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sabato 6 maggio 2023

Recensione: "Le Impure" di Kim Liggett

In tutta la mia carriera di lettrice e durante gli undici anni come blogger da quando ho aperto Coffee&Books non mi era mai capitato di imbattermi in un romanzo del genere, uno young adult talmente bello da commuovermi quasi a ogni parola. Non sono sicuramente in grado di rendere giustizia al romanzo con questa mia recensione, ma Le Impure, ve lo assicuro, è uno dei libri migliori in circolazione e merita di essere letto e conosciuto di più. Vi lascio la mia umilissima opinione di questa meraviglia, in sostituzione di Le navi d’ossa che purtroppo non ho ultimato per oggi. L’ho ascoltato su Audible, ma poi riletto e annotato su cartaceo. Trovate anche voi un modo qualsiasi per conoscere Le Impure di Kim Liggett, non ve ne pentirete. Non ringrazierò mai abbastanza la mia suprema dispensatrice di consigli utili, la mia fidata Francesca di La biblioteca di Zosma, che mi ha sempre parlato bene del romanzo, mi ha suggerito in vari modi di leggerlo, fino a che non mi ha regalato una copia fisica per dire “Mo’ leggilo sul serio o ti meno” :P Le impure vola sicuramente nella classifica dei libri preferiti dell’anno.

Le Impure
di Kim Liggett

Prezzo: 9,99 € (eBook) 19,90 € (cop. rigida)
Pagine: 312
Genere: distopico, young adult
Editore: Mondadori
Data di pubblicazione: 12 aprile 2022
Acquista su: IBS, laFeltrinelli

Nessuno parla mai dell'anno di grazia. È proibito. Nella Garner County, tutte le ragazze, al compimento del loro sedicesimo anno, vengono bandite dalla comunità e obbligate a vivere nella foresta per un anno, affinché sfoghino la loro magia nella natura selvaggia per poi tornare nella civiltà, sempre che sopravvivano, purificate e pronte per il matrimonio. Nella società patriarcale in cui sono cresciute, infatti, si è convinti che a quell'età le ragazze abbiano il potere di persuadere gli uomini ad abbandonare i loro letti coniugali, di far perdere la testa ai coetanei e di far impazzire di gelosia le mogli. Si crede che la loro stessa pelle emani un forte afrodisiaco, l'essenza potente della gioventù, delle ragazze sul punto di diventare donne. Tierney James, però, non si sente potente. Né si sente magica. Ma, questo sì, sente che dietro l'esperienza che la attende si cela qualcosa di più spaventoso dei pericoli nascosti nella foresta o dei bracconieri pronti a rapire lei e le altre ragazze per ucciderle, farle a pezzi e venderle al mercato nero. La minaccia più grande e terribile potrebbe arrivare proprio dalle sue compagne di sventura, ma Tierney non è disposta a subire passivamente la sorte che le è stata assegnata... Con prosa tagliente e crudo realismo, "Le impure" racconta i complessi legami che uniscono tra loro le ragazze – e le donne che saranno – e la necessità di opporsi con forza a una società troppo spesso ancora misogina e patriarcale che impedisce loro di esprimere in totale libertà i propri talenti.

Kim Liggett non è un’autrice da sottovalutare. Se c’è una cosa che ho capito leggendo il suo romanzo è che questa donna sa scrivere, sa scrivere sul serio. Le Impure è un romanzo distopico basato su una società patriarcale che richiama il più acclamato e conosciuto Il racconto dell’ancella, anche se questo è di target young adult (ma dubito che si possa del tutto inserire in questo target perché è un romanzo che andrebbe letto a prescindere dall’età anagrafica). Le Impure è una storia tosta, dolorosa, intensa, una storia che ti dice delle brutali verità, che ti fa riflettere in una maniera in cui altri libri non fanno. Garner County si regge da generazioni su tradizioni che dal di fuori potrebbero sembrare inconsuete, ma dai suoi abitanti è considerato quasi il paradiso terrestre, perché grazie a tali tradizioni sono riusciti a tirare avanti, grazie proprio a determinate convinzioni. Cosa vi sia al di fuori però non è dato saperlo, perché tutto ruota intorno a questo luogo e a questa società ristretta e chiusa. Oltre a un sistema in un certo senso suddiviso in caste, la società che ci viene presentata è anche fortemente religiosa, ma quello che emerge maggiormente è come le donne siano considerate degli esseri quasi da temere, tant’è che quando sta per nascere un erede si prega che nasca maschio. Infatti c’è la credenza che le donne detengano una magia e che la usino sugli uomini per far fare loro cose contro la propria volontà, ingannandoli, seducendoli, tradendoli. 

Ecco perché all’età di sedici anni vengono bandite e portate in un luogo isolato a sfogare la propria magia per la durata di un anno. Solo alla fine dell’anno, chiamato anno di grazia, ed espulsa la magia, potranno tornare nel loro villaggio, sempre se saranno riuscite a sopravvivere nella natura selvaggia. Potranno sposare l’uomo che le ha scelte mettendo loro un velo e potranno generare figli. Ma non è questa la massima aspirazione di Tierney. Lei non si sente magica, è sicura di non avere nessun potere e, soprattutto, di non voler diventare una moglie. Ma non le è consentito scegliere, nella società in cui vive sono gli altri a scegliere per lei e anche le persone più fidate le sembreranno dei nemici. Non le è permesso neanche sognare. Non le è permesso fare domande. Anche lei sarà una moglie, esattamente come le altre, e anche a lei toccherà partecipare all’anno di grazia. E questo è davvero così terribile come si dice? Forse peggio perché, non solo le ragazze dovranno cercare di sopravvivere da sole nella natura, ma dovranno anche guardarsi dai numerosi pericoli, dai bracconieri che daranno loro la caccia, e persino da loro stesse. In quel luogo sperduto e dimenticato da Dio, abbandonate come bestie in cattività, diventeranno sempre più diffidenti, nemiche di loro stesse, nessuna solidarietà, una lotta per la vita che quasi si rifà alle sapienti teorie darwiniane. Ma Tierney vuole cambiare le cose, non sa come, non ne è ancora consapevole, eppure sa che deve fare qualcosa, qualsiasi cosa per trovare un senso a quel mondo sbagliato. Ci vorrà un po’ prima di comprendere molte cose, prima di aprire davvero gli occhi, ma una volta che l’avrà fatto sarà tutto più chiaro e qualunque sarà il suo destino sarà pronta ad accoglierlo, non prima di aver rivelato tutta la verità.

Da non sottovalutare sicuramente la simbologia del romanzo che più volte si ripresenta soprattutto nei fiori e nel loro significato, ma anche nel nastro rosso tra i capelli, nel velo, e in quella tanto temuta magia che altro non è se non l’ennesimo espediente dell’uomo per sottomettere la donna, fare di lei una strega o una put**na. La donna qui non può nemmeno scegliere di togliersi la vita perché andrebbe a scapito della propria famiglia, che ne subirebbe le conseguenze. Deve solo accettare il destino che è stato già programmato per lei, essere ciò che ci si aspetta da lei. Grazie a Tierney, ragazza che spesso e volentieri prova ad andare controcorrente, assistiamo a una sorta di piccola rivoluzione. Non solo si renderà conto che superstizioni e maledizioni sono tutte cose spiegabili e senza reale fondamento magico, ma riuscirà anche a capire che la vera magia sta altrove, non è quella che ci si aspetta, ma è comunque intorno e dentro a ognuno, in attesa di essere riconosciuta

Il finale è stato veramente intenso e meraviglioso, un momento in cui ogni tessera è andata al suo posto, in cui tutto torna e ci si ricongiunge con dettagli venuti fuori nei primi capitoli che alla fine trovano la loro spiegazione; peccato per le ultimissime righe che purtroppo hanno un po’ rovinato la bellezza di tutta la storia scadendo in un cliché in cui avrei preferito non imbattermi. A parte, però, questo piccolo neo, tutto il romanzo è stato un’escalation di emozioni. In un panorama di young adult abbastanza stereotipati in cui è davvero difficile trovare qualche romanzo che si distingua e meriti più degli altri, Le Impure si erge come un piccolo capolavoro, un mix ben riuscito tra Hunger Games, Il racconto dell’ancella e il bellissimo The Village di M. Night Shyamalan (uno dei miei film preferiti di sempre). È una storia in cui ogni aspetto è curato alla perfezione, il worldbuilding è ben strutturato, i dialoghi potenti, lo stile scorrevole, le rivelazioni inserite adeguatamente, tutto contribuisce a rendere il romanzo il gioiello che è. 

Se volete leggere davvero qualcosa di originale, con temi femministi ben trattati, ma anche qualsiasi altro tema affrontato come ci si aspetta venga affrontato in un romanzo degno di nota, non dovete assolutamente lasciarvi scappare Le Impure. Faccio mia la battaglia portata avanti da Francesca e mi impegno anch’io a divulgare la bellezza di questo libro per farlo conoscere il più possibile. Finalmente una storia che vale la pena leggere, ce ne vorrebbero di più di libri così!


Fonte immagini: Pinterest

mercoledì 1 dicembre 2021

Review Party: "Le guerriere dal sangue d'oro" di Namina Forna (a cura di Elena)

Buongiorno, lettor*!
Oggi il blog prende parte a un nuovo review party, organizzato da Ambra di Paranormal Books Lover che ringraziamo. Si tratta de "Le guerriere dal sangue d'oro", di Namina Forna, un fantasy di recente pubblicazione che sicuramente apprezzeranno i lettori della duologia di Figli di Sangue e Ossa della Adeyemi. Ce ne parla Elena, vi lascio alla sua recensione! Fateci sapere cosa ne pensate e se lo leggerete ;) A presto!

Le guerriere dal sangue d'oro
di Namina Forna

Prezzo: 9,99 € (eBook) 18,90 € (cop. rigida)
Pagine: 288
Genere: fantasy
Editore: Mondadori 
Data di pubblicazione: 30 novembre 2021

"È tardo pomeriggio quando arriviamo al tempio. La piazza del villaggio è già gremita: le ragazze, nei loro abiti da cerimonia, si mettono in fila davanti ai gradini del tempio, con i genitori ai lati. Mio padre prende posto accanto a me quando i tamburi iniziano a suonare. Gli jatu marciano solennemente verso i gradini, le loro crudeli maschere da guerra brillano nella luce spenta del pomeriggio. Osservo le mura bianche e spoglie del tempio, il suo tetto rosso. Il rosso è il colore della santità. È il colore del sangue delle ragazze pure che saranno messe alla prova oggi." Deka conosce bene l'importanza del rituale della purezza. Sa che da esso dipenderà se potrà o meno diventare membro a tutti gli effetti del suo villaggio ed essere finalmente parte di qualcosa, proprio lei che si è sempre sentita diversa e fuori posto. Ma il giorno della cerimonia, il suo sangue si rivela d'oro, il colore della non purezza. Le conseguenze, Deka lo sa bene, potrebbero essere peggiori della morte. Per questo, quando una misteriosa donna va a trovarla nel luogo in cui è imprigionata e le propone di andarsene dal villaggio per entrare a far parte di un esercito composto da ragazze esattamente come lei, le alaki, non ha dubbi. Pur comprendendo i pericoli che la aspettano, Deka decide di abbandonare la vita che ha sempre conosciuto. Ma già nel viaggio che la conduce alla capitale del regno, e alla più grande battaglia della sua vita, scoprirà presto che la grande città serba molte sorprese. E che niente è davvero come sembra, nemmeno lei.

Tra una fredda pioggia battente, un vento che pizzica la pelle e timidi raggi di sole, diamo il benvenuto al mese di dicembre, l’ultimo mese dell’anno, il mese in cui si tirano le somme delle letture svolte, si decidono e si scoprono gli ultimi libri da leggere prima dell’anno nuovo. Sapete già quali saranno i vostri compagni di letture prima della chiusura del 2021? Sono qui per consigliarvene uno! Tra le mie ultime letture c’è il romanzo d’esordio della scrittrice americana di origine della Sierra Leone, Namina Forna, Le guerriere dal sangue d’oro, da poco uscito in italiano ed edito da Mondadori nella collana Oscar Fantastica, con la traduzione di Valentina Daniele. Si tratta del primo romanzo della trilogia young adult fantasy Deathless, al momento composta in lingua originale da The Gilded Ones e di prossima pubblicazione The Merciless Ones.

“Beate le miti e sottomesse, le figlie umili e vere dell’uomo, perché sono immacolate dinnanzi al Padre Infinito.”

Le guerriere dal sangue d’oro
si apre con la descrizione di una società, ma soprattutto di una condizione femminile, allo stesso tempo lontana dalla nostra ma comprensibile e vicina per molti aspetti discriminatori ed attuali. Proprio per questo l’inizio è straniante: leggiamo parole che inondano di disagio e rabbia, disturbano, creando una iniziale distanza tra chi legge e la protagonista, Deka, che con la sua voce ci narra la sua storia in prima persona, in modo semplice, scorrevole, chiaro e diretto, senza tralasciare gli eventi più crudi, traumatici e veri. Attraverso il punto di vista della protagonista entriamo in una società le cui regole non sono accettabili al giorno d’oggi, ma a Irfut, la città dove è nata e vissuta Deka, vige l’esasperazione di una società patriarcale, dove le donne vivono sottomesse socialmente e giuridicamente alla volontà degli uomini ed aspirano ad una condizione imposta, non scelta da loro stesse. Dove le regole si tramandano e sono trascritte nelle “Saggezze infinite”, una sorta di testo religioso, ma che è un vero e proprio costante richiamo al fatto che le donne sono state create per essere d’aiuto agli uomini, asservite ai loro desideri e ai loro comandi. Le ragazze sono cresciute con questi dettami, e molti altri ancora, come ad esempio non urlare, bere, andare a cavallo e a scuola, imparare un mestiere o combattere, uscire senza un accompagnatore, scoprire il viso. Non sono consapevoli dei loro diritti e, anzi, aspettano con ansia i loro sedici anni e il “Rituale della purezza”. Un rito volto a dimostrare di essere idonee al matrimonio e al creare una propria famiglia, essere un membro effettivo del villaggio e non delle reiette pericolose da uccidere a causa della propria diversità. Infatti il rituale serve anche a scoprire coloro che non sono “normali”, che non sanguinano rosso ma sangue d’oro, emblema della natura demoniaca.

“Una stranezza. Qualcosa che la maggior parte di noi non ha mai visto prima. Devi stare attenta alle stranezze, Deka. A volte, possono essere cose pericolose. A volte, la loro mera esistenza le rende pericolose.”

Deka vive in un mondo dove un rituale legittima l’omicidio del diverso. Le guerriere dal sangue d’oro è la storia di Deka ed inizia proprio con l’evento più importante della sua vita, il momento in cui finalmente potrà dimostrare ai suoi compaesani e alle sue compaesane di meritare di vivere tra loro, di poter indossare la maschera che tutte le donne che hanno superato il rito indossano e di non essere diversa a causa del colore della sua pelle ereditato da sua madre, una straniera venuta da lontano.

“… la mia pelle inizia a formicolare, il sangue che fluisce veloce in superficie. Arriva insieme ad una consapevolezza improvvisa: l’immobilità del vento, il crepitio dei ghiaccioli che si sciolgono e da qualche parte in lontananza… Uno scricchiolio di passi pesanti sulle foglie cadute. Sta arrivando qualcosa…”

Il ritmo della storia scorre serrato e con diversi incontri ed avvenimenti. Con la nebbia arrivano i mostri e Deka si troverà a passare da un sequestratore ad un altro carceriere, che allo stesso tempo la ripudiano e la reclamano per sottometterla, per l’oro o per farne un’arma: perché chi meglio di un mostro serve per combattere un altro mostro?

“Vuole dei demoni?” chiedo. “No, vuole delle guerriere.”

Dalla prigione fisica e mentale, Deka inizia un addestramento, che si rivelerà più degli insegnamenti militari che imparerà. Assaggia la libertà e le stesse lezioni si riveleranno un vero e proprio shock culturale: si ritrova insegnanti donne senza veli, può correre all’aria aperta, parlare e imparare quali sono i suoi punti di forza e le sue debolezze. Scopre le crepe e i crimini della sua società che l’ha da sempre sottomessa, svelando che i dettami delle “Saggezze infinite” l’hanno depredata di molte esperienze di vita e prova, così, anche se con un pizzico di paura, ma con coraggio, proprio le azioni di quei dettami che conosce a memoria. Deka inizia, così, un percorso di consapevolezza e di emancipazione personale e sociale, che percorrerà in compagnia di altre ragazze, Britta, Katya, Belcalis, Adwapa, Asha, Gazal e tante altre. Tra corse e battaglie, vengono approfondite tematiche come l’amicizia, la femminilità, il femminismo: un gruppo di ragazze diffidenti, che non si conosce e con un passato traumatico alle spalle si ritrova a dover condividere la stessa barca, a dover sopravvivere.

“<Hai scelto tu di restare, come noi.> <[…] No […] Ho scelto di sfuggire al mandato di morte, anche solo per qualche giorno in più. Ho scelto di sopravvivere, piuttosto che essere giustiziata nel momento in cui fossi uscita da quella porta. Non credere che la mia decisione voglia dire altro.>”

Un gruppo di giovani donne, delle Alaki, tutte diverse, per età, colore della pelle, religione, aspetto fisico, personalità, orientamento sessuale, carattere e obiettivi ma accumunate da una lotta comune. Prendono consapevolezza di chi sono e di cosa sono capaci di fare, non si fanno più intimidire né beffeggiare, andando oltre i pregiudizi cresciuti a causa della società in cui vivono e a causa della rivalità del mondo in cui sono nate. Iniziano ad amare se stesse e a scoprire i propri diritti, grazie anche all’unione e alla complicità, al sostegno e al rispetto. Da estranee, divengono alleate, amiche, “sorelle di sangue”, una famiglia.

“Non voglio riviverlo di nuovo. Non voglio più morti, dolore, voglio una vita, una vita vera stavolta. Felice… ma per averla devo sopravvivere. Tutte noi dobbiamo.”

Da una situazione estrema e difficile, le ragazze crescono, prendono consapevolezza di se stesse, di essere dei demoni e non solo. Da “Sei innaturale” scoprono di valere qualcosa, di essere “preziose”. Cambiano il loro punto di vista individuale e lo fanno diventare comune, un’unione, non più terrorizzate dalle proprie capacità ma assimilandole e facendole proprie. Ma come usare le proprie abilità? Per chi? Come? Deka, però, ha un dovere da compiere verso il suo Regno, Otera, e lascia scorrere i suoi dubbi e i suoi pensieri, anche se questi saranno sempre in movimento, non l’abbandoneranno mai. Una volta che impara a pensare e a chiedere, non vorrà più rimanere al buio, sarà assetata di verità.

“La cosa buffa di te, Deka, è che i tuoi pensieri sono sempre in movimento. Pensi, ripensi, fai girare la mente in piccoli cerchi, eppure non cogli mai del tutto la verità. Ti ho detto che ti avrei dato tutte le risposte […] Per ora ti dico questo: ci sono diversi tipi di mostri in questo mondo. Tu non lo sei. ”

Le ragazze provano e vivono un duro addestramento, che le porterà a padroneggiare non solo l’arte della guerra ma soprattutto l’arte di imparare a conoscersi ed amarsi, senza tralasciare colpi di scena e tradimenti.

“Le guerriere del sangue d’oro? - Quattro antichi demoni che hanno predato l’umanità per secoli, distruggendo un regno dopo l’altro, fino a quando tutti si sono riuniti per difendersi, formando Otera, l’Unico Regno. Ci sono volute diverse battaglie prima che il primo l’imperatore fosse finalmente in grado di eliminarle grazie alla potenza degli eserciti congiunti di Otera.”

In conclusione Le guerriere dal sangue d’oro è un buon primo romanzo di trilogia, che introduce e svela, con una protagonista a cui è facile affezionarsi, con un buon ritmo e misteri da risolvere di scoperta di sé e sul passato, un tocco di magia e di romance. Un ottimo romanzo da compagnia e di intrattenimento, che tocca temi importanti, sociali ed attuali, all’interno di un mondo fantasy dall’ambientazione un po' nebulosa, basilare, ma di cui abbiamo gli elementi principali, come la suddivisione del regno, i popoli e un po' di storia, che ci permettono di capire le dinamiche delle avventure della protagonista. Gli aspetti che mi sono piaciuti di più sono i risvolti sociali, la descrizione e lo sviluppo naturale dell’amicizia e della complicità tra ragazze, che spesso nei libri con target young adult (ma anche adult) sono egoiste, rivali o nemiche tra di loro ma qui si sostengono e scambiano parole di conforto e coraggio.

Consiglio la lettura a coloro che hanno amato Midnight sea di Kat Ross e Rebel di Alwyn Hamilton per la tematica della guerriera e anche gli ormai più classici romanzi che descrivono mondi fantastici o distopici legati alla tematica del femminismo, come ad esempio il Ciclo di Avalon di Marion Zimmer Bradley e la duologia Il racconto dell’ancella di Margaret Atwood.

E con il motto delle guerriere “Conquista e muori” ed in attesa del secondo volume, ringrazio Mondadori per la copia digitale in cambio di un’opinione onesta e per la lettura in anteprima de Le guerriere dal sangue d’oro e ringrazio Ambra di ParanormalBooksLover per aver organizzato il Review Party.

Non mi resta che augurarvi buon letture.



Elena


Fonte immagini: Amazon.it
Banner: @paranormalbookslover

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