Buongiorno, lettor*! Come state? ^^
Dopo la recensione di una web novel da parte di Marika, Coffee&Books vuole nuovamente regalarvi qualcosa di nuovo. Oggi, infatti, la nostra Ms Rosewater ci parla di un podcast molto interessante e dalle tematiche attuali. Si tratta di Sputiamo su Holden, di Mariella Martucci. Se non lo conoscete, leggete qui sotto e fateci sapere nei commenti la vostra opinione ;)
Podcast “Sputiamo su Holden”
di Mariella Martucci
Non potevo resistere a un titolo del genere: perché tutti lo osannano, tutti ne parlano bene, ma a me Holden Caulfield non ha mai convinto, benché abbia letto Il giovane Holden tre volte, anche in lingua originale, lo dimentico appena ho finito l'ultima pagina, tanto per dire quanto mi appassiona. Mariella Martucci, autrice e traduttrice, nei suoi libri cerca di contrastare gli stereotipi verso il genere femminile e a un certo punto della vita si è resa conto che tutti i libri importanti della sua vita erano stati scritti da uomini, e che il punto di vista che si era formato era essenzialmente maschile.
Aveva, come dice lei, “dimenticato sé stessa”. Fino a quel punto, uno dei libri più importanti - forse il più importante - della sua vita era stato proprio il romanzo di J.D. Salinger, che da adolescente ha letto più e più volte, ma acquisita una nuova consapevolezza, ha cominciato a guardarlo sotto una nuova luce, individuandone gli elementi critici.
Dopo questa epifania, ha preso una decisione radicale, abbandonato gli autori per dedicarsi esclusivamente alle autrici e ricostruire il proprio immaginario. Una scelta netta, forte, interessante: Martucci si concentra su libri che spesso vengono trascurati o relegati agli scaffali dei “sentimentali” perché scritti da donne. È abbastanza palese infatti che nei confronti della letteratura femminile perseveri un certo pregiudizio, ma è sempre più evidente quanto sia infondato. Autrici come Cristina Stead, Shirley Jackson, Patricia Highsmith, la grandissima Flannery O'Connor (tanto per citare le prime che mi vengono in mente) hanno costruito ognuna uno stile personalissimo ed efficace, dimostrando ampiamente non solo il loro valore letterario, ma una sincerità narrativa, una franchezza che non si veste, come nel caso di narratori uomini, di pomposa retorica, la loro scrittura trasmette il disincanto di un genere perseguitato che conosce il lato oscuro per averlo subito da sempre.
In ogni puntata la scrittrice analizza un'autrice e un suo libro, raccontando episodi personali così da evidenziare il collegamento non solo con la propria esperienza, ma con temi connessi all'evoluzione della condizione femminile.
Le statistiche ci dicono che le donne leggono più degli uomini e a fronte di questo dato le case editrici dedicano al pubblico femminile pubblicazioni commerciali che spesso puntano su stereotipi superati (lo shopping, le storie d'amore) e probabilmente saranno dimenticate nel giro di una, massimo due generazioni. Questi libri propongono modelli femminili convenzionali, o addirittura normalizzano la violenza sulle donne (in redazione abbiamo discusso recentemente del caso di Alchemised) romanticizzando la mascolinità tossica.
In questo quadro, Sputiamo su Holden mostra una via di qualità alla letteratura femminile, fatta di libri che contribuiscono a costruire pensiero e identità e allargano gli orizzonti di tutti i lettori.
Sputiamo su Holden è un podcast indipendente con musiche originali, ha un buon ritmo e un carattere da fanzine punk, senza siglette stucchevoli a dividere i vari capitoli, cosa che lo rende - a mio parere - molto gradevole. Al momento sono presenti una puntata zero, in cui viene spiegata la genesi del podcast, e due puntate dedicate rispettivamente a Silvia Plath e Jamaica Kincaid. Ogni mese sarà pubblicata una nuova puntata. Lo trovate su diverse piattaforme podcast, tra le quali Spreaker, Apple Podcast, radio.it.
P.S.: Sto rileggendo Il giovane Holden per vedere se conferma i miei ricordi...
Ms Rosewater
Fonte immagini: radio.it
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