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giovedì 1 giugno 2023

Review Party+Blog Tour: "La Sirenetta" di Carolyn Turgeon

Buongiorno, lettor*! ^^
Oggi sono qui a parlarvi di un libro che mi ha sorpresa non poco. Si tratta di La Sirenetta, di Carolyn Turgeon, uscito per Dark Abyss il 28 aprile, un retelling dark della famosa fiaba di Andersen. Qualche giorno fa vi ho parlato di una versione della Sirenetta, illustrata da Lacombe, mentre oggi scopriremo meglio questo romanzo, giunto dopo anni in Italia, e che ho trovato bellissimo.
Ringrazio la casa editrice per la copia digitale in cambio di un’onesta opinione e Emy Rose per avermi coinvolta nell'evento.


La Sirenetta
di Carolyn Turgeon

Prezzo: 5,99 € (eBook) 18,00 € (cop. flessibile)
Pagine: 355
Genere: fantasy, dark-fantasy, retelling, young adult
Editore: Dark Abyss
Data di pubblicazione: 28 aprile 2023
Acquista su: IBS, laFeltrinelli

“Quando accadrà, no, non lo so, ma del tuo mondo parte farò!” Sono proprio le parole di Ariel, protagonista della storia classica Disney La Sirenetta. Anche alla Dark Abyss Edizioni la nostra Sirenetta emerge dagli Abissi del mare, con un uomo quasi annegato tra le braccia: un principe. La nostra sirena è disposta a barattare tutto pur di avere le gambe e conquistare il cuore del suo amato, ma lei non sarà l’unica pronta a sacrificarsi in nome dell’amore. Chi è Margrethe? E perché corre sulla riva lasciando alle spalle quel convento che si affaccia sul mare ghiacciato?

In questo periodo sembra che non si parli d’altro che della Sirenetta, dopo l’uscita del film nelle sale cinematografiche, e anche tra i libri troviamo una vasta scelta di romanzi dedicati a questa incantevole creatura. Carolyn Turgeon ne ha dato una sua versione con il romanzo Mermaid, uscito all’incirca dodici anni fa, e io lo ricordo molto bene perché erano i primi anni in cui iniziavo a bazzicare nel mondo blogger. Sono felice che sia giunto finalmente in Italia, anche se, considerando quanto tempo è passato dalla sua uscita, mi aspettavo una storia che probabilmente avrebbe risentito dei suoi anni. E, invece, posso dirvi che La Sirenetta mi ha stupita molto positivamente. Lo stile non è particolarmente ricercato, ma nella sua semplicità sta la vera bellezza di questo libro. Senza parole troppo artificiose o frasi troppo elaborate riesce a colpire dritto al cuore e a far provare emozioni inaspettate. La Sirenetta di Turgeon è narrata da un narratore onnisciente, ma segue principalmente i pov di due protagoniste: la sirena e la principessa. Una creatura degli abissi, leggendaria, di cui si è sentito narrare solo in storie antiche, e un’umana, una sognatrice, una creatura apparentemente fragile, figlia di un re abituato a fare la guerra e a tiranneggiare. Le due non potrebbero essere più diverse, i loro stessi mondi sono all’opposto, nessun contatto tra essi. Eppure la sirena desidera ardentemente assaporare il mondo umano e le sue gioie, stanca ormai del proprio. All’età di diciotto anni può finalmente salire in superficie e scoprire il mondo che ha sempre sognato di esplorare ed è in quel momento che se ne innamora perdutamente. Si innamora dei suoi colori, della forza dirompente di una tempesta, si innamora della vita a cui si aggrappano gli esseri umani. I racconti della nonna sull’eternità dell’anima umana contribuiscono a farle amare quel mondo ancora di più. E, infine, si innamora di un uomo, un giovane caduto in mare durante la tempesta, mentre la sua nave sprofondava negli abissi. La sirena incrocia il suo sguardo e capisce che può salvarlo, che deve farlo. E così lo afferra e lo trascina fino a riva, e per tutto il tempo non fa che sentire il suo debole cuore palpitarle sotto il palmo e una strana forza entrarle dentro, come se l’anima stessa di quel giovane si fosse legata alla sua. 

Lenia, questo il nome della sirena, non può prendersi cura di lui, sa che solo altri umani possono farlo, e così lo affida a una ragazza che li sta guardando da lontano. La muta richiesta d’aiuto colpisce la giovane in pieno petto e la fa correre verso la spiaggia, nonostante il freddo impietoso. Il testimone passa così alla principessa, Margrethe, che ha assistito a tutta la scena e si è sentita come chiamare, una voce nella sua testa a dirle di aiutare quel giovane moribondo. Pur spaventata e incapace di sapere come agire, Margrethe accorre e chiama in aiuto le suore del convento nel quale è rifugiata. Il giovane viene assistito da loro e Margrethe avrà modo di pensare a tutta quella faccenda che le pare così assurda. Una sirena... ha visto proprio una sirena? Quella creatura magnifica ha voluto portare quell’uomo da lei, consegnarlo a lei… è forse il volere divino? Un segno di qualche tipo? Chi è quell’uomo che giace nello stesso luogo in cui lei è nascosta, che la guarda con due occhi del colore dell’erba, la cui pelle luccica lì dove la sirena lo ha toccato?

I due punti di vista si alternano e noi ci ritroviamo a seguire le vicende di Lenia in fondo al mare, alle prese con una famiglia molto unita che ha aspettative e sogni differenti dai suoi, e sulla terra, tra le mura di un convento che sono luogo di silenzio, preghiera, rifugio per una giovane principessa in pericolo. Costretta a celare la sua identità, a non poter essere se stessa fino in fondo, Margrethe si sente come spaccata in due: grata per la protezione che il convento le offre, ma non del tutto libera come vorrebbe. Al contrario, la sirena ai suoi occhi sembra godere di quella libertà che a lei manca, ecco perché pensa a lei con nostalgia e la guarda con occhi sognanti. La stessa sirena, invece, ambisce a ciò che ha lei, la possibilità di stare sulla terra, di poter toccare l’uomo della tempesta, di poter godere di un’anima che un giorno diventerà eterna. L’ossessione per l’eternità dell’anima è un concetto ripreso dalla fiaba originale di Andersen, che qui si perpetra e costituisce il maggior desiderio della sirena, che vede nella fine della sua specie il nulla, la fine di tutto, ma nella fine umana un nuovo inizio, in cielo, con tutto il bagaglio di ricordi ed emozioni accumulate negli anni vissuti. L’autrice narra tutto con tocco delicato, assecondando lo stile fiabesco, ma dando anche un’impronta più audace e dark. Mi è piaciuto tantissimo questo aspetto, ogni dettaglio macabro che ben si sposa al tratto soave della fiaba.

Nel romanzo c'è spazio per molti altri personaggi, anche la figura del principe Christopher ha un po' più di profondità rispetto al classico e scopriamo così un uomo che ha tutto ma a cui quel tutto sta stretto, un uomo che vuole vedere il mondo, spingersi fino ai suoi confini e oltre, esplorare i posti più remoti. Christopher ama viaggiare, è bello, è colto, conosce molte storie, ma qual è la sua? Il mare sembra portargli via tutto, ma da quello stesso mare arriva anche la sua salvezza, "un angelo nell'acqua" a trarlo in salvo dai rottami della sua nave distrutta. Chi è quell'angelo? La dolce e silenziosa Astrid, cui qualcuno ha strappato via la lingua, bella e capace di dargli sensazioni mai provate, o una donna di Dio, che Lui ha voluto mandargli per uno scopo ben preciso? Di Christopher, in un primo momento, non sappiamo molto; all'inizio è uno sconosciuto sfortunato e ferito, poi si scoprirà che viene dal Sud, dal regno nemico, e così verrà guardato quasi con timore. Potrebbe essere pericoloso? Potrebbe essere arrivato fino al convento per fare del male alla principessa? Ma lui non conosce la vera identità di Margrethe e quando andrà via lascerà un buon ricordo di sé. Ma poi, quando arriverà l'ennesima rivelazione su di lui, nuove voci malevole gireranno, perché Christopher non viene solo dal Sud, è il figlio del Re, e chiunque ha sentito storie su di lui e sui suoi uomini, sul genere di vita che conduce. Ma Christopher è solo un ragazzo che vorrebbe poter vivere come gli pare, senza pensare esclusivamente a servire il regno, come gli intima suo padre, e vorrebbe anche poter sposare chi vuole (e questa è una caratteristica che lo fa apparire più appassionato e meno "cieco" rispetto alla versione originale, un principe che segue il suo cuore). Ma in un mondo che agogna la pace, c'è poco margine di scelta e lui, come suo padre, è stanco ormai di combattere. Lo sa bene anche Margrethe, che desidera mettere fine alla guerra tra i due regni e fa una scelta azzardata e coraggiosa. Inutile dirvi quanto questa scelta complicherà le cose per il principe e la sirena, ma vi lascio scoprire come finirà questa storia, perché il finale è davvero inaspettato e molto meno malinconico dell'originale, un bel connubio, secondo me, tra le due versioni.

La Sirenetta di Turgeon è una storia ricca di elementi interessanti, che si rifà in maniera abbastanza fedele al classico di Andersen ma che porta anche un guizzo di originalità. Le descrizioni del mondo umano e di quello marino si contrappongono mostrandoci la bellezza profonda di entrambi e sono sempre molto raffinate e sognanti. Il rapporto tra le due protagoniste è ciò che regge meglio la storia, un rapporto contrastante e, allo stesso tempo, calamitante, che diverrà una sorta di legame indissolubile, un'amicizia capace di far compiere anche i gesti più estremi. Vi è anche una forte connotazione religiosa, che non manca di richiamare quella presente nella versione di Andersen e che ho apprezzato molto per come è stata gestita, mettendo in contrapposizione desideri terreni e ultraterreni.

Scoprite questo romanzo se anche voi amate la Sirenetta, la sua tragica ma romantica storia, che qui acquisisce un tratto esclusivo e regala delle emozioni inedite.



Fonte immagini: Pinterest

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