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martedì 10 agosto 2021

Coffee&Ciak: "God Save The Queen: Guida alla serie TV Britannica" (a cura di Melz, Ms Rosewater, Eleonora)

Buon pomeriggio, lettori! ^^
È arrivato anche il giorno del primo appuntamento della nuova rubrica "Coffee&Ciak" che, vi ricordo, troverete ogni Martedì qui sul blog. Oggi Melz, con la collaborazione di Ms Rosewater ed Eleonora, ha stilato una piccola guida dedicata alle serie tv inglesi più famose e amate. Sono ben 15 e ce n'è per tutti i gusti. Fateci sapere quali sono le vostre preferite o se ne aggiungereste altre ;)  Buona lettura!

GOD SAVE THE QUEEN
Guida alla serie TV Britannica
 
Quando mi domandano come ho fatto a prendere una valutazione elevata sul listening in tutte le certificazioni di inglese che possiedo, la mia risposta è sempre la stessa: le serie TV. Alla domanda “che serie mi consigli per migliorare il mio inglese?” le risposta è ancora una sola: le serie TV Britanniche. Accento meraviglioso, inglese puro e ne abbiamo per tutti i generi. Da qui l’idea del primo articolo della nuova rubrica Coffee&Ciak: una guida alle più belle serie TV inglesi.

N.B.: Non è una classifica, non riuscirei a farne una, le trovo tutte splendide e ve ne spiego i motivi (ovviamente, nessuno spoiler!)

Peaky Blinders

Creata da Steven Knight e ambientata a Birmingham dopo la prima guerra mondiale, narra le vicende del quartiere di Small Heath, in particolare quelle della famiglia Shelby il cui secondogenito, Thomas, si trova a capo di una gang, i Peaky Blinders, dall’usanza di indossare sempre un particolare cappello nei cui risvolti è possibile nascondere delle lamette da usare come arma. Il significato letterale di Peaky Blinders è “paraocchi a punta”, ma il termine indica anche la forma del paraocchi del berretto. La leadership di Thomas verrà messa a dura prova dall’arrivo di Campbell, un poliziotto deciso a ripulire la città dalla delinquenza e da una donna, GracePeaky Blinders va in onda per la prima volta nel 2013 sul canale BBC e ha attualmente all’attivo cinque stagioni con una sesta in arrivo che, salvo sorprese, sarà l’ultima. Il genere è drammatico e gangster. L’idea di Steven viene direttamente dalla sua famiglia: alcuni membri facevano parte di una gang nel 1890, ma i protagonisti reali avevano dodici anni, nulla a che vedere con i personaggi del suo telefilm. Cillian Murphy (Thomas) porta sullo schermo una bellissima interpretazione e sfido chiunque a non innamorarsi di lui. Sul fattore linguistico, l’accento è sublime, ma non purissimo, seppur totalmente comprensibile anche a un orecchio non esperto. Gli attori si sono impegnati a emulare l’accento del dialetto tipico di Birmingham. Nel cast troviamo attori del calibro di Tom Hardy (Venom) e Helen McCrory (Narcissa Malfoy che ricordiamo tutti con tanto affetto). La serie è presente su Netflix!

Misfits

Togliamo le lamette dai cappelli e ci spostiamo nell’immaginario quartiere di Wertham vestiti di arancione per parlare di Misfits. Questa serie, di genere adolescenziale e fantastico, narra le vicende di cinque ragazzi alle prese con lavori socialmente utili, dopo aver compiuto reati minori. Durante il primo giorno di lavori vengono investiti da uno strano temporale che conferisce loro superpoteri molto particolari. Per quanto ci siano i classici invisibilità, manipolazione del tempo e lettura della mente, i poteri in Misfits non sono una casualità e non sempre rispecchiano la tradizione: sono molto spesso un’estensione della personalità dei protagonisti. Così il ragazzo timido riesce a diventare invisibile, la femme fatale riesce a far eccitare chiunque le sfiori la pelle e così via. Se siete sensibili a battute intrise di Black Humor, questa serie non fa assolutamente per voi, anzi… esso, soprattutto attraverso il personaggio di Nathan (un giovane, ma sempre talentuoso Robert Sheehan, famoso per aver interpretato Simon in Shadowhunters. Citta di Ossa e Klaus in The Umbrella Academy), è una delle colonne portanti della serie. Anche qui abbiamo un cast parecchio conosciuto in una delle prime esperienze lavorative. Troviamo infatti, oltre Robert, Iwan Rheon (il perfido Ramsay Bolton di Game of Thrones) e Antonia Thomas (la bella dottoressa Brown di The Good Doctor). La serie è conclusa e conta cinque stagioni con un massimo di 8 puntate ciascuna. A mio parere, Misfits ha una delle più belle sigle di apertura, sulle note di Echoes dei The Rapture.
Si può attualmente trovare su Amazon Prime Video!

Skins

Se parliamo di telefilm Britannici di genere adolescenziale non posso non parlare di Skins, per me, assieme a Skam in tutte le sue versioni, l’unica serie tv che rappresenta l’adolescenza in tutte le sue forme in maniera pura e veritiera. La serie narra le vicende di un gruppo di adoloscenti dai sedici ai diciotto anni che vivono nella cittadina di Bristol in Inghilterra. Il titolo si riferisce al termine gergale per indicare la cartina delle sigarette. Ogni puntata esplora un personaggio in particolare, in effetti il punto forte della serie è proprio la loro caratterizzazione. Anche qui un cast di eccellenza in una delle prime prove: un piccolo Nicholas Hoult (Bestia da X-Men. L’inizio), una piccola Kaya Scodelario (Spinning Out) e Hanna Murray (Gilly in Game of Thrones). Le trame veritiere sono attribuite alla sceneggiatura, l’età media degli sceneggiatori si aggirava attorno ai 21 anni! La serie conta sette stagioni ed è ormai conclusa da tempo, si può attualmente trovare su Netflix. Gli argomenti principali sono abuso di droghe, autismo, sessualità, gravidanze giovanili, malattie mentali e morte, tutte affrontate con una delicatezza disarmante e viste con gli occhi di un adolescente. Il cast si rinnova ogni due stagioni, l’unico personaggio sempre presente è Effy Stonem, quello interpretato dalla Scodelario.

Sex Education

L’ultimo telefilm Britannico di genere adolescenziale dell’elenco è piuttosto nuovo, ha all’attivo due stagioni e siamo in attesa della terza: parlo di Sex Education! È un originale Netflix, creato da Laurie Nunn, diretta da Kate Herron e Ben Taylor e distribuito sulla piattaforma nel 2010. La serie, ambientata nel Regno Unito, racconta di Otis (Asa Butterfield, già famosissimo per Il bambino con il pigiama a righe, Miss Peregrine. La casa del bambini speciali e Lo spazio che ci unisce, con Britt Robertson), figlio di una scrittrice e terapista sessuale di fama nazionale. A scuola Otis si ritrova a parlare con Adam, figlio del preside e con problemi di eiaculazione precoce. Grazie ai suoi consigli, Adam riuscirà ad avere un rapporto sessuale soddisfacente con la sua ragazza Aimee. Un’amica di Aimee, Maeve, propone a Otis di diventare terapista sessuale per i ragazzi della scuola, ovviamente sotto pagamento. Le avventure di questi ragazzi si focalizzano, come il titolo stesso dice, sulle vicende sessuali, ma non solo: si affrontano anche temi come l’abbandono, la povertà e il femminismo. I personaggi non sono stereotipati e molto originali. Le puntate sono poche e non avete davvero motivo per non guardarla.

A discovery of witches

Basata sui libri di Deborah Harkness, questa serie è la trasposizione della All Souls Trilogy conosciuta in Italia come la saga de Il libro della Vita e della Morte. In questa serie vampiri, streghe e demoni si presentano sotto una nuova luce, quella scientifica, che indaga la loro natura di specie a sé stanti o di mutazioni della specie umana. La storia dell’amore proibito tra un vampiro (Matthew Goode) ed una strega (Teresa Palmer) alla scoperta dei suoi poteri è il filo conduttore di tutta la serie che offre però altri spunti tematici come l’accettazione di se stessi, la fiducia negli altri e il superamento dei pregiudizi. Tutto parte con la scoperta di un manoscritto che si pensava perduto e che al suo interno racchiude una conoscenza che può diventare pericolosa nelle mani sbagliate e prosegue tra intrighi, complotti e storie, d’amore, di famiglia e di amicizia, che superano talvolta i confini del tempo (piccolo minuscolo spoiler qui si viaggia nel tempo). Grazie ad un sapiente mix di fantasy, storia, scienza e ambientazioni suggestive, tra Biblioteche universitarie londinesi, castelli francesi, e Londra del 1590, questa serie TV può mettere d’accordo spettatori con i gusti più diversi; l’adattamento telefilmico, inoltre, rende possibile la comprensione dei vari intrecci della storia anche a che non ha letto i libri e, strano ma vero, pur con dei cambiamenti rispetto all’originale la serie non perde quasi nulla del fascino dei libri. Al momento sono uscite le prime due stagioni, la prima nel 2018 e la seconda quest’anno, che purtroppo si trovano solo in lingua inglese e/o su Now Tv, sempre e solo in inglese, altrimenti bisogna prendere i dvd (sono già in commercio per fortuna), la terza stagione è in fase di post produzione e quindi dovremmo poterla vedere entro i primi mesi del 2022 ,se tutto va bene.

“ It begins with absence and desire.
It begins with blood and fear.
It begins with A Discovery of Witches”

Downton Abbey

E ora una serie in costume, coprodotta da Carnival Film e Masterpiece per il network britannico ITV e per la PBS. La serie, come dice il titolo stesso, è ambientata a Downton Abbey, una tenuta di campagna dello Yorkshire del Conte e della Contessa di Grantham e segue le vite della famiglia Crawley e i suoi servitori. Le vicende partono da una data celebre, il 15 aprile 1912, l’affondamento del RMS Titanic. Durante la tragedia, James Crawley e suo figlio Patrick perdono la vita. Nuovo beneficiario della proprietà al posto di Patrick diventa Matthew, cugino di terzo grado della famiglia. La famiglia, soprattutto la Contessa, inorridisce al pensiero che una persona “che lavora” abbia i loro averi, non avendo la minima idea di una vita aristocratica. La serie conta sei stagioni da massimo nove episodi e nel 2019 ne è stato tratto un film conclusivo. È adatta a chi ama le serie in costume e i pettegolezzi. Downton Abbey non narra solo vicende di nobiltà, ma largo spazio è lasciato ai servitori con le loro storie. Nei panni di Violet Crawley troviamo niente poco di meno che la nostra amata professoressa McGranitt, Maggie Smith.

The Crown

Rimanendo sulle serie TV Britanniche in costume parliamo ora della famosissima The Crown. In realtà non è tutta britannica, ma anche statunitense, eppure l’atmosfera (per forza di cose) è quella che si respira(va) a Londra. La serie creata e scritta da Peter Morgan è incentrata sulla vita di Elisabetta II del Regno Unito e sulla famiglia reale britannica. È disponibile sulla piattaforma Netflix, essendo uno dei suoi telefilm originali. Nonostante la componente romanzata, The Crown si propone di rimanere fedele alla storia originale in fatto di vicende politiche e personali. La forza di questo show credo sia la curiosità del telespettatore: parla di persone che ancora oggi vediamo in televisione, persone che ancora oggi fanno parte della politica e della vita inglese. La serie parte dai giorni in cui Elisabetta diventa regina troppo presto e va avanti a passo spedito nella sua vita. Hanno fatto con il cast un lavoro eccellente sia per somiglianza che per prova attoriale e, nonostante il ritmo un po’ lento, mi sento di dire che è uno dei gioielli di Netflix. Conta al momento quattro stagioni, siamo in attesa della prossima e sappiamo già che la prossima fase di vita della regina Elisabetta sarà interpretata da Imelda Staunton, la professoressa Umbridge.

Black Mirror

Cambiando genere troviamo una tra le serie TV più controverse del mondo Netflix, Black Mirror. Serie antologica (per chi non lo sapesse, una serie antologica cambia argomento in ogni stagione o, come nel caso di Black Mirror, ogni puntata, pur mantenendo un filo conduttore: l’argomento principale) ambientata in un futuro in cui la tecnologia e i media hanno decisamente preso il sopravvento e sottolinea le conseguenze degli stessi. “Black Mirror”, infatti, si riferisce proprio allo schermo nero di ogni monitor. È stata trasmessa per la prima volta nel 2011 su Channel 4, ma è ora disponibile a livello internazionale su Netflix e ha all’attivo cinque stagioni. Esiste anche un film interattivo, sempre sulla piattaforma, dal titolo Bandersnatch nel quale lo spettatore, tramite il mouse, decide l’andamento della storia. La forza di Black Mirror, oltre al fatto di essere antologica e quindi visibile come più piace (anche a partire dall’ultima alla prima, anche se non lo consiglio per niente) è la verità. È ambientata nel futuro, sì, ma ispirata ai nostri giorni. È spiazzante guardarne le puntate e pensare “caspita, questo potrebbe proprio succedere”. Il futuro di Black Mirror, in molte puntate, non è poi così lontano. I membri del cast sono tantissimi, ma tra i più famosi ricordiamo Miley Cyrus in una delle puntate della quinta stagione (stagione meno riuscita delle altre a mio parere), Anthony Mackie (The Falcon), Cristin Miloti (How I Met Your Mother), Alex Lawther (The End of the Fucking World), e Andrew Scott (il mitico e pazzissimo Moriarty di Sherlock). E a proposito del geniale detective…

Sherlock

Liberamente tratta dalle opere di Arthur Conan Doyle, con Benedict Cumberbatch e Martin Freeman, Sherlock mette piede sui nostri schermi nel 2010. Narra le vicende del detective Sherlock Holmes, affiancato dal suo storico assistente John Watson nella Londra odierna, quindi diversa ambientazione rispetto ai romanzi, ambientati sempre a Londra, ma in anni diversi. Mi è piaciuto molto il modo di affrontare tutti i personaggi, non solo il protagonista: John Watson è reso benissimo, con tanto di momenti bui. È reduce dalla guerra in Afghanistan e cerca di trovare un posto nella società. Non sarà facile per lui avere a che fare con il famoso detective, ma diventeranno presto compagni di varie avventure. Ciò che distingue questa serie dalle altre è sicuramente la durata delle puntate: potrei definirle mini-film da più di un’ora, ecco perché le quattro stagioni contano solo tre puntate l’una. Esiste tra la terza e la quarta una puntata speciale, intitolata L’abominevole sposa. Sherlock fa riflettere, a volte fa sorridere, ma è stimolante cercare di risolvere i suoi intricati e controversi casi che non sono l’unica cosa che lo terrà impegnato, dato l’antagonista davvero interessante: Moriarty. C’è molto altro, ma sarebbe spoiler, perciò… che aspettate a guardarla?

Fleabag

Fleabag è una serie tv di genere drammatico scritta e interpretata da Phoebe Waller-Bridge, già autrice del testo teatrale da cui la serie è tratta che vinse il premio Fringe nel 2013. L’idea iniziale le venne da un gioco con un amico che la sfidò a scrivere un testo per un evento di stand-up comedy di dieci minuti. La serie parla di una giovane donna londinese con una vita probematica, una famiglia disfunzionale e una serie di problematiche economiche legate alla sua attività, una caffetteria che aprì con un’amica. A questo si aggiungono una vita sentimentale e sessuale decisamente instabili. Fleabag ha un umorismo particolare, non tutti lo apprezzano, ma è una serie vera. Nessuno vorrebbe essere lei eppure, in un certo senso, tutti lo siamo per qualche verso. È crudo, il linguaggio è spinto (già quello della commedia venne considerato “rozzo e volgare”) e ciò lo rende ancora più vero. Conta due stagioni e si trova su Amazon Prime Video.

L'ispettore Barnaby

L'ispettore Barnaby è un po' il Colombo inglese, più che una serie è ormai un'abitudine, rassicurante come una tazza di té caldo. La serie è ambientata nell'immaginaria contea di Midsomer (il titolo originale è Midsomer murders) dove, tra cottage tradizionali, pub e mercatini dell'usato, ci scappano numerosi morti, mai accidentali e spesso uccisi con trucida (e ridicola) crudeltà. John Nettles, già noto per la serie L'asso nella manica, interpreta un poliziotto gentile ma fermo, intelligente e istruito che avrebbe potuto fare carriera nei servizi segreti e trova a volte un po' stretta la mentalità campagnola, detesta i pettegolezzi e pretende il massimo dai suoi sergenti (i più noti sono Gavin Troy, un ragazzone immaturo che Barnaby modella in un buon poliziotto, e Ben Johnson, scelto personalmente dall'ispettore per affiancarlo). Il grande pregio di Barnaby sta nella sottile ironia che colpisce i capisaldi della vita mondana nel villaggio inglese, a partire dalle festine per raccogliere fondi per la parrocchia, le rievocazioni storiche, le battute di caccia degli aristocratici, le manie new age, per citarne alcune. Ognuno di questi luoghi di buone maniere e ritualità sociale diventa una scena del delitto, di cui Barnaby svelerà il lato oscuro e meschino. Allo stesso modo viene sbeffeggiata una certa pruderie britannica, spessissimo gli omicidi sono amanti, oppure fratelli incestuosi o omosessuali che non riescono ad accettare la propria identità sessuale. Parallelamente alle indagini seguiamo la vita famigliare dell'ispettore, il cui perno è la moglie Joyce (Jane Wymark), una casalinga svampita perennemente impegnata in corsi di acquerello, pesche di beneficenza, cori e club della lettura, e abilissima nell'inciampare in cadaveri (in tutta la serie ne scopre almeno tre). È quasi una fata turchina che appoggia esternamente le indagini e può sorprendere col suo anticonformismo e la pazienza nel sopportare i continui ritardi e fughe del marito per raggiungere il luogo di un nuovo omicidio.
Quando John Nettles ha abbandonato la serie (stagione 14) gli è succeduto il cugino John, interpretato da Neil Dudgeon, già comparso in una precedente stagione nei panni di un giardiniere: se da una parte i personaggi e le ambientazioni si sono aggiornati, dall'altra le ultime stagioni presentano polizieschi più omologati e decisamente meno divertenti e ironici.
E siccome nelle serie inglesi girano spesso gli stessi attori, ne “L'ispettore Barnaby” potrete personaggi divenuti noti con altre serie o al cinema, ad esempio Toby Jones, già interprete di Infamous nel ruolo di Truman Capote o di Detectorists, serie recensita nelle scorse settimane.

Crediti immagine: midsomermurders.org

“Orgoglio e Pregiudizio” e “Emma”

Dio benedica la BBC per le sue trasposizioni dei romanzi di Jane Austen, affascinanti e prodotte con maestria e grande rispetto della materia prima, tanto fedeli al libro che anche i fanatici -come la sottoscritta- possono seguirle senza trovare nulla da eccepire. Orgoglio e pregiudizio, del 1995, vinse un premio Bafta e affermò il talento e la prestanza di un giovane Colin Firth nei panni di Mr Darcy, perfetto con la sua aria da ragazzo imbronciato, che si scontra con la concretezza e l'intelligenza di Elizabeth Bennet (interpretata da Jennifer Ehle). I costumi e le ambientazioni sono perfetti e c'è solo il rischio di consumare il dvd a furia di riguardarlo.
Emma, miniserie del 2009, è decisamente più frizzante, grazie agli imbarazzanti pasticci che combina la protagonista, animata dalle migliori intenzioni ma decisamente non molto brava a combinare matrimoni, e ai due protagonisti, Romola Garai (che abbiamo visto recentemente al cinema in Miss Marx) e Johnny Lee Miller, indimenticabile Sick Boy in Trainspotting e ora Sherlock Holmes in Elementary; la loro fisicità, più dinamica, e le loro interpretazioni, meno classiche di quelle di Ehle e Firth, inseriscono un elemento di novità in una cornice di rigorosa fedeltà al testo della Austen.

Crediti immagini: bbc.com e pinterest

Doctor Who

Longevissima serie di fantascienza, Doctor Who ha attraversato almeno 60 anni (il primo episodio è del 1963!) di televisione, assorbendo lo spirito del tempo e rimanendo sé stesso. Il Dottore è un bizzarro alieno, attraversa lo spazio e il tempo col suo mezzo di trasporto, il Tardis, che esternamente ha l'aspetto di una cabina della polizia e internamente è una vera e propria astronave. Grazie alla capacità di rigenerarsi il Dottore non muore ma cambia forma, invecchiando, ringiovanendo e addirittura, nelle ultime stagioni, cambiando sesso.
Le prime puntate, ancora in bianco e nero, sono
caratterizzate da un'atmosfera misteriosa, gotica, che negli anni si è andata perdendo a favore di una fantascienza più leggera e divertente; caratteristici gli effetti speciali, una commistione tra digitale e materico che sfida il freddo realismo americano e connota da sempre la serie (in quale altra produzione sarebbe possibile trovare cattivi come i Dalek?). Tra i dottori più noti delle stagioni recenti, l'attore shakespeariano David Tennant (il decimo Dottore). E a proposito di Tennant…

Crediti immagini: express.com, theguardian.com.

Broadchurch

Ultima serie della rubrica, ma non ultima per importanza, Broadchurch. Come dice il titolo, la serie è ambientata a Broadchurch, un’immaginaria città inglese e narra le vicende del detective Alec Hardy (David Tennant, appunto) e Ellie Miller (Olivia Colman). Alec Hardy è appena stato promosso al grado di ispettore della polizia locale quando la comunità è scossa dal ritrovamento sulla spiaggia del cadavere del piccolo Danny Latimer. Nel corso delle indagini, in cui sarà affiancato da Ellie Miller, si scoprirà che Broadchurch non è il luogo idilliaco che tutti immaginavano. La storia segue in particolare le vicende della famiglia Latimer e di tutti quelli ad essa vicini, senza risparmiare nessuno. È stato detto che la serie presenta tratti tipici del Noir Scandinavo: andamento lento e riflessivo e personaggi con problemi personali che riflettono questioni anche a livello sociale. La serie conta tre stagioni.

******

E voi le avete viste?
Qual è la vostra preferita?
E, se non le avete viste, quale vi ispira?

Un saluto,
Melz, Ms Rosewater ed Eleonora :)


Fonte immagini: Google Immagini

2 commenti:

  1. Appena ho visto Skins ho urlato. Penso sia una delle poche serie che posso definire "della vita". Adorata, tanto tanto tanto *^*

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