Buon pomeriggio, cari lettori! ^^
Oggi ho il piacere di partecipare al meraviglioso Blogtour de "I Cavalieri del Nord" che, grazie a tappe ricche di approfondimenti, ci sta permettendo di conoscere sempre meglio il romanzo di Matteo Strukul, edito Multiplayer Edizioni. Ringrazio immensamente la casa editrice per l'opportunità che mi ha offerto e un ringraziamento speciale anche all'autore, una persona disponibile e carismatica, con un talento talmente grande da lasciarti senza parole.
I Cavalieri del Nord
di Matteo Strukul
Prezzo: 16,90 euro
Pagine: 456
Genere: fantasy storico
Editore: Multiplayer Edizioni
Data di pubblicazione: 22 Ottobre 2015
Salvato, ancora bambino, in una notte di luna e lupi, Wolf è diventato un giovane cavaliere Teutone. Cresciuto sotto la guida di Kaspar von Feuchtwangen, suo mentore e maestro, il ragazzo intraprende insieme ad altri settanta cavalieri crociati, un lungo viaggio dalla Russia alla Transilvania per raggiungere e difendere il castello di Dietrichstein, ultimo avamposto della fede cristiana in una terra ormai in preda a orde di barbari e diaboliche forze oscure.
Lungo la via, fra terre addormentate in un inverno infinito, Wolf incontra Kira, che tutti credono una strega, ma che in realtà nasconde una storia di ribellione e violenza nei bellissimi occhi color temporale. La sua è una presenza che getta scompiglio nella schiera Teutone, poco avvezza alla presenza femminile, e che reagisce con sospetto e rabbia, ritenendo la donna responsabile delle molte sventure che costellano il lungo viaggio. Ma niente è come sembra nell’Europa del 1240.
Fra magia e religione, passioni e tradimenti, Wolf conoscerà se stesso attraverso il sacrificio e il coraggio fino ad affrontare una terribile guerriera che si fa chiamare La Madre dei Morti, un diabolico negromante e un re senza corona, mentre l’amore per Kira martella il cuore aprendo ferite: perché Wolf è un cavaliere dell’Ordine e la Regola proibisce di amare una donna, soprattutto quando è una creatura irresistibile. A meno che…
L'autore
Laureato in giurisprudenza e dottore di ricerca in diritto europeo, Matteo Strukul (Padova, 1973) è scrittore e sceneggiatore di fumetti.
Ha pubblicato per Mondadori “La giostra dei fiori spezzati” (2014). Scoperto da Massimo Carlotto, ha pubblicato per le edizioni e/o i romanzi della serie di Mila “La ballata di Mila” (2011), “Regina nera” (2013) e “Cucciolo d’uomo” (2015) in corso di pubblicazione in 20 Paesi nel mondo - fra cui Stati Uniti, Inghilterra, Germania e India - e opzionati per il cinema.
A ottobre 2015 ha dato alle stampe con Multiplayer.it Editore il suo primo romanzo storico–fantasy “I cavalieri del Nord”. Ideatore e fondatore del movimento letterario Sugarpulp e direttore artistico dell'omonimo festival, Matteo collabora con diverse testate, tra cui il Venerdì di Repubblica. Vive insieme a sua moglie Silvia fra Padova, Berlino e la Transilvania.
INTERVISTA A MATTEO STRUKUL - Come nasce il romanzo "I Cavalieri del Nord"
1) Buon pomeriggio, Matteo. E’ un vero onore averti ospite sul mio blog, così come è un onore far parte di questo speciale Blogtour. Ho pensato di intervistarti, perché sono una ragazza molto curiosa e ho sempre tante cose da chiedere agli autori. Dato che mi è stata concessa l’opportunità, ne approfitto volentieri per andare a fondo sulla genesi del tuo romanzo, sulla sua creazione. Prima, però, partiamo con una domanda che punta l’attenzione esclusivamente su di te: come nasce Matteo Strukul autore?
Comincia tutto quando ho cinque anni, con l’Iliade di Omero, forse LA STORIA per eccellenza, molto più dell’Odissea per quel che mi riguarda: amore, guerra, coraggio, sacrificio, fato, passione, valore. Ettore contro Achille, Aiace Telamonio e Aiace Oileo, Paride, il più imbelle dei guerrieri, la morte di Ettore e il sacrificio di Patroclo: così tante meraviglie, condanne e catarsi e poi duelli e sotterfugi e tranelli e gloria… ho amato così tanto quel poema. Nell’Iliade c’è tutto. Da lì a Shakespeare a Gautier a Dumas, Stevenson, Dickens, Verne, Sinkiewicz, De Quincey, Poe, Eco, Sueskind, Marlowe, Willocks, Conrad, Sterne e tantissimi altri il passo è stato breve. Ho saccheggiato la letteratura senza dimenticare un aggettivo per me fondamentale: popolare. Non ho mai amato gli autori senza personaggi memorabili, i personaggi sono fondamentali: Conan il Barbaro, D’Artagnan, il Corsaro Nero, Michele Strogoff, Macbeth, Crimilde, Clitennestra, Didone, Tarzan, Allan Quartermain… sono i personaggi che si piantano nella corteccia cerebrale del lettore quelli che voglio e cerco per le mie storie. A ventisette anni la laurea in giurisprudenza. Poi il dottorato in diritto europeo… ma alla fine quel mondo non faceva per me. Con la pubblicazione de La Ballata di Mila per le edizioni E/O nella collana Sabot/Age ho realizzato un sogno. Oggi, dopo altri quattro romanzi, sono uno scrittore professionista. Amo l’hockey su ghiaccio e il rock. Qualche giorno fa è mancato uno dei miei idoli di sempre: Scott Weiland, leader e cantante degli Stone Temple Pilots, uno dei gruppi che ho amato di più perché erano l’anello di congiunzione fra il grunge e il rock. Senza birra non vivo. Credo nelle donne italiane e spero sempre che continuino a farlo anche loro. Nonostante un Paese spesso ipocrita e maschilista. Ecco, questo sono io.
2) Veniamo al romanzo, adesso. Com’è nata l’idea di scrivere I cavalieri del Nord? Qual è stata la scintilla che ti ha ispirato?
Cavalieri Teutonici e Transilvania: una miscela narrativa potenzialmente incendiaria… non potevo resistere. Prima di me solo Bram Stoker, ah ah ah! Ma non è un paragone! Però, voglio dire: come potevo non raccontare una terra e una storia del genere? Solo un pazzo non lo avrebbe fatto. Insomma avevo un mondo che chiedeva solo di essere narrato. E non è detto che in un futuro non ambienti qualche altro romanzo nella terra oltre le foreste. Anzi, credo sarà un territorio che caratterizzerà i miei romanzi e il mio mondo. Non a caso ho da poco firmato un reportage sulla Transilvania per il Venerdì di Repubblica con le splendide foto di Silvia Gorgi. Sono un viaggiatore, poco ma sicuro. Ho cominciato a tre anni quando ho vissuto in Canada con la mia famiglia. Da allora ho girato mezzo mondo. E non ho certo intenzione di smettere. Ma nell’Europa dell’Est, e in Transilvania in particolare, ho trovato le mie radici e la mia cultura di elezione. E poi il mio cognome arriva da lì… e il meglio deve ancora venire.
3) Scrivere un romanzo non è mai un’impresa semplice. I cavalieri del Nord è un romanzo storico fantasy davvero intrigante e complesso. C’è mai stato un momento, durante la stesura, in cui ti sei sentito perso?
Mai. Volevo così tanto scrivere questo romanzo. L’ho amato dalla prima all’ultima pagina. Si tratta del mio romanzo più lungo ma è quello che ho scritto in meno tempo, una volta approntato il contesto storico e l’ambientazione, entrambi figli di uno studio matto e dissennato e di un viaggio e un lungo soggiorno in Transilvania. Sentivo che avevo bisogno di cambiare dopo tre romanzi pulp noir e un thriller storico. Adoro il medioevo, quello cupo, onirico e violento in stile Black Death o Season of the Witch per rimanere nel cinema o magari di romanzi come Company of Liars di Karen Maitland e Mangiatori di morte di Michael Crichton. L’idea di rivisitare un mondo realmente esistito con tutto il fascino maledetto dei Cavalieri Teutonici e della Transilvania era una sfida affascinante. Poter iniettare la scintilla fantastica nel realismo storico, un po’ sulla scia di Sebastiano Vassalli e del suo splendido romanzo La Chimera, mi seduceva non poco. Forse, come dicevo, è stato per me il romanzo più facile da scrivere. Sono imbevuto di quella cultura, nel senso che ho letto infinite monografie, saggi e articoli. La commistione poi fra storia e fantasy – che rimanda ad autori come Abercrombie, Kristian e Willocks – era troppo intrigante.
4) Qual è stata la scena che ti ha creato più problemi? E quale quella che hai scritto con più piacere?
Le ho scritte tutte con infinito piacere ma ammetto che la sequenza dell’imboscata, quella nella quale Vjsna e i Cumani sorprendono i Teutoni nei boschi della Galizia è stata molto complessa. Si tratta di una sequenza action di parecchie pagine con un continuo cambio di prospettiva. Il ritmo narrativo accelera in quella parte e rimane davvero molto alto e poi ad ogni riga accade qualcosa. E allo stesso tempo devi avere la visione d’insieme. Un po’ come se avessi parecchie camere da gestire e inquadrature diverse e poi il montaggio. Insomma, quel capitolo è stato davvero tosto. Peraltro anche il confronto fra Wolf e Kira, quando i due ragazzi si mettono a nudo e raccontano davvero chi sono, be’ ha richiesto grande attenzione e cura. Ho cercato di rispettarli e di svelare i loro dubbi, le loro paure e il loro coraggio nel dichiararsi l’amore con tutta la sensibilità possibile. Spero di esserci riuscito. Ecco, quella scena l’ho costruita un po’ alla volta. Volevo che fosse toccante e tenera e dolce e gentile e indimenticabile.
5) Hai sempre avuto in mente come titolo del romanzo I cavalieri del Nord?
In realtà, come sempre, i miei titoli arrivano un po’ alla volta. All’inizio ho un’immagine che – se vogliamo – è la scintilla, la suggestione primigenia. In questo caso immaginavo un cavaliere che guarda una donna di spalle e poi un mezzo mare, per metà dolce e per metà salato: il Mar Baltico. Wolf era il protagonista assoluto della storia ma ben presto Kira è cresciuta d’importanza. E poi Kaspar naturalmente e il Kam e… Vjsna. Perciò I cavalieri del Nord mi è parso alla fine il titolo più giusto perché dava ragione della natura corale del romanzo e anche perché – se come spero diventerà una saga – potrebbe essere un ottimo titolo per un ciclo.
6) Ti capita mai di soffrire del “blocco dello scrittore”? E se sì, in che modo lo superi?
No, non soffro del blocco. Scrivere storie è la mia vita e sono un privilegiato nel senso che è davvero una gran fortuna che esista un pubblico per i miei romanzi. Cerco di fare sempre del mio meglio, di dare il massimo, di offrire alle mie lettrici e ai miei lettori qualcosa di speciale, di insolito, di originale.
7) Quanto ha influito sulla tua vita la scrittura di questo romanzo? Hai dovuto affrontare delle rinunce? Ti ha cambiato in qualche maniera?
Nessuna rinuncia. Mi ha portato a viaggiare, a vivere le suggestioni di una terra magnifica e a farlo con la persona che amo. C’è qualcosa di più bello? Non credo. Se mi ha cambiato, be’ lo ha fatto in meglio. L’arte non è mai rinuncia. Scrivere e leggere sono benedizioni, strumenti sublimi per toccare l’anima di altre persone che come te leggono e scrivono e hanno passione e dolcezza e il coraggio di credere ancora nei sogni e di battersi per quei sogni. Se non avremo il coraggio di credere nei sogni come potremo pensare di realizzarli? Io posso dire di essere riuscito a vivere la vita che volevo. Senza sconti o rinunce, senza compromessi. Non è successo per caso. Ho lottato per questo. Ho creduto fino in fondo. Questo blogtour mi mostra quanto anche tu e le altre ragazze crediate nei vostri sogni. Credo sia qualcosa di stupefacente e straordinario che ci rende profondamente vivi e uniti. Ho conosciuto più te o Devy Stylysh, con questo blogtour, di persone che vedo ogni giorno. E Lo sai perché? Perché ognuno di noi ha il coraggio di mettere almeno una parte di sé in quello che fa. E lo fa, credendoci fermamente. Così attraverso le tue recensioni, il tuo blog, le tue interviste, le tue domande mi arriva DAVVERO qualcosa di te. Ed è una gran fortuna, credimi.
8) Hai apportato molti cambiamenti dalla prima bozza del romanzo alla stesura definitiva?
Nient’affatto. L’ho scritto come avrebbe dovuto essere. Non avrei cambiato nulla in termini di struttura. Non sono io a decidere, sono i miei personaggi e io intendo essere fedele a loro e alle loro storie. Se vuoi, la storia che allagava d’inchiostro le pagine si è rivelata diversa da come l’avevo immaginata all’inizio ma questo perché alcuni personaggi hanno ritenuto di farsi da parte e altri hanno imposto la loro formidabile presenza. Come potevo limitare una come Vjsna? Una con la sua carica dirompente e tragica e decadente? E come potevo sporcare il carattere cristallino e a tratti ingenuo di Wolf? Non potevo, non avrei mai potuto.
9) Puoi regalarci qualche scena inedita che non è stata inclusa nel tuo romanzo – perché l’hai scritta diversamente o perché semplicemente ci hai ripensato – o anche delle scene tagliate?
Mmmm, non ci sono, come ti dicevo, tutto quello che doveva esserci è finito nel romanzo pubblicato.
10) Quali sono le principali tematiche del tuo romanzo e perché hai deciso di trattarle?
C’è la Natura, c’è la Terra, la Religione, la Conquista, la Vendetta. Per certi aspetti sono temi universali e affascinanti e talmente straordinari e deflagranti da meritare di essere raccontati non una ma cento volte. Volevo da una parte mettere in luce il fanatismo di certe idee e, in ultima istanza, della fede nella croce, fanatismo che oggi sembra sorprenderci solo perché siamo pessimi studenti della nostra magistra vitae che poi è La Storia. A quell’idea superiore si contrappone la fede nella Terra e nella Natura, che caratterizza la visione del Kam e che per certi aspetti rovescia la prospettiva iniziale. In quest’ottica, poter lavorare sui Cumani, barbari nomadi il cui nome significa “Coloro che hanno gli occhi azzurri” è stata una bella intuizione perché ha portato a un conflitto d’opposti davvero stimolante per me come scrittore. Poi c’è la vendetta di un personaggio come Vjsna e la catarsi per Kira che, in un modo o nell’altro, si risolverà nell’amore. E poi il coraggio di Wolf, la paura di Bajbars, l’equilibrio mistico de L’Uomo dei Sogni e delle Lacrime: I Cavalieri del Nord è una giostra di temi e suggestioni, è un romanzo con molti personaggi e storie, è un mondo narrativo quello che è nato.
11) Quanto c’è di te nel protagonista del romanzo?
Ah ah! Non molto. Non amo gli autobiografismi anzi faccio in modo che i personaggi siano altro da me. Se vuoi ci sono i capelli lunghi. Il mio cognome è di origine ungherese, transilvana per esattezza, quindi in questo senso c’è stato un ritorno alle mie radici ancestrali.
12) Perché hai scelto di raccontare questa storia? Cosa ti aspetti dal suo riscontro con il lettore?
Volevo un romanzo brigante e orfano di etichette e definizioni: troppo storico per essere fantasy, troppo fantasy per essere storico. Volevo un romanzo ribelle e fiero. Volevo un flusso vibrante di racconto, volevo metallo e passione, cuori infranti e amori travolgenti, volevo sentimenti puri e tradimento, volevo animali magnifici e spiriti guerrieri, volevo poesia e neve e luna e pezzi di cielo color argento e volevo lettrici e lettori con cui parlare di tutto questo e speravo di avere una mappa per i miei sipari interiori. Oggi credo di avere avuto tutto questo e molto altro, e spero che i lettori abbiano abbracciato i personaggi e li abbiano tenuti con sé, abbiano parlato con loro, gli abbiano voluto bene e abbiano capito chi sono, nutrendo le loro speranze e le ragioni che stanno alla base delle loro azioni. Spero che qualcuno abbia voluto bene a Vjsna, perché ne ha bisogno. E spero che qualcuno stia dalla parte di Wolf che deve imparare ancora tanto dalla vita e spero che Kira abbia catturato il cuore delle ragazze con quel suo modo di essere forte e fragile, coraggiosa e con la voglia di stupirsi ancora nonostante tutto… e credo che questo blogtour abbia raccontato – attraverso te, le altre formidabili blogger e tutti coloro che ci hanno seguito – qualcosa di più alle lettrici e ai lettori di questa storia. Mi sento di dire che è stata un’esperienza bellissima e un modo davvero originale e toccante per toccare le pieghe più profonde di questa storia così epica e appassionata.
13) Il romanzo è già approdato nelle librerie. Sei soddisfatto del risultato finale?
Con Multiplayer abbiamo lavorato benissimo. L’edizione che ne è uscita è a dir poco fantastica. Mi hanno accontentato in tutto. Credo però che la fiducia sia reciproca e che questo clima si percepisca e stia dando i suoi risultati. Spero che questo romanzo possa essere un longseller. Lo sto sostenendo attraverso un lungo tour promozionale e Multiplayer sta lavorando in modo magnifico. Confesso che non mi aspettavo partisse così bene, ma allo stesso tempo la mia intenzione è quella che inaugurare un ciclo di avventure. Vedremo se lettrici e lettori vorranno sostenermi in questo. Dopo tutto, la scelta è loro.
14) Per concludere l’intervista, definisci il tuo romanzo con quattro aggettivi.
Appassionato, epico, suggestivo, romantico.
Grazie mille per aver risposto pazientemente alle mie domande e grazie di cuore per essere stato mio ospite sul blog!
Grazie a te, sono entusiasta di aver risposto alle tue magnifiche domande. Matteo.
Sono davvero contenta di aver preso parte a questo speciale e bellissimo blogtour, sopratutto perché, dopo aver letto il romanzo ed essermene innamorata, è stato ancora più emozionante parlarne con Matteo, che molto gentilmente ha risposto alle mie domande. Questa tappa prevedeva anche scene tagliate e bozze inedite del romanzo, ma l'autore ha avuto la fortuna di non dover cambiare nulla al suo romanzo e questo lo rende ancora più speciale ai miei occhi e spero anche ai vostri. Significa che ha fatto, sin dall'inizio, un magnifico e rispettoso lavoro, al quale non è stato necessario apportare modifiche sostanziali. Matteo Strukul è un grande autore e, se non lo avete ancora letto, vi consiglio di farlo. Regalate e regalatevi I Cavalieri del Nord, non ve ne pentirete!
Non perdete DOMANI l'ultima tappa del Blogtour su L'ora del libro!
24 Novembre - Il colore dei libri
26 Novembre - Libri e Popcorn
27 Novembre - Miss Tortellino
30 Novembre - Bookish Advisor
3 Dicembre - Le tazzine di Yoko
6 Dicembre - Pagine e Pennelli
7 Dicembre - La Fenice Book
8 Dicembre - Erika in a Book
9 Dicembre - Coffee&Books
10 Dicembre - L'ora del libro
A presto!
xoxo
Bellissima intervista! È stupendo vedere anche a distanza di tempo, dopo aver letto il romanzo, aver scritto la mia tappa per questo blogtour e seguendo tutte le altre quante cose ci siano ancora da scoprire!
RispondiEliminaNon mi reste che slerare in un seguito!
Complimenti all'autore. Mi è piaciuto molto leggere questa intervista e sono felice per lui che non ha rinunciato a nulla per scrivere questa storia, anzi ha viaggiato in compagnia! ;)
RispondiEliminaMolto bella l'intervista! ^.^ Non è il genere che leggo di solito, ma tappa dopo tappa mi sta punzecchiando sempre di più :P
RispondiEliminaTutte le interviste che ho letto in questo blog tour sono davvero belle, ben fatte e molto interessanti!! Complimenti a voi e all'autore!!
RispondiEliminaGli aggettivi "Appassionato, epico, suggestivo, romantico" ci si sposano benissimo, io non ho letto ancora il libro, ma i giro trovo recensioni sempre positive. ed spero proprio di leggerlo presto
RispondiEliminaQuesta è in assoluto una delle più belle interviste che abbia letto! Se l'autore riesce a tenermi incollata come una calamita alle sua storia come è successo per questa intervista, potrei davvero adorare questo libro!
RispondiEliminaHo seguito tutte le tappe, vado a recuperarne giusto una, ma devo dire che questa intervista è stata meno ripetitiva delle altre. Complimenti per la scelta delle domande! Come al solito, interessanti le risposte dell'autore :)
RispondiEliminaBellissima intervista! Questo blogtour è meraviglioso. Il libro è meraviglioso! Spero di leggerlo presto :)
RispondiEliminaQuesto libro mi incuriosisce sempre di più, spero di riuscire a leggerlo presto! :)
RispondiEliminaE complimenti anche per l'intervista! :)
Complimenti per l'intervista, davvero bella! Ho quasi finito di leggere "I cavalieri del nord" e ... caspita! Mi ha davvero conquistato! Ho apprezzato molto lo stile di Matteo Strukul! Ora vorrei recuperare "La giostra dei fiori spezzati"!!! A presto Maria
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