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giovedì 16 dicembre 2021

Recensioni: "Phantom Heart" di Kelly Creagh (a cura di Eleonora)

Buongiorno lettor*! ^^
Oggi una nuova, fantastica recensione per voi! Eleonora ci parla di "Phantom Heart" di Kelly Creagh, un retelling del Fantasma dell'Opera che le è piaciuto tantissimo, soprattutto perché le ricorda Roseblood di A.G. Howard, tra i suoi romanzi preferiti. Un dark fantasy/paranormale che sembra davvero imperdibile! Leggete la recensione e fateci sapere cosa ne pensate. A presto ;)

Phantom Heart
di Kelly Creagh

Prezzo: 8,06 € (eBook) 19,44 € (cop. rigida)
Pagine: 528
Genere: fantasy, retelling, paranormal
Editore: Viking Books for Young Readers
Data di pubblicazione: 17 agosto 2021
INEDITO IN ITALIA

Seventeen-year-old Stephanie Armand doesn't believe in ghosts or spirits. Despite her six-year-old sister insisting a masked figure is hiding in her closet, and the rumors at school, Stephanie isn't convinced her father's latest renovation project--a crumbling Victorian mansion--houses the soul of a monster. So when the very charming (and paranormal-obsessed) Lucas Cheney takes an interest in both Stephanie and her notorious home, Moldavia, the supernatural and romantic activity escalates to an all-time high. But then there's Erik-- the dashing British boy, seemingly from another era, who's taken up residence in Stephanie's nightly dreams. A boy who may have something to do with the man in the mask, and the strange occurrences taking place at Moldavia.

Girovagando per l’intricato mondo del bookstagram e dei reels libreschi mi è capitato sotto gli occhi questo titolo, Phantom Heart di Kelly Creagh. Già dalla copertina ho capito che avrebbe sicuramente avuto qualcosa a che fare con il celeberrimo Il Fantasma dell’Opera di Gaston Leroux e, da fan sfegatata quale sono del romanzo originario e da adoratrice di retelling, potevo esimermi dal leggere questo, a prima vista, intrigantissimo romanzo? Ovviamente no. Fortunatamente per me è stato amore sin dalle prime pagine (oltre che a prima vista), non so altrimenti se sarei riuscita a reggere la delusione.

La storia, narrata inizialmente da un doppio punto di vista, ci permette fare la conoscenza della famiglia Armand, composta da un padre, una sorella maggiore, Stephanie, di diciassette anni, una sorellina minore, Charlie di sei anni, e di Zedok, spirito/demone che infesta l’antica dimora in rovina dove la famiglia si è recentemente trasferita, conosciuta da tutti come la Moldova. Tutto parrebbe condurre ad una classica e semplice storia di fantasmi, ma così non è, in primo luogo perché le presenze presenti tra i protagonisti della storia non sono solo soltanto quelle di origine sovrannaturale, tra di esse infatti ce n’è una di ben più “pesante” data dall’assenza della madre delle ragazze, morta poco dopo la nascita di Charlie e la cui perdita sia Stephanie che suo padre non sono riusciti ancora ad affrontare, perdita che aleggia come una quarta persona tra i tre; e in secondo luogo perché il caro Zedok presenta una complessità “di spirito”, di condizione e di storia per nulla indifferente, che nel suo esplicitarsi coinvolge addirittura la struttura stessa della casa.

Il signor Armand ha un modo tutto suo per affrontare la morte della moglie, che consiste nello spostarsi da un paese all’altro, acquistare una casa dove lui e le sue ragazze si trasferiscono fino a quando non ne porta a termine la restaurazione per poi venderla e ricominciare tutto daccapo in un altro luogo. Questa volta però le cose sono un po’ diverse dal solito, la loro ultima dimora infatti è una casa dell’epoca vittoriana in evidente stato di lungo abbandono, circondata da un forte alone di mistero che riguarda la storia dei suoi ex proprietari (i Draper) e da una decisa aura inquietante, impressione avvallata dal fatto che nel giardino retrostante ci siano le tombe dei membri della famiglia originariamente proprietaria della casa e che la data di morte sia per tutti la stessa. All’interno della Moldova il tempo sembra essersi fermato alla notte in cui la tragedia si è abbattuta sulla famiglia Draper, se non fosse per un particolare inspiegabile per la mente giovane e pragmatica di Stephanie: nell’attico della casa, infatti, la ragazza ha rinvenuto degli spartiti musicali alquanto conturbanti, se i fogli infatti sono antichi e probabilmente risalenti all’epoca in cui la casa era abitata, l’inchiostro con cui qualcuno ha scritto la musica è decisamente recente e quel qualcuno sicuramente non è uno degli Armand; dunque chi può essere stato? A rispondere a questa domanda ci pensa Charlie, la sorellina di Stephanie, che riferisce che sin dalla prima notte uno spirito che infesta la casa le parla e le si manifesta attraverso la porta del suo armadio, presentandosi come un uomo mascherato con gli occhi brillanti, facendole delle domande e mostrandole un’altra versione della casa. Stephanie inizialmente liquida la questione come una semplice reazione della sorellina all’ennesimo trasferimento e soprattutto ad una casa un po’ insolita ma quando comincia a notare fatti che non tornano e le reazioni che ha la piccola Charlie in pieno giorno e apparentemente verso il nulla, preoccupata decide di chiedere un parere e delle delucidazioni ad alcuni suoi compagni di scuola e suoi amici che, ha scoperto, hanno formato una sorta di gruppo di Ghostbusters amatoriale, gli SPOoKy, e che la informano prontamente su tutti i retroscena della casa. Da qui in poi la presenza di Erik, lo spirito infestante, nella casa e nei sogni di Stephanie si fa sempre più marcata, prima con il “semplice” intento di allontanare la famiglia dalla Moldova e poi perché si viene a creare un profondo legame con la giovane inquilina; tutto ciò, però, porterà inevitabilmente ad una sequela di eventi che direttamente o indirettamente cambieranno per sempre la vita di tutti.

Parliamo ora proprio di Erik. Come il suo omonimo francese, anche lui è un’anima tormentata dal suo passato e dal suo presente, dai comportamenti sempre sul filo tra male e bene, con una fortissima affinità con la musica, in particolare con il violino ed il pianoforte, e così come il personaggio originale anche lui si nasconde dietro ad una maschera, o meglio, a delle maschere anche se, in questo caso, è per causa di una maledizione che incombe su di lui da una lontana notte del 1870 in cui è stato segnato il destino suo e della sua famiglia. Erik infatti, narrano le leggende che circondano la Moldova, era il primogenito della famiglia Draper; ricco e affascinante, su di lui si riversavano costantemente le aspettative riguardanti il suo futuro dei genitori e della società in cui viveva che però assomigliavano sempre più a delle soffocanti costrizioni. Per liberarsi dalle pressanti catene con cui si sentiva imbrigliato, Erik fondò un culto segreto che decretò definitivamente la sua rovina.

Erik, in questo romanzo rappresenta sicuramente il personaggio più complesso e allo stesso tempo affascinante della storia, noi lo conosciamo inizialmente come Zedok, il demone dalla faccia mascherata e gli occhi di luce che segue e spia i movimenti della famiglia Armand con lo scopo di farli allontanare dalla sua dimora per prevenire l’abbattersi della maledizione su di loro. Quello che veramente fa apparire questo personaggio fuori dal comune è il suo dispiegarsi di personalità, Zedok infatti non è uno solo, ma diversi spiriti, ognuno rappresentato da una maschera diversa associata ad un diverso tratto della personalità iniziale di Erik, e di volta in volta una delle maschere assume il pieno e totale controllo su di lui determinando i suoi pensieri e i suoi comportamenti, rimanendo però in contatto con tutte le altre maschere in una sorta di io collettivo, infatti è come se lui fosse allo stesso tempo uno e molti tutti insieme, e l’autrice pur mantenendo il POV singolo di Zedok riesce a caratterizzare meravigliosamente ciascuno di questi tratti, facendoli interagire tra di loro come personalità distinte ma facenti parte ugualmente della stessa struttura di base, creando così un personaggio fino ad ora unico nel suo genere e di una complessità stupefacente che si manifesta anche nei dettagli della sua maledizione.

Cos’ha questa storia in comune con l’opera di Leroux?
Beh, a parte le ovvie similitudini di Erik, ritroviamo il ruolo fondamentale che ricopre la musica, così come la voce angelica di Stephanie che richiama quella della sua controparte Christine Daaè, o ancora le atmosfere lugubri ma allo stesso tempo quasi da favola dark, in cui tutto richiama le magnificenze di passato che è ancora presente ma con i brividi tipici dell’horror, insomma i punti di contatto sono molti, ma come l’autrice ha saputo riscrivere la storia ha qualcosa di completamente nuovo e, se vogliamo dire così, ben lungi dall’essere il solito background trito e ritrito.

Un aspetto che mi è piaciuto molto è come l’autrice ha saputo creare e dispianare la maledizione, dai collegamenti che ha con la Storia e con le credenze dell’antico Egitto, sino alla sua messa in pratica nella sua efficace complessità che fa apparire il personaggio di Erik/Zedok vittima e (non più) carnefice, e che suscita sentimenti contrastanti tra i vari caratteri del libro. Altra menzione degna di nota è data proprio da questi ultimi, ognuno di essi infatti per quanto piccolo sia il ruolo che ricopre nel romanzo ha una sua rilevanza e un suo sviluppo completo all’interno della storia, in un modo che non sembra che ci siano personaggi principali e secondari ma che tutti vadano attraverso un loro percorso di risoluzione in cui non rimangono questioni irrisolte.

Ultima cosa meravigliosa di questo libro è sicuramente lo stile dell’autrice che cattura sin dalla prima pagina e si sposa a meraviglia con le atmosfere spettrali e spesso d’altri tempi del romanzo, un termine molto valido di paragone con lei è sicuramente costituito da A.G.Howard, autrice della serie Splintered e a sua volta scrittice del retelling del Fantasma Dell’Opera, nonché uno dei miei libri preferiti, Roseblood, i loro stili di scrittura infatti a mio parere si somigliano molto (non a caso la Howard ha letto e amato questo libro).

Dunque se amate storie cupe, tormentate, con personaggi grigi e complessi e soprattutto se amate A.G.Howard e/o Il Fantasma dell’Opera questo è sicuramente il libro che fa per voi, ah e non dimentichiamo le storie d’amore slow burn/enemies to lovers con possibilità di switch amorosi.
Eleonora



Photo credit: @eleonoranicoletto

1 commento:

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