Buon pomeriggio! ^^
Oggi, un po’ a sorpresa - nel senso che non l’avevo programmata - arriva la recensione di La Nona Casa, di Leigh Bardugo, romanzo che ho ripreso, dopo un lungo periodo di stallo, e finito di recente, per potermi dedicare all’uscita del secondo volume. Ho avuto un rapporto davvero strano con questo libro, iniziato per ben due o tre volte e mai terminato. Con la scusa del covid e le vacanze di Natale passate a casa, mi ci sono dedicata con maggiore diligenza e posso dire che, finalmente, sono riuscita a giungere alla fine e ad amare questo libro. Non dirò la tipica frase “perché non l’ho letto prima?”, perché ci ho provato e probabilmente non era mai il suo momento. La Nona Casa è un romanzo davvero complesso, cupo, e non può essere letto senza la giusta concentrazione e lo stato d’animo adatto e, una volta terminato, vi lascerà dentro un mucchio di emozioni forti e contrastanti. Adesso che ho finalmente messo in ordine le mie, vi parlo del libro. Stay tuned che domani arriva anche la recensione dell’attesissimo seguito, Hell Bent.
La Nona Casa
di Leigh Bardugo
Prezzo: 9,99 € (eBook) 19,90 € (cop. rigida)
Pagine: 420
Genere: fantasy, dark fantasy, dark academia
Editore: Mondadori
Data di pubblicazione: 5 maggio 2020
Galaxy "Alex" Stern è la matricola più atipica di tutta Yale. Cresciuta nei sobborghi di Los Angeles con una madre hippie, abbandona molto presto la scuola e, giovanissima, entra in un mondo fatto di fidanzati loschi e spacciatori, lavoretti senza futuro e di molto, molto peggio. A soli vent'anni, è l'unica superstite di un orribile e irrisolto omicidio multiplo. Ma è a questo punto che accade l'impensabile. Ancora costretta in un letto d'ospedale, le viene offerta una seconda possibilità: una borsa di studio a copertura totale per frequentare una delle università più prestigiose del mondo. Dov'è l'inganno? E perché proprio lei? Ancora alla ricerca di risposte, Alex arriva a New Haven con un compito ben preciso affidatole dai suoi misteriosi benefattori: monitorare le attività occulte delle società segrete che gravitano intorno a Yale. Le famose otto "tombe" senza finestre sono i luoghi dove si ritrovano ricchi e potenti, dai politici di alto rango ai grandi di Wall Street. E le loro attività occulte sono più sinistre e fuori dal comune di quanto qualunque mente, anche la più paranoica, possa immaginare. Fanno danni utilizzando la magia proibita. Resuscitano i morti. E, a volte, prendono di mira i vivi.
Ero decisa a non scrivere recensioni su La Nona Casa, ma poi ho avuto bisogno di mettere nero su bianco tutto ciò che ho provato, tutto ciò che questo libro mi ha suscitato, e mi sono messa a scriverla. Non sapevo cosa ne sarebbe uscito fuori, se sarei stata in grado di esprimere tutto a dovere, ma se state leggendo questa recensione vuol dire che alla fine non è andata così male. La Nona Casa è stata per me una lettura davvero difficile da affrontare, forse perché mi ci dedicavo sempre nei momenti più sbagliati. Nonostante i vari tentativi, alla fine sono riuscita ad andare avanti e a terminare il libro - anche grazie all’ascolto dell’audiolibro, con cui ho alternato la lettura - e, alla fine, mi sono letteralmente innamorata di tutto. Avrei potuto odiare questo libro, considerando quanto filo da torcere mi ha dato, ma così non è stato. Non ho potuto odiarlo neanche un po’, perché Leigh Bardugo, secondo me, è stata magistrale con questa storia e, seppure non è perfetta, ha dimostrato un grandissimo salto di qualità (rispetto alla trilogia Tenebre e Ossa, perché la duologia Sei di Corvi, per me, resta al vertice). Ma cosa rende La Nona Casa tanto speciale? Innanzitutto, partiamo col dire che già la struttura narrativa del libro meriterebbe una recensione a parte. L’autrice non si è limitata a scrivere una storia lineare, ma ha mescolato un bel po’ i tempi, creando un puzzle di archi temporali diversi. Sicuramente questo espediente può creare un po’ di confusione all’inizio, rallentare persino la lettura, ma quando si riuscirà a prendere confidenza con questo tipo di narrazione e quando tutti i pezzi del puzzle, alla fine, andranno al loro posto, verremo conquistati dall’abilità dell’autrice e ne vorremo ancora di storie così e di intrecci simili.
L’ambientazione è quella tipica collegiale (che, tra l’altro, io adoro). Stiamo parlando di un dark academia, quindi abbiamo anche atmosfere molto lugubri e decadenti e una profonda devozione verso le arti (qui oscure) e la letteratura, ma buon peso ce l'hanno anche la componente paranormale e la violenza. Il pezzo forte di questo libro è probabilmente l'elemento dark che si manifesta nella pratica di riti truci e spesso molto pericolosi gestiti dalle varie “Case” di Yale. Le Case del Velo sono otto, società segrete dedite ad attività occulte di ogni genere, mentre la Lethe è la società che si occupa di supervisionare i riti di ognuna e fare attenzione che tutto fili secondo le regole e nulla vada storto. Il Velo è ciò che divide il mondo dei vivi dal mondo dei morti, ma ogni tanto capita che qualcosa al di là del Velo lo oltrepassi. Molti morti vagano nel mondo dei vivi, senza che questi li vedano, sono attirati dalla vita, dal sangue, mentre tutto ciò che riguarda la morte riesce a tenerli lontani. Alex li vede da sempre. Per lei sono semplicemente gli Invisibili, la terrorizzano, ma se li ignora loro ignorano lei (non sempre, però, a quanto si scoprirà). Alex ha avuto a che fare con il soprannaturale sin da piccola. Ne ha passate tante, prima di abituarsi a quelle presenze intorno a lei, anzi non si è mai realmente abituata. Non sa perché solo lei può vederli, come sia possibile, ma provare a parlarne con qualcuno potrebbe non essere la soluzione migliore. Così impara ad andare avanti per la sua strada, nonostante la morte le cammini letteralmente di fianco e sopporterà di tutto, anche episodi violenti vissuti sulla propria pelle, fino a quando non arriverà il giorno in cui la sua abilità le sarà utile, il giorno in cui riuscirà a controllarla e a difendersi. La Lethe infatti la recluterà offrendole una borsa di studio a Yale, ma in realtà c’è un diverso intento dietro. Grazie alla sua capacità di vedere i Grigi - così si chiamano i fantasmi che ha sempre visto - affiancherà Daniel Arlington (Darlington) nel controllo dei riti delle Case del Velo. Sarà la sua Dante e, proprio come il noto poeta, avanzerà nei meandri di un inferno in Terra guidata solo dal suo tutore, il suo Virgilio, Darlington. Lui le insegnerà tutto ciò che c’è da sapere sulle Case, sarà mentore impeccabile e adorabile spina nel fianco, ma quando sparirà misteriosamente, Alex si ritroverà con molte responsabilità sulle proprie spalle, tra cui anche l’indagine della morte di una ragazza che pare condurre proprio alle Case. Abituata all’inferno, non è felice all’idea di rivivere situazioni spiacevoli e di doversela cavare da sola, ma farà del suo meglio per risolvere il caso e per ritrovare Darlington.
Non posso dire che questa storia mi abbia tenuta con il fiato sospeso, perché non è stato sempre così o non sarei stata in grado di abbandonare il libro. La prima parte, come vi dicevo sopra, è piuttosto confusionaria, sia perché la trama non scorre in maniera lineare, sia perché ci sono molte digressioni che distraggono e rallentano la lettura. Superata però quella parte, e direi anche la metà, e addentrandoci maggiormente nei misteri del romanzo, è difficile non voler correre avanti e scoprire come andrà a finire, quindi il finale è decisamente più riuscito, ricco di rivelazioni, colpi di scena, azione, tant’è che è impossibile non divorarlo. Alex è una protagonista fuori dai generis e forse proprio per questo mi è piaciuta tanto, una ragazza che appare un po’ come un pesce fuor d’acqua nell’ambiente in cui viene inserita, per via del suo look e della sua impreparazione accademica, ma anche per il tipo di linguaggio che usa e per lo status sociale, un’eroina non canonica ma molto più autentica di altre protagoniste femminili; è anche l’unica ad avere più chance di risolvere il caso di Tara Hutchins per la sua estraneità al mondo delle Case e per il “legame” che ha con i Grigi. Certo, anche lei dovrà vedersela con regole non scritte e membri della Lethe che le staranno col fiato sul collo, ma il suo intento principale, quello unicamente di sopravvivere, riuscirà a portarlo a termine. Anche perché è una cosa che sa fare bene. Di Alex, infatti, si può dire di tutto tranne che non sia una sopravvissuta. Ha alle spalle esperienze molto negative che l’hanno segnata, ma è sempre riuscita a rimanere a galla, a cavarsela in un modo o nell’altro. Da fuori può sembrare una ragazza minuta e fragile, ma dentro di lei ha una forza impensabile, come un serpente letale capace di renderla pericolosa al momento opportuno. La metafora del serpente è molto importante in questo libro, non per niente ritroviamo il serpente anche in copertina. Si sa che è un animale anche capace di cambiare pelle e allo stesso modo Alex riesce a farlo. L’opportunità che le viene offerta dalla Lethe è per lei una nuova pelle, l’occasione anche di comprendere meglio alcune dinamiche del suo passato e di cercare di superarle. Ma non sarà così facile, perché con quegli esseri che hanno reso la sua vita un inferno dovrà ancora averci a che fare, dovrà collaborarci se vorrà salvare Darlington e, forse, sempre loro, potrebbero avere alcune delle risposte che sta cercando. E così Alex affronterà i suoi traumi e allo stesso tempo un percorso di crescita che la porterà a conoscersi più a fondo, a evolversi, mutare, difendersi, attaccare. Proprio come un serpente.
Altri personaggi che ho adorato, oltre Alex, sono Darlington e Dawes. Purtroppo Darlington non è così presente, è un protagonista ma non del tutto, visto che a un certo punto della storia sparirà, ovvero nella timeline del presente, però, per quel poco che ci viene mostrato, con anche un buon accenno al suo passato, mi è sembrato un personaggio degno di nota, devoto alla Lethe e alla letteratura, ma soprattutto al suo lavoro. È una persona zelante, colui che chiameresti per risolvere qualunque tipo di problema perché sai che avrebbe sempre la risposta a portata di mano. E così anche la Dawes, l’Oculus della Lethe, che in un primo momento mi era sembrata un personaggio un po’ ambiguo, di cui non fidarsi del tutto, ma che poi mi ha fatta ricredere e si è rivelata molto interessante, una buona alternativa a Darlington (sebbene non abbia il suo stesso carisma). Anche sul detective Turner spenderei qualche buona parola, perché lui in qualche modo rappresenta lo scetticismo e uno sguardo più cinico in mezzo agli altri direi che era necessario per compensare. Inoltre, ho adorato i botta e risposta tra lui e Alex. Oltre loro, troveremo molti altri personaggi, a mano a mano che conosceremo meglio le Case e i loro membri. Può risultare difficile ricordarli tutti, ma non così tanto. E se doveste avere problemi a rammentare le Case e le loro caratteristiche, possono aiutare le pagine finali in cui sono elencate tutte.
In definitiva, La Nona Casa non è stata una lettura facile, mi ci sono volute più riprese per riuscire a terminarlo e per apprezzarlo, ma posso dire che l’ultima lettura è stata davvero determinante, ho potuto leggere con più calma e addentrarmi meglio nella storia, comprendere le sue molte sfaccettature e ammirarne le atmosfere oscure (qualche trigger warning a cui fare attenzione: violenza, stupro, droga, omicidio). Lo stile di narrazione mi ha presa un po’ in contropiede ma, entrata in confidenza anche con quello, non mi è dispiaciuto, ha reso la lettura meno banale. È una storia con i suoi pro e i suoi contro, ma il modo in cui Leigh Bardugo è riuscita a dar vita a un intreccio tanto intrigante, a disseminare indizi sin dall’inizio e a far combaciare ogni dettaglio alla fine, non è da sottovalutare, mi ha lasciata con un senso di stupore che non mi sarei aspettata di provare. Darò 4,5 stelline solo per le traversie che ho passato con questo libro, ma è sicuramente meritevole di un punteggio massimo e non sarò più avara di così. Leggete questo libro, fatelo con calma, assaporatelo per bene, godetevelo perché saprà regalarvi emozioni inaspettate.
Fonte immagini: Pinterest
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