Buongiorno, lettor*! ^^
Oggi la settimana inizia con una nuova recensione della nostra Eleonora che ha letto I segreti di Abercrombie Manor, di Rita Mariconda e Anita Sessa, una delle ultime uscite firmate Words Edizioni. Si tratta di un romance storico ricco di intrighi e misteri ambientato in Scozia. Leggete la recensione per saperne di più ;)
I segreti di Abercrombie Manor
di Rita Mariconda e Anita Sessa
Prezzo: 3,99 € (eBook)
Pagine: 182
Genere: romance storico
Editore: Words Edizioni
Data di pubblicazione: 20 giugno 2023
Stirling, 1839
Rimasto vedovo, lord Leonard Fitzgerald, Conte di Abercrombie, si ritrova a dover badare alla figlia Violet e a respingere i tentativi della madre di trovargli una nuova moglie, così da mettere a tacere il ton. Poco incline a seguire i dettami dell’etichetta e per fare un dispetto alla genitrice, Leonard assume la giovane miss Pillow per seguire l’educazione della bambina. È chiaro che la ragazza, piombata nella sua vita all’improvviso, nasconda un segreto: poco disposta all’obbedienza, rifugge dalle sue domande e, proprio per questo, averla intorno inizia a essere un piacevole diversivo per il conte.
A sconvolgere i delicati equilibri saranno tuttavia l’indagine per la morte della Contessa di Abercrombie, del quale è sospettato proprio Leonard, e un segreto, antico quanto una profezia, che rischia di far crollare l’intera vita del Conte. In un gioco di ruoli, proprio come su un’enorme scacchiera, a farla da padrone saranno i misteri, svelati e da svelare, capaci di salvare o demolire ogni cosa.
Un romanzo ambientato agli inizi dell’età vittoriana, tra le brughiere scozzesi in cui antiche rivalità entrano in scena in un susseguirsi di bugie, inganni e tradimenti per poi collidere nel tanto atteso lieto fine, non poteva non attirarmi e in effetti, pur con qualche particolare che non mi ha convinto del tutto, la storia si è dimostrata piacevole e molto scorrevole e perfettamente nelle mie corde.
I protagonisti di I segreti di Abercrombie Manor sono Aileen Karreghakle, unica figlia del lord del territorio confinante con il Maniero, e Leonard, il Conte di Abercrombie, discendente dei lord inglesi che hanno “rubato” Abercrombie per volere del re d’Inghilterra ai Karreghakle. Le loro strade si incrociano in modo alquanto rocambolesco in un momento in cui entrambi stanno scappando da qualcosa, lei da un matrimonio combinato con un laido pretendente, lui dalle accuse di aver ucciso la propria moglie che gli si sono appiccicate addosso a seguito dei pettegolezzi dell’aristocrazia londinese, avida nel mettere gli artigli su un gossip così succulento. Per sfuggire al suddetto matrimonio Aileen se ne va dalla sua casa d’infanzia in piena notte, portando con sé solo l’essenziale, dopo aver formulato un piano d’azione sicuramente non privo di difetti. Destino vuole che già durante la prima notte di fuga all’addiaccio scoppi un violento acquazzone che la costringe a cercare rifugio nel capanno di caccia più vicino a casa, quello di Abercrombie Manor, e che anche nella dimora principale ci sia stata una fuga, questa volta di una bambina, figlia del Conte di Abercrombie, che stanca e spaventata dal padre che non ne può soffrire nemmeno la vista, in quanto gli ricorda l’odiata moglie, scappa di casa. Anch’essa sorpresa dall’acquazzone si rifugia nel capanno. La piccola, zuppa d’acqua e sfinita collassa sulla soglia ma viene prontamente recuperata e accudita da Aileen, la quale prende subito a cuore quella bambina che in fondo le ricorda se stessa. Non è passato troppo tempo che il padre della fanciulla fa la sua comparsa e di fatto ad Abercrombie Manor, anche se ne erano partite solo due persone, ritornano in tre. Aileen nasconde la sua vera identità dietro un poco probabile, e subito smascherato come tale, pseudonimo per non farsi trovare dai suoi, conscia che ormai le ricerche saranno già partite e Leonard, pur avendo capito il suo inganno, decide di stare al gioco, un po’ per tornaconto personale e un po’ perché incuriosito da quella enigmatica ragazza. Così inizia una conoscenza dapprima incuriosita poi sempre più sentimentalmente invischiata dei due protagonisti senza però che alcuno dei due si decida a fare qualcosa in merito che non sia un bacio fuggiasco in biblioteca. Ovviamente la loro sorte non può essere così semplice e infatti le rispettive famiglie si mettono d’impegno per condurli rispettivamente allo sfacelo. Solo con gli sforzi del migliore amico del Conte, che riesce con magistrale retorica e astuzia a unire parte delle due fazioni opposte, si arriva a un lieto fine che ha quasi del miracoloso.
Come abbiamo già stabilito all’inizio di questo libro, la storia si è rivelata molto carina e accattivante, tanto che in un pomeriggio l’ho finita senza alcuna fatica, non è esente però da qualche pecca, in parte dovuta alla brevità, in parte perché proprio non ho capito il motivo dell’inserimento di alcuni pezzi. Partiamo proprio dal prologo, era necessario? Io credo di no, di fatto in questa parte viene illustrata una sorta di maledizione/previsione futura fatta al tempo delle guerre anglo-scozzesi quattrocentesche che teoricamente dovrebbe andare a influenzare il futuro delle famiglie in questione. Lo fa? Bah, per più di quattrocento anni no, poi all’improvviso qualcosa si mette in moto, non ha molto senso. A mio parere, anche senza la profezia in atto, una semplice rivalità tra famiglie (sono pur sempre una scozzese e una inglese) avrebbe avuto senso lo stesso, mi ha lasciato molto l’impressione che fosse un’informazione buttata là a casaccio giusto per... Al suo posto avrei preferito una maggiore concentrazione sullo sviluppo dei sentimenti tra Aileen e il Conte, praticamente siamo passati da zero a cento in un millisecondo, tanto che ho dovuto rileggere alcune pagine per capire dove, come e quando. In generale questo romanzo mi ha dato un'impressione di fretta, ci sarebbe stato bene un maggiore approfondimento di alcune figure o anche di alcune situazioni, ad esempio il rapporto di Aileen con i fratelli o la parte della crisi sul finale.
Mi è piaciuta la caratterizzazione della protagonista però, in quello che emerge dalle pagine è un personaggio interessante. Però quello che ho apprezzato maggiormente e per cui farei il tifo da stadio se avesse una sua storia (altamente improbabile visto che è un vescovo) è proprio Gabriel, il migliore amico del conte, nonostante la sua posizione (eh sì sappiamo che all’epoca i figli cadetti prendevano i voti solo per avere qualcosa da fare e non per vera e propria vocazione, ma vabbè) si rivela spesso e volentieri scanzonato ma saggio, machiavellico nei suoi piani per aiutare l’amico e addirittura perfido se si tratta di andare contro le arpie londinesi che tentano mille sotterfugi per incastrare il povero lord, un vero bijoux. Lui più di tutti è stato il personaggio che ho percepito a 360° e che mi ha convinto appieno. Del conte stesso non c’è così tanto da dire, mi ha ricordato più volte il signor Rochester, intelligente e di spirito ma prostrato da un passato traumatico, posso dire che avrei preferito sicuramente “conoscerlo” meglio; a dir la verità qualche richiamo a Jane Eyre in questo romanzo l’ho percepito, specie all’inizio per come comincia il rapporto tra i due. In generale comunque questa storia fila liscia, lo stile delle autrici è ineccepibile, avrei solo preferito una maggiore lunghezza e un maggior approfondimento del romanzo.
Ringrazio Words Edizioni per la copia digitale che mi ha fornito.
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