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giovedì 5 agosto 2021

Un libro per due: doppia recensione per “La casa di sale e lacrime", di Erin A. Craig

  Ben ritrovati carissimi Coffeeaholics adorati!
Come state in queste pazze giornate di caldo e sole? Siete già in vacanza? Noi qui al Coffee and Books non ci fermiamo mai, soprattutto ora che la famiglia si è allargata portando nel team nuove ragazze con progetti e idee innovativi. Se ancora non avete avuto modo di conoscere i loro pensieri, vi consiglio di recuperare le loro recensioni davvero interessanti e ben fatte. 
Io e Franci invece, come ogni mese ritorniamo su questi canali per parlarvi del libro scelto durante il sondaggio della rubrica Un libro per due, in cui mensilmente si decide una tematica e due libri da proporvi e da scegliere su Instagram. Dunque, per il mese di luglio il tema era il mare e/o i suoi abitanti, e il romanzo che ha ricevuto più voti, La casa di sale e lacrime di Erin A. Craig. Il libro è davvero qualcosa di particolare e pregno di mistero e arcani legati al folklore e al classicismo tipico delle dark tale ottocentesche. Ma bando alle ciance, vi lasciamo alle nostre opinioni.

La casa di sale e lacrime
di Erin A. Craig

Titolo originale: House of Salt and Sorrows
Prezzo: 7,99 € (eBook) 14,90 € (cop. rigida) - Disponibile anche in KU
Pagine: 324
Genere: dark fantasy
Editore: Fanucci
Data di pubblicazione: 30 Luglio 2020

Annaleigh conduce una vita riservata e isolata a Highmoor nella casa di famiglia sulle coste rocciose di Salten, con le sorelle, il padre e una matrigna. Un tempo erano dodici, ma ora un inquietante silenzio rimbomba nelle grandi stanze, dopo che quattro vite sono state interrotte. Ogni morte è stata più tragica della precedente: un'epidemia, una caduta fatale, un annegamento, un tuffo insidioso... E nei villaggi circostanti corre voce che la famiglia sia stata maledetta. Ossessionata da una serie di visioni spettrali, Annaleigh è sempre più convinta che le morti non siano state solo un incidente. Tutte le notti fino al sorgere del sole le sue sorelle partecipano di nascosto a balli scintillanti, strette in eleganti abiti di seta e scarpine luccicanti, e Annaleigh non sa se cercare di fermarle o unirsi ai loro appuntamenti segreti per scoprire cosa sta succedendo. Perché con chi, o con cosa, stanno davvero ballando? Quando il coinvolgimento di Annaleigh con un misterioso ed enigmatico sconosciuto si intensifica, dandole nuovi elementi per scoprire la verità su ciò che sta distruggendo la sua famiglia, inizia una corsa contro il tempo per sciogliere l'oscuro enigma che coinvolge le sue sorelle, prima che venga rivendicata la prossima di loro.

RECENSIONE DI MARIKA

Il titolo del romanzo, ovvero La casa di sale e lacrime, rappresenta totalmente il mood dell'intera storia che si presenta sin da subito come qualcosa di oscuro, misterioso, e criptico. Tutto comincia con i racconti di Annaleigh, protagonista e voce narrante che dà il benvenuto ai lettori al funerale di sua sorella maggiore Eulalie, uno spirito libero, un'anima estroversa che per motivi sconosciuti si è tolta la vita in una notte burrascosa. Ma questo è solo l'ultimo degli addii a cui ha assistito la protagonista, poiché prima è stata costretta a restituire al Sale sua madre Ava, e le sorelle maggiori Octavia ed Elizabeth, tutte morte in modo inaspettato. Ormai, nella tenuta di Salten, suo padre il Duca, Annaleigh e le restanti otto sorelle non fanno altro che vestire abiti scuri, e vivere in uno stato di perenne tristezza e agonia. L'unica invece a infischiarsene di tutto è la nuova moglie del Duca che, andando contro i costumi dell'isola, il giorno del funerale di Eulalie annuncia di essere in attesa di un bambino che potrebbe ereditare il titolo del padre, scavalcando ovviamente le sorellastre. Come se non bastasse poi, non contenta, la stessa si adopera affinché le giovani in età da marito possano fare il debutto in società attraverso balli e presenze nell'alta società, stravolgendo completamente il lutto familiare con abiti e atteggiamenti per niente morigerati. Annaleigh invece è rimasta seriamente turbata dalla morte delle sorelle e con lei la dodicesima figlia che si ritrova vittima di incubi terribili e visioni di fantasmi. La vita della  nostra protagonista, si dividerà in notti passate a danzare in mondi lontani insieme alle sorelle, ovvero in luoghi remoti che si trovano oltre una porta magica creata dal dio Pontus; e giornate in cui non riuscirà a trovare una spiegazione logica al suicidio di Eulalie e farà di tutto per lanciarsi in una serie di ricerche che la porteranno al porto di Selkirk dove conoscerà un uomo misterioso di nome Cassius che catturerà la sua attenzione. Attenzione che potrebbe vacillare nel momento in cui in città fa ritorno Fisher il migliore amico della protagonista, nonché suo primo amore. Riuscirà Annaleigh a spezzare la maledizione che si abbatte sulla sua famiglia e a trovare il vero responsabile di tutto? Personalmente ho apprezzato davvero tanto il modo dell'autrice di creare un retelling della fiaba de Le dodici principesse danzanti dei fratelli Grimm, mantenendo da un lato i toni tipici degli scrittori delle prime fiabe, con quel savoir- faire orrorifico che caratterizza un grand guignol di eventi apparentemente scintillanti, ma dalla natura obrobriosa; dall'altro svecchiando la narrazione con uno stile più semplice e diretto e un linguaggio per niente arzigogolato. 
Per quanto riguarda i personaggi, troviamo: Annaleigh, una protagonista che non è la classica ragazza ricca infiocchettata e con patimenti d'animo, ma al contrario si presenta come una giovane donna coraggiosa e determinata, nonostante il dolore per le sorelle perdute e una situazione gravosa sulle spalle. Le altre sorelle, appariranno come una variegata combriccola, e come giovani menti disposte a rifarsi una vita lontana dalle dicerie e dai continui attacchi legati alle sofferenze che incombono sulla loro famiglia. Per la controparte maschile invece, troviamo Cassius, che andrà oltre la maledizione, la cattiveria locale, e la nuvola funesta pur di rimanere accanto ad Annaleigh, posto occupato anche da Fisher, migliore amico della protagonista, nonché uomo per cui lei da sempre prova qualcosa.  Un'altra cosa che merita sicuramente di essere citata sono le tematiche che accompagnano l'intera vicenda: dai diversi modi per affrontare un lutto; alla tristezza e al devasto che una persona deve affrontare per la perdita di qualcuno di caro; all'amore inaspettato e travolgente; alle amicizie che in alcuni casi tentano di trasformarsi in altro; al sentirsi responsabile per il destino delle persone che ci rimangono accanto. 
In conclusione, La casa di sale e lacrime nonostante abbia qualche difetto legato al worldbuilding e al folklore dell'Isola non approfonditi, resta un romanzo - a mio parere - ben fatto tra scenari dark e una storia divisa tra mondi reali oscuri e luoghi remoti sognanti. 
Voto: 4 tazzine ricolme di caffè espresso al cioccolato fondente, perfetta miscela forte con retrogusto dolce.
******

RECENSIONE DI FRANCI

Buongiorno, lettori! ^^
Oggi finalmente io e Marika vi parliamo del libro letto insieme per la rubrica #unlibroperdue, La Casa di Sale e Lacrime, di Erin A. Craig. Devo dire che questo romanzo mi ha preso parecchio in contropiede, perché se da un lato ne ho apprezzato diversi aspetti, dall’altro alcune cose mi hanno fatto storcere il naso. Ho notato una netta differenza tra la prima parte e la seconda a livello di trama e, se la prima mi ha entusiasmato e piaciuta molto, la seconda l’ho trovata più affrettata e confusionaria. La Casa di Sale e Lacrime è un dark fantasy retelling della fiaba delle Dodici principesse danzanti, che io purtroppo non conoscevo e sono andata a leggermi. Ho apprezzato come l’autrice abbia reso l’atmosfera del romanzo magica e allo stesso tempo macabra (anche fin troppo macabra, in alcuni momenti) e forse questo è stato ciò che mi ha sorpresa di più in positivo. La storia inizia con un funerale, quello di una delle sorelle di Annaleigh. Da dodici figlie che erano, le sorelle Thaumas sono rimaste adesso in otto. Quattro sono morte per colpa di tragici eventi. Annaleigh, però, ha dei dubbi sulla casualità delle loro morti, sopratutto riguardo l’ultima sorella Eulalie che, a suo parere, è stata assassinata. Gli abitanti dell’isola in cui vive, invece, parlano di maledizione. Ma cosa c’è davvero dietro le morti così ravvicinate e premature delle sue sorelle? Nessuna di loro vuole pensare che realmente siano maledette, anzi persino il lutto continuo inizia a pesare. La matrigna annuncia di essere incinta e la bella notizia spera possa portare un po’ di luce e speranza a Highmoor, la dimora dei Thaumas. Così, approfittando della situazione, insiste perché nessuno di loro indossi più vesti nere da lutto ma tutti tornino alla normalità, organizzando persino balli e feste. Annaleigh sembra essere l’unica titubante, ma alla fine anche lei si adatterà, stanca come le sorelle di piangere ed essere triste. Questo però non vuol dire che dimentichi o metta da parte la sua idea che qualcuno ce l’abbia con loro e voglia ucciderle. Ecco perché i balli e le feste per lei saranno solo l’occasione per indagare su chi possa avercela con la sua famiglia, per scoprire il colpevole di tutte quelle morti. Nel frattempo, nella sua vita farà ritorno l’amico di infanzia Fisher, figlio della domestica, che lavora come guardiano del faro, e questo le sarà di grande consolazione. Ma anche la conoscenza del misterioso Cassius porterà a uno scompiglio di emozioni. Chi è il giovane dagli occhi blu conosciuto al porto? Perché non riesce a smettere di pensare a lui? Potrà fidarsi?
Tra balli segreti in maschera, indagini, strane visioni e morti inquietanti la storia si legge in maniera rapida e scorrevole
. Annaleigh è una protagonista buona e con un grande cuore, ma anche decisa. La sua caratterizzazione è più o meno interessante, ma è, purtroppo, mancante quella di altri personaggi, come ad esempio le sorelle, che ho fatto davvero fatica a distinguere (a parte la più piccola Verity, con i suoi schizzi macabri, e la più grande Camille, destinata ad ereditare Highmoor e per questo più che mai decisa a trovare marito). Anche Cassius non sono riuscita a inquadrarlo bene, per gran parte della storia mi è sembrato che l’autrice lo abbia lasciato fin troppo immerso nel mistero tanto da far dubitare il lettore di ogni sua mossa e questo lo ha reso poco credibile ai miei occhi. Scopriamo di più di lui verso il 70 % del romanzo e tutto in una volta dobbiamo immagazzinare una serie di cose che pare abbiano poco senso. Questo è anche dovuto al fatto che i dati che la Craig ci fornisce sul worldbuiding sono scarsi e poco approfonditi, soprattutto per quanto riguarda gli dei e le varie religioni. Tutta la seconda parte, come vi ho già accennato all’inizio, l’ho trovata un po’ confusionaria, ma non perché non si capisce dal modo in cui racconta l’autrice, ma piuttosto perché succedono troppe cose e tutte insieme, perché illusioni, incubi e realtà si mescolano dando al lettore un senso di smarrimento. Se da un lato adoro questo genere di cose (vedi il mio entusiasmo per serie come Caraval), dall’altro avrei apprezzato ci si focalizzasse meglio su degli elementi e non si mettesse tanta carne sul fuoco. Il risultato è un finale illogico con qualche dettaglio sfuggito qua e là (ho dovuto rileggere due volte per capire che fine avesse fatto un personaggio e, niente, non ci è dato sapere).
In definitiva, la storia mi ha preso molto e l’ho letta con trasporto (forse anche perché era da tempo che non leggevo un dark fantasy, che è un genere da me molto amato), ho ammirato le suggestive descrizioni di Highmoor, le atmosfere lugubri e inquietanti e tutto il mistero che ruota intorno alla famiglia Thaumas, alternati allo sfarzo e alla leggerezza dei balli. Non mi è dispiaciuto nemmeno il mondo creato dall’autrice, ma a parte Salten, ho trovato troppo superficiale e sbrigativa la descrizione degli altri luoghi, nonché delle varie divinità e culti. Probabilmente, essendo un autoconclusivo, non potevo aspettarmi di più, direte? Ebbene, ne ho letti diversi di autoconclusivi e penso che l’autrice, mettendo nel piatto qualche elemento in meno, sarebbe riuscita a star meglio dietro a tutti e approfondirli a dovere. Non boccio comunque il romanzo perché per molti aspetti è valido e intrattiene, ma avrei preferito qualche accorgimento in più (e qualche insta-love in meno). Leggerò comunque altro della Craig perché ha del bel potenziale e perché sui retelling mi sembra piuttosto originale (uscirà, sempre per Fanucci "Piccoli Favori", retelling di Tremotino). Voi avete letto questo romanzo? Vi è piaciuto? Fateci sapere nei commenti!
Voto: 3,5 tazzine di caffè per una storia ricca di fascino, a tratti sorprendentemente macabra, ma con qualche pecca.

A presto!
xoxo
Fonte immagini: Pinterest

2 commenti:

  1. Sono contenta che abbiate parlato di questo libro, secondo me immeritatamente passato sotto silenzio. Anche io ho molto apprezzato l'atmosfera macabra, anche se avrei apprezzato di più un maggiore approfondimento sulla mitologia e sulla religione

    RispondiElimina
  2. Appena ho letto le parole "dark fantasy", mi sono ricordata perché questo libro fa parte della mia wish-list! ^^
    Al momento mi interessa più questo di "Piccoli Favori", anche se naturalmente quella di Tremotino rimane sempre una gran bella favola :)

    RispondiElimina

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