Buon pomeriggio, cari lettori caffeinomani! ^^
Dopo aver letto, nello scorso appuntamento con questa rubrica, la recensione del film Whatcha Wearin'? di Gina, oggi si torna a parlare di film, perché nella Corea del Sud non sfornano solo serie bellissime, ma anche film molto interessanti. Oggi è la nostra Marika a prendere parola e a presentarci il recente Two Lighs: Relumino, uno short film con protagonista Park Hyung Sik. Vi lascio alla sua bellissima recensione e vi consiglio di recuperare questo film, se potete ;) A presto!
Two Lights: Relumino
Cast principale: Han Ji Min, Park Hyung Sik
Genere: romantico
Regia: Heo Jin Ho
Paese d'Origine: Sud Corea
Il mondo è un posto tanto spaventoso quanto meraviglioso: accanto a quegli ostacoli insormontabili che ci fanno oscillare e desiderare di rinchiuderci in un angolo buio a disperarci, è possibile intravedere spiragli di luce, colori diversi che illuminano attimi grigi, fiori di particolare bellezza, nuvole strane che disegnano forme buffe, un sorriso sincero, l’eleganza della pioggia, la vastità del mare e tante altre piccole cose che, il più delle volte, ignoriamo nella nostra pazza, frenetica e abitudinaria vita. Cose che ci ritroviamo ad apprezzare soltanto negli attimi in cui ci è difficile vedere il mondo che ci circonda e che spesso diamo per scontato. Ma in un mondo di sette miliardi di anime, non tutti hanno la possibilità di gioire delle bellezze vicine, ed è quello che il regista coreano Heo Jin Ho, insieme alla Samsung, hanno deciso di rappresentare nello short film intitolato Two Lights: Relumino. Protagonisti indiscussi sono due ragazzi quasi trentenni la cui vita ha un unico difetto: l’ipovisione. Il mondo ai loro occhi si presenta sfocato, intangibile, lontano e pieno di insidie, ma nonostante tutto devono sopravvivere e superare la disabilità.
Da un lato troviamo Ahn So Young ( Han Ji Min), una ragazza che vive attraverso gli odori e lavora in una sorta di erboristeria, sempre alla ricerca di nuovi profumi che possano raccontarle delle bellezze che la circondano; dall’altro, Seo In Soo (Park Hyung Sik), un giovane particolarmente attraente, affetto da una malattia degenerativa che lo sta conducendo pian piano alla cecità. I due, si incontrano un giorno durante un meeting di un gruppo di persone cieche, ma desiderose di poter fotografare il mondo circostante e avere una vita semplice. So Young si scopre essere una ragazza forte, allegra e ormai conscia del suo stato irreversibile, tanto da fare dell’autoironia sulla sua condizione. Al contrario invece, In Soo è sempre più cupo, chiuso in se stesso e intimorito dall’avanzare inarrestabile della malattia che non gli permette più di distinguere il giorno, dalla notte. La nostra protagonista tenterà in tutti i modi di avvicinarsi a lui durante gli incontri con il gruppo di non vedenti, sia per offrirgli conforto, sia per interesse, ma verrà bruscamente allontanata. I giorni passano, le settimane si rincorrono, e i due non si incontrano più. Sarà durante la mostra organizzata dal club di fotografia per ipovedenti che In Soo cercherà So Young, per mostrarle il mondo attraverso Relumino, l’app per ipovedenti creata dalla Samsung che permetterà ad entrambi di poter vedere le fotografie della mostra e quei sentimenti combattuti e celati.
Nonostante sia uno short film, in pochi minuti ci viene presentata la difficoltà in cui versano gli ipovedenti, il loro stile di vita per niente facile, il desiderio incombente di essere normali e vivere una quotidianità semplice, il dolore per la perdita progressiva e l’impotenza difronte a tale malattia, la frustrazione verso coloro che attraverso la compassione non fanno che sottolineare la mancanza, la paura dell’oscurità incalzante e dei pericoli pronti a strisciare fuori dai margini sfocati, il senso di oppressione e di ansia nel camminare verso l’ignoto, e l’accettazione di una cecità che mai sarà accettata completamente. La cosa che mi ha colpita particolarmente è stata la magnifica contrapposizione caratteriale dei personaggi: mentre da un lato, So Young è ormai scesa a patti con la sua condizione e si appresta ad affinare gli altri sensi per vivere; In Soo è paralizzato dalla paura e bloccato nelle tenebre della cecità tanto da risultare scontroso, suscettibile e introverso. Ma proprio come ci suggerisce il titolo Relumino, dal latino “ illuminati di nuovo”, la protagonista grazie alla sua effervescenza, alla sua caparbietà, alla sua voglia di vivere e perché no, all’ausilio di nuove attrezzature all’avanguardia, riesce a rivivere la sua vita e a rilluminare la sua esistenza. In conclusione, un film breve di circa trenta minuti, riesce senza ombra di dubbio a rappresentare un argomento delicato e all’ordine del giorno e l’eccezionale recitazione dei due attori protagonisti non fa che rimarcarne l’importanza. Il mondo non è un posto visibile soltanto attraverso gli occhi, ma va sentito con il cuore.
*** Marika ***
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