantesimo" di Elle McNicoll (a cura di Ms Rosewater)

Buongiorno, lettor! ^^
Scusate la lunga assenza dal blog, ma sono stati dei mesi un po' duri per me. Se avete letto qualcosa nelle mie storie Instagram, saprete che ho perso mio padre il mese scorso, e purtroppo qualche giorno fa anche mia nonna. Il ritardo perciò nella pubblicazione delle recensioni è dovuto al fatto che ho avuto bisogno di prendermi del tempo per rimettermi in sesto. Ho continuato a leggere, perché sono sempre convinta che la lettura sia la miglior àncora di salvezza nei momenti più bui, e perché avevo davvero bisogno di distrazione, di staccare la mente dalla tristezza. La mia recensione di Saltblood arriverà la settimana prossima (a causa dei motivi sopracitati), ma oggi non vi lasceremo all'asciutto. La nostra Ms Rosewater ha scritto una bellissima recensione su Come un incantesimo, l'ultimo romanzo di Elle McNicoll pubblicato da Uovonero, una storia magica e sorprendente che vi farà innamorare. Ve la proponiamo nella rubrica di nuova adozione Inclusion Books, inaugurata proprio da Ms Rosewater con un altro titolo di Elle McNicoll (QUI). Fateci sapere che ne pensate e se avete intenzione di leggere questo libro ;)
Un grazie infinito alla casa editrice Uovonero per la copia inviata in cambio di un'onesta opinione e grazie anche a La Chicca Ufficio Stampa.

Come un incantesimo
di Elle McNicoll

Prezzo: 16,00 € (cop. rigida)
Pagine: 180
Genere: ragazzi, fantasy
Editore: Uovonero
Data di pubblicazione: 29 marzo 2024

Edimburgo è una città piena di creature magiche. Nessuno le può vedere per come sono realmente, tranne la dodicenne Ramya Knox. Quando viene coinvolta nel mondo di segreti e incantesimi della sua famiglia, Ramya si mette al lavoro per scoprire la verità sul Popolo Nascosto, con tre sole parole di avvertimento da parte di suo nonno: Attenzione alle sirene. Lo scopo della sua missione è quello di andare oltre gli stereotipi e i falsi miti, e di scoprire quali sono le reali caratteristiche delle creature magiche, che a volte sono anche molto diverse da quelle che la letteratura e il cinema vogliono farci credere. Ramya è disprassica, e la disprassia non è esattamente la caratteristica migliore per una strega. Ma, immersa in un'avventura che cambierà tutto per lei e per gli altri, tra vampiri gentili e fate inquietanti, Ramya scoprirà presto che i suoi poteri sono molto più forti di quanto avesse mai immaginato.

Una delle cose più belle per un lettore è seguire la crescita di uno scrittore in itinere, scoprendo le ricorrenze e i nuovi temi della sua produzione nel momento in cui emergono. La maggior parte degli autori a me cari purtroppo è defunta da tempo e questo particolare aumenta la sorpresa e il piacere con cui affronto i libri di Elle McNicoll, scrittrice scozzese che rappresenta la neurodivergenza tessendola nell'ordito delle sue storie. Gli elementi che tornano spesso nelle sue storie sono la famiglia, la perdita, il fantastico e la magia. Quest'ultima, dopo essere stata ricordo in Una specie di scintilla e infida tecnologia futuribile in Mostraci chi sei, si materializza finalmente nel qui e ora nelle pagine di Come in un incantesimo.

La protagonista è ancora una volta una ragazzina quasi adolescente, Ramya, che vive a Edimburgo con i genitori. E' disprassica, i suoi movimenti sono talvolta goffi, ha difficoltà a scrivere e né i genitori, che appaiono giudicanti, né la scuola, che la costringe a faticose e inutili classi di recupero, hanno mai saputo leggere le sue potenzialità e valorizzare la sua intelligenza, facendola crescere incattivita e disillusa.

Il nonno materno è l'unico a vedere il suo talento e quando muore, Ramya riceve in eredità un libro che solo lei può leggere e che sarà suo compito completare, raccogliendo informazioni sulle creature magiche che popolano la città. E' così che comincia a scoprire i propri poteri, il mondo che si cela dietro a quello visibile a tutti e a ricucire i rapporti sfibrati nella sua famiglia.

Ramya è una protagonista diversa rispetto alle precedenti, più decisa, rifiuta di obbedire a comandi che non condivide e conserva la tenacia e l'idealismo di Addie (Una specie di Scintilla) e il coraggio di Cora (Mostraci chi sei): come loro non si vergogna di sé stessa, anche se le circostanze la fanno sentire emarginata e non compresa, non desidera mai essere diversa. Addie e Cora erano supportate dalla famiglia mentre lei non si sente appoggiata dai propri genitori e si trova ostacolata da segreti che hanno provocato la dissoluzione dei legami con le zie sorelle di sua madre e i nonni, ancora una volta marginalizzata dal gruppo che più di tutti dovrebbe includerla, e non per colpa sua. Tuttavia, va avanti, anche da sola, per portare a termine la sua missione e riappropriarsi della sua storia.

Conoscerà così un popolo costretto all'invisibilità, che conserva l'anima magica e profonda di Edimburgo, nascosto dietro un incantesimo che gli permette di mescolarsi agli umani.

La neurodivergenza è un carattere fondante dei personaggi di McNicoll e la scintilla da cui scaturiscono le sue storie, ma per quanto sia importante nella sua narrazione e le protagoniste affrontino tutte le difficoltà che un giovane neurodivergente incontra, non è mai l'unico centro d'interesse della trama, allargando l'orizzonte dei lettori alle relazioni, all'amicizia, e affermando di fatto la normalità dell'eccezione, a maggior ragione in questo nuovo romanzo ricco di metafore, in cui l'Edimburgo magica è resa con una facilità e una naturalezza che rendono una vicenda fantastica del tutto plausibile anche per il lettore scettico che - come la sottoscritta - non si trova a suo agio col fantasy.

Come un incantesimo è un'ulteriore evoluzione della scrittrice verso una narrativa sempre più raffinata, un libro appassionante che dà veramente piacere leggere, entusiasmerà i ragazzi e sono certa troverà molti estimatori tra gli adulti. La buona notizia è che a ottobre è prevista addirittura l'uscita di un seguito, Come una Maledizione.

Ms Rosewater


Fonte immagini: Google immagini, Pinterest

venerdì 7 giugno 2024

Recensione: "Il Cigno" di Elsa Lohengrin

Buongiorno, lettor*! ^^
Oggi vi porto la recensione di un contemporary romance con tematiche lgbt+, che ho avuto modo di leggere grazie all’Ufficio Stampa Ultime dai libri. Si tratta di Il Cigno, di Elsa Lohengrin. Ho letto il romanzo in anteprima e ne ho apprezzato vari aspetti. Un ringraziamento sincero anche all’autrice per la copia digitale in cambio di una recensione onesta.

Il Cigno
di Elsa Lohengrin

Prezzo: 4,99 € (eBook) 14,99 € (cop. flessibile)
Pagine: 480
Genere: romance contemporaneo, m/m, lgbt+
Editore: self-publishing
Data di pubblicazione: 14 febbraio 2024

Il dottor Killian Altavilla è senza parole. Dopo aver rinunciato al sogno di diventare medico legale per accontentare la sua ragazza, Mélanie, scopre di essere stato scelto come assistente di uno dei migliori medici legali in circolazione ed è costretto a rivalutare la sua decisione. Ma non appena Killian incontra il suo nuovo capo, il Professor Lachlan MacLeod, il mondo perfetto che si è creato intorno comincia a sgretolarsi. Il rapporto con Mélanie diventa sempre più conflittuale e la sua vita quotidiana si trasforma in una gabbia dorata. Perché Killian non è quello che tutti pensano. Killian si porta dentro il peso di una scelta fatta quando era troppo giovane e ne paga le conseguenze ogni giorno, anche se non lo vuole ammettere. Ma adesso è arrivato il momento di fare i conti una volta per tutte con il passato che sta disperatamente cercando di ignorare. Riuscirà a salvare la relazione con Mélanie e a diventare medico legale o crollerà sotto la pressione dei ricordi risvegliati dall’imponente figura di MacLeod? Il Cigno è il primo romanzo di una trilogia dedicata a Killian Altavilla all'interno della Saga degli Altavilla, una serie dedicata alle vicissitudini sentimentali dei membri di questa numerosa ed eclettica famiglia contemporanea. Se ti piacciono le storie ricche di conflitti interiori e interpersonali, in cui i personaggi devono fare i conti con il lato più oscuro di sé per scoprire la loro vera essenza, allora amerai questo romanzo psicologico intriso d’amore e di amicizia.

"Volevo nascondermi tra le sue braccia, ma volevo anche fuggire, perché sapevo che da quel momento sarebbe cambiato tutto tra noi e non sapevo come."

Il Cigno
è il primo romanzo di una trilogia dedicata alla famiglia degli Altavilla. Questo volume è incentrato principalmente su Killian Altavilla, ma l’autrice non manca, sin da subito, di farci conoscere anche gli altri membri di questa numerosa ed eterogenea famiglia, sebbene bisognerà aspettare gli altri libri per approfondirli meglio. Killian, il nostro primo protagonista, è un personaggio molto complesso. Si può dire che non gli manchi nulla, è circondato da persone che tengono a lui, ha un buon lavoro e sta per salire di grado e ha al fianco una donna stupenda che vuole un figlio da lui. Eppure, nonostante ciò, non si sente completamente appagato. È come se gli mancasse qualcosa, anche se non sa ancora bene cosa. Killian è un ragazzo che si è sempre prodigato per gli altri e continua a farlo. Quello in cui riesce meno è pensare un po’ a se stesso, a cosa vuole veramente per sé. È convinto di avere tutto ciò che si possa desiderare, ma in realtà non è così, perché il suo sogno è sempre stato un altro tipo di lavoro. La sorella Nora, che lo conosce fin troppo bene, lo costringe così a fare domanda per un colloquio con il famoso Lachlan MacLeod, anatomopatologo di fama mondiale di cui si conoscono i successi, soprattutto con la nuova tecnica all’avanguardia della virtopsia, e il nulla più totale riguardo la sua persona, il suo aspetto o la sua vita privata. 

MacLeod è un mistero, eppure Killian vede in questo lavoro la possibilità che non ha mai sperato di avere, la possibilità di affermarsi in un ambito che ama e al fianco di una persona dall’indiscutibile genio. Il colloquio non va come lui si aspettava ma pare comunque che Killian sia il più qualificato per fare da assistente a MacLeod. Questo imprevedibile colpo di scena cambia ogni prospettiva per Killian, che dovrà decidere di mettere da parte tutte le sue sicurezze, quelle fondamenta a cui per anni si è tenuto aggrappato, per esplorare qualcosa di nuovo, una strada del tutto diversa che non ha mai avuto il coraggio di intraprendere. Sarà un’esperienza del tutto diversa per lui, soprattutto perché MacLeod non si dimostra la persona che immaginava e all’inizio farà molta fatica a cercare di comprenderlo, di stare al suo passo. Ma piano piano si renderà conto che dietro quell’aura misteriosa c’è una persona che vuole davvero conoscere meglio, e questo lo porterà ad avvicinarsi pericolosamente a lui, facendo traballare il suo già precario rapporto con Mélanie.

Il Cigno è una storia di rinascita, un percorso che il protagonista fa per ritrovare se stesso, per affermarsi, per imparare a conoscersi a fondo e amarsi. Si è sempre negato la felicità pur di assecondare gli altri, pur di far contente le persone che lo amano, ma solo quando riuscirà finalmente ad amare se stesso potrà provare la felicità che non ha mai assaporato davvero. Ho apprezzato il modo in cui l’autrice lo ha costruito, l’ho trovato un personaggio molto credibile, in cui è facile rispecchiarsi. E anche se ci vuole un bel po’ prima di riuscire ad abbandonare tutte le paure e credere in se stesso, è stato interessante anche assistere alla nascita dell’affiatamento con MacLeod. I due hanno caratteri molto diversi, ma riusciranno a trovare una loro sintonia, nonostante le varie differenze. 

Il romanzo è scritto molto bene, la penna di Lohengrin è sicura, attenta e professionale. Non ci sono sbavature nel suo stile, solo un po’ di lentezza qua e là ma probabilmente dovuta al lavoro di introspezione sul protagonista. Oltre all’attenzione verso la conoscenza profonda interiore di Killian, che ci porta anche a esplorare tematiche lgbt+ molto ben trattate, l’autrice ispeziona una coralità di personaggi e una varietà di altre tematiche molto interessanti. Lascio che le scopriate da voi e che abbiate modo di apprezzarle quanto me. Mi ha colpito tra le tante, anche il ruolo significativo della musica all'interno del romanzo, musica classica di cui Killian è amante e che lo accompagna come un'amica fedele durante il suo lungo percorso. Sicuramente di grande fascino è anche l’ambientazione, che si sposta tra Zurigo e Berna, così come il richiamo a varie culture (italiana, tedesca, scozzese, svizzera). C'è molto dell'autrice stessa in questo libro. Lohengrin ha riversato molto della sua esperienza personale nel romanzo e nei suoi protagonisti, vivendo quasi in una famiglia come quella degli Altavilla. Se avete seguito i suoi contenuti, o state seguendo l’evento organizzato da Ultime dai libri, avrete di certo avuto modo di approfondire molti dettagli tramite le interviste o i post dedicati al romanzo. Io non posso far altro che consigliarvi Il Cigno e dirvi che sarà per voi una lettura molto piacevole. Il romanzo è autoconclusivo, ma vi lascerà con la voglia di conoscere meglio anche gli altri membri della famiglia... una famiglia che a fine romanzo sentirete un po’ di amare come fosse la vostra.

Fonte immagini: Pinterest

martedì 14 maggio 2024

Recensione: "Anima nera" di Ska W. Barnes

Buongiorno, lettor*! ^^
Oggi per voi la recensione di un romanzo breve di genere horror. Si tratta di Anima nera, di Ska W. Barnes. Avendo apprezzato il primo volume, non vedevo l’ora di buttarmi anche sul secondo, che stavolta approfondisce il personaggio di James. Se non avete ancora letto questa serie ma siete amanti dell’horror, vi consiglio di recuperarla. QUI trovate la mia recensione a Luce nera, mentre adesso scoprirete se questo nuovo volume si è rivelato all’altezza del primo.
Ringrazio immensamente l’autrice per avermi dato l’opportunità di leggerlo in anteprima, inviandomi copia arc digitale in cambio di una recensione onesta.

Anima nera
di Ska W. Barnes

Prezzo: 1,99 € (eBook) 9,50 € (cop. flessibile)
Pagine: 124
Genere: horror, lgbt+, soprannaturale
Editore: self-publishing
Data di pubblicazione: 1 maggio 2024

Ossa, anime, legami, famiglie. Tutto si può spezzare. James sta vivendo una tranquilla quotidianità con Noah, combattendo di giorno in giorno le difficoltà causate dalla possessione che continuano a emergere. Ma James è la persona giusta, l'unica che può capire Noah fino in fondo, perché condividono un dolore simile e cicatrici che non smettono di bruciare. C’è complicità nel loro dolore, un affetto profondo disegnato nei loro frammenti spezzati che sono stati in grado di far combaciare. Eppure alcune ferite, anche se da tempo rimarginate, possono riaprirsi. Perché il passato vive a lungo, anche dopo essere stato seppellito. Riesumarlo e affrontarlo, a volte, non è così facile.

Inizio con il dire che, per quanto potessi essere pronta a questa lettura, non lo ero abbastanza. Probabilmente nessuno lo è, se non siete almeno un minimo avvezzi a letture molto forti in cui la violenza non manca. Ska W. Barnes ci riporta nel mondo cupo e oscuro della Fornah, un’agenzia che si occupa di “ripulire” dall’energia negativa luoghi infestati in cui si sono verificati crimini efferati. Nel primo libro, Luce Nera, abbiamo fatto la conoscenza di Noah e Melrose, ma anche di James, che entrerà in scena dopo un po’ e cercherà di portare equilibrio e conforto nella vita di Noah. Se volete scoprire cosa gli è successo, potete passare a leggere la recensione che vi ho linkato sopra, perché in questa ci soffermeremo invece su James. È lui il protagonista indiscusso di questo secondo volume, il ragazzo vestito di nero e dall’aria imbronciata che porta impressi sulla pelle tatuaggi e cicatrici come segno distintivo. James è stato fondamentale per Noah e tra loro si è creato un rapporto speciale e unico. I due continuano a vivere insieme, ma James ha ancora tanto dentro di sé che non è riuscito a condividere con Noah. Quando un giorno si ritrova con in mano una lettera da parte della propria famiglia, James comprende che è arrivato il momento che tanto temeva. Con fatica aveva messo da parte ricordi e dolore, aveva serbato una parte di sé che non voleva più tirar fuori, ma Noah è suo compagno di vita e merita di conoscerlo fino in fondo, di conoscere tutto di lui, ed è così che il racconto si apre a un flashback intenso che ci riporta indietro di circa otto anni, a quando la vita di James è cambiata per sempre.

Ska W. Barnes è stata davvero una maestra nel tratteggiare una situazione al limite dell’assurdo e della follia, ha ricreato un ambiente talmente formicolante di malvagità da farmi faticare a portare avanti la lettura. Ho avuto bisogno di leggere a piccole dosi, per quanto alcune cose erano  difficili da mandare giù. Qui i trigger warning abbondano, preparatevi a tutto perché penso che l’autrice ci abbia dato dentro come non mai, al fine di far percepire tutto il marcio, il terrore, l’ansia, l’orrore e tutto ciò che di peggio si possa immaginare, pur di farci comprendere quanto si ritrova davanti James quando riceve una chiamata dalla Fornah e arriva in una catapecchia immersa in un umido, stagnante bayou. In questo luogo soffocante e poco accogliente si è consumato un terribile delitto, anzi più di uno. Qualunque cosa James e i suoi compagni pensassero di trovarsi davanti non è minimamente paragonabile a ciò a cui davvero assistono. Un posto talmente impregnato di morte e agonia e atroci sofferenze che riuscire a percorrerlo senza dare di stomaco è quasi un’impresa. Ancora una volta un inconveniente metterà a repentaglio quella che è un’operazione di routine per la Fornah. Lì dove si è consumata una vera follia si muove ancora una forma di male, ha il viso di un ragazzino con gli occhi vacui, mille voci in corpo e una maledetta accetta in mano. L’operazione della Fornah si trasforma improvvisamente in una missione per la sopravvivenza, e James e i suoi compagni assisteranno con occhi increduli a quanto il male possa essere terrificante e quanto possa essere difficile sfuggirgli. Se avete letto il primo volume conoscerete già la peculiarità di James. Beh, questa è la storia di come ha perso qualcosa e di come è riuscito ad andare avanti, nonostante tutto.

  È una storia che parla di dolore, un dolore che acceca e che consuma, è una storia di perdita, ma anche di sopravvivenza. È la storia di un ragazzo “fortunato” che ha trovato la forza di reagire a ciò che gli è capitato e di tornare a vivere. Ve l’ho già detto e ve lo ripeto, non sarete pronti a tutto quello che l’autrice ha riservato in questo volumetto che supera di poco il centinaio di pagine, ma ho trovato particolarmente toccante la seconda parte: James che si aggrappa alle proprie ombre e alle proprie imperfezioni, a quelle di Noah, perché, nonostante i risentimenti, la rabbia, gli incubi e il passato doloroso, entrambi sono riusciti ad andare avanti, un’anima nera e un’anima spezzata, due pezzi rotti che combaciano.

“Non facciamo più parte del mondo, non siamo più persone normali, ma non abbiamo bisogno di nessun altro se non noi stessi”.

La vita ha riservato a James e Noah il peggio possibile, e loro non ne sono ancora del tutto usciti. Non c'è molto spazio per luce e speranza in questo racconto, ci sono solo due ragazzi pronti a sostenersi a vicenda e ad affrontare tutto ciò che ancora verrà insieme. Non so se ci saranno altri volumi legati a questa serie, ma sicuramente, come ho già detto nella recensione del primo, meriterebbe più ampio respiro, ha tutte le basi per essere ben approfondita e ampliata e dei protagonisti interessanti, spezzati, con tante ombrosità da esplorare. Ve la consiglio? Decisamente sì, ma solo se siete lettor* dallo stomaco forte. Per quanto riguarda la storia tra Noah e James, non è al centro del racconto, non aspettatevi chissà quali dettagli piccanti, perché rimarrete delusi. L'autrice si concentra principalmente sulle loro anime infrante, su ciò che si portano dentro, sul dolore che li accomuna e che li fa restare uniti a discapito di tutto. Una storia non facile da raccontare, in cui emergono aspetti crudi e violenti di una realtà marcescente e malata. Da leggere con cautela e consapevolezza.
Fonte immagini: Pinterest

sabato 11 maggio 2024

Recensione: "Kulti. Fidati di me" di Mariana Zapata (a cura di Giulia)

Buongiorno, lettor*! ^^
Oggi la nostra Giulia ci parla di un'altra delle sue ultime letture, ovvero Kulti. Fidati di me, di Mariana Zapata. L'autrice è amatissima e conosciutissima e non dubitiamo che anche questo nuovo romanzo farà scalpore. Ha già conquistato il cuore di Giulia, fateci sapere se farà breccia anche nel vostro ;)

Kulti. Fidati di me
di Mariana Zapata

Prezzo: 5,99 € (eBook) 12,90 € (cop. flessibile)
Pagine: 480
Genere: contemporary romance, sport romance
Editore: Newton Compton Editori
Data di pubblicazione: 23 aprile 2024
Acquista su: IBS, laFeltrinelli (link aff.)

Da piccola, Sal Casillas sapeva chi sarebbe stato l'uomo della sua vita: Reiner Kulti, l'icona del calcio, di cui aveva il poster appeso al muro. A ventisette anni, però, Sal ha accettato che la realtà prendesse il sopravvento sulle improbabili fantasticherie di un tempo, ormai relegate in un passato lontano. O almeno così credeva, perché Reiner Kulti è appena piombato nella sua vita, e questa volta in carne e ossa o, meglio, in scarpini e fischietto: sarà il nuovo allenatore della sua squadra. Sembra un sogno che si realizza. Eh, già, sembra, perché la tensione tra i due non tarda ad arrivare... ed è tanto travolgente quanto proibita. Giorno dopo giorno, il rapporto tra il mister e la sua giocatrice si trasforma in un estenuante pressing, in cui si alternano rivalità, odio, risate, tregue. Così, tra un battibecco e l'altro, Sal e Reiner vedono nascere tra loro un'amicizia speciale, che si fa via via più appassionata. Entrambi hanno paura di subire un gol, entrambi temono quel che potrebbe succedere se infrangessero le regole... Chi vincerà la partita?

Buongiorno a tutti e a tutte! Eccomi tornata con una nuova recensione, un romance slow burn che mi ha fatta disperare per la maggior parte del tempo ma che alla fine mi ha riempito il cuore di dolcezza e tenerezza. Mariana Zapata è conosciuta come la regina degli slow burn, e in questo libro non si smentisce sicuramente, anzi potrei certamente dire che quando si parla della Zapata lo slow burn assume tutto un altro significato, più profondo, ti lascia cuocere non a fiamma bassa ma a fiamma bassissima, per poi farti emozionare con la dolcezza dei personaggi.

Qual è il significato del titolo? Prima di essere incuriosita della trama, sono stata curiosa del titolo, non riuscivo a capire il suo significato, poi ho letto la trama e un po' di tasselli sono andati al loro posto. Kulti non è una cosa, Kulti è una persona, un uomo, un mito, il primo amore, una delusione e ora un allenatore, Kulti è tutte queste cose per la nostra protagonista. Sal Casillas è una giocatrice di calcio a livello professionistico, la punta migliore delle Houston Pipers, una ragazza equilibrata, educata, con un carattere forte, pronta a tutto pur di vincere insieme alla sua squadra, un’amica leale e altruista. All’età di sette anni vide Reiner Kulti, un diciannovenne tedesco, segnare un gol in una partita impossibile da salvare, e proprio in quel momento quella bambina si sentì talmente tanto ispirata da quel giovane ragazzo da diventare proprio come lui. Vent’anni dopo quella partita, Sal si trova proprio dove vorrebbe essere, ha abbandonato il sogno di diventare una calciatrice come il suo ex mito, ma quando se lo ritrova come vice allenatore per una stagione, tutto il mondo intorno a lei si ferma, e si ritrova a essere quella bambina che si era ripromessa di sposare la stella del calcio tedesco.

“Con mio assoluto orrore, la mia tredicenne interiore, quella che un tempo aveva progettato di sposare quell’uomo e farci insieme dei bambini super-calciatori, riemerse per ricordarmi della sua esistenza”

Reiner Kulti è per questo libro ciò che Maradona è per il Napoli, ovvero la storia del calcio. Ormai trentenne, ritirato da più di due anni, continua a far parlare di sé, per la sua carriera e per ciò che il futuro potrebbe riservargli. Diventare vice allenatore di una squadra di calcio femminile non è sicuramente ciò a cui Reiner Kulti aspirava, ma è ciò che gli tocca dopo due anni di assenza da qualsiasi partita. Durante le prime settimane nel suo nuovo ruolo, ogni giocatrice presente in campo si accorge della sua scontrosità, del suo disinteresse verso questo nuovo ambito, tutto ciò che fa è osservare le giocatrici senza degnarle di una sola parola. Devo dire che per i primi capitoli avrei voluto che qualcuno gli tirasse una bella pallonata in testa, magari per farlo riprendere da quello stato di smarrimento e svogliatezza che lo circondava. Fino a quando una giocatrice un po' fuori dalle righe non gli spiattella la verità dritta in faccia, urlandogli tutto ciò che pensa di lui in un momento di rabbia cieca.

Piano piano vediamo che l’odio che sembrano lanciarsi durante gli allenamenti, si trasforma in sfida e quella sfida si trasforma in rispetto verso l’altro. Vediamo nascere un’amicizia improbabile tra un allenatore e una giocatrice, un sentimento che cresce sempre più grazie all’amore che entrambi hanno per il calcio e grazie anche alla determinazione a dare sempre il meglio di loro stessi, però nonostante questa strana amicizia che li lega, durante il corso della storia, vediamo tantissimi elementi che potrebbero farli allontanare, non ultima la loro sostanziale differenza d’età.

Li vediamo ogni giorno sempre più vicini. Durante il corso delle pagine li osserviamo mentre si scambiano piccoli gesti di affetto e altruismo, e secondo me è proprio questa la parte bella dei libri della Zapata, vedere come la scrittrice costruisce le basi per un rapporto solido e duraturo nel tempo. I piccoli gesti che i protagonisti compiono l’uno verso l’altro mi hanno fatto scaldare e battere il cuore, come se fossi una ragazzina. L’amore tra i protagonisti nasce molto lentamente e da un sentimento genuino di rispetto e amicizia tra loro, e più andiamo avanti con la storia più ci rendiamo conto dei sentimenti teneri che nascono tra loro.

“Avevo un uomo che rispettavo e che rispettava me, e a cui non importava se il mondo intero sapeva che eravamo speciali l’uno per l’altra. La nostra amicizia non ci era stata regalata: avevamo lavorato per costruirla.”

Nonostante questo sia il secondo libro che leggo di quest’autrice, posso ben dire che ci sono degli elementi che contraddistinguono le storie che scrive, il primo fra tutti è sicuramente la protagonista femminile forte che esprime senza nessun timore ciò che pensa, i protagonisti maschili sono spesso molto ombrosi e scontrosi, ma nascondono dentro di loro tante emozioni profonde che rimangono nascoste a tutti gli altri e solo pochi eletti riescono a coglierne tutte le sfumature. Una cosa che davvero mi piace tanto è la caratterizzazione dei personaggi secondari, in questo libro in particolare la famiglia di Sal l’ho amata dall’inizio alla fine, pieni d’amore e umorismo fino alla fine. Come vi avevo già detto, la narrazione della Zapata è molto molto lenta, si prende molto tempo per costruire tutta la storia dei personaggi, fa evolvere i loro sentimenti molto lentamente, ma forse è proprio per questo che alla fine me ne sono innamorata alla follia.

È riuscita davvero a creare una storia d’amore con i fiocchi, che ti tiene incollata alle pagine dall’inizio alla fine, ho amato ogni singolo battibecco e ogni istante di complicità, 480 pagine sono davvero volate via in un istante. Consiglio questo libro davvero con tutto il cuore a chi cerca una protagonista che non smette mai di credere in se stessa e che ti da la forza di andare avanti, che rimane gentile, coraggiosa e con i piedi per terra nonostante tutto quello che accade.

“Sei il mio dono, la mia seconda possibilità, e io adorerò te e il tuo sogno. Aspetto da un po' e continuerò ad aspettare finché non sarà il momento giusto. Ho fatto così tante cose stupide di cui tu mi hai fatto pentire, ma questa cosa, aspettare ancora un po' l’amore della mia vita, posso farla.”

Giulia


Photo credit: _gbooklover_

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...