Buon pomeriggio! ^^
Oggi nuovo appuntamento con Milk, Cookies and Books: libri a merenda, la nostra rubrica dedicata a bambini e ragazzi. Anche questa si tinge oggi di oscurità, con la recensione di una fiaba che forse non tutti conoscono così bene e che un po' di paura, a pensarci, fa. Si tratta di "Barbablù" e ce ne parla Anna, dimostrandoci quanto sia spaventosamente attuale. Fateci sapere se la conoscevate e se anche secondo voi è adatta al clima di Halloween.
Barbablù
di Charles Perrault (1697)
Alcune favole fanno paura.
Almeno nelle loro versioni originali, prima di essere state rese più decorose e adatte al pubblico di corte, prima di essere state romanzate per rivolgersi ai bambini, prima di essere state semplificate in colorati e romantici musical per il grande cinema.
I lupi sbranano brutalmente le nonne, le streghe avvelenano le fanciulle o le addormentano per sempre, le matrigne schiavizzano le ragazze segregandole, le piccole fiammiferaie muoiono di fame e freddo, i genitori abbandonano i figlioletti nei boschi, vecchiette apparentemente innocue rapiscono i bambini per divorarseli…
Le favole hanno sempre fatto paura.
Oggi si tende a puntare il dito contro i loro aspetti più macabri e horror. Si teme che i bambini possano rimanere traumatizzati dagli aspetti truci e dark delle fiabe, dagli argomenti scomodi e tabù o dalle somiglianze ben più orribili con le storie reali che vengono raccontate in TV. La maggior parte degli psicoterapisti invece sostiene che la paura sia una emozione naturale e sana e che, se accompagnata da un adulto in lettura condivisa, rappresenti per i bambini un eccellente percorso di formazione controllato e mediato. La favola è un mezzo da utilizzare per aprire dialoghi su paure, emozioni e inquietudini che altrimenti i bambini non riuscirebbero a esprimere. Un modo per imparare a gestire, insieme a degli adulti di riferimento, l’avventura di crescere in ogni suo aspetto, sereno o tragico, perché la paura fa parte della vita di tutti, anche dei più piccoli e per un bambino è importante saperla affrontare perché crescendo, accadrà di trovarsi in situazioni in cui dovrà cavarsela da solo. E poi, diciamocelo, i punti di “emozionante terrore” nelle favole, quelli più raccapriccianti, hanno sempre avuto molta presa sui bambini, abili esploratori e scopritori del mondo fantastico che c’è dietro le storie. Detto ciò, in questa settimana di Halloween, quale è la favola più terribile da raccontare per la buona notte?
Non ho dubbi: sicuramente BARBABLU’.
Barbablù fu trascritta da Charles Perrault nel XVII secolo nella raccolta Histories ou contes du temps passe’ precedentemente narrata nella versione manoscritta “I racconti di Mamma Oca” nel 1697.
C’era una volta un uomo tanto ricco quanto oscuro. Possedeva immense fortune ma aveva un carattere ombroso e dispotico e una inquietante barba blu che gli dava un aspetto spaventoso. Molte fanciulle che aveva chiesto in sposa lo avevano rifiutato. Si vociferava che fosse già stato sposato altre volte e che le mogli fossero misteriosamente scomparse. La più giovane di tre bellissime sorelle, oggetto del corteggiamento dell’uomo, dopo aver valutato i meravigliosi regali ricevuti e lo sfavillante futuro che si sarebbe affacciato all’orizzonte grazie ad un matrimonio così favorevole, concluse che dopotutto quella barba non era poi così blu e accettò la proposta. Le nozze furono celebrate con grande sfarzo tra eleganti feste da ballo, battute di caccia, banchetti sontuosi e inviti a palazzo di amici e parenti. Un giorno Barbablu’ annunciò a sua moglie che si sarebbe assentato da casa per affari. Le permise di invitare le sue amiche per non rimanere sola e le affidò le chiavi di ogni portone, forziere e sala del palazzo. Le intimo’ però categoricamente di non aprire, per nessun motivo, la porta dello stanzino nei sotterranei, altrimenti se ne sarebbe pentita amaramente. Mossa dal desiderio di esplorare la sua nuova ricca dimora e scoprirne le ingenti ricchezze, la fanciulla utilizzò tutte le chiavi del mazzo trovando in ogni sala meravigliosi gioielli, pregiato vasellame, sontuose stoffe e beni e preziosi da sogno. A notte fonda, quando le sorelle ospiti a palazzo dopo i festeggiamenti si ritirarono nelle loro stanze, la fanciulla rimase sola con i suoi pensieri e la sua curiosità: perché le era stato vietato di entrare nello stanzino? Quale segreto vi era nascosto? Non potendo resistere decise di aprirlo in gran segreto. Percorse silenziosamente le anguste scale che portavano ai sotterranei bui e sinistri e non appena fece scattare la serratura per magia la piccola chiave dorata si impregno’ di indelebile, orribile sangue. Quello che vide fu orrore… un grosso ceppo insanguinato, una scure affilata e numerosi corpi di donne decapitate. Terrorizzata la sposina pensò di fuggire ma proprio in quel momento il marito fece ritorno smascherandola. “Hai disubbidito e ti taglierò la testa, come alle altre donne che furono curiose come te.” A nulla valsero le lacrime e le promesse di non parlarne mai con nessuno, solo la morte avrebbe garantito il suo silenzio. Le concesse qualche minuto di solitudine e raccoglimento per una ultima preghiera prima dell’esecuzione. La giovane si affrettò a svegliare la sorella ancora ospite a palazzo per chiedere aiuto, con la speranza che i fratelli, che avevano promesso sarebbero venuti a trovarla a palazzo l’indomani, arrivassero in tempo per salvarla. Proprio quando Barbablù rabbioso tornò per vendicarsi, quando ormai tutto sembrava perduto, arrivarono i due cavalieri che lo uccisero. E la fanciulla fu salva.
Tremenda questa favola, non trovate anche voi?
Un matrimonio di convenienza senza amore né rispetto, segreti indicibili tra le mura domestiche, proibizioni e minacce tra coniugi, l’orrore di una verità da brivido, il terrore della prigionia e della imminente esecuzione. Molto è già stato detto sulla identificazione del reale personaggio celato dietro all’aspetto del signorotto arricchito di Barbablù, in molti hanno visto in lui il re inglese Enrico VIII che cambiò effettivamente sei mogli, alcune delle quali condannate a morte. Altri hanno paragonato Barbablù al francese Barone di Rais, detto appunto “Barbablù”, un ricchissimo proprietario terriero, di tenute e castelli, condannato per la tortura, lo stupro e l’assassinio di un grande numero di bambini. Il motivo dell’amante assassino, seduttore e predatore, possessore di oggetti magici, che attira giovani e belle ragazze per poi ucciderle brutalmente è già presente nella più antica tradizione folkloristica da cui le favole traggono spunto. L’elemento più terrificante di questa favola però non risiede nelle sue radici che affondano nel passato di una umanità rozza e animalesca, quanto piuttosto nella sua sconvolgente attualità, nell’essere una ignobile costante nella nostra società, lontana anni luce dal poter essere definita giusta ed evoluta. La trama di Barbablu’ somiglia moltissimo a quella delle innumerevoli serie tv di genere criminale - psicopatologico che ogni giorno affollano le nostre reti e che guardiamo ormai senza nemmeno più spaventarci, stupendoci poi del fatto che qualche persona “normale”, nel mondo “normale”, abbia avuto la follia di emulare gesta macabre e terribili così minuziosamente descritte.
La ferocia di questa favola risiede nel suo essere tremendamente presente ogni giorno intorno a noi, nei fatti di cronaca nera, nascosta non più a palazzo ma nella villetta dei vicini di casa, non più in un uomo arrogante e dall’aspetto brutale, ma spesso nel volto acqua e sapone del un bravo ragazzo della porta accanto. E se quando ero piccola questa storia non faceva poi più paura di quella di Biancaneve e i Sette Nani o di Cappuccetto Rosso era soltanto perché noi bambini eravamo ancora abituati a giocare al parco anche in inverno, frequentare gli amici e stare in compagnia, andare all’oratorio, dedicarci ad attività creative ai giochi di ruolo, a organizzare spettacoli e praticare sport e la TV non era il centro del nostro mondo, permettendoci di vivere un po’ più serenamente lontani dalle notizie tremende che oggi affollano qualunque canale di informazione accessibile ai bambini. E quindi Barbablù era per noi pericoloso quanto La Bestia, o Lupo Ezechiele o la Malvagia Strega dell’Ovest, lontano dalla realtà, rinchiuso tra le pagine del libro da cui non avrebbe potuto uscire se non attraverso la nostra immaginazione. Ma oggi è diverso, oggi siamo tutti a contatto quotidiano con incubi ben peggiori di queste favole e i bambini sanno cosa può succedere loro… ecco perché la favola di Barbablù è davvero tra le più terribili.
Le favole hanno sempre fatto paura.
Ma alcune fanno più paura di altre.
Barbablù è una di quelle.
Anna
Photo credit: @anna_bookfantasy
Bravissima Anna! �� Avevo un ricordo confuso di questa favola. Apprezzo moltissimo quanto detto riguardo ai taboo e al fatto che il dialogo portato dalle favole è molto importante per i bambini!
RispondiEliminaGrazie Reby! Il dialogo è fondamentale per i bambini di tutte le età! Da zero a 100 anni 🙂
RispondiElimina@anna_bookfantasy