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sabato 17 dicembre 2022

Recensione: "Le Cronache di Narnia. Il Nipote del Mago" di C.S. Lewis (a cura di Melz)

Buon pomeriggio! ^^
Oggi una nuova recensione per voi! La nostra Melz ha intrapreso la lettura della serie Le Cronache di Narnia, di C.S. Lewis, e in questo post ci parla del primo volume, Il Nipote del Mago. Se ancora non conoscete questa famosissima serie fantasy e volete saperne di più, leggete l'opinione di Melz. A presto!

Le Cronache di Narnia. Il Nipote del Mago
di C.S. Lewis

Prezzo: 4,99 € (eBook) 12,00 € (cop. flessibile)
Pagine: 190
Genere: Fantasy, Ragazzi
Editore: Mondadori
Data di pubblicazione: 6 novembre 2018

Terra 1900 - Narnia Anno 1. Quando Polly e il suo nuovo amico Digory decidono di esplorare la soffitta di zio Andrew, non sospettano certo che lui sia un mago. Soprattutto non sanno che, grazie al potere di un anello, quella stanza scomparirà e si ritroveranno nel silenzio ovattato e nella luce verde che filtra dai rami fitti della Foresta di Mezzo. È il meraviglioso regno di Narnia ai suoi albori, molti anni prima che Lucy tocchi la maniglia dell'armadio magico...

2005. Per la prima volta, sento parlare di un film spettacolare, tratto da un libro magico, della storia di quattro fratelli e di un mondo parallelo dove il tempo non scorre come nel nostro. Ma non voglio parlare di quel film, né ancora di quei quattro fratelli. O almeno, non oggi, probabilmente la prossima volta. Voglio parlare del tempo in cui tutto è iniziato, degli anelli magici e due bambini un po’ troppo curiosi.

Siamo abituati a pensare ai fratelli Pevensie quando sentiamo nominare Narnia e dell’Armadio che li ha condotti nel mondo magico. Vi siete mai chiesti perché proprio quell’armadio? Beh, ve lo dice Lewis nel primo libro della saga in ordine cronologico: Il Nipote del Mago. Specifico “in ordine cronologico” perché questo sarebbe il penultimo in ordine di pubblicazione.

“In quei tempi Sherlock Holmes abitava ancora in Baker Street e i sei ragazzi Bestable cercavano tesori in piena Londra, sulla Lewisham Road”

Digory e Polly sono due bambini Londinesi. Polly ha sempre vissuto lì, Digory si è appena trasferito: sua madre è molto malata e solo i suoi zii possono prendersene cura. Con esattezza, sua zia, perché il Signor Ketterly non sembra avere tutte le rotelle a posto. Se ne sta tutto il giorno chiuso in soffitta a fare strani esperimenti e crede di essere un mago. Quando i due si troveranno per sbaglio in quella soffitta avranno modo di vedere che, certo, lo zio non è una persona canonicamente normale, ma che sulla magia non ha tutti poi i torti...

Lewis, in questa sua unica opera per l’infanzia, esplora la creazione di un mondo magico, quello di Narnia, con uno stile favolistico che ricorda quasi un sogno. È un racconto al lettore, coinvolto in vari punti della storia. Lewis parla direttamente con noi, come se fosse insieme ai protagonisti, insieme ai bimbi, insieme ad Aslan, insieme alla terribile Jadis. La maggior parte del racconto si svolge a Londra e, anche se non ho letto ancora tutti i libri, per la prima volta vediamo le creature di Narnia nel mondo umano, insieme alle conseguenze che un gesto del genere può procurare. Una versione tragicomica della magia che incontra chi non ci crede.

Non vi nasconderò i rimandi religiosi, non lo farò ora, né con i libri successivi perché sono presenti e anche molto importanti, ma credo possano avere anche altre visioni (almeno alcuni di loro). Uno di questi è il fatto che il Signor Ketterly non riesca a sentire gli animali parlanti, mentre Polly, Digory e gli altri sì. Questo è certo un “solo chi crede riesce a sentire”, ma può rivolgersi a Dio come alla magia. Un po’ come in Peter Pan, voli solo se sei felice e se credi di poterlo fare. Narnia è un posto per puri di cuore, come ogni posto magico, non solo come il paradiso. È per questo che credo che alcuni di questi libri possano essere letti davvero da chiunque, ma certo non forzerò chi ne prova fastidio, la lettura deve essere un piacere.

Oltre allo stile estremamente semplice, un altro pro di questo volume è che è molto breve (lo sono tutti): circa 153 pagine che volano velocissime. In più, la presenza di pochi personaggi rende questo specifico libro davvero godibile. Sono riuscita a entrare in empatia con Digory e i suoi dubbi, con Polly e il suo essere pragmatica e mi è piaciuto tanto vedere da dove nascono tutte le cose che vedremo poi ne “Il Leone, la Strega e l’Armadio”.

“L’asta di ferro che la strega aveva piantato senza saperlo, faceva luce giorno e notte nella foresta di Narnia. E quando, molti anni dopo, una bambina del nostro mondo raggiunse Narnia, durante una fredda notte in cui fioccava la neve, si imbatté nella luce ancora accesa”.

A differenza di altre saghe in cui l’ordine cronologico rende meno rispetto a quello di pubblicazione, a mio modesto parere credo che per Narnia sia proprio l’ordine corretto, anche se - ripeto - l’autore scrive questo libro per penultimo. Ma il fatto che egli abbia pensato alla fine a dare una spiegazione delle origini, non significa (come nel caso della Marvel) che leggerlo per primo sia meno godibile.

Detto questo, consiglio la lettura di questa saga a giovani adulti poiché riusciranno a cogliere meglio di un bambino tutti i rimandi e a dare una proprio interpretazione. Lewis scrisse Le Cronache di Narnia per una bambina, la sua figlioccia Lucy, ma non credo sia proprio adatta ai piccini, molto più agli amanti del fantasy più cresciuti.

Ci vediamo con i prossimi libri della saga, sperando che il mio ragazzo mi regali un anello magico per Natale.

Melz


Fonte immagini: Pinterest

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