Ben ritrovati miei carissimi Coffeeaholics adorati!
Come state trascorrendo queste giornate di caldo torrido? Io tra un gelato e l'altro e le poche forze, ritorno per scrivervi di un romanzo che mi ha letteralmente rapita: sto parlando de La città di ottone di S. A. Chakraborty. Sarà per deformazione personale, o perché semplicemente da sempre le ambientazioni orientali ben fatte mi attirano tantissimo, ho amato visceralmente questo volume. Inutile dirvi che più leggevo e più ritrovavo quegli scenari che ancora oggi è possibile vedere nei suq (mercati/bazar orientali) turchi. Ma bando alle ciance, prometto di non dilungarmi troppo e vi ricordo che la settimana prossima uscirà la recensione del secondo volume, intitolato: Il regno di rame.
La Città di Ottone
di S.A. Chakraborty
Titolo originale: The City of Brass
Serie: The Daevabad Trilogy #1
Prezzo: 9,99 € (eBook) 22,00 € (cop. rigida)
Pagine: 572
Genere: fantasy
Editore: Mondadori (collana Oscar Fantastica)
Data di pubblicazione: 16 giugno 2020
EGITTO, XVIII SECOLO. Nahri non ha mai creduto davvero nella magia, anche se millanta poteri straordinari, legge il destino scritto nelle mani, sostiene di essere un'abile guaritrice e di saper condurre l'antico rito della zar. Ma è solo una piccola truffatrice di talento: i suoi sono tutti giochetti per spillare soldi ai nobili ottomani, un modo come un altro per sbarcare il lunario in attesa di tempi migliori.
Quando però la sua strada si incrocia accidentalmente con quella di Dara, un misterioso jinn guerriero, la ragazza deve rivedere le sue convinzioni. Costretta a fuggire dal Cairo, insieme a Dara attraversa sabbie calde e spazzate dal vento che pullulano di creature di fuoco, fiumi in cui dormono i mitici marid, rovine di città un tempo maestose e montagne popolate di uccelli rapaci che non sono ciò che sembrano. Oltre tutto ciò si trova Daevabad, la leggendaria città di ottone. Nahri non lo sa ancora, ma il suo destino è indissolubilmente legato a quello di Daevabad, una città in cui, all'interno di mura metalliche intrise di incantesimi, il sangue può essere pericoloso come la più potente magia. Dietro le Porte delle sei tribù di jinn, vecchi risentimenti ribollono in profondità e attendono solo di poter emergere. L'arrivo di Nahri in questo mondo rischia di scatenare una guerra che era stata tenuta a freno per molti secoli.
Tutto ha inizio nell'Egitto del XVIII secolo, diviso tra l'elemento conservativo turco e le nuove conquiste francesi. Qui, in un angolo remoto e povero della città, vive Nahri, una giovane donna che tenta di sopravvivere al tram tram cittadino grazie alle sue doti da guaritrice. Al Cairo, tutti la conoscono e tutti sanno quanto siano straordinarie le sue capacità tanto da avere pazienti e clienti di ogni risma sociale, ma ciò che ognuno ignora è che Nahri è una piccola ladra che tenta di spillare quanti più beni possibili ai ricchi, pur di lasciare l'Egitto e trasferirsi a Istanbul per studiare medicina. La sua corsa contro il tempo però, si arresta quando un rito che sembrava essere apparentemente innocuo finisce male e lei si ritrova ad evocare un Jinn, ovvero un'entità superiore che pensava appartenesse solo alle fiabe e all'immaginario folkloristico locale. Comincia così un vero e proprio delirio: Nahri è costretta a lasciare il Cairo in fretta e furia guidata da Dara (il jinn guerriero che ha evocato) poiché inseguita da mostri che vogliono a tutti i costi rapirla. L'unica cosa che sa è che tutto è legato alle sue origini e al suo reale luogo di appartenenza, ovvero Daevabad, la cosiddetta città di ottone. Quindi, insieme al suo protettore si ritrovano ad attraversare rovine di città antiche, deserti spietati, luoghi pregni di magia sotto il dominio di uccelli giganti e mari governati dai Marid, al di là della quale si trova la maestosa città incantata. E proprio qui, Nahri si ritroverà di fronte a nuove difficoltà legate alle sue origini: sua madre altri non era che la guaritrice per eccellenza del palazzo reale, nonché capostipite della famiglia dei Nahid uno dei sei clan che rappresentano le radici di Daevabad. Come se non bastasse Dara rappresenta un pericolo pubblico per la città che ancora ricorda il passato e le ferite di guerra e il sovrano Ghassan al Qahtani è uno spietato tiranno che cerca di manovrare i fili di tutte le esistenze, comprese quelle dei figli Muntadhir e Alizayd. E sarà proprio quest'ultimo, il famoso e integerrimo principe Ali a stringere amicizia con Nahri e a rimanere affascinato da un mondo completamente nuovo. La nostra protagonista si ritroverà quindi divisa tra sentimenti contrastanti per l'antico guerriero Dara che l'ha salvata dai nemici giurati e un timido affetto per Ali, il principe che l'ha compresa e accettata senza volerla cambiare. Riuscirà Nahri a sopravvivere a Daevabad?
La città di ottone va detto, non è un libro per tutti. Non è il classico fantasy con ambientazione esotica e con uno stile più semplicistico come ad esempio La moglie del califfo che rimane comunque un libro bellissimo. Il romanzo scritto dalla Chakraborty è un vero e proprio mondo a parte formato da diverse sfumature e differenti omaggi a tante culture. Infatti, proprio l'ambientazione e l'intero worldbuilding essendo vasti e caratterizzati da nomi di stampo islamico, possono creare qualche iniziale difficoltà. Difficoltà che si traducono in usi e costumi, pietanze, attività tipiche, e tradizionalismi legati alle culture. E proprio a proposito di ciò, l'autrice attraverso le tribù, le civiltà e le popolazioni riportate nel romanzo, celebra diverse popolazioni come quella africana, persiana, indiana, cinese, araba e chi più ne ha, più ne metta. Ogni diversità culturale poi, viene spiegata nel glossario che con minuzia presenta al lettore tutti i possibili termini. Per quanto riguarda i personaggi invece, li ho amati particolarmente per diversi motivi: Nahri che nonostante si presenti come una giovane del 1700 egiziano, è avanguardista e aperta a tutte le esperienze. Studia e lavora per diventare un medico in una società che impone alle donne di essere solo meri oggetti d'abbellimento. Lei è scaltra, e fermamente determinata ad essere padrona della sua stessa esistenza senza dover dipendere da uomini prede di vizi e corruzione.
Abbiamo poi Ali, il principe severo, colui che apparentemente viene visto come un uomo duro e intransigente dedito alla fede, agli studi e al suo pugnale. Una figura che sarà impossibile non amare perché presenterà delle sfaccettature inaspettate. Ed infine Dara, quello che oserei definire il guerriero nero, colui che fa tremare qualsiasi cosa al suo passaggio. A mio avviso, è un personaggio che ha sia aspetti negativi che positivi, poiché in lui convivono la parte antica fatta di pregiudizi e quella desiderosa di vivere una vita diversa e meno onerosa. Personalmente, penso che la particolarità del romanzo risieda nella volontà della scrittrice di trattare diverse tematiche del'700, fin troppo attuali nel ventunesimo secolo: dalla condizione della donna che in molti paesi è ancora sottomessa a regole, a patriarcato e a maschilismo puro; alle lotte di molte figure femminili per ottenere diritti e riconoscimenti degni; alla libertà d'espressione e di culto; ai pregiudizi infondati verso diverse fedi e culture; alla convinzione di superiorità di un popolo su un altro; al potere regnante dettato dal terrore; alle guerre politiche che mietono vittime tra gli innocenti; alla medicina, non ancora sviluppata in alcuni paesi mentre in altri venduta a carissimo prezzo; ed infine all'esasperazione di diversi popoli di essere sottomessi e abbandonati.
In conclusione è un romanzo che, nonostante si presenti come un volume bello corposo e fitto di informazioni a volte difficili da ricordare a causa della provenienza orientale, incatena il lettore alle pagine e a quelle righe intrise di mondi lontani.
Voto: 5 tazzine di caffè arabo per un romanzo davvero ben fatto!
Fonte immagini: Pinterest.
Sembra bellissimo ç_ç inoltre l'ho visto dal vivo e ha una copertina stupenda!!
RispondiEliminaIl libro ti assicuro è davvero ben fatto sia come contenuti che estetica. Te lo stra-consiglio!=)
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