Buon pomeriggio! ^^
Oggi per la rubrica Milk, Cookies&Books, la nostra Melz conclude il viaggio in compagnia delle Cronache di Narnia. Ha già recensito i precedenti sei volumi (trovate tutte le recensioni qui sul blog) e oggi tocca all'ultimo. L'avrà convinta la conclusione di questa epica saga? Scopritelo nella recensione e fateci sapere voi cosa ne pensate ;)
L’ultima Battaglia
di C.S. Lewis
Serie: Le cronache di Narnia #7
Prezzo: 4,99 € (eBook) 11,00 € (cop. flessibile)
Pagine: 180
Genere: fantasy, ragazzi
Editore: Mondadori
Data di pubblicazione: 6 novembre 2018
Acquista su: IBS, laFeltrinelli
Terra 1949 - Narnia 2555. Il ciclo di Narnia è arrivato alla sua conclusione e tutti i personaggi dei sei romanzi precedenti vengono alla ribalta per salutare, dall'aquila Alidifuoco all'unicorno Diamante. Ma i veri eroi di questo "gran finale" sono Tirian, ultimo discendente dei re di Narnia, Jill ed Eustachio, che devono smascherare un assurdo impostore. Le forze del bene e del male si preparano alla battaglia decisiva, ma alla fine è al "cuore delle cose" che tutti dovranno guardare...
Il dualismo bene e male, l’idea che esista qualcosa di contrapposto ad Aslan è il dualismo proprio della fede cristiana. Tash, questa entità contrapposta al leone, è qualcuno per cui la gente compie delle azioni orribili, l’equivalente del demonio, insomma. Ma come nel cristianesimo, Lucifero era non troppo diverso dagli angeli, anche qui Tash e Aslan sembrano essere simili, ma diversi. Come due lati della stessa medaglia.
In questa parte delle Cronache ci viene presentato il Regno di Aslan, quello che egli ha sempre tenuto nascosto ai protagonisti perché non era il momento giusto di vederlo. Essendo quel regno il Paradiso, sembra chiaro a tutti che i ragazzi non potevano vederlo perché non erano ancora morti. Ma, anche qui, gli insegnamenti che Lewis vuole dare si sprecano: il primo è che l’inferno è dentro di noi. Il caro C.S. vede come fonte massima di sofferenza il non riconoscere Dio, il non credere in Lui, ecco perché i nani non vedranno mai il vero Regno di Aslan, ma solo letame. Essi sono così spaventati dall’essere ingannati che non crederanno neppure al leone in persona e, di conseguenza, non conosceranno mai Dio. Il secondo è che non importa chi tu segua, se sarai una persona buona allora vedrai il Regno dei Cieli. Emeth, infatti, ha sempre creduto in Tash, pregava lui e faceva tutto per lui, eppure riesce a vedere il Paradiso perché quello che faceva era buono. Anche se credeva di farlo per Tash, in realtà lo faceva per Aslan.
“Avevo fatto per lui quello che avevo creduto di fare per Tash, non perché fossero la stessa persona (anzi, sono addirittura agli opposti), ma perché tutto quello che facciamo di buono lo facciamo in nome di Aslan, anche quando non lo sappiamo.”
A me piacerebbe davvero potervi dire che è una lettura dinamica, da sfogliare pagina dopo pagina con voracità, ma vi direi una bugia. Questo libro è lento, lentissimo. Per una persona atea poi è proprio un patema d’animo. Dico atea e non di altra religione perché Aslan potrebbe essere il Dio di chiunque, ma sì, è davvero pesantuccio. Non nego, però, che fa piangere. Vedere i nostri protagonisti nel regno di Aslan è uno strazio. Di fatti, vedremo tornare tutti, o quasi. Ci sono Peter, Edmund e Lucy; Eustachio e Jill; persino Polly e Diggory. Ma non c’è Susan...
Pare che Neil Gaiman l’abbia definito il “Problema di Susan”. Perché C.S. Lewis decide di non portarla a Narnia l’ultima volta? Viene detto che “non è più amica di Narnia”, che abbia dimenticato le avventure e di definirle solo i “giochi che facevano da bambini”. Non mi stupisce che la spiegazione sia che in quel momento fosse solo interessata a vestiti e rossetti perché dobbiamo sempre pensare agli anni in cui il libro venne scritto. Susan viene condannata perché ha dimenticato Dio, ma penso anche che lei sia stata molto sfortunata e che si sia sentita in colpa per non essere rimasta con la famiglia, penso che una parte di lei avrebbe voluto raggiungere Narnia con loro. E poi, se Aslan è Dio, il suo più grande dono è perdonare.
Beh che dire? Che è stato bello scrivere di Narnia e recuperare questi libri, ma purtroppo quest’ultimo è stato veramente difficile.
Melz
Fonte immagini: Pinterest
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