Buongiorno, lettori! ^^
Oggi Melz ci parla di una delle serie del momento disponibile su Netflix, ovvero Fear Street. So che molti di voi sono curiosi e qualcuno mi ha anche chiesto notizie in merito. Ecco, io non so se la guarderò perché non è il mio genere, ma se volete saperne di più Melz vi chiarisce ogni cosa nella sua recensione. Buona lettura e fateci sapere cosa ne pensate nei commenti ;)
FEAR STREET
Il mix tra Slasher e Horror che ricorda Scream e Venerdì 13
Fear Street (La strada della paura) è una serie di libri per ragazzi di genere horror dell’autore statunitense Robert Lawrence Stine nata nel 1989, ma è anche la trilogia di film ispirata a questi libri che vede come regista Leigh Janiack. I tre titoli sono disponibili sulla piattaforma streaming Netflix.
Da grandissima fan di Scream (film e prime due stagioni della Serie TV, la terza stagione non voglio nominarla nemmeno) non potevo certo astenermi dalla visione, gustando le similitudini e le differenze tra i due. Il meraviglioso cast poi mi ha convinta ancor di più. I film vedono come protagoniste Kiana Madeira (Trinkets), Sedie Sink (Stranger Things), Olivia Welch (Panic), Gillian Jacobs (Love) e una speciale partecipazione di Maya Hawke (Piccole Donne, Stranger Things).
Ma di cosa parla Fear Street? Ed è così diversa dai libri? La risposta alla seconda domanda è sì. I film sono semplicemente ispirati alla saga principale che in Italia ebbe scarso successo a causa dei più celebri Piccoli Brividi dello stesso autore. I tre film di Fear Street sono diversi e nettamente collegati tra loro, ma andiamo con ordine…
FEAR STREET PARTE UNO – 1994
La saga si apre nel 1994, tornando poi indietro nel tempo per la ricostruzione completa della storia negli anni successivi. Dopo un omicidio che sconvolge, per l’ennesima volta, gli abitanti di Shadyside, Deena (Kiana Medeira), suo fratello e i suoi amici scopriranno che tutte le disgrazie accadute nel luogo in cui vivono potrebbero non essere casuali e che proprio loro saranno le prossime vittime. Questo primo film ricrea perfettamente i tratti Slasher della saga (per chi non lo sapesse il genere Slasher è quello in cui un maniaco omicida dà la caccia a un gruppo di persone in uno spazio delimitato, la città in questo caso, munito di arma da taglio) e l’atmosfera degli anni ’90 soprattutto con l’aiuto della colonna sonora. Shadyside sembra essere sotto maledizione, i meno scettici credono che l’antagonista sia Sarah Fier, donna impiccata per stregoneria nel 1666 che prende possesso del corpo di varie persone, costringendoli a uccidere gli innocenti. Secondo la leggenda ella ha venduto l’anima al diavolo a cui deve delle vite umane in cambio dell’eternità. I rimandi a Scream sono forti e chiari a partire dalla scena di apertura: telefono che squilla nel silenzio, assassino che parla e successivo omicidio. La bravissima Maya Hawke è riuscita a farmi sentire forte e chiaro questa grande citazione a una delle mie saghe slasher preferite. Quello considerato tasto dolente per me è stato un punto di forza: l’assenza di Jump Scare (personalmente li odio), tutto procede in maniera frenetica e lineare, scopriamo la verità insieme ai personaggi e abbiamo paura con loro, senza la necessità di saltare dalla sedia.
FEAR STREET PARTE 2 – 1978
Il secondo capitolo ci catapulta assieme ai sopravvissuti del 1994 nel 1978, dove la protagonista e voce narrante è Ziggy (Sadie Sink), l’unica scelta del nemico a essere sopravvissuta ai killer. L’ambientazione è il Camp Nighwing di Shadyside dove i ragazzi di Shadyside e Sunnyvale trascorrono l’estate. Una notte, però, l’arrivo di un killer renderà quella l’estate peggiore della loro vita. Il killer è uno di quelli già visti nel primo capitolo. Ebbene sì, il secondo capitolo è ricco di risposte, una tra le tante è quella alla domanda: “chi è l’assassino col sacco di iuta in testa?”. Allo stesso tempo si saprà di più su Ruby Lane, anch’essa una dei killer già visti, e sulla leggenda di Sarah Fier. Un altro grandissimo rimando al 1994 è la differenza tra Shadyside e Sunnyvale (una ricca di atroci avvenimenti, l’altra una città perfetta) e nemmeno questa sembra essere più una coincidenza. Se il primo film somigliava molto alla saga Scream, qui l’atmosfera è diversa: è uno slasher, sì, ma ricorda tanto Venerdì 13. Vi dico anche che questo è il mio preferito dei tre! Anche qui c’è una totale assenza di jump scare, tranne che per una scena (almeno per me). Il sovrannaturale è più presente, le atmosfere decisamente più cupe, ma dai dettagli forniti sembra che, finalmente, i sopravvissuti del 1994 e del 1978 sappiano cosa devono fare per porre fine all’incubo, ma c’è qualcosa che manca…
FEAR STREET PARTE 3 – 1666
Il terzo e ultimo capitolo è diviso egli stesso in due parti: la prima, tramite la quale Deena rivive con i suoi occhi tutta la storia di Sarah Fier e la seconda in cui cercano di risolvere il tutto, alla luce della sorprendente verità. La parte ambientata nel 1666 è una storia struggente d’amore, di tradimento e di maledizione; il soprannaturale prende il sopravvento, è un horror vero e puro in un’epoca di bigottismo e rigore religioso. I volti dei personaggi sono quelli visti negli altri due episodi: gli attori sono gli stessi e quello nella storia vera non è il loro volto, ma Deena li vede così. Rivede in Hannah la sua Sam, nel fratello di Sarah il suo stesso fratello, in modo da rivivere lei stessa le emozioni della ragazza accusata di stregoneria. Nel villaggio si crede alla stregoneria, la colpa di ciò che succede è il peccato e ricade su Sarah, ma la verità non è quella apparente. Nella seconda parte, con la verità finalmente a galla, nel 1994 l’incubo deve avere fine. La seconda parte ricorda la prima, si torna allo slasher dai tratti sovrannaturali e la scena finale è degna del genere.
Fear Street è una saga godibile. Per me è stato tornare a i miei film slasher preferiti. Ho apprezzato anche la scelta delle date: il 1994 è vicino all’uscita del primo film di Scream (1996) e il 1978 vicino all’anno di Venerdì 13 (1980), quindi è ancora di più un omaggio alle due saghe. Ho trovato la recitazione abbastanza credibile e ho provato anche molta angoscia. Ci sono storie d’amore e d’affetto, tutto è lineare e niente è lasciato al caso. La consiglio a chi ama il genere.
Un saluto,
Melz
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