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venerdì 19 agosto 2022

Milk, Cookies&Books: libri a merenda - "Palazzo di sangue" di June Hur

Buon pomeriggio! ^^
Oggi per la rubrica “Milk, Cookies&Books: libri a merenda” vi parlo di una lettura un po’ diversa da quelle che ci trovate di solito. Ho letto Palazzo di sangue, di June Hur, un romanzo storico mystery ambientato nella Corea del 1700. È un romanzo per ragazzi (o, forse, sarebbe più indicato come young adult), la trama ruota intorno a degli omicidi, ma non ha descrizioni cruente, la prosa è semplice e alla fine del libro è presente anche un piccolo glossario che chiarisce i termini in coreano usati, per chi non ne avesse dimestichezza (alcuni devo dire che io già li conoscevo grazie ai k-drama che guardo - gli storici poi sono i miei preferiti). Una lettura affascinante con anche una bella storia d'amore slow-burn. Scopritela qui sotto e fatemi sapere se il libro vi ispira! ;)
Ringrazio la casa editrice per la copia inviatami in cambio di una recensione onesta.

Palazzo di sangue
di June Hur

Titolo originale: The Red Palace
Prezzo: 7,99 € (eBook) 15,90 € (cop. flessibile)
Pagine: 319
Genere: romanzo storico, ragazzi, young adult, giallo, mystery
Editore: De Agostini
Data di pubblicazione: 17 maggio 2022

Essere figlia illegittima nella Corea del 1700 significa non avere futuro. E infatti nessuno scommetterebbe su Hyeon, diciotto anni e una passione per la medicina. Neanche chi l'ha messa al mondo. Eppure, la sua determinazione la porta fino al palazzo del principe, dove trova lavoro come infermiera di corte. Non diventerà mai medico, certo, perché è solo una donna, ma se non farà troppo rumore forse riuscirà a ottenere almeno il rispetto di suo padre. Nel palazzo, però, niente è come sembra. Jeongsu, la sua mentore, la mette in guardia fin da subito: i pettegolezzi possono essere pericolosi. Possono esplodere… In una sola notte vengono assassinate quattro donne, i loro corpi sono rinvenuti nell'ambulatorio di Jeongsu. Nessuno ha visto nulla, ma per la polizia trovare un capro espiatorio tra le donne non è difficile. È Jeongsu la colpevole. E merita la morte. Hyeon è certa che la sua amica non abbia commesso quegli omicidi ed è intenzionata a provarlo. Anche se per farlo potrebbe attirare su di sé il biasimo di tutti. Ricostruire i fatti che hanno portato al massacro, però, è più pericoloso del previsto e nemmeno la strana alleanza che Hyeon stringe con Eojin, giovane ispettore dai modi autoritari e lo sguardo intenso, può proteggere la ragazza dalla rovina. Soprattutto perché… la scia di sangue non accenna ad arrestarsi. June Hur dà vita a un romanzo basato su fatti storici reali, l'inquietante storia di un Jack lo Squartatore coreano.

Da grande amante di drama storici coreani, non potevo lasciarmi sfuggire questo libro. Palazzo di sangue si è rivelata una lettura parecchio piacevole, mi ha intrattenuta bene, ho trovato il testo molto scorrevole e l’indagine costruita in maniera intrigante. Siamo nella Corea del 1700, in epoca Joseon. Hyeon è un’infermiera che ha appena ottenuto un posto al palazzo del principe. Ma la stessa notte in cui lei si trova a dover medicare un uomo che finge di essere il principe, nell’ambulatorio della sua mentore, l’infermiera Jeongsu, avviene un massacro. Quattro donne vengono trovate morte e pare proprio che la prima sospettata sia l’infermiera Jeongsu. Ma Hyeon conosce bene l’infermiera, per lei è stata come una sorella maggiore e mai sarebbe stata capace di compiere degli omicidi simili. Decisa a scagionarla, inizia a darsi da fare per scoprire cosa possa essere successo davvero, ritrovandosi in poco tempo invischiata nell’indagine del massacro, grazie anche alla complicità del giovane ispettore Seo Eojin, che vede in lei una valida alleata. Hyeon è intelligente, una ragazza che ha sempre cercato di fare del suo meglio per realizzarsi. Nata fuori dal matrimonio, quindi figlia illegittima, e femmina, a dispetto del desiderio di chi l’ha messa al mondo, Hyeon è intenzionata a non compiere altri errori. Vuole essere degna del rispetto di suo padre, degna di considerazione ed è disposta a lavorare duro per riuscirci. Ma per quanti sforzi faccia, sembra sempre che lui non riesca a esserne fiero. Così Hyeon si lascia coinvolgere in un’avventura più grande di lei, sperando possa portare un cambiamento positivo nella sua vita, ma soprattutto per cercare di salvare da condanna certa una persona innocente come la sua mentore. Ho apprezzato molto la determinazione di Hyeon, che nell’epoca in cui è nata e nella sua condizione, ha sicuramente avuto vita non facile ma è stata in grado di cavarsela. Il suo acume la porterà lontano, le permetterà di stare al passo con un’indagine complicata, di collaborare con la polizia e allo stesso tempo muoversi a palazzo come una spia, per scoprire nuovi dettagli che possano aiutarla a far luce sulla faccenda. Il suo desiderio di essere amata, di essere apprezzata per ciò che è, il suo buon cuore, la rendono una protagonista davvero speciale, con cui è facile empatizzare.

Diversi i personaggi che incontriamo nel romanzo, tutti delineati abbastanza bene. Si potrebbe solo rischiare di confondersi, soprattutto per via dei tanti nomi non facili da ricordare, ma facendo la giusta attenzione si può scampare questo pericolo. Ho amato molto i due protagonisti, Hyeon per il suo essere tanto ribelle in un’epoca in cui poche libertà sono concesse, soprattutto alle donne, e Eojin per la sua integrità e il suo senso di giustizia, che pare non possiedano tutti nella polizia, specialmente se si tratta di indagare a corte. La vicenda del massacro, infatti, si intreccerà con il sospetto che possa essere stato il principe ereditario a commettere gli omicidi e, se così fosse, bisognerebbe considerare che tutto il futuro della dinastia sarebbe a rischio. Ecco perché i due giovani dovranno essere cauti e ponderare bene ogni indizio, senza giungere a conclusioni affrettate. Le indagini li porteranno anche ad avvicinarsi l’uno all’altra, sarà un avvicinamento graduale, tipico di questo genere di storie (esattamente come nei k-drama), fatto di piccoli gesti e sguardi imbarazzati, che però porterà a un bell’epilogo. Il finale è abbastanza scontato, mentre per quanto riguarda il colpevole degli omicidi, penso di aver intuito a metà libro chi fosse ma ho comunque seguito con interesse l’andamento delle indagini, che mai un momento ho trovato noioso o mal gestito. L’ambientazione è la parte migliore del romanzo, mi è sembrata molto accurata ed è uno dei motivi che mi ha tenuta così avvinghiata al libro. Se amate anche voi la cultura coreana, qui la troverete davvero ben trattata, del resto l’autrice è nata in Sud Corea, quindi sa il fatto suo. Probabilmente, tra i romanzi con ambientazione orientale letti fino a ora, è uno dei più validi. Nonostante l’argomento trattato, il romanzo può essere letto da una fascia di lettor* più giovani; non troverete descrizioni macabre, anzi è tutto molto sobrio e non particolarmente cruento, penso però sia più adatto indicarlo come uno young adult. I fatti sono ispirati a una storia vera, come viene rivelato nelle note dell’autrice a fine libro, e alla vita e alla morte del principe ereditario Jangheon, noto come “Sado”, figura che l’ha sempre affascinata. Sebbene venga fatto anche un confronto con Jack lo Squartatore, posso assicurarvi che il paragone non è realmente calzante. Vi consiglio Palazzo di Sangue se amate i gialli e i misteri da risolvere, se amate le storie con ambientazioni uniche e culture diverse dalla nostra, se vi piacciono le storie d’amore tenere e appena accennate. Vi terrà buona compagnia, soprattutto se volete ritrovare il mondo dei k-drama storici anche in un libro. Una lettura piacevole, appassionante, scritta bene, non nego che mi piacerebbe leggere ancora storie simili. Di sicuro terrò d'occhio l'autrice ;)
Fonte immagini: Pinterest

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