Buon pomeriggio! ^^
Oggi per la rubrica Coffee&Ciak, Ms Rosewater ci dà la sua opinione sui primi episodi di una serie tv thriller-poliziesca, "Prodigal Son", con Tom Payne e Michael Sheen, che pare essere molto promettente. Leggete il commento e fateci sapere cosa ne pensate! ;)
Prodigal Son
con Tom Payne e Michael Sheen, disponibile su Premium Crime
Ultimamente, con lo scivolare in avanti degli orari della prima serata e la scarsità di pellicole interessanti trasmesse dalla tv generalista, mi sono trovata sempre più spesso a guardare i canali dedicati alle serie poliziesche, che offrono una programmazione in perenne replica (Mentalist, Colombo e soprattutto L'Ispettore Barnaby) che posso anche smettere di guardare se si fa troppo tardi, con la promessa di recuperare la puntata il giorno dopo, in un altro orario oppure tra qualche mese.
Non mancano serie recenti, anche se, purtroppo, vengono spesso relegate alla seconda serata (e non si capisce perché, dato che non sono più trucide o perverse di CSI) che si conclude a notte fonda e non vengono ritrasmesse tanto frequentemente. Fu così lo scorso anno per Strike, miniserie britannica tratta dai romanzi di Robert Galbraith (J.K. Rowling) trasmessa da Top Crime (e che non mi sarebbe dispiaciuto rivedere) e temo sarà lo stesso per Prodigal Son, appena cominciata sullo stesso canale, che promette di essere inquietante e delirante.
Mentre in Dexter il punto di vista era quello interno del serial killer, qui è quello di un'intera famiglia di cui uno dei suoi componenti è un assassino. A scoprirlo è Malcom, figlio maggiore del dottor Martin Whitly, che quando era solo bambino ha permesso alla polizia di catturare il padre, identificato come il serial killer noto col soprannome de“il chirurgo” (un paffuto Michael Sheen con l'occhietto spiritato alla Jack Nicholson). Le conseguenze sui legami familiari sono prevedibili, ma chi subisce il colpo più duro è proprio Malcom, il quale, al contrario della sorella (molto piccola ai tempi dell'arresto del padre) e della madre (che reagisce troncando ogni contatto, provando a dimenticare) continua a far visita al padre per diversi anni, fino a quando decide di far domanda per entrare nell'FBI e troncare quel contatto ormai troppo ingombrante.
Dieci anni dopo Malcom è un agente dell'FBI che non riesce a uniformarsi agli standard, è geniale ma anche privo di freni inibitori, imprevedibile e capace di azioni estreme. Malcom dorme legato perché soffre di incubi e di una pericolosa forma di sonnambulismo, oltre che di stress post traumatico; prende abbondanti medicinali e ha memorie confuse dell'arresto del padre (particolare che credo prenderà importanza col proseguire della storia). Quando viene licenziato, la polizia di New York lo ingaggia come profiler e nel corso di questo lavoro è costretto, con disappunto della madre e della sorella, a riprendere i contatti col padre, il quale non ha mai smesso di aspettare il ritorno del figlio.
La serie promette di incentrarsi essenzialmente su questa relazione padre-figlio fatta di sensi di colpa, repulsione e attaccamento; Malcom, interpretato da un pirotecnico Tom Payne, prova orrore e sente su di sé il peso delle azioni del padre, ma non si perdona di averlo tradito consegnandolo alla polizia; la madre e la sorella sono contrarie a che continui la sua carriera di profiler (soprattutto se ciò comporta la frequentazione del dottor Whitly), quella che gli permetterebbe un riscatto dei peccati paterni, e d'altronde è proprio il padre l'unico a sostenerlo, grazie a lui e alle conoscenze che gli ha trasmesso, è diventato abilissimo e può risolvere i casi più complessi.
Questo rapporto shakesperiano è di gran lunga più interessante delle stesse investigazioni, talmente invischiate di visioni, ricordi, dei deliri di Malcom da non esserci quasi distinzione fra il reale e il sogno, il passato e il presente. All'instabilità del figlio corrisponde la monumentalità del padre, serial killer sì, ma con un'identità apparentemente definita, un luogo che lo ospita dove è sempre possibile trovarlo, una presenza certa anche quando non c'è. I casi stessi coinvolgono parenti stretti (addirittura, nel secondo episodio un'intera famiglia viene avvelenata) evidenziando ulteriormente la matrice familiare con i suoi conflitti, i segreti. Si può leggere un'influenza de Il silenzio degli innocenti e di Shining, quel rapporto che nel film con Nicholson s'interrompe qui prosegue, influenzando l'esistenza del figlio.
Il primo episodio ha un montaggio forse un po' troppo serrato, ma già nel secondo i ritmi si fanno leggermente meno rutilanti e, nonostante il tono abbastanza cupo e schizofrenico, non mancano momenti di isterica ironia, soprattutto quando seguiamo lo schizzatissimo Tom Payne nelle sue investigazioni. Michael Sheen è inquietante, ma tutto sommato nei primi episodi appare un po' sottoutilizzato, sono certa che si rifarà.
Promettente.
Ms Rosewater
Fonte immagini: Google immagini
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