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venerdì 22 ottobre 2021

Milk, Cookies&Books: libri a merenda - Due libri sulla Shoah (a cura di Melz e Ms Rosewater)

 
Buon pomeriggio! ^^
Nuovo appuntamento con la rubrica settimanale "Milk,Cookies&Books: libri a merenda" dedicata a bambini e ragazzi. Oggi troverete ben due recensioni di libri per ragazzi, quelle di Melz e Ms Rosewater che hanno letto e amato due nuove uscite della Rizzoli dedicate alla Shoah. Vi lascio alle loro opinioni, fateci sapere cosa ne pensate di questi libri. A presto! ;)

Rutka. La bambina segreta
di Joanna Fabicka

Prezzo: 9,99 € (eBook) 16,00 € (cop. rigida)
Pagine: 226
Genere: narrativa per bambini, ragazzi, illustrato
Illustrazioni: Mariusz Andryszczyk
Editore: Rizzoli
Data di pubblicazione: 7 settembre 2021

Nel cortile di via Rybna 13, a Lódz, Zosia si annoia a morte. Ma quando la bizzarra zia Róia entra nella sua vita, e veloce si installa nel suo cuore, il mondo intorno a lei si trasforma. I muri degli edifici non sembrano più così scrostati, il salice al centro del cortile non è più tanto ricurvo e, tra i rami, fa capolino una treccina rossa sconosciuta. È Rutka, una vicina che Zosia non sapeva di avere. Con lei si accendono magia, follie e avventure surreali, e l'immaginazione spazia senza limiti. Ma, mentre corrono mano nella mano per la città, una musica triste scorre sotto i loro piedi e un racconto muto si svolge sotto il nostro sguardo: i muri, le ombre, le immagini misteriose evocano le storie di dolore degli ebrei durante la Seconda guerra mondiale. C'è il Signore Bianco che ingoia farfalle, e c'è la stazione di Radegast, da dove partono vagoni carichi di persone dirette al Pianeta di Diamante. Un mondo che emerge dai ricordi di chi è sopravvissuto, ma che non riesce a prendere il sopravvento. A prevalere, in questa emozionante storia di amicizia e di scoperta, dove passato e presente danzano insieme, sono il desiderio di vivere e le infinite possibilità di quel tesoro che è l'infanzia.

Prima di passare alla recensione, ci tenevo a ringraziare la Casa Editrice Rizzoli per la versione cartacea di questo meraviglioso romanzo illustrato.

Ho iniziato questo libro col magone. Seppur fosse un libro per ragazzi, l’argomento non era tra i più leggeri. Quando l’ho aperto, però, la paura di piangere è volata via, sostituita dalla meraviglia. Tramite le illustrazioni e la storia di Zosia sono tornata un po’ bambina, ho conosciuto Rutka e con lei ho fatto un viaggio. Per tutta la lettura mi sono chiesta se fosse realtà o fantasia, ma alla fine era entrambe. In un turbinio di emozioni contrastanti, ad un certo punto, non importa più se Rutka sia reale o meno.

Il romanzo illustrato parla di Zosia che vive in via Rybna 13, a Lodz. Sopraffatta dalla noia, con la madre in partenza per un viaggio di lavoro, è costretta a restare con zia Roza che neanche conosce. Potrebbe sembrare l’inizio di una classica storia, della zia bacchettona che le farà passare un inferno, ma zia Roza è quasi magica, bizzarra, simpatica. Ma ciò che capovolgerà, più di tutto, le vacanze di Zosia sarà l’incontro con Rutka, la vivace bambina dai lunghissimi capelli rosso fuoco.

Tutto con Rutka sembra strano, come se provenisse da un’altra epoca, un’epoca in cui i bambini sono costretti a giocare a nascondino e a non incrociare mai lo sguardo del Signore bianco. Rutka vive in un palazzo che cade a pezzi e aspetta i genitori, partiti su un treno senza finestre verso il pianeta di diamanti. Dopotutto, hanno lasciato in stazione la valigia, non possono non tornare a prenderla.

<<Zosia aggrotta ancora di più le sopracciglia, pur sapendo bene che tutto quell’aggrottare non le farà aumentare le cellule grigie, ma al massimo le rughe.
“Del tuo papà?”
“Non capisci? Hanno lasciato la valigia! E senza valigia non si può andare via molto, giusto?”
“Beh… sì…”
“Ah!” esclama Rurka alzando un dito “significa che torneranno”.>>

La storia di Rutka è straziante per un adulto, malinconica per un bambino. Perché un bambino non sa dove porta il treno, non sa dove vanno gli infanti che prende il Signore Bianco. Il racconto è fatto con una dolcezza disarmante, ho pianto più volte durante la lettura. La stessa Zosia non si capacita delle strade che cambiano forma, quando Rutka è con lei, non capisce che sta vivendo un vero e proprio tuffo nel passato, non comprende che volare non è possibile per un umano. Perché per un bambino niente è davvero impossibile e si può volare eccome, anche se solo con la fantasia.

Questo libro è uno sguardo a quel tragico periodo visto con gli occhi di un bambino che subisce e basta un brutto cambiamento. Rutka ne parla senza mai parlarne, canticchia una canzoncina senza mai finirla perché non è bello ciò che svelerà la fine. Rutka è una bambina invisibile, deve esserlo per restare in vita e aspettare il ritorno dei genitori.

<<“Hai parlato di me con qualcuno?” Rutka scatta in piedi, corre alla porta e si mette in ascolto inquieta.
“Non temere, non ho detto niente a nessuno”
“Giura” la bambina corre da Zosia e le stringe forte la mano “Giura che non parlerai a nessuno di me, avanti!” insiste.
“Giuro”.
Zosia è un po’ turbata dalla reazione di Rutka, ma farà obbediente quanto le è stato ordinato.
“Ricorda, se qualcuno verrà a sapere che sono qui, dovro sparire”.>>

Il linguaggio è semplice, comprensibile. È un libro per ragazzi, deve esserlo. Ma, allo stesso tempo, è evocativo. I disegni, al contrario, non sono così semplici, sono meticolosi, ricchi di dettagli, sembra di avere tutto davanti agli occhi. Li ho visti reali. L'illustratore ha davvero fatto una magia.

Ho vissuto questo libro. Ho saltato con Rutka, ho accudito con lei il suo strano animale domestico, ho atteso i suoi genitori, pur sapendo che non sarebbero mai tornati. Non riuscivo a separarmene, l’ho letto tutto in due sole serate. E Rutka l’ho sentita accanto anche dopo, nascosta nel cassetto della mia stanza, con i capelli raccolti nella sua solita treccia, ma non posso vederla perché gli adulti non vedono i bambini invisibili e sanno esattamente che il pianeta di diamanti non è mai esistito, ma è stato bello anche solo pensarlo.

“Con Rutka non si sa mai. Le sue storie a volte scorrono dritte e lisce come l’olio, finché a un tratto, di colpo, fanno una svolta a U, si mettono con la testa in giù e le gambe all’aria. Le cose tristi all’improvviso diventano buffe, e ciò di cui solo un attimo prima si rideva rimane conficcato in gola come un grumo di paura”.
Melz

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Irma Kohn è stata qui
di Matteo Corradini

Prezzo: 9,99 € (eBook) 16,00 € (cop. rigida)
Pagine: 349
Genere: narrativa per bambini, ragazzi
Editore: Rizzoli
Data di pubblicazione: 7 settembre 2021

Königsberg, primavera 1945. Una donna con la sciarpa rossa e un uomo col cappotto al contrario vagano nelle stanze di un appartamento alla ricerca di una ragazza. Quando la trovano, i due partigiani la nascondono in un carretto pieno di letame e la portano in un bordello. Lì sarà accolta dalla tenutaria, la Nonna, e dalle giovanissime Branta e Meise. La ragazzina è Irma Kohn, un'adolescente piena di coraggio e di voglia di andare. Ma è anche l'ultima ebrea sull'elenco che lo Judenrat, il Consiglio ebraico, deve periodicamente presentare alle SS per i rastrellamenti. La scomparsa di Irma terrorizza lo Judenrat: se i nazisti non trovano tutte le persone della lista, saranno i membri del Consiglio stesso a sostituirla. La linea che separa il bene dal male è sottile, ma su quella linea camminano i personaggi che attraversano la vita di Irma. Come Wolf, il crudele ufficiale delle SS, che uccide gli ebrei nel bosco ma cede ai ricordi e alla nostalgia del passato. O Kat, membro del Consiglio ebraico, che reprime la sua umanità. O ancora le tre donne del bordello, ingenue e disincantate, rassegnate e sognatrici... Dove sta il male è chiaro. Ma dove si annida il bene, anche nel cuore del male, è un mistero che tutti dovranno pagare caro.

“(...)Il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me.” I.Kant

La memoria è materia viva, ma va trattata con attenzione: ricordare non è sufficiente, bisogna farlo con lucidità e senza cedere all'emotività (l'emotività invecchia con una velocità sorprendente). Chi ricorda attraverso l'arte (letteratura, cinema, pittura, etc.) deve essere molto severo con sé stesso e puntare prima di tutto a creare qualcosa di buono, di valido, superando la commozione, la rabbia e il dolore.
Primo Levi ne era consapevole quando scrisse “Se questo è un uomo” e riuscì (nonostante stesse raccontando un'esperienza spaventosa, molto vicina nel tempo) a creare un'opera che non perde forza a tanti anni di distanza ma anzi ne acquista, oggi che la Shoah rischia di diventare un capitolo di storia come tanti altri (nonostante l'attualità ci ricordi che l'antisemitismo è tutt'altro che morto) e che molti siano convinti che non potrebbe succedere di nuovo.
Matteo Corradini ha compreso questa lezione e la fa sua in questo libro, che è prima di tutto un bel romanzo, dalla struttura narrativa estremamente originale, animato da personaggi e ambienti inconsueti da presentare a un pubblico di giovanissimi e da riferimenti filosofici non casuali.

Irma Kohn (il nome è mutuato da una barzelletta antisemita) è una ragazza di 16 anni che sfugge miracolosamente a un rastrellamento tedesco e viene nascosta dai partigiani nell'unico bordello rimasto aperto nella città dei sette ponti. E' il 1945, i russi stanno per sfondare la difesa dei tedeschi, che dal canto loro sono decisi a completare la missione di eliminazione degli ebrei del ghetto per potersene tornare a casa. Hanno fretta, il consiglio ebraico, che gli fornisce le liste di chi deportare, spera di resistere ancora un po' e salvare qualcuno, oltre ai propri componenti. E' la fine del mondo, quello dei nazisti che non perdono ferocia, quello degli ebrei europei, uccisi (in larga parte) o fuggiti, la fine del mondo dell'infanzia di Irma, che sta diventando donna e rimane sola, senza i suoi genitori e senza il suo primo amore.

La scomparsa della giovane catalizza per un breve momento le vite dei personaggi, tutti protagonisti a pieno titolo: il maestro Katchinsky, riluttante membro del consiglio ebraico, perseguitato dal senso di colpa, cerca di capire che fine abbia fatto; le donne del bordello sfruttano la propria condizione per salvarla e far prevalere la legge morale; infine Wolf, il capitano tedesco, vuole trovarla. Ognuno di loro si lega in qualche modo a Irma e agli altri, mentre corre verso il disvelamento di ogni segreto. Katchinsky e Wolf, ad esempio, sono due riflessi dello stesso specchio, uno coinvolto suo malgrado e consapevole della propria colpa, l'altro guidato dalla cieca propaganda del reich che lo ha forgiato come soldato. Metterli a confronto, non eludendo la questione storica dei consigli ebraici, è di per sé qualcosa di esplosivo, soprattutto per un libro diretto ai giovani e Wolf viene coraggiosamente tratteggiato con ricchezza di particolari, non è semplicemente cattivo ma un essere umano, dotato di quella ripugnante crudeltà che distingue la nostra specie.
Il racconto si lega alla scrittura teatrale, i dialoghi sono scritti come un copione e l'azione procede in parallelo alle prove d'orchestra per la messa in scena di “Pierino e il lupo”: la realtà si specchia nella favola, i personaggi fantastici di Prokofiev si sovrappongono ai protagonisti della storia che diventano archetipi del bene e del male.
La fuga di Irma è un lungo addio alla sua vita precedente e alla sua città, ai luoghi della sua comunità e ovunque vada, mentre i nazisti cercano di cancellare il suo popolo e la memoria, lei lascia un segno di sé.
L'autore affronta il difficile compito di descrivere le esecuzioni e i rastrellamenti dei tedeschi e pure l'arrivo dei russi con tutto quello che accompagna le vittorie militari da che mondo e mondo, dimostrando stima dei suoi lettori giovani e giovanissimi che fa partecipare a questioni adulte, senza nascondere loro nulla, usando un linguaggio adatto a loro e facendo scelte letterarie attraenti e stimolanti.

“Irma Kohn è stata qui” sarà in grado di conquistare anche gli adulti, sarà un punto di partenza per conoscere, fare domande e coltivare con amore la Memoria.
Ms Rosewater


Photo credit: @sonomelz
@lisapavesi

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