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venerdì 22 luglio 2022

Milk, Cookies&Books: libri a merenda - "Funeral Party" di Guido Sgardoli (a cura di Eleonora)

Buon pomeriggio! ^^
Oggi per la rubrica dedicata a bambini e ragazzi, Eleonora ci parla di Funeral Party, di Guido Sgardoli, una storia ironica con un pizzico di mistero. Se amate il black humor e i romanzi gialli, potrebbe essere la vostra lettura ideale. Scopritela nella recensione e lasciate un commento, se vi va ;)

Funeral Party
di Guido Sgardoli

Prezzo: 6,99 € (eBook) 16,50 € (cop. rigida)
Pagine: 318
Genere: narrativa ragazzi
Editore: Piemme
Data di pubblicazione: 15 marzo 2022

Il 1° gennaio 2000 il cielo è bianco come un sudario e Sfortunato Forte, noto a tutti come "il Vecchio", è morto. Nato il 1° gennaio 1900, lascia in eredità svariati beni, tra cui la sua grandiosa dimora terrena, Villa Forte. Ma in questa gelida mattina che promette neve, il Vecchio lascia al mondo dei vivi qualcos'altro: il ricordo di una vita straordinaria, sconosciuta ai più, densa di eventi e incontri che hanno dell'incredibile. Dalla drammatica battaglia di Caporetto al mitico Giro d'Italia del 1946, dalla campagna d'Africa al concerto dei Beatles a Milano, prigioniero in India e cameriere nel ritrovo dei mafiosi di New York, cowboy in Arizona e sensitivo in Tv... la vita di Sfortunato è una storia da scoprire e ricostruire pezzo per pezzo insieme a quella del secolo passato. Ed è ciò che fanno gli invitati al suo funeral party. Intrappolati nella villa da una nevicata epocale, in attesa dell'arrivo del notaio, tra brindisi e accuse di omicidio, si trovano a rivivere la vita del vecchio burbero, che forse così burbero non era. Età di lettura: da 11 anni.

Con un mix di dark humor, commedia all’italiana ed elementi tipici dei libri gialli, Funeral Party porta il lettore alla scoperta della rocambolesca e avventurosa vita di Sfortunato Forte, detto il Vecchio, in un viaggio lungo quasi un secolo e che si snoda ai quattro angoli del mondo. Cosa sarebbe un funeral party senza un funerale? Inutile, e proprio per questo la storia si apre sulla cerimonia funebre per la dipartita del Vecchio, un anziano signore talmente acido, scorbutico e irascibile che a lui personaggi come la signorina Rottenmeier fanno un baffo. Al suo funerale, per quanto poco amato fosse in vita, è presente una cospicua folla di strambi personaggi, il più arcigno dei quali è sicuramente il signor Ercole Manetti, ex ispettore di polizia ormai in pensione, che da oltre vent’anni deve risolvere una fastidiosissima questione, per lui ancora aperta. È da due decenni infatti che il testardo commissario è convinto che il vecchio sia l’artefice di un omicidio, peccato che non abbia uno straccio di prova a sostegno della sua tesi. Per provare a se stesso di non aver preso un abbaglio per tutti quegli anni, si presenta alla cerimonia pronto a carpire agli invitati qualunque informazione sulla vita del defunto che gli possa tornare utile per risolvere l’inghippo che lo tormenta e che l’ha portato al pre-pensionamento.

Per la lettura del testamento e per il funeral party vero e proprio, i presenti al funerale si riuniscono nella villa del Vecchio, Villa Forte, chi per un motivo chi per un altro e, bloccati dalla neve e nell’attesa del notaio, che pare proprio non voglia farsi vedere, tutti i personaggi, a turno, raccontano un pezzetto di vita di Sfortunato Forte che, man mano che si aggiungono dettagli, assume una connotazione a metà strada tra un film di Stanlio e Ollio, un western vecchio stile e un film all’Indiana Jones. Se andiamo ad analizzare i presenti, anche se non tutti invitati, in Villa Forte infatti troveremo un croupier tedesco, la domestica del vecchio (che, per festeggiare la fine delle bizzarrie a cui è stata sottoposta negli ultimi dieci anni, decide di svuotare la cantina di casa senza sprechi), un’ottantenne con una gamba finta che risponde al nome di Italia Boscolo, uno statista indiano dal nome impronunciabile, una donna di mezza età di nome Tsigine, italianizzato in Gina, un giornalista che sembra un ex-pugile, un cowboy americano che parla napoletano stretto, un editore italo-americano, il già menzionato Ercole Manetti, intenzionato a non perdersi nemmeno una virgola di quanto viene detto, il prete, il dottore e altri ancora, all’appello manca solo il notaio. Uno a uno tutti quanti raccontano quello che sanno della vita del vecchio e ben presto è chiaro a tutti che il signor Forte nascondeva più misteri di chiunque altro; nel frattempo, il poliziotto in pensione è sempre più confuso e frustrato da quello che sente e soprattutto da un nome ricorrente, Prospera, che però nessuno sa chi sia.

Tutta la vicenda si sviluppa in questo modo, finisce uno e inizia un altro, con qualche breve intervallo che serve per fare approvvigionamento, principalmente di vino, birra e qualsiasi altro alcolico sia disponibile, e dunque a volte può risultare un po’ ripetitivo e frastornante, soprattutto perché dal nulla ogni tanto spunta qualcuno che chiede o va a prendere del vino da bere, però alla fine, quando tutti i nodi vengono al pettine scopriamo che niente nel vecchio era come sembrava, neppure l’idea che aveva di lui Ercole Manetti. Un linguaggio semplice e immediato accompagna il lettore in questo libro, è tutto molto molto enfatizzato, i nomi dei personaggi, che vengono ripetuti sempre per intero, le loro caratteristiche peculiari, siano la parlata, l’aspetto fisico o qualche altra “dote” sono chiaramente e volutamente rimarcati spesso e volentieri fino a farne delle macchiette che ben si adattano al contesto a dir poco surreale in cui è ambientata la storia. Molto carino il finale, quando vengono tirate le somme e per la prima e unica volta si “sente” la voce del Vecchio che parla e ci racconta tutti i suoi come e perché, inoltre finalmente il frustratissimo poliziotto riesce a ottenere quello per cui era venuto e il caso che l’aveva ossessionato per un ventennio finalmente trova una soluzione che ha dato ragione al suo infallibile istinto poliziesco, adesso però cosa gli resta da fare? Beh un tipo come lui non resta di certo con le mani in mano...

Quella di Funeral Party comunque è una storia particolare, ironica, sarcastica ma anche profonda che consiglio a un pubblico di almeno tredici/quattordici anni per capirla maggiormente, se si è visto e apprezzato anche il film Funeral Party tanto meglio, sicuramente questo libro sarà gradito.


Eleonora


Photo credit: @eleonoranicoletto

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