Buon pomeriggio, lettor*! ^^
Finalmente oggi riesco a parlarvi di Le navi d’ossa, di RJ Barker, romanzo fantasy portato in Italia da Elara, in collaborazione con Meridiana Zero di Odoya e la traduzione di Francesco Vitellini. Ho avuto alti e bassi in un primo momento con questo libro, ma da un certo punto in poi non sono più riuscita a metterlo giù, tanto mi stava appassionando. Le navi d’ossa è una storia epica, che ingrana lentamente e che regala azione, divertimento, momenti memorabili e personaggi superbi. Ho letto questo libro insieme alla mia amica d’avventura Francesca di La biblioteca di Zosma, perciò passate a leggere anche il suo attento parere.
Ringrazio la casa editrice e Francesco Vitellini per la fiducia e per la copia in cambio di un’onesta recensione.
Le navi d'ossa
di RJ Barker
Prezzo: 22,00 € (cop. flessibile)
Pagine: 528
Genere: fantasy, epic-fantasy
Editore: Elara, Meridiana Zero
Data di pubblicazione: 31 marzo 2023
Acquista su: IBS, laFeltrinelli
Da secoli le Isole Gaunt e le Cento Isole si combattono in una guerra senza tregua, scontrandosi nei vasti mari dell’Arcipelago Sparso su antichissime navi costruite con le ossa di draghi marini ormai estinti. I motivi di quell’ostilità si perdono nel passato più remoto, dove storia e leggenda si intrecciano. Joron Twiner non ha il privilegio di servire su una candida nave della flotta: per aver sfidato in duello l’assassino del padre, un umile pescatore, è stato condannato a solcare i mari a bordo del Tide Child, una nave nera, una nave dei morti. Al comando di altri condannati per vari crimini, Joron affoga nell’alcool l’incapacità, l’umiliazione e la paura che prova. La sua vita cambia quando l'audace e feroce dama di nave “Lucky” Meas reclama il comando del suo Tide Child. Sono entrambi reietti, eppure il fato ha in serbo altro per loro: un arakeesiano, un drago marino considerato estinto da secoli, è stato avvistato in acque lontane. Con un equipaggio di criminali ed emarginati, Meas e Joron si mettono sulle sue tracce: il drago è una preda troppo ghiotta e chiunque lo catturi non otterrà solo la gloria, ma vincerà la guerra. La migliore tradizione piratesca incontra la creatura fantasy per eccellenza, il drago, una creatura non solo magica e misteriosa ma anche una eccezionale macchina da guerra. Tra antiche leggende e flutti impetuosi...
Sono una lettrice semplice: mi si offre di leggere un’avventura marinaresca in cui si possono trovare draghi e io mi ci butto a capofitto. Sarebbe riduttivo però definire Le navi d’ossa solo come un’avventura marinaresca con draghi, perché quello che riserva questo libro è davvero tanto di più. RJ Barker è un autore che ancora non conoscevo, ma avevo tanto sentito parlare di questa serie e speravo sarebbe stata un giorno tradotta. Grazie a Francesco Vitellini che ha reso possibile tutto ciò, ho avuto modo di imbarcarmi sul Tide Child, di fare la conoscenza della peggior feccia delle Cento Isole, di lasciarmi stregare dai modi di Lucky Meas, di detestare Joron Twiner per poi apprezzarlo qualche capitolo dopo, di provare affetto per una strana creatura-uccello, di prendere parte a una missione letteralmente impossibile, di entusiasmarmi alla presenza di un drago marino leggendario… tutte cose che mai mi sarei aspettata quando ho iniziato a leggere Le navi d’ossa. Bisogna fare una premessa, però. Il libro presenta dei difetti, difetti nella forma e difetti nel worldbuilding, ma devo ammettere che hanno poco compromesso il mio giudizio, perché in prevalenza il romanzo mi è piaciuto.
Nel mondo creato dall’autore poche cose sono certe. Se nasci sano puoi meritarti una vita decente, se nasci con qualche malformazione o da madre debole non hai le stesse possibilità. Joron Twiner è figlio di un pescatore. La madre muore di parto nel metterlo al mondo e questo denota la donna come debole e, di conseguenza, anche lui viene ritenuto tale, in quanto nelle sue vene scorre lo stesso sangue. Joron ha sempre saputo di non essere destinato a grandi cose ma quando un giorno uccide qualcuno in combattimento e viene condannato alla Tide Child, una quadricostole nera, Joron si arrende al suo triste destino, quello di soccombere in mare, magari ubriaco. La particolarità creata da Barker e che più attrae del suo romanzo è la classificazione di navi da guerra costruite con le ossa di draghi marini estinti, ma c’è anche un’altra distinzione fondamentale: le navi nere sono navi alle quali vengono condannati i criminali, navi di morti, navi che non meritano considerazione e su cui nessuno vorrebbe mai finire. Joron non è soddisfatto di essere diventato dama di nave del Tide Child, non si spiega neanche come sia accaduto, e probabilmente neanche con tutti gli sforzi del mondo riuscirebbe a comandare una nave. Quando un giorno si presenta alla sua porta una donna a chiedergli il cappello, ingaggiando con lui un vero e proprio duello, Joron scopre di trovarsi al cospetto della famosa Lucky Meas, figlia della donna più potente delle Cento Isole, che ha messo al mondo ben tredici figli sani e forti, meritandosi per questo il posto d’onore tra le Bern.
Meas è tutto l’opposto di Joron. Se lui è insicuro, goffo e riluttante, lei è determinata e sfacciata, soprattutto nel conquistarsi abilmente il ruolo di dama di nave e relegare lui a quello di guardaponte. Meas non si farà scrupoli nel farsi valere a bordo della nave, nell’affermare il suo comando e ogni membro dell’equipaggio sembrerà pendere dalle sue labbra, affascinato dai suoi modi sicuri, dalla sua facilità nel governare un’imbarcazione come la Tide Child, una nave spacciata in cui nessuno, nemmeno Joron, ha mai creduto. Meas è un personaggio tutto d’un pezzo, una donna che non mostra mai un misero momento di debolezza. Sembra sempre capace di risolvere qualunque problema, di avere una risposta a tutto e ciò che più di ogni altra cosa le interessa fare è trasmettere un po’ di quella sua fermezza anche nel suo secondo, quel guardaponte così irresponsabile che non sa prendersi cura di sé, di una nave né tantomeno del suo equipaggio. Sotto le sue direttive, che arriveranno sempre in modi un po’ bruschi e pungenti, Joron imparerà tanto e, forse, era proprio quello il tipo di scossa di cui aveva bisogno per mettere la testa a posto, per rendersi conto che con il suo atteggiamento stava solo andando sempre più alla deriva. Meas dà a Joron e al Tide Child una speranza, offre loro un’opportunità irripetibile, un’avventura che hanno solo potuto sognare. Li rende parte integrante di una missione impossibile, una di quelle che solo chi non ha nulla da perdere può decidere di affrontare, ma che, se portata a compimento, può cambiare le loro esistenze. È così che si ritroveranno a viaggiare verso il Sud, lì dove sembra sia stato avvistato un arakeesiano, uno degli ultimi, forse l’unico esemplare rimasto, di drago marino leggendario. Ma ovviamente tanti saranno gli imprevisti. La nave è in pessimo stato, l’equipaggio non abbastanza numeroso né preparato, e una guerra contro i nemici delle isole Gaunt imperversa e potrebbe essere ancora più rischioso addentrarsi fino a quei luoghi inesplorati. Ma qui viene il bello, ovviamente.
RJ Barker fino a questo momento si è concentrato sui personaggi e sulla loro evoluzione, soprattutto dei due protagonisti e devo dire che ha fatto un ottimo lavoro. Joron, seppur incapace con la spada, riesce a compensare in astuzia le doti che gli mancano e Meas, fredda e glaciale piratessa, rivela una piccola crepa impercettibile che mostra quanto dolore deve esserci nel suo passato e più che mai decisa, adesso, a ottenere pace e libertà. Joron, incapace in un primo momento di staccarsi dalla bottiglia, di tenere in ordine la sua nave, di ricordare i nomi del suo equipaggio, imparerà lentamente a comprendere che quello di cui la sua nave ha sempre avuto bisogno era la speranza. Ognuno di loro aveva bisogno di credere in qualcosa, in qualcuno, ed è questa speranza che li terrà uniti fino alla fine, nonostante i vari intoppi e gli ostacoli. Anche Joron, abbandonata ogni riluttanza, imparerà a guardare le cose in maniera diversa, ad affrontare le sfide con un coraggio inaspettato, quasi a volersi dimostrare degno del padre ormai perduto ma di cui serba ancora un dolente ricordo. Molti altri personaggi meriterebbero di essere citati in questa recensione ma sono davvero troppi. Sappiate comunque che Barker ha dato vita a un ampio coro di personalità, tutte ben distinte tra loro. Sul Tide Child ne vedrete davvero di ogni. Il gullaime, il parlavento, la creatura-uccello citata all'inizio della recensione, resta sicuramente tra i miei preferiti in assoluto, un essere divino, eppure allo stesso tempo fragile e solo, capace di incutere timore e tenerezza in egual misura. E come non menzionare anche Ottis il nero, il cui mantra riecheggia spesso tra le pagine del libro e strappa quell'autentica risata, capace di smorzare anche i toni più cupi. Sono sicura che lo adorerete. La seconda parte è molto più movimentata e oltre ad assistere al percorso evolutivo dei protagonisti, entreremo sempre di più nell'azione e assisteremo a combattimenti davvero degni di nota.
Le navi d'ossa è un romanzo molto appassionante, pecca di qualche refuso di troppo e di qualche azzardo nella costruzione del worldbuilding, che vede una società matriarcale al comando delle Isole, ma che poi non viene approfondita abbastanza o comunque viene descritta secondo me nel modo sbagliato, con donne che o muoiono partorendo o valgono qualcosa solo se sono capaci di mettere al mondo figli sani e sopravvivere a numerosi parti. Ci ho visto delle forzature inutili, un tentativo di creare una società originale ma che alla fine non mi sembra così funzionante. Per non parlare poi dei sacrifici di bambini, l'elemento che forse più di ogni altro mi ha triggerata. Nonostante tutto, però, devo ammettere che Le navi d'ossa è un buon libro, il primo capitolo di una serie diversa da molte altre che ho letto, con protagonisti ben sviluppati, avventura a non finire, elementi interessanti che non vedo l'ora di ritrovare anche nel secondo capitolo e altri che spero di approfondire meglio. Se cercate una storia tosta, fatta di combattimenti, vendetta, sangue, sacrifici, con uno stile punteggiato spesso di crudezza ma anche sottile ironia, non potete perdere Le navi d'ossa.
Fonte immagini: Google immagini, Pinterest
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