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martedì 29 agosto 2023

Recensione: "L'ospite perfetto" di Herbert Lieberman (a cura di Ms Rosewater)

Buongiorno, lettor* e ben ritrovat*! 
Avete trascorso delle buone vacanze estive? Alla fine anche noi di Coffee&Books abbiamo avuto bisogno di prenderci una piccolissima pausa, di staccare un po' da tutto, social compresi, per ricaricare le batterie. Adesso, però, siamo di nuovo prontissime a tornare in pista, a condividere con voi i nostri pareri su moltissimi libri. Speriamo, come sempre, possano piacervi ed essere spunto di riflessione e dialogo. Oggi ripartiamo con la recensione di un thriller, L'ospite perfetto, di Herbert Lieberman, che ha sorpreso la nostra Ms Rosewater positivamente. Scoprite cosa ne pensa e lasciateci un commento. A presto ;)

L'ospite perfetto
di Herbert Lieberman

Prezzo: 10,99 € (eBook) 19,00 € (cop. flessibile)
Pagine: 368
Genere: thriller
Editore: Minimum Fax
Data di pubblicazione: 14 gennaio 2022
Acquista su: IBS, laFeltrinelli (link aff.)

Albert e Alice Graves si sono appena trasferiti in campagna per godersi serenamente la pensione in una villetta circondata da alberi. Un giorno un giovane operaio, Richard Atlee, si presenta per la manutenzione della caldaia e i Graves lo invitano a cena. Nelle settimane successive in casa cominciano a sparire degli oggetti, e ben presto vien fuori che a rubarli è stato Richard, per arredare l'intercapedine che si trovano in cantina e nella quale si è insediato. All'inizio i Graves cercano di cacciare il giovane, poi provano ad accoglierlo, ma Richard non accetta l'offerta, rimane nascosto nel suo spazio angusto sotto la casa. È brusco, silenzioso, a tratti aggressivo. Comincia così un gioco al massacro che sembra non conoscere fine, nel quale il ragazzo diventa di volta in volta il figlio che la coppia non ha mai avuto, un perfetto estraneo, un angelo vendicatore, un messaggero divino.

Minimum Fax ha iniziato da qualche anno la pubblicazione dei romanzi noir e thriller di Herbert Liebermann: L’ospite perfetto è il più recente, uscito nel 2022, che ho acquistato e poi lasciato ad attendere (come spesso accade) sullo scaffale. Non conoscendo questo scrittore non sapevo cosa aspettarmi, ma qualsiasi idea mi potessi fare a partire dai risvolti di copertina si è dimostrata in qualche modo sbagliata. Parte del fascino di questo libro consiste proprio nella capacità di Liebermann di prevedere gli schemi e gli stereotipi che il lettore metterà in campo per cercare di anticipare gli avvenimenti, per poi muoversi sempre in una direzione diversa. I suoi personaggi, pur rappresentando un’America nota e in qualche modo cristallizzata, sono privi di atteggiamenti retorici e agiscono secondo una logica che può sorprendere, ma è comprensibile e universale, al di là della cultura di provenienza.

I coniugi Graves si sono trasferiti in una località di campagna a causa dei gravi problemi di salute di Albert; la loro vita è semplice, le giornate scandite dalla routine della pensione e ricche della bellezza della natura circostante. Ricevono la visita di Richard Atlee, un giovane operaio che si presenta per la manutenzione della caldaia. Dopo qualche giorno, dal sotterraneo della casa si cominciano a sentire dei rumori inconsueti e successivamente avvengono episodi domestici inquietanti. In breve i Graves scoprono che il silenzioso giovanotto che hanno appena conosciuto vive in un’intercapedine nella loro cantina.

Questa trama minima, carica di aspettative e presagi, si sviluppa soprattutto sugli stati d’animo dei protagonisti, attraverso la narrazione asciutta e precisa di Albert e dialoghi che restituiscono una tensione a tratti difficile da reggere, sempre in attesa di una svolta, drammatica, violenta. Lavorando per sottrazione l'autore costruisce personaggi che evolvono in modi inaspettati nel corso della storia, alternandosi nel ruolo di vittima e carnefice, in un rapporto drammatico. Se però Albert riesce a raccontare i propri pensieri e intuire quelli della moglie, non può fare altrettanto con Richard Atleee, definito da ciò che di lui non sappiamo piuttosto che da quanto ci è noto. È questa la forza che lo rende tanto pauroso quanto imprevedibile, espressa anche dal suo nome, pronunciato quasi sempre per esteso, come quello di un conoscente col quale non c’è confidenza e che non ha un ruolo nella vita della coppia.

Un posto, un nome, una famiglia di cui fare parte, è proprio quello di cui il giovane è in cerca: è un desiderio fuori misura, travolge i Graves e la loro vita pacata fatta di emozioni univoche, perbene, di sentimenti beneducati e tutto sommato innocui, impreparati a una fame di affetto e accettazione potente come quella di un bambino. Richard Atlee è una figura spaventosa, mistica, commovente, infantile, un imprevedibile Cristo incapace di salvare sé stesso. La sua sola muta presenza è in grado di modificare l’esistenza dei due coniugi, scuoterli dai loro rimpianti senili e obbligarli a fare una scelta.

Scopriranno a loro spese quanto la comunità che li ha accolti sia chiusa e inospitale verso coloro che ritiene diversi e quanto sia facile restare soli quando non si sta dalla parte “giusta”.

Herbert Liebermann costringe i propri protagonisti a misurarsi con i loro limiti morali, ponendo
ai due estremi Richard Atlee, il suo irragionevole idealismo e il suo bisogno di essere accolto, e la società adulta con le sue regole e i suoi compromessi. ” E adesso, cosa farete?” sembra chiedere ad Albert e Alice, presi dall’affetto per il giovane ma contemporaneamente incapaci di sopportare la sua richiesta d’amore.

Non mi addentro ulteriormente per evitare lo spoiler, vi dico solo che se dovessi fare una classifica dei libri letti nel 2023, per ora L’ospite perfetto sarebbe al primo posto. Se lo leggerete, dovrete scegliere anche voi, e non riuscirete a dimenticare Richard Atlee. 10 tazzine!
Ms Rosewater

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