Buon pomeriggio, lettor*!
Oggi nuove recensioni a tema Halloween per voi ;) La nostra Eleonora ha voluto parlarci di due bellissime uscite ABEditore che rientrano perfettamente nel genere horror o gotico. Si tratta di "Piccola guida tascabile ai mestieri sconsigliabili in letteratura" e "Il Racconto della Vecchia Balia". Vi lascio scoprire queste due piccole perle, ma poi diteci se sono letture che vi ispirano e quali altri racconti gotici avete letto. A presto!
Piccola guida tascabile ai mestieri sconsigliabili in letteratura + Il Racconto della Vecchia Balia
In questa settimana dedicata ai brividi, alle zucche intagliate e ai fantasmi, mi sono sembrati perfetti per l’occasione due libriccini, una raccolta di racconti e una storia breve, uno un po’ più fuori dagli schemi e l’altro più tradizionale, che possono essere letti mentre aspettate che i vari gruppetti di piccoli mostriciattoli vengano a suonare il campanello per arraffare un po’ di dolcetti. Sono entrambi editi ABEditore e le edizioni sono meravigliosamente curate e rifinite, perfette introduzioni al loro contenuto.
Il primo libro si intitola “Piccola guida tascabile ai mestieri sconsigliabili in letteratura” e come si può intuire dal titolo il suo intento è mettere in guardia chi è in cerca di occupazione dalle nefaste conseguenze che possono avere alcuni lavori. Il libro è una raccolta di racconti più o meno lunghi di autori del XIX- XX secolo; sono presenti, tra gli altri, opere di Dickens, Doyle e Kafka. Ogni novella novella è anticipata da un breve articolo di giornale che riporta infausti eventi accaduti all’epoca in cui viene ambientata ed i fatti di cronaca sono tutti, o almeno la maggior parte, verificabili come reali e realmente accaduti. Da questi poi si origina una storia che vi è in qualche modo collegata ma in cui si mischiano quasi sempre elementi verosimili con il soprannaturale, ovviamente le, a dir poco, spiacevoli avventure che coinvolgono i protagonisti dei brevi racconti hanno una pesante connessione con il loro mestiere.
I racconti che ci ritroviamo a leggere spaziano dal genere gotico nella sua più classica accezione, passando per l’horror soft, fino ad arrivare al noir e nella maggior parte di essi l’elemento sovrannaturale viene scatenato dalle azioni degli uomini, come un monito per i comportamenti che si decidono di seguire, prima o poi le azioni di ognuno avranno sempre delle ripercussioni, e per puntare il dito sul fatto che spesso il vero “mostro” è l’essere umano.
Un racconto di Charles Dickens, Il Segnalatore, è quello che apre questa bizzarra raccolta di testi e potremmo definirlo come appartenente alla classica corrente delle “ghost stories”, qui infatti ci viene presentata la storia di un semplice segnalatore di linee ferroviarie vittima di un’inquietante apparizione ricorrente che si manifesta puntualmente in concomitanza con un disastro ferroviario. In occasione dell’ultima visione il povero segnalatore, sempre più angosciato, decide di confidarsi con l’autore, capitato nei dintorni per caso ed eletto ad erede delle sue memorie, che racconta, alla fine, il macabro esito di questa faccenda.
Il Guardiano del Louvre, novella di Arthur Conan Doyle, possiamo definirla come appartenente al filone horror soft. In questo caso i protagonisti sono un egittologo dotato di un acuto intelletto ed una spiccata capacità intuitiva (da notarsi qualche riferimento puramente casuale ad altre opere note dell’autore) e una mummia vivente, o per meglio dire un sacerdote egizio che a causa della superbia è diventato quanto di più simile ci sia ad un rinsecchito e incartapecorito cadavere ambulante, che per un puro e fortuito caso entrano in contatto in una notte silenziosa e dalle atmosfere sepolcrali tra le mura del noto museo parigino. Questo breve racconto, per chi fosse appassionato di mummie redivive e di sottofondo horror, può essere considerato un precursore di tutte le produzioni letterarie e cinematografiche che hanno visto gli egizi resti bendati come protagonisti.
Il racconto più lungo e più significativo tra tutti è Il Giudice Harbottle, scritto da Joseph Sheridan Le Fanu, autore conosciuto prevalentemente per il suo romanzo Carmilla. Questa novella è composta addirittura di un prologo e nove brevi capitoli. Il protagonista è appunto il giudice Harbottle, individuo spietato e sanguinario che prova un particolare piacere nel decretare condanne a morte a punizione anche dei crimini meno gravi. Il soprannaturale in questo caso è rappresentato da veri e propri fantasmi dal suo passato che nei suoi ultimi giorni di vita tornano a fargli visita e a portargli un macabro messaggio dall’aldilà: “preparati a subire la nostra stessa sorte!” Questa storia più di tutte incarna il messaggio che passa spesso tra le pagine del libro secondo cui quello che si fa torna sempre indietro (o se preferite il Karma gira, gira sempre e per tutti).
Il secondo libro di cui vi voglio parlare è Il Racconto della Vecchia Balia, scritto da Elizabeth Gaskell autrice contemporanea di Charles Dickens e amica della mia adorata Charlotte Bronte (curiosità: è stata proprio la Gaskell a scrivere la biografia di quest’ultima). Questo breve testo viene pubblicato nel 1852 sotto consiglio e insistenza dello stesso Dickens; anch’esso può essere considerato come appartenente alla classica tradizione gotica delle “ghost stories” senza però essere mancante in quei temi e dettagli cari all’autrice come ad esempio una sottile critica alla società britannica dov’era ancora molto accentuato il divario tra le varie classi sociali. La storia, raccontata appunto della vecchia balia di famiglia, ruota attorno alle vicende che l’hanno vista coinvolta insieme alla sua protetta, quando era ancora piccina, nel momento in cui la piccola passò sotto la tutela di parenti aristocratici a seguito della morte dei genitori. Le due vanno ad abitare in una vecchia e isolata dimora in cui sin da subito si manifesta la presenza ultraterrena dello spirito del vecchio padrone che la sera si diletta a suonare l’organo di casa, anche se quest’ultimo si presenta in condizioni decisamente disastrate. Inizialmente tutto ciò non rappresenta un grosso problema, anche se la servitù è restia a parlare dello spirito ma con il passare del tempo a seguito di episodi spiacevoli e apparizioni sempre più inquietanti, viene alla luce una verità per molto tempo taciuta e nascosta che riguarda da vicino alcuni degli abitanti della villa. Quando il segreto viene a galla, emerge in tutta la sua potenza il vero orrore che caratterizza questa storia, che in parte risiede negli spiriti infestanti ma che si riversa anche e soprattutto nella storia di famiglia e negli animi dei suoi componenti. Nella sua semplicità questa piccola opera nasconde in realtà una complessità molto più profonda di quanto appare di primo acchito che viene talmente ben camuffata da non rendersene conto fino alla fine, a lettura e riflessioni concluse; inoltre lo stile con cui è stata scritta è assolutamente paragonabile a quello dei due giganti della letteratura sopracitati, in particolare, a mio parere, con quello di Charlotte Bronte.
3 ½ tazzine per Piccola guida tascabile ai mestieri sconsigliabili in letteratura
4 tazzine per Il Racconto della Vecchia Balia
Eleonora
Photo credit: @eleonoranicoletto
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