Buon pomeriggio, lettor*! ^^
Oggi vorrei parlarvi dell’ultima lettura che mi ha fatta innamorare, una lettura a 5 stelle pienissime che ho avuto modo di fare sul finire di agosto, complice l'avvicinarsi della nuova stagione e il desiderio di letture un po' meno leggere e frivole. Lady Macbeth mi chiamava da tempo e non so perché non ero ancora riuscita a iniziarlo. Avevo letto una recensione non proprio positiva in giro e mi ero dissuasa troppo presto. Mai errore fu più grande! Ava Reid ha colpito nuovamente nel segno, per me è stata un'ulteriore conferma del suo enorme talento e non posso che consigliarvi di non lasciarvi intimidire, ma di gettarvi a capofitto in una lettura che non dimenticherete.
Lady Macbeth
di Ava Reid
Prezzo: 10,99 € (eBook) 17,60 € (cop. flessibile)
Pagine: 288
Genere: dark fantasy, retelling
Editore: Ne/oN
Data di pubblicazione: 5 marzo 2025
Acquista su: IBS, LaFeltrinelli (link aff.)
Lady Macbeth sa bene che raccontano storie su di lei: dicono che i suoi occhi inducano la follia negli uomini. Lady Macbeth sa di essere destinata a sposare quel bruto scozzese, che non mette da parte i suoi modi bruschi e violenti da guerriero neanche quando si avvicina al letto nuziale. Lady Macbeth sa che la sua corte le è ostile, e dovrà giocare di strategia – e sa che questo gioco richiederà tutta la sua astuzia e i poteri magici che nasconde: è una questione di sopravvivenza. Ma Lady Macbeth non sa che anche il marito ha dei segreti occulti. Non sa nulla della profezia che lo cinge come un'armatura. E soprattutto non sa di essere lei stessa una minaccia all'ordine del mondo. O meglio, non lo sa ancora. Ma presto lo saprà.
"È questo che significa davvero essere lady Macbeth? Strega, assassina, un pugnale nella mano del marito? O forse è ciò che lei è sempre stata."
Lady Macbeth è una storia che intreccia destini, abnegazione e dolore, sacrifici, ambizione e vendetta, sortilegi, sangue e profezie, inganni, amore e guerra. È una storia potente come non ne leggevo da tanto, che prende spunto da un classico shakespeariano per approdare verso qualcosa di totalmente inaspettato. Ava Reid non manca di legare questo romanzo alle sue storie precedenti, in modo trasversale e lampante. Per chi ha già letto A study in drowning e Juniper & Thorn, non potrà non notare i richiami e le analogie, ma di questo ne parleremo tra poco. Vorrei iniziare intanto parlando della protagonista, la nostra lady Roscille, una giovane di diciassette anni che all’inizio del romanzo vediamo approdare a Glammis, in una terra a lei sconosciuta, dopo aver abbandonato la sua casa. Il padre l’ha data in sposa a Macbeth, guerriero scozzese di notevole fama, dopo aver ordito delle macchinazioni per attirare proprio l’attenzione dell’uomo sulla figlia e garantirsi così un’alleanza preziosa. Roscille, la lady che col suo sguardo è capace di piegare ogni uomo al proprio volere e condurlo alla pazzia, viene considerata dai più una strega o, peggio ancora, si pensa che sia stata marchiata da una strega. Ecco perché è costretta a nascondere il suo volto dietro un velo praticamente in ogni occasione, nessun uomo può poggiare gli occhi su di lei. Macbeth la accoglie nella sua casa con orgoglio, la esibisce come un trofeo e Roscille sa bene quale sia il suo dovere, come deve comportarsi dinanzi a lui e alla sua corte di soli uomini. Sa esattamente cosa dire, o non dire, e cosa fare, o non fare.
"Una moglie è intelligente solo quanto il marito le permette di esserlo."
Ma quello che invece Macbeth né nessun altro sa, è che Roscille non è una semplice sposa sottomessa. Roscille da tempo ha iniziato a prepararsi a quel momento, studiando tutto il possibile sul marito e i suoi amici e nemici e tessendo segretamente un piano che la porterà a ottenere più potere di quanto si possa immaginare, perché sarà solo col potere che lei potrà liberarsi dalle catene alle quali è stata costretta. Con queste premesse inizia la storia di lady Macbeth, che nella prima parte non è che una ragazza disarmata, munita solo della propria bellezza e del proprio segreto intelletto, ma che mano a mano prenderà sempre più consapevolezza del proprio “potere” e arriverà a generare caos, tormento, sciagura. Ava Reid ci porta nel cuore di una giovane donna che rappresenta un po’ tutte le donne del mondo e usa la sua storia per parlare di abuso, stupro e qualsiasi altro sopruso il genere femminile è costretto a subire da sempre e ogni giorno. Quello che si legge tra queste pagine non è solo il retelling di una tragedia del più famoso drammaturgo inglese di tutti i tempi, non andatelo a leggere se cercate accuratezza storica o riferimenti pedissequi al testo classico. Per l’autrice si tratta per lo più di un espediente, è andata a scomodare un personaggio femminile tra i più affascinanti e misteriosi di sempre per parlare della condizione femminile e della violenza sulle donne. Questa storia è un inno al femminismo in tutto e per tutto. La voce di Reid è forte e chiara, non troverete giri di parole o significati nascosti sotto le righe. Il suo è un grido esplicito, una denuncia vera e propria al patriarcato, alla discriminazione di genere e all'oppressione femminile, e non ha paura di usare parole dure e condannanti verso l’uomo, quell’uomo che vede la donna esclusivamente come oggetto, come sua proprietà, come persona che deve stargli al fianco ma sempre un passo indietro. Quell’uomo che prende senza dare e senza chiedere, senza curarsi di ferire, quell’uomo che pur di primeggiare è disposto a tutto, anche piegare la propria moglie, spezzarla, annientarla, così come annienta un nemico in battaglia.
"[...] il mondo partorirà sempre altri uomini, e altre donne che loro si affretteranno a rivendicare. Servirebbe un potere che vada ben oltre quello che un qualunque essere umano possa dominare per modificare l'ordine naturale del mondo."
Reid non fa sconti a nessuno in questo romanzo, e non è una casualità che in mezzo a tanti uomini avidi di potere e di sangue, ce ne sia soltanto uno a salvarsi. Un solo uomo gentile in mezzo a un branco di lupi. Roscille è attratta da quell’uomo come una falena dalla luce perché è praticamente una meteora, una baluardo di speranza in uno scenario di brutalità. Ma anche perché, in fondo, è stanca di lottare per la sopravvivenza, di usare ogni fibra del suo corpo per tenersi al sicuro, avvalendosi di un potere che non vorrebbe usare ma che è costretta a usare. Da lui si sente capita, accettata, rispettata per ciò che è, nonostante la forma che la confina.
Quella di lady Macbeth è una storia di ascesa, ma un’ascesa fatta di alti e bassi, di tentennamenti e sofferenze, di torture e sopportazione ("più in alto sale una persona, più rovinosa sarà poi la caduta"). Roscille si muove nell’ombra, dietro le quinte, perché è soltanto lì che può tessere le sue macchinazioni; il velo suo fedele alleato, fin quando non diventa il nemico più grande, qualcosa di cui sbarazzarsi per lasciar venir fuori il suo vero io, ciò che ha sempre tenuto nascosto per timore di fare del male agli altri. E tra presagi oscuri, paure, tormenti, bugie, imprevisti, la nostra lady Macbeth scoprirà quanto è facile essere la creatura che il padre ha forgiato ("Tu sei qualunque creatura io voglio che tu sia"), o il pugnale nelle mani del marito. Ma lei non è un’assassina, è soltanto una creatura che è insieme ogni donna abusata da un uomo, ogni donna che è stata messa a tacere con la violenza, ogni donna più intelligente del consentito. È un mare in tempesta, allo stesso modo del mare che in questo libro imperversa sotto il castello di Macbeth, che si muove incessante e fa sentire la sua presenza oscura e terrificante in ogni momento, che smorza il silenzio cupo che aleggia tra le mura di quel luogo freddo e arido ("il mare è sempre presente, sempre inquieto, sempre affamato"). Questo mare che richiama lo stesso che abbiamo visto in A study in drowning e che qui è simbolo di catarsi, soprattutto nel finale, quando Roscille ne uscirà pronta a ottenere il suo riscatto e la sua vendetta, forte della solidarietà di altre donne ferite come lei (altra splendida cosa questa solidarietà femminile, a indicare come solo unendo le forze si riesca davvero a scuotere il mondo).
Ma non soltanto il mare tra i richiami, anche il colore verde, che spesso abbiamo ritrovato negli altri romanzi dell’autrice e che ancora una volta si ritrova ad adoperare per comunicarci qualcosa. Il verde, simbolicamente, rappresenta speranza, natura, rinascita. E non credo sia un caso se Reid ha scelto di associarlo a Lisander, quell’unico uomo gentile che catturerà il cuore di Roscille. E qui mi viene anche da fare un’altra considerazione, ovvero come l’autrice abbia voluto accentuare una mostruosità che gli appartiene per natura ma che non ha nulla a che vedere con la mostruosità dell’uomo, una mostruosità che fa decisamente più paura. Un po’ come la storia dell’orso e dell’uomo nel bosco. Chi scegliereste voi, l’orso o l’uomo? Stesso discorso inserito in questo contesto e, a mio parere, molto azzeccato e molto complesso per parlarne in una semplice recensione, ma devo dire che se saprete coglierne ogni sfumatura non potrà che darvi i brividi, come li ha dati a me. E poi come si può non apprezzare tutti i paragoni che Reid fa con i cani? Loro "non mordono senza motivo. Sono creature con pensieri e sentimenti". Era una cosa che volevo assolutamente citare perché potrebbe passare inosservata, ma anche questa denota la sensibilità dell'autrice sull'argomento trattato e l'esigenza di far notare quanto spesso stonino i pensieri di Macbeth, privi di qualsiasi empatia, rispetto a quelli di Roscille.
"Gli uomini diventano più crudeli quando sono disperati. Quando non avvertono il terreno solido sotto i piedi".
Ho amato questa storia, mi ha preso da subito e non sono più riuscita a mollarla. Ho fatto le ore piccole per leggerla, anche quando ero molto stanca, ma ne è valsa la pena. Ogni pagina è un pugno allo stomaco e vi avviso che dovrete essere pront* a tutto, perché ci sono anche scene piuttosto forti da digerire (leggete attentamente tutti i trigger warning prima, mi raccomando). Ne emerge una protagonista multisfaccetatta, mai scontata, che ci regala profondità ed emozioni. Palpabili tutte le sue incertezze, i suoi dubbi, le sue angosce, le sue contraddizioni, ma altrettanto tangibile quella forza che brucia dentro di lei, che corrode ogni cosa, che muove gli ingranaggi nella sua testa e nel suo cuore. Lady Macbeth è un personaggio che da sempre incanta per la sua ambiguità, e anche qui vi incanterà. Ava Reid ne ha fatto un ritratto portentoso, ci ha regalato ogni sfumatura possibile e non potrete far altro che amarlo. Sicuramente il romanzo ha anche qualche difetto, ma sinceramente messo di fronte a tutto il resto perde un po' di consistenza e passa in secondo piano. Volessimo per esempio parlarne, si potrebbe dire che è un po' ripetitivo (ma la ripetitività è qualcosa che riscontro sempre nei romanzi di Ava Reid, come lei volesse rimarcare determinati concetti affinché restino impressi ne* lettor*) e anche che il modo in cui l’autrice rappresenta gli scozzesi non fa loro molto onore. Barbari incapaci di provare sentimenti, dai modi villani e troppo presi dalla guerra e dalla conquista. Eppure io l’ho vista come una metafora: se lady Macbeth rappresenta la donna in tutte le sue forme e sfaccettature, il popolo scozzese è l’uomo, non ogni uomo, ma quello cresciuto e abituato in una certa maniera, l’uomo che non conosce regole, l’uomo che non conosce amore, l’uomo che ha solo imparato a fare la guerra e non conosce altro che quella, non conosce che la violenza.
"È così che funziona il mondo, lo muove la violenza."
L’atmosfera che si respira è cupa, tormentosa, ma allo stesso tempo ammaliante. Lo stile dell’autrice è ancora una volta una garanzia, suggestivo, ipnotico, ogni pagina pura poesia da cui emergono parole capaci di toccarti nel profondo, di smuovere la coscienza e far riflettere. Reid ti sbatte la realtà davanti agli occhi e lo fa in modo brutale, senza convenevoli. Questa non è una fiaba dark, come poteva esserlo magari Juniper&Thorn. Questa è una storia che parla della nostra attualità, di ciò che ogni giorno ci troviamo a vedere nei telegiornali, i crimini che molte donne subiscono, il trattamento che siamo costrette spesso a sopportare, che da sempre, in ogni epoca e luogo, ogni donna sopporta ("il mondo non pende mai a favore di una donna"). Ma lady Macbeth alla fine si stanca di sopportare e soccombere e deciderà di prendere in mano la sua vita, di fare ciò che è giusto fare per evitare che tutto degeneri. Per evitare di annegare.
E in mezzo a un mondo così buio e dilaniato, ci sarà spazio anche per l'amore. Chi ha letto il libro potrebbe lamentare che l'amore sbocci troppo velocemente e sì, probabilmente è così, ma considerando anche il numero di pagine e ciò che quell'amore rappresenta, non mi sento di criticare la scelta dell'autrice. Si tratta di un amore che chiaramente va a creare contrasto con gli abusi, si tratta di un amore pulito, puro, consenziente. E la scena di sesso tra i due è tra le più belle che abbia letto, con la protagonista che sceglie in che modo usare il proprio corpo, che tipo di dolore invitare, che sceglie spontaneamente a chi donarsi, quando e come. Sarà anche affrettato il tutto, ma io l'ho trovato emblematico.
Lasciatevi trascinare da questa storia intensa e potente come poche, che persino con il suo inaspettato lato fantasy fatto di streghe, draghi e maledizioni, riuscirà a lasciare un segno indelebile. Non penso sia facile trovare storie simili, Ava Reid ha scritto Lady Macbeth mettendoci tanto coraggio e schiettezza e questa cosa va apprezzata. Un ringraziamento a Ne/oN per averla portata in Italia e tradotta (peccato per i tanti refusi trovati nel testo :/ )
Fonte immagini: Pinterest
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