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sabato 11 maggio 2013

Recensione: "Hybrid. Quel che resta di me" di Kat Zhang

Buongiorno amici!
Ho fatto le ore piccole, nei giorni scorsi, per finire un libro che mi ha preso tantissimo, "Hybrid. Quel che resta di me", di Kat Zhang, di cui la Giunti Y mi ha inviato una copia e che ringrazio tantissimo. Adoro il genere distopico, come sapete, ma purtroppo era un po' che non me ne capitava uno tra le mani. Questo romanzo è stato per me una benedizione... Ho avuto modo di riassaporare il genere e di farlo con particolare piacere.

Hybrid. Quel che resta di me
di Kat Zhang

<<Io e Addie siamo nate nello stesso corpo. Le dita spettrali delle nostre anime erano strettamente intrecciate prima ancora che cominciassimo a respirare.>>


Titolo originale: What's Left of Me
Serie: The Hybrid Chronicles #1
Prezzo: 14,50 euro
Pagine: 416
Editore: Giunti (collana Y)

In un futuro distopico, ogni persona nasce con due diverse personalità, due anime. Con il passare del tempo, in modo naturale, l'anima dominante prende il sopravvento e quella recessiva viene dimenticata, scompare come un amico immaginario che ci ha tenuto compagnia solo nell'infanzia. Il sopravvivere delle due anime dopo la pubertà è illegale e visto dalla società come un'aberrazione da correggere. Ma in Addie, nonostante i suoi sedici anni, è ancora presente Eva, la sua seconda anima ancora attiva. È proprio Eva la voce narrante che ci fa vivere le emozioni dal suo punto di vista. Rannicchiata nella mente di Addie, Eva interagisce con l'altra parte di sé: come due vere sorelle si amano, si proteggono, ma possono diventare anche gelose l'una dell'altra. Nonostante tutti i tentativi per difendere e nascondere l'esistenza della debole Eva, il segreto di Addie viene scoperto e le due vengono rinchiuse in un agghiacciante centro per ibridi non resettati. L'unico modo per sopravvivere entrambe è una fuga impossibile.

Quando lessi la trama di Hybrid per la prima volta, ciò che provai fu un leggero senso di angoscia. Un senso molto più acuito, una volta iniziata la lettura del romanzo. Pensavo che questo sentimento sarebbe stato talmente dominante da impedirmi di amare la storia, invece me ne sono innamorata indipendentemente, riuscendo a superare i vincoli claustrofobici in cui ci intrappola l'autrice ed apprezzandone ogni singolo, ammaliante risvolto narrativo.
Kat Zhang è un'autrice giovanissima che, nonostante sia al suo esordio, dimostra di avere un talento fuori dal comune e ci regala una storia non soltanto originalissima, ma anche profondamente toccante. La realtà descritta è una realtà alternativa, in un futuro distopico, in cui la gente nasce con due anime. Crescendo, una delle due anime, quella dominante, prende il sopravvento, mentre l'altra si perde per sempre, lasciando di sé soltanto un tenero, vago ricordo. Ma non sempre ciò accade. Vi sono dei casi in cui l'anima recessiva non intende abbandonare quel corpo, né la metà dell'anima a cui è legata. Questi individui vengono chiamati "ibridi" e sono considerati dalla società tremendamente pericolosi. Due anime in uno stesso corpo possono spingersi ad una lotta che può mettere a repentaglio la vita altrui, ecco perché viene portata avanti una vera e propria "caccia agli ibridi". Eva è la voce narrante di questa storia, lei è l'anima recessiva di un corpo "dominato" da Addie. Il loro è un caso molto particolare, poiché la stabilizzazione ha tardato ad arrivare, in realtà non ve n'è mai stata una, ma Addie e Eva hanno deciso di fingere sia avvenuta, in modo tale da non attirare troppa attenzione, da non destare sospetti. 

<<Non dovrei più esistere, ma sono ancora qui.>>

La prima parte del romanzo è, secondo me, la più interessante ed intrigante. Entriamo a piccoli passi nella vita di Addie/Eva, leggendo e vivendo insieme a loro i teneri ricordi d'infanzia, ricordi in cui le due anime vivevano serenamente. Ma questi momenti sono brevi, passeggeri, effimeri e si alternano a quelli attuali, quelli
in cui la convivenza non è più accettata e la tensione per il rischio che entrambe corrono, crea forte smarrimento e paura. Il segreto che condividono, invece di unirle, le mette in un'agitazione tale da farle scontrare spesso. Addie è quella più restia a lasciarsi andare, ad osare. Eva, invece, desidererebbe di più, oltre ad essere la spettatrice inerme di una vita vissuta da qualcun altro. Ecco perché, quando fanno amicizia con Hally e suo fratello Devon e si presenta loro la possibilità di un cambiamento, Eva coglie subito l'occasione per sfuggire da quella prigionia cui è costretta, per assaporare anche solo un istante di una libertà sognata e quasi insperata. Sono passi narrati con un incredibile tatto dall'autrice, che riesce a renderci partecipi di una gamma di sentimenti vastissima, i sentimenti di entrambe le anime. Sono talmente vividi e intensi, da non poter far altro che perdersi in quelle pagine, in quelle parole, di una bellezza genuina.

<<Il nostro corpo era incredibilmente vuoto. Cavo. Troppo grande. E non poteva essere altrimenti. Il nostro corpo aveva sempre contenuto due persone. Adesso ce n'era solo una.>>

Ho amato da morire la personalità "ribelle" di Eva, così come tutte quelle delle anime recessive. Il contrasto tra le due anime è reso in maniera semplice e autentica. Addie e Eva sono indissolubilmente legate, ma ciò non vuol dire che debbano sempre andare d'accordo. Ognuna ha dei sentimenti propri, sentimenti che riescono a percepire a vicenda. Non sono mai sole, mai. L'altra è sempre lì, in ascolto, vigile, a meno che non decidano di proposito di rintanarsi per un po' in un piccolo angolino isolato di loro stesse, lontano dall'altra. In realtà, mai veramente lontano. E' un rapporto strano quello di due anime in uno stesso corpo. Entrambe sono cresciute insieme, si sono affezionate l'una all'altra, ma condividere uno spazio ristretto, non poter far nulla senza che l'altra vi assista, è davvero angosciante.
Addie, nonostante sia l'anima dominante, mi ha dato l'impressione di essere anche molto fragile. La sua gelosia verso Eva, le sue paure, la sua ostinazione l'hanno resa ai miei occhi
tremendamente vera ma anche troppo insicura. Eva, invece, con la sua voglia di libertà, la sua tenacia nel cercare di raggiungere determinati traguardi, la sua sensibilità, è riuscita a scalfire il mio cuore, tant'è che speravo prendesse più spesso il sopravvento su Addie. Ho cercato di immedesimarmi in lei e ho trovato inquietante e soffocante il dover sottostare alle scelte di qualcun altro. Addie si muove, vede e parla anche per Eva ed è una sensazione fastidiosissima, oltre che crudele.

<<E per la prima volta la mente si riempiva di ricordi che erano miei soltanto.>>

La storia scorre fluidamente, la parte iniziale, come già detto, è la migliore. Sicuramente la novità dell'argomento e la curiosità nel cercare di scoprire cosa ne sarà dell'ibrido protagonista e dei suoi amici, riesce ad arrogarsi tutta l'attenzione del lettore. Ho trovato un po' più lenta la parte centrale, quella in cui Addie e Eva vengono portate alla clinica per la salute psichiatrica Nornand. In un susseguirsi di indolenti giornate, le protagoniste scopriranno cosa si nasconde dietro l'ambiguità di molti personaggi intorno a loro e
quale destino spetta a tutti gli ibridi ricoverati lì dentro. Mi ha resa irrequieta questa parte, ansiosa, e più procedevo nella lettura, più speravo in una sorte benevola per entrambe. Posso dire di essere rimasta molto soddisfatta per come si sono evolute le situazioni, per come si è giunti - anche se un po' troppo in fretta - alla conclusione. La storia ha un suo piacevole finale, niente di troppo "aperto", dunque, che possa far rodere il fegato al lettore nell'attesa del secondo capitolo. La parte romance l'ho trovata di una dolcezza unica, anche se un po' mi ha ricordato "The host" di Stephenie Meyer (non letto, ma visto al cinema). Eva che prova dei sentimenti per un'altra anima non può viverli liberamente senza turbare Addie... Una situazione complicata e trattata dall'autrice con grande garbo. Chissà come andrà a finire!

Anche se il romanzo sembra breve (non fatevi ingannare dal formato del libro:P), in realtà, è molto ricco! Ricco di sentimenti, indagati con precisione e delicatezza, ricco di riflessioni, ricco di azione. E' un romanzo che sicuramente vi resterà impresso e, non soltanto per la narrazione inusuale (leggere in prima persona plurale non è da tutti i giorni), ma anche perché la storia è impregnata di un significato recondito capace di toccare qualunque coscienza e di farci riflettere sul significato della vita e sulle sue innumerevoli bellezze, le piccole cose che sono quelle che dovremmo apprezzare di più.
Sono davvero curiosa di leggere il seguito. Questa trilogia distopica è, a mio parere, una ventata d'aria fresca nel panorama young-adult, ha portato originalità, fascino e mistero, ma soprattutto tantissima tenerezza. Grazie Kat Zhang e grazie a Giunti Y per averci dato la possibilità di leggere un'opera tanto speciale!

Once We Were (Kat Zhang)
Cover originale del secondo romanzo della serie "The Hybrid Chronicles"






5 commenti:

  1. Devo leggerlo anche io questo romanzo! è sul kindle... spero di farlo al più presto :)
    Bella recensione ^-^

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    Risposte
    1. Se anche tu come me sei un'anima sensibile, lo adorerai *_*

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  2. anche io sono rimasta conquistata dall'originalità del romanzo dalla dualità delle protagoniste, due persone completamente diverse in un unico corpo! bellissime le copertine originali, sopratutto con quella italiana!

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  3. Che bello, non vedo l'ora di leggerlo! Ce l'ho lì pronto, e senza colpi di testa sarà il prossimo in lista.

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  4. Sono sicura che piacerà anche a me, ho proprio voglia di leggere un bel dispotico!!!!
    Ho due libri da smaltire poi mi fionderò su questo!!!!

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