Buongiorno, lettor*! ^^
Oggi ultima tappa del Review Party dedicato a Fable, di Adrienne Young. Nutrivo tante speranze verso questa lettura, ho atteso l’uscita italiana con trepidazione e finalmente ho avuto occasione di scoprire cosa si nascondeva dietro la bellissima copertina che mi aveva fatta capitolare.
Ringrazio la casa editrice per la copia digitale omaggio in cambio di un’onesta opinione.
Fable
di Adrienne Young
Prezzo: 11,99 € (eBook) 24,00 € (cop. rigida)
Pagine: 360
Genere: fantasy, young adult
Editore: Mondadori (collana Oscar Fantastica)
Data di pubblicazione: 23 maggio 2023
Acquista su: IBS, laFeltrinelli
Figlia del più potente trafficante dello Stretto, la giovane Fable ha conosciuto un solo luogo che possa chiamare "casa": una nave ormai colata a picco. Quattro anni prima ha visto la madre annegare durante una terribile tempesta; il giorno seguente il padre l'ha abbandonata su un'isola covo di furfanti. Per sopravvivere Fable ha dovuto imparare a badare a se stessa, senza fidarsi di nessuno e contando solo su ciò che sua madre le ha insegnato. A tenerla viva è il desiderio di lasciare l'isola, ritrovare il padre e rivendicare il proprio posto al suo fianco. Ad aiutarla nell'intento c'è West, un giovane mercante. Fable però si accorge presto che durante la sua permanenza sull'isola i nemici del padre e i rischi connessi alla sua attività si sono moltiplicati; e, come se non bastasse, West non è chi dice di essere. Ma la ragazza non ha scelta: se vuole rimanere viva, dovrà lottare insieme a lui contro pericoli ben peggiori degli uragani che flagellano lo Stretto.
Non ci girerò molto intorno: Fable non è stata il tipo di lettura che mi aspettavo. Ho avuto parecchia difficoltà con questo libro, soprattutto nella prima metà. Mi aspettavo una storia molto più avvincente, invece per gran parte del libro mi sono dovuta sorbire un sacco di termini nautici non indispensabili, facendo fatica a scorgere la trama. A lettura finita, non sono ancora sicura di averla compresa del tutto... ma partiamo dall'inizio.
Fable è stata abbandonata su una piccola isola dal padre, dopo che la sua nave, la Lark, è naufragata. Le lascia uno squarcio sul braccio e le chiede di sopravvivere, perché quando si rincontreranno potrà ottenere ciò che le spetta. Fable è sconvolta, soffre per questo abbandono e sopravvivere su Jeval non sarà affatto facile, da sola. Eppure, nonostante tutto, riesce a tenere duro e grazie anche alle immersioni, cosa in cui è bravissima, riesce a recuperare gemme che poi rivende e a tenersi così in vita. Il suo scopo è però racimolare abbastanza denaro per lasciare l’isola e andare a cercare suo padre. L’unico suo desiderio è ricongiungersi a lui e imbarcarsi sulla sua nave, far parte del suo equipaggio. L’occasione, un giorno, le si presenta quando chiede un passaggio a West, giovane capitano della Marigold, una piccola imbarcazione con un ridotto equipaggio. West non è assolutamente d’accordo, eppure alla fine cede e le consente di salire a bordo, ma nessuno sulla Marigold le renderà le cose facili. Fable è però abituata a resistere a tutto e nemmeno le peggiori umiliazioni e i segreti più reconditi le faranno cambiare idea. Ha solo bisogno di arrivare a Ceros e potrà abbandonare la Marigold per unirsi al padre.
Tutto questo non è ciò che accade nei primissimi capitoli ma tipo in metà romanzo, giusto per farvi capire quanto il ritmo della storia sia lento ed estenuante e quanto poco di davvero avvincente succeda. Nella seconda parte il romanzo si riprende un po’, sebbene, sia chiaro, non è sufficiente a salvarlo del tutto. Abbiamo modo di capire meglio Saint e le sue intenzioni quando ha abbandonato la figlia? Non esattamente. Non capisco proprio, poi, perché abbia dovuto ferirla per darle ciò che voleva darle ma anche perché si ostini tanto a tenerla a distanza, non ha forse sofferto abbastanza?. Il mondo che l’autrice ci mostra è un mondo che non fa sconti di nessun tipo, un mondo duro, crudele, pericoloso, in cui nulla è gratis e nulla persiste. Non c’è spazio per i sentimentalismi, non c’è spazio per l’amore. Se tieni a qualcuno devi nasconderlo perché sarebbe una debolezza troppo grande che potrebbe andare a vantaggio del tuo avversario. Eppure, Fable, nonostante conosca bene le regole, nonostante si sia adeguata al peggio, cercando con tutta se stessa di costruirsi un posto in quel tipo di mondo, sogna ben altro. Una famiglia. Un porto sicuro. Qualcuno di cui fidarsi. Troverà questo qualcuno in West e una famiglia nella Marigold, tra quei membri scostanti che inizialmente la prenderanno in giro ma che poi si affezioneranno a lei come lei a loro. Peccato che non sarà così facile ottenere certe cose e una volta mostrato il fianco qualcuno sarà pronto a colpire.
Fable è una storia che mi ha preso solo in parte e che poteva essere decisamente migliore perché il potenziale c’era sul serio. Si perde purtroppo in una quantità spropositata di termini nautici e momenti inutili e ci regala anche una protagonista poco attendibile che non sempre fa vedere ciò che succede. Ci mette a parte di conclusioni a cui è giunta solo lei senza mostrarci effettivamente come si è arrivati a quella conclusione. La stessa storia con West è fin troppo trascurata e non emoziona per niente, eppure per Fable ci sono stati sguardi e altre cose ma che non vengono mai mostrati. Lui che le guarda le labbra e le rivolge attenzioni sono cose mai successe, nella narrazione di Fable non compaiono, eppure poi le elenca come se fossero evidenti anche per noi. Questi, due dei difetti maggiori del romanzo, ma la lista potrebbe essere parecchio lunga. Se vogliamo parlare del rapporto padre-figlia, ad esempio, direi che è completamente inesistente. Saint non ha mai voluto nemmeno essere chiamato papà da Fable, la ferisce, la abbandona, lascia che se la cavi da sola in un luogo sconosciuto e quando si ritrovano le fa dono di un’eredità che è praticamente un’impresa suicida da ottenere. C’è da ringraziarlo? Lei dice di odiarlo per ciò che le ha fatto, ma qualche capitolo dopo dice l’esatto contrario, che non lo odia, non riesce a farlo, nonostante tutto. Coerenza, questa sconosciuta. Parlando degli altri personaggi, non dico che non mi siano piaciuti, anzi ho apprezzato molto Willa e anche gli altri della Marigold, ma sono davvero poco caratterizzati. West più di tutti, che dovrebbe essere l’interesse amoroso di Fable, meritava molto più spazio. Per gran parte del romanzo sappiamo così poco di lui che diventa quasi imbarazzante, poi di colpo il personaggio, da ermetico qual è, si apre e ci racconta tutto in una volta di sé. Mmm, ok, ma stai calmo! È proprio il ritmo della storia a fare acqua da tutte le parti, c’è qualche rivelazione buttata qua e là, ma non sono di quelle che ti fanno saltare sulla sedia e sono anche rivelate male, perché Fable, guarda caso, trae sempre da sola le giuste conclusioni anche quando non ci sono chissà quali indizi.
Quello che forse ho apprezzato davvero sono le atmosfere, anche se l’autrice avrebbe potuto renderle ugualmente credibili pur con la metà dei termini nautici ostentati. Mi è piaciuto viaggiare per mare, immergermi con Fable, passare da un porto a un altro, fare affari nelle botteghe polverose dei rigattieri. Ma avrei voluto ci fosse di più… una trama più solida, dei rapporti costruiti meglio, dei personaggi più approfonditi. È tutto abbastanza privo di attrattiva, poco dirompente. Non ci sono elementi che tengano realmente avvint* chi legge ed è un vero peccato, perché bastava qualche accorgimento in più. Si fa anche riferimento a uccelli marini e qualche altra bestia dei fondali ma restano solo riferimenti. Non c'è un reale tocco magico, non c'è abbastanza avventura, non c'è una parte romance che meriti. Solo accenni di tutto che però non rendono il potenziale del romanzo. Forse la storia avrebbe funzionato meglio se fosse stata standalone, sicuramente sarebbe stata meno dispersiva in certi punti. È una storia mediocre che avrebbe potuto essere molto originale ma che si perde in un bicchier d'acqua.
Fonte immagini: Amazon.it, Pinterest
Un vero peccato. Del resto l'opinione su questo libro è abbastanza condivisa e condivisibile
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