coffee_books

venerdì 15 ottobre 2021

Milk, Cookies&Books: libri a merenda - Shinko e la magia millenaria (a cura di Anna)

Buon pomeriggio! ^^
Oggi, per la rubrica Milk, Cookies&Books: libri a merenda, Anna ci parla di un libro uscito per Kappalab, "Shinko e la magia millenaria" di Nobuko Takagi, di cui esiste anche un film d'animazione. È una storia divertente, unica e originale che l'ha davvero colpita. Avrà trovato anche stavolta delle caratteristiche Passaporte? Leggete la recensione per scoprirlo ;)

Shinko e la magia millenaria
di Nobuko Takagi

Prezzo: 14,25 € (cop. flessibile)
Pagine: 264
Genere: fantasy per bambini, ragazzi
Editore: Kappalab
Data di pubblicazione: 16 settembre 2021

Shinko ha nove anni, una logica tutta sua, un nonno con cui condivide sogni e segreti, e, soprattutto un ciuffo di capelli ribelle capace di avvertirla quando sta per accadere qualcosa di particolare. È il 1955, trentesimo anno dell’Era Showa, e il Giappone punta alla modernizzazione pur rimanendo legato alle proprie tradizioni. E così, mentre i ciclomotori sostituiscono le biciclette, i manga di Astro Boy sono ormai più letti dei classici letterari, James Dean arriva al cinema con “La valle dell’Eden”, e la radio è ancora il mezzo di comunicazione principale, la vita si svolge ancora principalmente all’aria aperta, dove Shinko e i suoi amici possono soddisfare la loro voglia di esplorazione. Sia di luoghi, sia dell’animo umano. Da questo romanzo, il film d’animazione “Shinko e la magia millenaria” di Sunao Katabuchi, pluripremiato regista di “In questo angolo di mondo” e assistente alla regia di Hayao Miyazaki per “Kiki Consegne a domicilio” dello Studio Ghibli.

SHINKO E LA MAGIA MILLENARIA di Nobuko Takagi, Medaglia d'onore con Nastro Viola per meriti culturali e Ordine del Sol Levante per il contributo culturale in Giappone. E’ il trentesimo anno dell'era Showa, ovvero il 1955. Il Giappone si sta rialzando dopo la sconfitta della Seconda Guerra Mondiale, dopo il disastro di Hiroshima e Nagasaki e la crisi economica. Orientato alla modernizzazione e alle innovazioni provenienti dall’Occidente, il Sol Levante sperimenta il contrasto tra la necessità di guardare avanti e trovare il proprio posto in un nuovo mondo che si muove verso la globalizzazione e il desiderio di continuare a rimanere radicato al passato, alle proprie tradizioni antiche. In un piccolo paese rurale, tra distese di campi di grano dorato e risaie a perdita d’occhio, la piccola Shinko Aoki vive la sua avventura di crescere sulle sponde di un fiume dalla storia millenaria. Shinko ha nove anni, un carattere determinato, uno spirito da esploratrice, una logica di pensiero semplice e incontrovertibile, un cuore puro, un ciuffo di capelli che si rizza in testa smascherando così ogni sua emozione, una sorellina appiccicosa e un amore sconfinato per il nonno Kotaro, compagno di giochi, segreti e confidenze. La vita si svolge ancora principalmente all’aria aperta, nei prati e nella boscaglia, nei campi di grano maturo, lungo le risaie allagate, vicino al torrente che scorre tranquillo da secoli accarezzato dai cespugli fioriti. La magia di cui si parla nel libro non ha niente a che vedere con i racconti fantasy, le streghe e le fate, gli gnomi o i draghi. Non si parla di eventi mirabolanti, creature leggendarie, pozioni o incantesimi. La magia che permea Shinko e la magia millenaria è quella che nasce dal cuore, dai racconti familiari, dai ricordi del passato, dalle tradizioni e dalla storia di una antica civiltà, dalle favole che nonno Kotaro racconta alla nipotina nel loro luogo segreto, roteando il suo occhio di ceramica e dondolando sull’amaca formata dai rami intrecciati dei glicini, sospesa sopra il torrente.

“Shinko prediligeva i ragionamenti del nonno a quelli di chiunque altro. In caso di necessità, pensava, il nonno sarà sempre dalla mia parte, come io dalla sua.”

Ragionamenti che sono un misto di fantasia e realtà e che lasciano Shinko, e tutti noi lettori, rapiti dalla meraviglia della logica della semplicità.

Insieme alla sorellina Mitsuko e a Shigeru, figlio di raccoglitori, Kiiko, la bimba che viene dalla moderna città e dorme in un letto all’occidentale anziché nel futon, Hachiro il ragazzo della bancarella del pesce, Tatsuyoshi, figlio di un poliziotto suicida e Hiroko, una compagna di scuola, Shinko fa parte di un gruppo eterogeneo di amici appartenenti a diverse classi sociali, diverse età, diversa educazione, pronti a mettersi alla prova di fronte ai piccoli, grandi problemi della vita quotidiana.

Il romanzo è composto da 25 capitoli che narrano altrettanti aneddoti autoconclusivi ma legati dalla magia dell’amicizia, dell’amore familiare, dalla magia della natura che domina e regola il ciclo della vita, della religione e della superstizione.

È davvero uno spasso seguire i pensieri della piccola Shinko che scopre la realtà e la interpreta con un intuito e una ingenuità tutta sua, che si interroga su ogni piccola nuova scoperta dandosi autonomamente delle risposte semplicemente disarmanti. Shinko fa sorridere il cuore dalla prima all’ultima pagina. E poco importa se, immedesimandosi nei pensieri e nelle emozioni di una bimba di nove anni, un giorno si deve affrontare l’addio di un amico e un altro giorno il compito di matematica, se un giorno si deve comprendere lo straziante dolore di un lutto e un altro andare al cinema per la prima volta e innamorarsi di James Dean. Poco importa se la vita pone di fronte, con la stessa intensità, a un tifone distruttivo, alla toccante visita al Museo della Pace commemorativo dei defunti di Hiroshima, alla grave malattia del nonno, di fronte alla sparizione della sorellina, a un drammatico suicidio e insieme fa sperimentare una divertente corsa in bicicletta, l’ascolto di programmi radiofonici moderni, la lettura dei primi fumetti manga e la degustazione di un hamburger americano nel primo fast food della zona.

“Shinko che ne diresti di andare al ristorante Kanayama a mangiarti un hamburger con Shigeru? Disse nonno Kotaro… Vai a controllare se gli hamburger sono qualcosa di buono o no… Ma io vorrei andarci con te nonno, non con Shigeru… No, io non ho nessuna voglia di mangiare un hamburger, ma tu e Shigeru appartenete al futuro e dovete assaggiare uno”.

Ogni momento della vita può essere contemporaneamente una gioia e una tragedia, una sfida e una vittoria, fonte di paura e di coraggio.

Shinko e la magia millenaria ci fa innamorare di una compagnia di bambini mossi dalla forza di volontà, dalla curiosità e dal desiderio di affrontare ogni esperienza e superare ogni difficoltà con energia ed entusiasmo. Di fronte a qualsiasi dubbio e difficoltà Shinko riflette per un momento e poi agisce in base alle parole scientifiche del padre:

“Quando ci si trova a non sapere che fare, è meglio verificare per bene con i propri occhi… non bisogna crederci finché non abbiamo controllato noi stessi”.

E a questo saggio insegnamento Shinko somma il consiglio dell'amata dottoressa della scuola Hizuru:

“Ci sono molte cose che non possono essere comprese solo tramite l’osservazione… a volte è necessario darsi lo slancio e fare una scelta”.

Ne conseguono ovviamente aneddoti davvero comici e parecchi guai per la protagonista. Esilarante è l’episodio in cui Shinko e Shigeru corrono all’ospedale dopo l’incidente del nonno investito da un motorino e si imbattono nell’hobbytorio, che in realtà però è l’obitorio, sorprendendo il lettore con un simpatico dibattito tra bimbi sul concetto di morte. Un concetto che ricorre spesso nel romanzo ma senza drammi, sempre visto con lo sguardo concreto e realistico dei bambini che alla velocità della luce sanno reagire alle lacrime con il sorriso.
Divertente è la descrizione delle sorelline che a casa Kiiko si divorano una scatola di sconosciuti dolcetti per poi scoprire tra le risate, ubriache, che erano cioccolatini ripieni al liquore. Invece di essere punite vengono invitate a portare fiori, preghiere e scuse a Budda.
Veramente spassosa è anche la fuga da casa di Shinko dopo una sonora sgridata della mamma che in preda alla rabbia le grida: “Ti darò solo uno sho di riso, prendilo e vattene da questa casa! Mamma Nagako riverso’ il riso in uno zaino e lo gettò in veranda... rientra solo quando avrai ritrovato un po’ di sincerità!”. Ovviamente la mamma intendeva dire a Shinko di non presentarsi a tavola per la cena, ma la bimba comprende l’ordine in senso letterale e convinta di non avere mentito decide di andarsene di casa. Tra monologhi interiori di addio melodrammatici, borbottii di pancia causati dalla fame e la ferma certezza di avere agito a fin di bene Shinko ci strappa delle grasse risate quando a tarda sera viene ritrovata dalla mamma preoccupatissima che la stava cercando e a testa alta, gonfia di orgoglio (e anche di lacrime) “si diresse verso casa facendo risuonare di proposito le ciabattine di gomma”.

Un divertente e delicatissimo romanzo semiautobiografico di Nobuko Takagi
in cui la semplicità delle emozioni e dei sentimenti dei bambini e l’autenticità della natura si intrecciano “accompagnati dalle nuvole che si spostavano lentamente… e dall’acqua del fiume che continuava incessante la sua corsa.”

Shinko e la magia millenaria è un libro così originale che non ho trovato nessuna “passaporta”, nessuno di quei portali magici che solitamente trovo tra i romanzi che amo e attraverso i quali le storie si legano l’una con l’altra grazie a somiglianze, dettagli e richiami. Nessuna “passaporta”….fino alle ultime pagine del libro, in cui Shinko, rimasta sola in casa, si mette a frugare furtiva nella camera col tatami e a curiosare dentro al grande armadio in cui vengono chiusi tutti gli oggetti che i bambini “non possono trovare interessanti”! Ed eccolo lì, nascosto in un armadio, come in “LE CRONACHE DI NARNIA” di C.S. Lewis, il mio portale magico! Cosa trova Shinko nell’armadio proibito? Un vecchio libro del nonno… la favola di “BARBABLU’” di Charles Perrault. 

Ed ecco che Shinko si nasconde chiudendosi nell’armadio e si immerge nella lettura da cui viene come risucchiata, un po’ come succede al piccolo Bastian, protagonista de “LA STORIA INFINITA” di Michael Ende, talmente coinvolto dal racconto che finisce con il ritovarcisi dentro. Così Shinko legge Barbablù a voce alta per tutti noi che a nostra volta leggiamo di lei che legge Barbablù... una storia nella storia! Se non è questa una passaporta…

Da Shinko e la magia millenaria è stato tratto l’omonimo lungometraggio animato diretto da Sunao Katabuchi, allievo di Hayao Miyazaki. Colori spettacolari, disegni da capolavoro, il lungometraggio si concede la licenza di creare una sottotrama di pura fantasia al romanzo, aggiungendo così uno sfondo di reale magia alla magia che invece nel libro è una pura e poetica metafora. Nel film i bambini appaiono più maturi rispetto alla descrizione nel romanzo e perdono i loro dettagli umoristici che invece la scrittrice sottolinea nei dialoghi e nei pensieri logici, comici e incredibilmente spontanei, in particolare di Shinko e della sorellina. Il film porta in primo piano, insieme a Shinko, il personaggio della bimba Kiiko, arrivata dalla città di Tokyo, infelice per la mancanza della madre morta quando era ancora piccolissima e in difficoltà nell’inserirsi nel nuovo ambiente rurale. Le due bimbe diventano migliori amiche a dispetto dei loro caratteri opposti e insieme sono le protagoniste di alcuni degli episodi più rappresentativi descritti nel libro ma soprattutto, e questa è la fondamentale differenza dal romanzo, condividono la fantasia della storia passata di una principessa che viveva in una lussuosa dimora nell’antica capitale di mille anni prima. Bellissimo il libro e incantevole il film di animazione. Ve li consiglio!

A presto!


Anna


Photo credit: @anna_bookfantasy

Si ringrazia la casa editrice Kappalab per la copia omaggio fornita in cambio di una recensione onesta.

Nessun commento:

Posta un commento

Commentare non costa nulla!:) Lascia pure il tuo commento, sarò felice di risponderti;)

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...