Buongiorno e buon lunedì, lettori! ^^
Eccoci ad un nuovo appuntamento con la rubrica dedicata ai drama! Oggi la nostra cara Patrisha ci parla di un drama molto bello e toccante che non potete non vedere! La trama è davvero interessante, sicuramente un drama da recuperare al più presto ;) Vi lascio alla sua opinione, baci!
Robber
Eccoci ad un nuovo appuntamento con la rubrica dedicata ai drama! Oggi la nostra cara Patrisha ci parla di un drama molto bello e toccante che non potete non vedere! La trama è davvero interessante, sicuramente un drama da recuperare al più presto ;) Vi lascio alla sua opinione, baci!
Robber
Episodi: 16
Anno: 2008
Cast principale: Jang Hyuk, Lee Da-Hae
Genere: sentimentale, drammatico
Regia: Yu In-Sik
Network: SBS
Paese d'origine: Sud Corea
Oggi vi voglio parlare di un drama che mi ha regalato davvero tantissime emozioni a 360 gradi, legate a momenti romantici, divertenti ma anche tanto drammatici. Robber si è rivelato inaspettatamente un mix micidiale in tal senso, una vera altalena di sensazioni che mi hanno spinto a maratonarlo per arrivare alla fine. Dovevo sapere, dovevo trovare un happy ending o mi sarei squagliata in un mare di lacrime. Solitamente le mie preferenze vanno alle commedie, ma ultimamente, vuoi per le trame affascinanti, vuoi per la presenza di attori che amo, ho cominciato a guardare melodrammi, e devo ammettere che, pur lasciandoci un pezzo di cuore, ne è finora sempre valsa la pena. Robber è un bellissimo drama, anche se piuttosto sottovalutato, e onestamente non ne capisco il motivo. È recitato in maniera divina dalla coppia protagonista, il dolore che provano te lo fanno sentire tutto addosso, si crea con queste due anime ferite una tale empatia, che vuoi davvero il loro bene, vuoi che siano felici. E la trama, come dicevo, è coinvolgente, perché propone il tema della crescita personale, quella del diventare una persona migliore, di compiere un percorso.
Con me, almeno, argomenti come questo sono un incentivo a vedere il drama, perché mi piace partecipare al cambiamento, notare le sottili sfumature che si avvicendano in un personaggio fino a portarlo a intraprendere un viaggio senza ritorno. Come sempre un accenno di trama. Kwon Oh-joon è un truffatore, uno di quelli che usa il suo fascino, la sua parlantina e tante bugie per irretire giovani ragazze e vivere grazie alle loro, chiamiamole, donazioni. È amorale, un uomo che non ha legami se non quello con il suo amico storico Kim Man-doo (Hong Kyung-in), che non ha comunque scrupoli a sfruttare per il suo tornaconto; è inseguito dagli strozzini e vive di espedienti. Sembra appagato così, sembra stare comodo in questa vita, ma in realtà il giovane nasconde un passato famigliare tristissimo: la madre è morta quando aveva cinque anni, la sorella è succube di un uomo violento che non vuole lasciare e il padre li ha abbandonati quando aveva dieci anni. Per lui la vita è solo una immensa bugia e di bugie lui ne ha fatto un'arte. Ma questa volta rischia la vita perché l'organizzazione a cui deve una somma enorme lo minaccia di morte e Kwon Oh-joon si ritrova solo tre settimane per procurarsi la cifra necessaria o sarà la sua fine. Qui entra in gioco la protagonista femminile, Jin Dal-rae (Lee Da-hae), una giovane vedova con una bimba di cinque anni, che vive con la suocera e lavora in una grande libreria. È una ragazza piena di vita, che nasconde ancora un grande dolore, ma che va avanti con coraggio, allegria e tanto affetto e gentilezza da dare a chi le è intorno. Kwon Oh-joon è convinto di aver trovato la vittima perfetta, che, guarda caso, ha proprio la somma che gli serve e sembra facile da truffare, ma niente è più sbagliato. La ragazza lo spiazza innumerevoli volte, gli rende complicato procedere nei suoi piani, è ostica, diffidente eppure adorabile, imprevedibile e, senza rendersene conto, ne rimane affascinato; ciò non toglie che continua a perpetrare il suo proposito di procurasi i suoi soldi. Ma qualcosa si sta risvegliando in lui... rimorso, dispiacere e... amore. Così inizia la storia d'amore appunto tra questi due adorabili personaggi, sono una coppia bellissima e ci sono dei momenti romantici deliziosi tra loro, come il primo bacio.
Con me, almeno, argomenti come questo sono un incentivo a vedere il drama, perché mi piace partecipare al cambiamento, notare le sottili sfumature che si avvicendano in un personaggio fino a portarlo a intraprendere un viaggio senza ritorno. Come sempre un accenno di trama. Kwon Oh-joon è un truffatore, uno di quelli che usa il suo fascino, la sua parlantina e tante bugie per irretire giovani ragazze e vivere grazie alle loro, chiamiamole, donazioni. È amorale, un uomo che non ha legami se non quello con il suo amico storico Kim Man-doo (Hong Kyung-in), che non ha comunque scrupoli a sfruttare per il suo tornaconto; è inseguito dagli strozzini e vive di espedienti. Sembra appagato così, sembra stare comodo in questa vita, ma in realtà il giovane nasconde un passato famigliare tristissimo: la madre è morta quando aveva cinque anni, la sorella è succube di un uomo violento che non vuole lasciare e il padre li ha abbandonati quando aveva dieci anni. Per lui la vita è solo una immensa bugia e di bugie lui ne ha fatto un'arte. Ma questa volta rischia la vita perché l'organizzazione a cui deve una somma enorme lo minaccia di morte e Kwon Oh-joon si ritrova solo tre settimane per procurarsi la cifra necessaria o sarà la sua fine. Qui entra in gioco la protagonista femminile, Jin Dal-rae (Lee Da-hae), una giovane vedova con una bimba di cinque anni, che vive con la suocera e lavora in una grande libreria. È una ragazza piena di vita, che nasconde ancora un grande dolore, ma che va avanti con coraggio, allegria e tanto affetto e gentilezza da dare a chi le è intorno. Kwon Oh-joon è convinto di aver trovato la vittima perfetta, che, guarda caso, ha proprio la somma che gli serve e sembra facile da truffare, ma niente è più sbagliato. La ragazza lo spiazza innumerevoli volte, gli rende complicato procedere nei suoi piani, è ostica, diffidente eppure adorabile, imprevedibile e, senza rendersene conto, ne rimane affascinato; ciò non toglie che continua a perpetrare il suo proposito di procurasi i suoi soldi. Ma qualcosa si sta risvegliando in lui... rimorso, dispiacere e... amore. Così inizia la storia d'amore appunto tra questi due adorabili personaggi, sono una coppia bellissima e ci sono dei momenti romantici deliziosi tra loro, come il primo bacio.
Kwon Oh-joon per la prima volta sente qualcosa di profondo e forte per qualcuno, e cerca disperatamente di cambiare vita per lei, non vuole più truffare, non vuole più ingannare e deve mondarsi per meritare l'amore di questa donna speciale che lo vuole accogliere nel suo cuore nonostante tutto, nonostante aver capito che persona è. Ma non è facile per il giovane liberarsi dei fardelli di un passato pesante e terribile, è stato un bad guy per troppo tempo, le persone gli permetteranno di diventare migliore? O soccomberà nel suo tentativo? Credetemi, ne dovrà passare tante, io ho sofferto per lui moltissimo, ma la sua evoluzione come persona è qualcosa di avvincente a cui assistere, parteggi veramente per lui e Jang Hyuk qui si è davvero superato, ha regalato a questo personaggio una dimensione umana incredibile. Lo capisci, lo vivi, e sul volto dell'attore passano tutte i sentimenti che prova, arrivano a te come pugni nello stomaco. La sua voglia di vivere e combattere è così potente che non può non contagiarti e questo secondo me eleva questo drama, che è puro melodramma da un certo punto in poi, a un livello superiore; lo ha portato a guadagnare tutta la mia attenzione. Quest'uomo muore e risorge, tra lacrime e sofferenza ma alla fine troverà la serenità dello spirito, troverà il vero se stesso, grazie anche alla donna che ama e che lo ama senza pregiudizio ma con coraggio e forza. Ma non pensate che Jin Dal-rae è un semplice sparring partner per il protagonista, è un personaggio intenso. La purezza del suo cuore, la capacità di perdono, la forza che mostra nel superare i suoi demoni del passato per amore, per stare accanto all'uomo che desidera con tutta se stessa sono esemplari. Dovrà superare anche lei parecchie prove, ed è per questo che insieme i due ragazzi sono speciali. Anche l'affiatamento che mostrano sullo schermo è unico, funzionano davvero bene. Le scene che condividono sono tutte splendide, nessuna esclusa. C'è chimica, c'è magia nel loro modo di guardarsi e starsi accanto. Piccola curiosità. I due attori, successivamente, hanno recitato insieme in altri due drama: Chuno e Iris 2.
Non vi posso dire di più, ci sono dei twist narrativi, sviluppi dolorosi, quindi non aggiungo altro, ma non temete, anche se agrodolce, c'è un bellissimo finale, l'ultima puntata è da brivido da quanto mi è piaciuta. Nel drama ci sono parecchi altri personaggi che hanno la loro storia in background, in primis la madre del defunto marito della protagonista, Lee Soon-seom (Kim Hae-sook) che è oggetto di un amore non ricambiato, almeno inizialmente, da parte di un boss malavitoso, che per amore cambia anche lui, Kim Ho-jin (Son Byong-ho). La devozione di quest'uomo fa tanta tenerezza e scalda il cuore. Poi abbiamo il second lead, e qui devo ammettere che è la prima volta che mi capita, che trovo un second lead senza alcun carisma, un personaggio indubbiamente ben strutturato, che a tratti fa anche un po' pena, ma che per la maggior parte delle volte avrei voluto prendere a mazzate per quanto mi era indigesto. Prova a mettere i bastoni tra le ruote, ma non in modo diretto, e non per suo volere, non posso dire di più, ma non è mai una minaccia perché la protagonista non devia dal percorso a lei destinato neppure per errore. Il personaggio è Kim Jin-goo (Kim Jung-tae), il figlio di un vecchio e ricchissimo strozzino, che purtroppo il protagonista principale conosce bene a sue spese, ma che ha scelto una vita onesta e un lavoro da manager serio e professionale. È un uomo succube del padre, ha visto naufragare il suo matrimonio e non è mai stato capace di affrontare la vita da persona matura e consapevole. La protagonista lo aiuterà in questo, come amica, ma lui si innamorerà di lei. Infine il già citato migliore amico di Kwon Oh-joon, Kim Man-doo, a cui è affidata una storia difficile e spinosa, quella dell'omosessualità, vissuta dalla sua famiglia come una malattia, come un tabù terribile, qualcosa da estirpare, da odiare e nascondere. Questo personaggio ha una dimensione tragica, perché sa di non poter mostrare le sue inclinazioni in una società che non è ancora pronta; è solo, se non fosse per Kwon Oh-joon, che segretamente ama. Il protagonista in questo dimostrerà un grande cuore, rimanendo al suo fianco, come se nulla fosse ed è giusto che sia così.
Non vi posso dire di più, ci sono dei twist narrativi, sviluppi dolorosi, quindi non aggiungo altro, ma non temete, anche se agrodolce, c'è un bellissimo finale, l'ultima puntata è da brivido da quanto mi è piaciuta. Nel drama ci sono parecchi altri personaggi che hanno la loro storia in background, in primis la madre del defunto marito della protagonista, Lee Soon-seom (Kim Hae-sook) che è oggetto di un amore non ricambiato, almeno inizialmente, da parte di un boss malavitoso, che per amore cambia anche lui, Kim Ho-jin (Son Byong-ho). La devozione di quest'uomo fa tanta tenerezza e scalda il cuore. Poi abbiamo il second lead, e qui devo ammettere che è la prima volta che mi capita, che trovo un second lead senza alcun carisma, un personaggio indubbiamente ben strutturato, che a tratti fa anche un po' pena, ma che per la maggior parte delle volte avrei voluto prendere a mazzate per quanto mi era indigesto. Prova a mettere i bastoni tra le ruote, ma non in modo diretto, e non per suo volere, non posso dire di più, ma non è mai una minaccia perché la protagonista non devia dal percorso a lei destinato neppure per errore. Il personaggio è Kim Jin-goo (Kim Jung-tae), il figlio di un vecchio e ricchissimo strozzino, che purtroppo il protagonista principale conosce bene a sue spese, ma che ha scelto una vita onesta e un lavoro da manager serio e professionale. È un uomo succube del padre, ha visto naufragare il suo matrimonio e non è mai stato capace di affrontare la vita da persona matura e consapevole. La protagonista lo aiuterà in questo, come amica, ma lui si innamorerà di lei. Infine il già citato migliore amico di Kwon Oh-joon, Kim Man-doo, a cui è affidata una storia difficile e spinosa, quella dell'omosessualità, vissuta dalla sua famiglia come una malattia, come un tabù terribile, qualcosa da estirpare, da odiare e nascondere. Questo personaggio ha una dimensione tragica, perché sa di non poter mostrare le sue inclinazioni in una società che non è ancora pronta; è solo, se non fosse per Kwon Oh-joon, che segretamente ama. Il protagonista in questo dimostrerà un grande cuore, rimanendo al suo fianco, come se nulla fosse ed è giusto che sia così.
Il tema è trattato con grande delicatezza, e senza sensazionalismi. Fa da sfondo alla storia una Seoul per l'occasione anche addobbata a festa, la narrazione inizia infatti nel periodo natalizio. Troviamo poi la neve che più di una volta regala magia alle scene. Bellissimi i dialoghi, spettacolari le dichiarazioni d'amore, insomma, un gioiellino che ripeto non capisco perché snobbato dal grande pubblico. Qui si parla di personaggi poveri, che vivono di sogni, speranze ed espedienti, ma si parla di sentimenti reali, di vita vissuta. Così toccanti i momenti in cui Kwon Oh-joon interagisce con la figlia della protagonista, vorrebbe fare da padre, vorrebbe renderla felice. C'è una scena in cui lui si traveste da Power Ranger per farla contenta ma non arriverà mai dalla bimba, è straziante, ci ho lasciato fiumi di lacrime. Ci sono anche momenti davvero esilaranti, soprattutto nelle prime puntate, in cui l'aspetto goliardico e irriverente di Kwon Oh-joon emerge con prepotenza, non disdegna persino balletti e sorrisi a profusione. Un delinquente che adori e trovi simpatico, non si può non cedere al suo fascino scanzonato. Ma quello che mi ha colpito più di tutto, e con questo concludo la mia recensione, è il messaggio che ci regala il drama alla fine, un messaggio importante e vero, che troppo spesso dimentichiamo. Bisogna vivere ogni giorno come se fosse l'ultimo, mai avere rimpianti, né affrontare la vita con negatività, bisogna avere fiducia, godersi quello che si ha, vivere gli affetti pienamente, il presente è importante, mai sottovalutarlo. Abbandonare i rimpianti e rimboccarsi le maniche per essere felici. Una lezione di vita sincera e preziosa. Non perdete l'occasione di guardare Robber, non ve ne pentirete. Fighting!
***Patty***
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