Buon pomeriggio! ^^
Tocca adesso alla seconda recensione di oggi per le nostre "letture incrociate" o "gioco delle coppie". La lettura consigliata a Melz è stata "Il quinto figlio", di Doris Lessing, libro che l'ha sorpresa molto in positivo. Leggete la recensione e fateci sapere se conoscete l'autrice e questo romanzo ;) A presto!
Il quinto figlio
di Doris Lessing
Prezzo: 6,99 € (eBook) 7,65 € (cop. flessibile)
Pagine: 176
Genere: narrativa contemporanea
Editore: Feltrinelli
Data di pubblicazione: 2 luglio 2020
Un racconto di una famiglia lacerata dall'arrivo di Ben, il loro ferale quinto figlio. Quattro figli, una bella casa antica, l'amore di parenti e amici: la vita di Harriet e David Lovatt è un glorioso inno alla felicità domestica e ai valori familiari vecchio stile. Ma quando nasce il loro quinto figlio, un'ombra malata e implacabile viene proiettata su questo tenero idillio. Grande e brutto, violento e incontrollabile, il bambino Ben, "pieno di fredda antipatia", piange stretto al petto di Harriet. Nel prendersi cura del suo bambino appena nato, di fronte a un'oscurità e una strana sfida che non aveva mai conosciuto prima, Harriet è profondamente spaventata di ciò a cui ha dato vita...
Lisa ha scelto per me un’eccellenza. Doris Lessing è premio Nobel per la letteratura, sapevo già di potermi aspettare un gran bel romanzo, seppur non nel mio genere. Ma lo scambio serviva a questo, a uscire dalla nostra zona di comfort e l’ho fatto con immenso piacere. “Il quinto figlio” non è certo il libro che avrei scelto spontaneamente da leggere la sera prima di andare a letto soprattutto per la tematica pesante, era molto tempo che non leggevo un racconto così delicato, ma, alla fine, mi ha lasciato dentro sensazioni difficili da abbandonare. E questo è ciò che fa un buon libro.
C’è stato qualcosa, fin dall’inizio, nel suo modo di raccontare. Inizialmente sembra una storia come tante, la storia della nascita tra due persone a una festa a cui nessuno va di ballare, del loro matrimonio e dei loro sogni. Harriet e David hanno desideri normali e grandi. Soprattutto grandi. Una grande casa e una grande famiglia. I due vogliono avere almeno sei figli, ma dopo quattro arriva qualcosa di imprevisto, una gravidanza che sembra diversa. Harriet non si sente come le prime volte, è cupa, come se il suo fisico e la sua mente la stessero avvertendo di qualcosa. Sente per la prima volta suo marito distante, l’infelicità che si insinua nella coppia. Nessuno sembra darle appoggio, ma quando il bambino nascerà dovranno ricredersi: Ben è irrequieto, violento e aggressivo. Harriet lo trova persino brutto, diverso.
La situazione degenera a tal punto che David deciderà di rinchiuderlo e lei, autonomamente e di nuovo senza l’appoggio di nessuno, lo riporterà a casa, salvandolo da morte certa, infatti "istituto" è solo un modo carino per chiamare il posto dove i bimbi vanno e non tornano più. Harriet passerà il resto della sua vita a chiedersi il perché di quella creatura e chi possa essere, forse un alieno, un essere solitario in cerca solo di qualcuno che gli assomigli. Altro dubbio, e questo a mio parere giustificato, è quello di pensare Ben fosse una sorta di “punizione” per aver voluto troppo.
“La verità è che volevamo essere meglio degli altri, anzi eravamo convinti di esserlo!”
La storia di Harriet mi è entrata dentro in una sensazione di paura, mista a sgomento. È ovviamente una critica al tempo, alla società, all’accettazione del diverso. Ben è davvero strano, o è solo l’idea di normalità che ci siamo fatti a farcelo vedere così? Quello che Doris voleva trasmettere credo sia il dubbio continuo. Non si capisce mai davvero bene chi sia Ben e perché si comporti in un determinato modo. È davvero così, o il suo comportamento è dovuto all’austerità della famiglia?
Una domanda che mi sono fatta, poi, e che dà ragione alle mie ipotesi sovrastanti è: un genitore può davvero trovare un figlio brutto e strano? E se sì, chi decide cosa è bello e cos’è brutto? Sempre la società circostante. Ed ecco di nuovo la stessa questione!
Questa è un'opera piena di dolore e che fa sorgere tantissime domande. Non mi stupisce che questa autrice sia stata in grado di vincere il Nobel! Per quanto sia breve, è in grado di farti vivere le sensazioni assieme a lei: la paura, la lenta infelicità che si insinua nel loro matrimonio come un polipo con più tentacoli del normale e lo soffoca, i dubbi di Harriet che sono destinati a restare senza risposta.
Devo davvero ringraziare Lisa per avermi “costretta” a leggerlo, probabilmente non lo avrei mai fatto da sola e sono davvero contenta di averlo fatto.
5 tazzine piene, senza nemmeno pensarci!
Melz
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RispondiEliminaGrazie a te Melz, bella recensione, e non solo perché parli bene del libro. Doris Lessing era una donna straordinaria, col coraggio di affrontare temi difficili.
RispondiEliminaMs Rosewater