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giovedì 26 agosto 2021

Recensione: "The Life is Gone" di Samuel Beconcini (a cura di Melz)

Buongiorno, lettori caffeinomani! ^^
Oggi Melz ci regala la sua opinione sul romanzo distopico "The Life is Gone" di Samuel Beconcini. Vi avevamo parlato non molto tempo fa di questo romanzo in una segnalazione ed eccoci di nuovo qui a farvi sapere qualcosa in più a riguardo. Buona lettura! ^^

The Life is Gone
di Samuel Beconcini

Prezzo: 3,49 € (eBook) 20,00 € (cop. flessibile)
Pagine: 424
Genere: distopico
Editore: Pav Edizioni
Data di pubblicazione: 12 marzo 2021 

La razza umana è caduta vittima di una follia distruttiva senza precedenti: una guerra nucleare, che ha ridotto in cenere l’intero pianeta, oltre che gli animi dei pochi sopravvissuti. Nel mondo ormai contano solo la violenza e la forza bruta. Solo i più forti e violenti riescono ad avere le poche risorse rimaste, a discapito dei più deboli. Questo è il mondo che trova Mike al suo risveglio, dopo venti anni di coma. Non ricorda niente della sua vita precedente, ma rimane incredulo di fronte a tale devastazione. La prima persona che incontra è Demetra, una giovane sopravvissuta, che come tanti altri cerca di andare avanti in un mondo che è tutto meno che ospitale. Sia per la distruzione, e sia per i banditi. I due cercheranno di costruirsi pacificamente un futuro, ma molto presto dovranno fare i conti con la violenza e la cattiveria dei banditi, che ostacoleranno tutti i loro piani di vita pacifica costringendoli a dover lottare per la loro sopravvivenza, e per quella dei più deboli, che ogni giorno loro tormentano…

Prima di passare alla recensione ci tenevo a ringraziare Samuel per avermi regalato una copia formato eBook del suo romanzo.

La trama mi ha colpita subito. The Life is Gone è esattamente quello che dice il titolo: la vita è andata via. Dopo una guerra nucleare che ha ridotto in cenere il pianeta, facciamo la conoscenza di Mike, reduce da un coma profondo, in uno stato di completa amnesia. Lui non sa chi sia e non sa nulla dello stato di devasto in cui il mondo si trova. A fargli aprire gli occhi troviamo Demetra, un’altra sopravvissuta. Lei è una guerriera, coraggiosa e scaltra, che cercherà in ogni modo di sconfiggere i veri banditi: Dimitri e la sua squadra con l’aiuto di altri bizzarri personaggi.

Il punto forte di The Life is Gone è sicuramente l’universo in cui si trova. Samuel riesce egregiamente a dare un’atmosfera dark, scandita da battute sarcastiche ad alleggerirne i tratti. Tutti i gruppi di personaggi sono ben scanditi e non ho mai fatto confusione a capire lo scopo di ognuno di loro, o il legame esistente tra tutti. Sembrava di essere nei vari posti, riuscivo a visualizzare il bosco, il covo di Dimitri, il luogo in cui Cleopatra viene osannata a regina. La trama, insomma, è chiara. Nonostante i parecchi avvenimenti e lo spostamento di focus su varie situazioni, il fine ultimo della storia appare chiaro.

Un’altra cosa che ho apprezzato parecchio è il grigiume di alcuni personaggi. Malvagio o buono? Ti viene da domandartelo per tutto il racconto.

Purtroppo, però, e mi duole davvero il cuore dirlo, ci sono cose in questo racconto che ne hanno rallentato di parecchio la lettura.

La caratterizzazione dei personaggi è purtroppo poco chiara. A parte Cleopatra e John Sleep, di cui sono riuscita fin da subito a definire il carattere, gli altri mi sono sembrati frettolosamente raccontati. Persino Mike e Demetra, gli infallibili protagonisti di questa storia, sono difficilmente inquadrabili. Perché dico che Cleopatra e John, a differenza di altri, lo sono? Perché anche quando il soggetto risultava omesso, in un dialogo, sapevo che a parlare era uno dei due. Sempre. Per quanto riguarda gli altri non trovavo differenze. Credo sia dovuto alla voglia di gestirne così tanti e forse questa storia necessitava di qualche parola in più.

Un altro punto dolente è che credo che questa storia non sia stata correttamente rivista da un editor e, se mi sbaglio, chiedo perdono. Solitamente non conto i pochi errori di battitura e non lo farò neanche in questo caso. So benissimo che è impossibile farsi da correttore di bozze da soli e, anche con un aiuto, qualcosa sfugge irrimediabilmente al nostro controllo. I problemi sono la punteggiatura sia dentro che fuori le virgolette (!».), l’abuso dei punti di sospensione, i flashback non ben delineati. Anche frasi da narratore onnisciente stonano un po’ con la narrazione (“Quella stessa sera, in uno dei villaggi oltre la foresta…”) Un altro punto a sfavore sono le numerosissime ripetizioni.

Il linguaggio è semplice, ma questo non è un problema. Il modo di scrivere è personale così come la voglia di arrivare a un certo tipo di pubblico. Non tutti amano arzigogoli e arrivare al punto non è un problema. Trovo però che in questo romanzo abbia una scelta lessicale limitata.

Chiedo scusa se sono stata dura, la mia intenzione non è quella di demolire nessuno. Credo che questa storia abbia parecchie potenzialità, così come l’autore e che sarebbero fantastiche se ampliate e sfruttate a dovere.

Grazie ancora della copia e spero di rivedere altri libri di Samuel in circolazione, magari con una cura migliore del dettagli.

Alla prossima, 

Melz

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