Ben ritornati adorati Coffeeaholics!
Cosa state organizzando per il tanto atteso Halloween? Vi piace come festività? Io l'adoro e apprezzo il mood festoso e i preparativi con zucche e simili. A questo si aggiunge che da sempre sono un'appassionata di folklore, leggende e miti di ogni nazione, dietro i quali si nascondono spesso figure dell'immaginario fantastico ed orrorifico. Perciò, oggi in occasione della settimana tenebrosa che Coffee&Books dedica al "mostruoso e allo spaventoso", io vi parlerò dei fantasmi nella letteratura asiatica e in particolar modo in quella coreana e giapponese.
Storie di fantasmi del Giappone
di Lafcadio Hearn, a cura di Ottavio Fatica
Prezzo: 25,00 € (cop. rigida)
Pagine: 208
Genere: letteratura giapponese, mitologia, racconti
Illustrazioni: Benjamine Lacombe
Editore: L'ippocampo
Data di pubblicazione: 9 aprile 2021
Illustrando il celebre compendio del folklore giapponese, Benjamin Lacombe offre un tributo al lavoro di Lafcadio Hearn. All’inizio del Novecento, lo scrittore irlandese fu uno dei primi occidentali a ottenere la cittadinanza giapponese: l’amore per la cultura della sua nuova patria lo portò a percorrere le varie province del Paese, al fine di trascrivere le storie di fantasmi e le leggende tramandate di generazione in generazione. In "Storie di fantasmi del Giappone" Benjamin Lacombe sceglie lo stile adatto a ogni racconto, reinterpretando l’ampia gamma del bestiario tradizionale con la sua inimitabile arte. In appendice al volume, alcuni giochi ispirati a quelli tradizionali permettono d’inventare la propria leggenda di yokai. La presente edizione, a cura di Ottavio Fatica, riprende parte dei testi da lui tradotti per Adelphi nella raccolta Ombre giapponesi, completandola con altri, qui proposti per la prima volta al pubblico italiano.
I fantasmi nell'immaginario fantastico occidentale, sono sempre stati pensati come qualcosa di spaventoso, da evitare. Qualcosa collegato alla morte e al fatto che fossero spiriti negativi ritornati o rimasti sulla Terra per tormentare i viventi. Nel mondo orientale invece, la figura del fantasma ha una connotazione diversa e possiamo suddividerla in due parti: una più vicina ad una visione malinconica, triste e di rimpianti; l'altra più tragica, esasperante, vendicativa che può spesso infestare oggetti e luoghi. Sia nel caso della cultura coreana, sia in quella nipponica, i fantasmi spesso sono legati alla natura o a posti particolari, strettamente connessi con la loro morte. E proprio a proposito della cultura orientale, oggi vi parlo di un libro spettacolare contenente storie scritte da Lafcadio Hearn e illustrato nientepopodimeno che da Benjamin Lacombe: sto parlando di Storie di fantasmi del Giappone, volume rifinito nei più piccoli dettagli e pregno di folklore nipponico, frutto degli studi dell'autore vissuto nell'Ottocento. Diverse sono le storie che compongono la raccolta e che ci trasportano in un mondo al limite tra il paranormale e il quotidiano, e diversi sono i personaggi che sotto forma di fantasmi si presentano in scenari a volte onirici, e a volte realistici.
Personalmente, tra i racconti, quelli che mi hanno colpito in particolar modo sono: Il ragazzo che dipingeva i gatti, dove un ragazzo dipinge gatti su un paravento di un tempio abbandonato e questi ultimi, prendono magicamente vita animati da spiriti buoni; e La storia di Ito Norisuke, narrante le vicende di una donna deceduta in tempi antichi che, in un presente irrealistico, diventa moglie di un vivente samurai che si innamorerà di lei. Ciò che colpisce realmente di questo libro sono le magnifiche illustrazioni di Lacombe che come sempre, con un tratto che richiama ora un mood surreale, ora un mood tipico di Tim Burton, rappresenta egregiamente tutti i fantasmi nella loro malinconia. Sentimento che, nonostante siamo abituati a vedere nelle sue opere e come firma delle sue illustrazioni, in questo frangente viene accentuato dalle atmosfere cupe e da colori che spaziano nella scala dei grigi e dei blu. Inoltre, l'artista rende omaggio alla patria del Sol Levante e dei samurai con uno stile che richiama i disegni del famoso maestro Miyazaki dello Studio Ghibli e degli antichi dipinti giapponesi.
In conclusione è un libro che oserei definire una piccola opera d'arte che trasporta il lettore, attraverso parole e immagini, in un mondo che assomiglia ad un Grand Guignol tenebroso popolato da fantasmi di ogni risma.
Voto: 5 tazzine di black camo latte.
Fonte immagini: Google.
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