Buongiorno, lettori! ^^
Oggi entriamo nel mondo dei lupi mannari con la recensione di Eleonora dedicata all'ultimo libro della Winter Fe' Saga di Ilaria Varese, "Stella della Notte". Una serie di grande successo e molto apprezzata dai lettori. Se siete curiosi di saperne di più a riguardo, leggete la recensione che segue e non dimenticate di lasciare un segno del vostro passaggio e del vostro apprezzamento ;)
Stella della Notte
di Ilaria Varese
Serie: Winter Fe' Saga #4
Prezzo: 9,99 € (eBook) 18,90 € (cop. flessibile)
Pagine: 472
Genere: urban fantasy
Editore: La Corte Editore
Data di pubblicazione: 8 Luglio 2021
Quando atterra a New York sotto il falso nome di Joy Forrest, Gwen è convinta che la sua vita sia ufficialmente finita. Ospitata in gran segreto da un vecchio amico di suo zio per sfuggire all’FBI, quell’appartamento di Manhattan diventa la sua prigione personale, una torre dalla quale non le è concesso di scendere mai. Finché la situazione precaria scatenata dall’incidente di Pasadena non precipita. Le prove sull’esistenza dei licantropi sono schiaccianti ed è ormai chiaro a tutti che non si tratta più di se ci sarà una rivelazione della dimensione sovrannaturale, ma di quando. Cosa succederà nel momento in cui gli esseri umani prenderanno coscienza di vivere a stretto contatto con delle creature potenzialmente pericolose? Che le piaccia o no, Gwen è chiamata a fare la sua parte per scongiurare il peggio, perché chi meglio di lei, che appartiene a entrambi i mondi, potrebbe conciliare specie così diverse? In questo quarto volume della Winter Fe’ Saga, con la metropoli più celebre d’America a fare da sfondo, nuovi personaggi si posizionano sulla scacchiera per affrontare la battaglia mediatica più sconvolgente della storia, un gioco di mosse e contromosse che determinerà le sorti dell’intera comunità sovrannaturale e il destino delle persone che amano. A Gwen la scelta: arrendersi e fuggire via, oppure iniziare a credere in se stessa e diventare il simbolo di una lotta rivoluzionaria.
Prima di tutto: se non avete letto ancora gli altri libri, FATELO, ma attenzione a questa recensione, potrebbe (del tutto involontariamente) contenere indizi sui capitoli precedenti.
Detto ciò io vi ho avvisati e pronti o no adesso si comincia.
Premetto dicendo che seguo questa saga quasi dall’inizio, dopo averla scoperta totalmente a caso girovagando per i meandri dei vari siti internet (Instagram e Amazon) dove veniva caldamente consigliata e adesso la Winter Fe’ è una di quelle serie di cui attendo i libri con maggiore trepidazione. “Stella della notte” a mio parere si può considerare un punto di svolta nella saga, da questo libro infatti si comincia a fare sul serio. Mi spiego: nei primi tre volumi l’autrice ci fa conoscere Gwen, conosciuta anche come Winter Fe’ dalla comunità lupesca, la sua famiglia, il suo branco, i vari personaggi che ruotano/ronzano intorno a lei (credetemi ce ne sono un bel po’) e tutti i retroscena che li legano gli uni agli altri, ovviamente introducendoli con i fuochi d’artificio (non sempre in senso buono). In quest’ultimo libro invece l’azione si sposta su una scala più ampia che coinvolgerà non solo la protagonista e quelli che le sono più vicini, come è successo per i titoli precedenti, ma l’intera comunità mannara degli Stati Uniti e questo la costringerà attraverso un processo introspettivo che sono convinta sia solo all’inizio e che rappresenta il vero punto di svolta, la storia d’amore c’è ma è marginale rispetto agli altri libri, soprattutto rispetto al terzo, qui il vero punto focale è lei, in tutti i sensi. Gwenfyr Winter Fe’ Flannigain è una ragazza sanguepuro, nata cioè da due licantropi, con delle particolarità, pur avendo molte caratteristiche che la accomunano ai membri del suo branco lei non può trasformarsi in lupo, non ha una forza sovrumana ed è pure miope (cosa per niente comune nella comunità mannara), per aggiungere il danno alla beffa inoltre è l’unica sanguepuro esistente ed esistita ad essere nata dal grembo di una mannara mentre era nella sua forma di lupo, fatalità proprio durante il Winter Fe’, la notte più importante dell’anno per tutti i mannari; dunque quello che era considerato una sorta di miracolo (la sua esistenza/nascita) si è trasformato in una “pubblica gogna” al momento della sua mancata trasformazione. Anche se circondata dall’amore e dall’affetto della sua famiglia e della sua comunità Gwen vive comunque una vita di “diversa tra i diversi” non è totalmente umana e quindi può integrarsi completamente tra gli uomini, andando a vivere per conto suo al di fuori della comunità, e non è del tutto lupa per cui non può far parte di ogni dinamica del branco benché ne necessiti la presenza costante intorno a lei.
In questo quarto volume ci troviamo a New York e Gwen ha a che fare, come al solito (se avete letto o leggerete gli altri libri capirete perché), con uno spietato e perpetuo concretizzarsi della legge di Murphy, questo obiettivamente darebbe non poco filo da torcere a chiunque figuriamoci poi a lei che ha alle spalle una situazione e un passato non proprio rosei. Ciò che blocca Murphy dallo scatenare appieno tutta la sua potenza è la comparsa di nuovi e intriganti personaggi sulla scena, dimentichiamoci pure tutte le nostre vecchie conoscenze dei capitoli precedenti, loro non faranno che sporadiche apparizioni. Il primo e più importante dei nuovi introdotti è Stephen, leone mannaro, giornalista di grido e vincitore di un premio Pulitzer (lui spera anche in un secondo), poi c’è Andrew, giovane vampiro procacciatore di scoop per Stephen, che diventeranno rispettivamente, il primo, una sorta di coscienza esterna di Gwen, oltre che incaricato ufficiale della sua incolumità e sicurezza con cui si creerà un legame indissolubile, il secondo, un inaspettato amico e confidente. Faremo poi la conoscenza con il branco di leoni di New York, la famiglia di Stephen e con alcuni esponenti del branco dei lupi il cui alpha è un personaggio che fa storcere parecchio il naso: Zachary Dunn. Le prime due new entry mi sono piaciute in modo particolare, sia per il rapporto che c’è tra loro sia per quello che si viene a creare con la nostra sfortunatissima e incasinatissima protagonista. Il personaggio di Stephen è caratterizzato da un forte senso di lealtà verso coloro che ama, uno spiccato senso della realtà (che molto probabilmente ha sancito la sua ascesa nella carriera di giornalista) e da una notevole abilità di stratega che si manifesta nella preparazione di infallibili piani d’azione curati nei minimi dettagli, completi di eventuali piani B, C, D ecc., e nella capacità di gestire situazioni impreviste con notevole aplomb; Andrew invece è un tenerone a cui non si può non affezionarsi che, fin dall’inizio, tenta di ragionare ed instaurare un rapporto quantomeno civile con Gwen nonostante i suoi decisi pregiudizi, riuscendoci grazie ad una paziente logica e ad un costante buonumore, il suo personaggio rivela però dei lati profondi che lo portano ad empatizzare, ad aprirsi e a far aprire la nostra riottosa protagonista; lei infatti, proprio grazie a Stephen e Andrew, in questo libro imparerà ad affrontare i suoi demoni, a non lasciarsi scoraggiare nelle situazioni difficili (eufemismo del secolo), ad andare avanti a testa alta e ad accettarsi per quella che è in barba a tutti coloro che la denigrano, in poche parole cresce.
Anche gli altri personaggi che incontreremo nel libro lasciano il segno in bene, in male o in confusione come ad esempio l’alpha dei Lupi, lui come personaggio è stato costruito in modo un po’ destabilizzante, non si riesce a capire se sia totalmente fuori di testa o solo parzialmente, se faccia solamente paura, se infastidisca parecchio il suo prossimo e basta o tutto insieme insieme (spoiler: è un mix) ma al di là del giudizio del lettore anche lui dà un importante, a dir poco, contributo alla storia. Quest’ultima proprio grazie al continuo susseguirsi di attori che partecipano più o meno attivamente, a situazioni che lasciano noi poveri disgraziati lettori con espressione un po’ stravolta e sconvolta e con i sentimenti distrutti (in modo totalmente positivo sia chiaro) insieme ad uno stile di scrittura accattivante fanno di questa serie una vera e propria manna dal cielo di ottovolanti emotivi, assolutamente adatta a chi piacciono le storie da fiato sospeso e assolutamente ossessionante per i seguiti ogni volta che si finisce uno dei libri.
Unica pecca, c’è una situazione che non mi ha convinto fino in fondo e dove non ho capito molto la scelta che l’autrice ha deciso di adottare nel comportamento di Gwen che mi è parso un filino troppo sbrigativo e/o non del tutto comprensibile (sono ancora confusa a riguardo) ma, ahimè, in questo caso chi leggerà vedrà, che altrimenti è spoiler.
P.S. il finale di Stella della Notte potrebbe sembrare un po’ troppo tranquillo, ma temo sia solo la quiete prima della tempesta.
Eleonora
Foto credit: @eleonoranicoletto
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