Buongiorno, lettor*! ^^
Oggi la nostra Ms Rosewater ci parla di un romanzo da cui è stato tratto un film di successo e che sicuramente conoscerete: Il talento di Mr. Ripley, di Patricia Highsmith. Curios* di scoprire la sua opinione a riguardo? Vi lascio alla recensione e, se vi va, lasciateci dopo un commento.
A presto!
Il talento di Mr. Ripley
di Patricia Highsmith
Prezzo: 7,99 € (eBook) 9,90 € (cop. flessibile)
Pagine: 273
Genere: thriller, thriller-psicologico, mystery
Editore: La Nave di Teseo
Data di pubblicazione: 26 luglio 2017
Napoli, anni cinquanta. Il giovane e spiantato Tom Ripley sbarca da New York in missione per conto del ricco Mr. Greenleaf. Deve convincere il figlio di lui, Dickie, a ritornare in America. Ma l’incontro con Dickie, un ragazzo bellissimo che dalla vita ha avuto tutto, fa nascere un’idea nella mente di Tom: non potrebbe sostituirsi a lui e vivere una vita senza problemi? È l’inizio di un’avventura insieme terribile e coinvolgente, in cui Patricia Highsmith conduce per mano il lettore nei percorsi mentali di un assassino senza scrupoli, e forse proprio per questo irresistibile. Torna finalmente in una nuova edizione rivista il capolavoro di Patricia Highsmith, il romanzo che ha scolpito per sempre nella storia della letteratura un personaggio indimenticabile: Tom Ripley.
1955: nell'anno della nascita dei ristoranti McDonald e delle prime proteste contro la segregazione razziale, Patricia Highsmith diede vita a un personaggio in apparente controtendenza, un giovane orfano, un solitario e senza prospettive, cresciuto da un'arcigna zia, che si arrabatta in piccole truffe, lavoretti noiosi e scrocca ospitalità agli amici. Tom Ripley non è interessato alla politica, ai movimenti civili, a quell'onda di cui forse ancora non s'intuisce la portata, ma che si sta alzando e travolgerà in pochi anni la società americana; preferisce farsi invitare a feste e cocktails dove cerca di rendersi attraente sfruttando la propria parlantina e immaginazione, cerca di frequentare persone interessanti, meglio se ricche e, nonostante l'apparente immobilità della propria condizione, ambisce ad accedere a una posizione migliore, per sé solo. E' uno che scappa, sempre e da sempre, fin da che iniziasse il libro. I suoi sensi sono perennemente all'erta, e mentre si nasconde (da un debito, un padrone di casa, un amante) valuta ogni mossa possibile e ogni occasione di trarre un vantaggio.
L'uomo che sta seguendo Ripley da un bar all'altro quando inizia il libro è in realtà il padre di un suo conoscente, il giovane e ricco Dickie Greenleaf, che lo vuole assumere per convincere il figlio a fare ritorno dal suo soggiorno in Italia per occuparsi della ditta di famiglia. Inizialmente prudente, Tom coglie con entusiasmo l'opportunità per lasciare la sua squallida esistenza newyorkese e tuffarsi in una serie di fantasticherie sui possibili gloriosi sviluppi della sua missione che gli porteranno denaro, considerazione e forse amore. Parte dunque, abbandona senza rimpianto i compagni e le poche amicizie, nonché qualche affare sospeso, ma le cose non vanno proprio come si era immaginato e, arrivato a Mondello, in Sicilia, fatica a conquistarsi la fiducia di Dickie. Da queste difficoltà emergerà inaspettatamente il vero talento del modesto, dimesso Tom Ripley.
Avvolgente e ossessivo, il romanzo si sviluppa in modo claustrofobico, inchiodando il lettore al punto di vista del protagonista: viene descritto ogni pensiero, ogni mutamento dell'umore e come influenza il più banale cambiamento d'espressione, che ha l'obiettivo di manipolare il giudizio, le reazioni dell'interlocutore. Perennemente in bilico tra il delirio di onnipotenza e la più cupa disperazione e paranoia degne di Richard Nixon, Tom Ripley incarna degnamente Jago e Riccardo III e, come loro, affascina e repelle. Mentre si sprofonda nella sua mente, s'impara a ragionare come lui e a prevedere i momenti di vittoria e di sconforto, fino a che il lettore stesso diventa Tom Ripley. La prospettiva si ribalta e - pur consapevoli dei suoi crimini - si vive la stessa paura di venire presi, si cerca di capire quanto sia vicina la possibile cattura, si vaglia attentamente la possibile fuga. Ripley entra nella pelle delle sue vittime e noi nella sua, è questa l'abilità sconvolgente di Patricia Highsmith, che porta i lettori ad abbandonare una facile moralità per diventare la sua creatura più terribile e affascinante, un processo che in certi momenti diventa snervante e costringe a fare una pausa nella lettura per allentare la tensione. Non so se qualcuno si ricorda il film “Being John Malkovich”, ma l'impressione è proprio quella di entrare nella testa del protagonista e ritrovarsi nei suoi panni.
Sotto la superficie del thriller psicologico si celano elementi ironici e dirompenti, di critica alla società americana che non sono parte del carattere di Tom, impegnato com'è a inseguire il desiderio di una vita agiata e priva di pensieri. Eppure è evidente il sentimento ambivalente che prova per i ricchi: li ammira, vuole essere come loro e contemporaneamente lì detesta, adagiati nella mollezza e nel lusso, impegnati in vacanze europee, viziati ragazzini per i quali un giovane dal passato difficile e di bassa estrazione prova disprezzo. Il suo gran tour è una caricatura acida dei loro soggiorni dorati, dei loro pregiudizi e del malriposto senso di superiorità dei turisti americani in viaggio in Europa. Infine, la sua omosessualità (esplicita, forse non completamente accettata e mai consumata nelle pagine di questo romanzo) è un altro elemento di detonazione della morale repressiva che caratterizzava gli anni 50 (e purtroppo sembra tornare di moda). Tom Ripley s'impossessa abilmente del ruolo di protagonista del sogno americano e lo mette in ridicolo, lo svuota del suo mito mostrandone il lato oscuro, l'inganno costruito per confondere e illudere.
Non è sorprendente che un personaggio del genere sia stato sviluppato attraverso più libri, e mi sono già procurata altri due dei quattro romanzi a lui dedicati. Se voleste approfondire i dettagli della creazione di questo personaggio tanto potente, vi consiglio la lettura di “Come si scrive un giallo” (Minimum Fax), scritto dalla stessa Patricia Highsmith.
Ms Rosewater
Photo credit: @lisapavesi
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